Fanfic su artisti musicali > Bullet for My Valentine
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Autore: m4ryb4m    24/08/2008    3 recensioni
Eccomi qui con un'altra fan fiction che vede come protagonista Matt Tuck dei Bullet for My Valentine. E' diversa dall'altra, prima di tutto perchè l'ho scritta in prima persona (un esperimento che spero mi sia venuto bene!) e poi anche dal punto di vista del contenuto. Veramente questa storia è composta da due mini fan fiction...inizialmente avevo pensato di concluderla con la prima, ma poi sono andata avanti ancora un pò, poi mi saprete dire, se avrete voglia, cosa ne pensate! Premetto che i fatti avvenuti nell'altra mia storia (I'm there til the end) non hanno niente a che fare con questa, è come se quelle vicende non si fossero mai verificate. Concludo dicendo che i Bullet for My Valentine "non mi appartengono" e che scrivo al solo scopo di divertirmi. Buona lettura!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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***

Uffa!

Perchè tocca sempre a me andare a fare la spesa per il cenone del 25 dicembre?

Sono anni che mia madre mi affida il compito e ogni volta puntualmente mi trovo in mezzo alla folla la vigilia di Natale, sta storia deve proprio finire!

E pensare che invece i miei fratelli se la spassano con le loro fidanzate chissà dove e tornano giusto per abbuffarsi.

Poi in questa città del cavolo ci sono solo due posti dove comprare le cose e come se non bastasse la gente sembra concentrarsi tutta al centro commerciale più vicino a casa dei miei!

La mia vita ora come ora è un disastro, ho venticinque anni e vivo ancora coi genitori. Sono stata appena mollata dal ragazzo che già mi prendeva in giro da più di un anno ma che credevo avrebbe ricominciato a comportarsi meglio. E in più questa sera devo anche lavorare! Ma perchè per i giornalisti è così difficile avere delle vacanze normali?

Se solo Claire non si fosse ammalata! Io non ci capisco niente di musica e adesso mi ritrovo da qui a tre ore a dover fare la maratona per comprare il tacchino a mia mamma e poi a dovermi preparare per intervistare una band che suona metal!

Metal? Io che ascolto a malapena pop, cosa ci posso capire di metal?!? Io che non ho mai suonato uno strumento, come posso fare domande del tipo: ragazzi quale modifiche avete apportato alla vostra tecnica per il nuovo album? Io sono abituata ad intervistare gente normale, gente che ha avuto la fortuna o la sfortuna di capitare su un giornale per un fatto piacevole o spiacevole che gli è successo.

"Tu hai talento e ce la puoi fare benissimo a sostituire la tua collega indisposta" ricordo perfettamente il sorrisino del direttore del giornale mentre mi diceva queste parole.

Non che io ci abbia creduto minimamente, quello fa così con tutte le ragazze in redazione, sappiamo tutte che in realtà è un gran pervertito!

Arghhhhhhhhh che nervoso! Quando si muovono qui? Devo comprare solo un maledetto tacchino e poi posso andarmene a casa, perchè la fila pare essersi bloccata proprio ora?

Oh, finalmente! Tocca a me!

Dico al commesso quello che devo prendere e due minuti più tardi mi porge un pacchetto ben incartato e tutto sorridente esclama "Grazie, Arrivederci e Buon Natale"

Buono mica tanto! "Grazie e altrettante" rispondo fingendo allegria

Raggiungo la macchina mezza barcollante, sotto il peso di tutti i sacchetti e sacchettini. Mia mamma come al solito esagera con le quantità!

Arrivo a casa dei miei guidando come una pazza, la fretta ormai ha preso il sopravvento.

"Cara, ce l'hai fatta allora!" esclama la donna che mi ha partorito quando mi vede entrare ansante sotto il peso della spesa

"Già! Era anche ora! Scusa ma non posso aiutarti a mettere a posto, devo scappare a farmi una doccia e a prepararmi che dopo devo lavorare"

"Anche la vigilia?" chiede lei ostentando meraviglia

"Lo sai benissimo che le mie "vacanze" in realtà non esistono"

"Attenta a non stressarti troppo"

"Come se dipendesse da me" soffoco una risatina ironica e mi fiondo su per le scale

Mi spoglio a tempo di record e mi ficco sotto la doccia.

Mentre l'acqua scorre cerco di ricordare le poche informazioni che sono riuscita a racimolare dalla sera prima, quando ho saputo del mio nuovo incarico.

Allora...il gruppo si chiama...B...B qualcosa....ah si! Bullet...si ma poi ci sono altre parole mi pare..uffa! Ma sti qui non hanno pietà della gente? Non possono scegliere nomi più semplici? Mi immagino il ragazzino che va a comprare un loro disco che prima di finire di dire il nome del gruppo è diventato vecchio!

Comunque.. adesso che ci penso bene, il nome mi aveva impressionato parecchio....quindi devo ricordarlo per forza...Bullet....Bullet for....my Valentine! Ecco come si chiamano: Bullet for My Valentine! Bene, quindi fino a qui ci siamo.

Intanto prendo lo shampoo e mi insapono i capelli.

Adesso....il genere è metal più o meno...poi...sono in cinque mi pare...e hanno fatto due album...

Si...i componenti...dunque...il cantante si chiama Mark...no, non era Mark...Matt! Si, proprio Matt...! Poi c'è il chitarrista....James, forse? No...James è il cognome di un altro mi sembra....sì, deve essere il cognome del batterista...aspetta aspetta....

Mi risciacquo i capelli nel frattempo.

Dove eravamo rimasti? Ah sì, Jason il bassista! Wow! Mi meraviglio di me stessa, questo mi è venuto al primo colpo! Però, se c'è Jason che è il bassista, Jason James per essere precisi, Matt è il cantante, poi ci sono due che si chiamano nello stesso modo, l'altro componente?

Ricapitoliamo: Matt canta, Jason suona il basso, i due lì suonano, un altro componente sarebbe inutile, quindi sono in quattro e basta! Spero vivamente di non sbagliarmi, a parte che tanto lo vedrei al momento dell'intervista quanti sono.

Esco dalla doccia e mentre mi asciugo e indosso la biancheria continuo a pensare ai possibili nomi degli altri due del gruppo.

Cavolo...proprio non me li ricordo...

Percorro il corridoio e arrivo fino in camera mia, dove la prima cosa che vedo è il peluche che mi ha regalato il mio ex, Michael.

Michael, ecco! Gli altri due si chiamano Michael, però hanno dei soprannomi per distinguersi...o mamma...quelli proprio non me li ricordo! Credo proprio che farò una telefonata a Claire prima di andare.

Ora devo pensare a cosa mettermi, un paio di jeans e un maglioncino andranno più che bene.

Apro l'armadio e scopro che i miei jeans scuri preferiti si sono volatilizzati, poi realizzo il tutto, li ho prestati a mia cugina che aveva bisogno di un portafortuna per un appuntamento con un ragazzo. Da quando glieli ho dati una volta non fa altro che chiedermeli!

Vabbè, vediamo se c'è dell'altro. Credo che questi vadano bene, pantaloni neri, semplici e sobri, perfetti.

E sopra il maglioncino che ho comprato il mese scorso, bianco come la neve che cade lentamente da questa mattina.

Non ho tempo per sistemarmi i capelli così gli asciugo in fretta e li lego in un'alta e nera coda di cavallo.

Poi, vediamo, ho voglia di mettermi gli occhiali, mi danno un'aria più professionale. Non ne ho mai avuto veramente bisogno ma mi piace utilizzarli all'occorrenza, anche se spesso la gente si lamenta che nascondano i miei occhi verdi.

Mi do un'ultima veloce guardata allo specchio e corro giù per le scale, rischiando di uccidermi inciampando nel penultimo gradino "Cazzo!" urlo e subito mio padre mi risponde dal soggiorno "Non sono ancora tornato che già ti si sente!"

"Ciao papà!" gli grido e gli vado in contro

"Dove vai così di fretta?" mi chiede fissandomi con sguardo indagatore, lo stesso che mi rivolge da quando ero bambina

"Al lavoro! Ho un'intervista"

"La solita vecchietta che è stata salvata da un palazzo in fiamme? O aspetta, questa volta si tratta di un sensitivo che ha predetto la morte di tre persone?"

"Niente di tutto ciò. Anche se avrei preferito il sensitivo pazzo. Devo farmi una bella chiacchierata con quattro bell'imbusti che suonano in un gruppo metal di moderato successo, che però io non ho mai sentito"

"E come si chiamano questi?" chiede lui fingendosi interessato, anche se so benissimo che non lo è.

"Bullet for My Valentine" rispondo io scandendo bene le parole.

Lui aggrotta un sopracciglio "Che nome strano, fai attenzione che è meglio!"

Io rido "Papà, sono musicisti, mica stupratori!"

"Non si sa mai in certi casi"

"Di che parlate?" chiede mia mamma che dalla cucina ha interrotto le sue faccende per ascoltarci.

"Nulla, nulla. Papà ti spiegherà se ha voglia. Io ora vado" dico avviandomi verso la porta e prendendo la borsa.

"Non mangi niente prima?"

"No, mamma. Prenderò un panino prima di tornare a casa"

"Se vuoi ti faccio trovare qualcosa di pronto"

"No, grazie, davvero. Col traffico magari farò anche tardi. Non preoccupatevi per me. Ci vediamo allora" Sorrido e faccio un cenno di saluto verso loro.

"Buon lavoro, a più tardi!" rispondono in coro.

***

  
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