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Autore: King_Peter    03/07/2014    1 recensioni
{ Brothership Dean/Sam | Fantasmi | Birra }
Aprile, dolce dormire.
Non sarebbero mai cambiato, quei due: Bobby osserva il cipiglio ribelle di Dean affondare tra le pieghe del cuscino, i capelli di Sam sparpagliarsi alla luce del sole di Aprile, assumendo una tonalità ambrata.

Dean russa, come se stesse scandendo qualcosa, qualcosa che Bobby non riesce ad afferrare subito. Quasi sente le rotelle della sua mente arrovellarsi per cercare una risposta, per frenare quella domanda che Dean, inconsapevolmente, aveva dettato alla sua mente.

Aveva sempre saputo di dover morire, aveva sempre saputo che la fine sarebbe arrivata.
Poi era arrivata.
Pum, un colpo di pistola e via, morto, finito. Caput.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Famiglia Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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Aprile, dolce dormire.
Non sarebbero  mai cambiato, quei due: Bobby osserva il cipiglio ribelle di Dean affondare tra le pieghe del cuscino, i capelli di Sam sparpagliarsi alla luce del sole di Aprile, assumendo una tonalità ambrata.
Benedetto ragazzo!
Finalmente era riuscito a prendere sotto. D'altronde, quando il diavolo ti accarezza, vuole la tua anima e Sam ne aveva decisamente avuto abbastanza di Lucifero e dei suoi scherzetti.
Aveva passato tutta la vita a cacciare demoni, Leviatani e tutta quella fottutissima roba che usciva ogni giorno dall'inferno e adesso si ritrovava in quel modo.
Incorporeo, immaterico.
Morto.
Dean russa, come se stesse scandendo qualcosa, qualcosa che Bobby non riesce ad afferrare subito. Quasi sente le rotelle della sua mente arrovellarsi per cercare una risposta, per frenare quella domanda che Dean, inconsapevolmente, aveva dettato alla sua mente.
Si siede, lasciandosi cadere su una vecchia poltrona della camera del motel dove Dean e Sam si erano fermati per la notte. Tenta di concentrarsi, ma i suoi pensieri sono un'unica matassa intrecciata, difficile da sbrogliare, difficile da usare per cavarne una risposta.
"Maledizione." sussurra, le dita strette nell'aria, ad un soffio dalle sue labbra, "Roman, me la pagherai." continua, osservando frustrato la bottiglia di birra che aveva cercato di afferrare, invano.
Grunisce, poi torna a guardare Dean, ascoltando il suono del suo russare costante e monotono, come una sorta di litania, una musica adatta per un funerale.
Si tocca il volto, si tortura la barba ispida che ricopre il suo mento, arriva fino alla fronte dove incontra il foro di pistola che lo ha ucciso.
Tempo.
Ora lo sa, sa che sta scandendo il tempo, il suo tempo.
La parola gli sale prepotente su per la gola, uscendo innocente dalle sue labbra, pronunciata in un sussurro, come se avesse paura di dirla ad alta voce.
Lui, Bobby Singer, che aveva paura di qualcosa?
È come se l'avesse sempre avuta sulla punta della lingua, ma non avesse mai avuto il coraggio di pronunciarla. In fondo non aveva mai pensato alla propria fine, anche se aveva sempre saputo di poter morire per mano di uno di quei fottutissimi demoni che aveva cacciato per tutta una vita.
Aveva sempre saputo di dover morire, aveva sempre saputo che la fine sarebbe arrivata.
Poi era arrivata.
Pum, un colpo di pistola e via, morto, finito. Caput.
Era così che era finita. Almeno la sua era stata una morte dignitosa, sul campo di battaglia, combattendo.
Altri non erano stati così fortunati: chi per mano di un Vetala, chi ucciso per aver venduto la sua anima ad un demone degli incroci.
Il suo sguardo corre da Dean a Sam ed è come se una vecchia ferita di guerra cominciasse di nuovo a sanguinare: i suoi occhi sono inespressivi, mentre la sua mente scava nella sua memoria, ritornando a quei momenti dolorosi, quei momenti nei quali tutto era cominciato.
Ridicolo.
Cosa mai poteva uscire da un incontro tra l'inizio e la fine?
Lui adesso è lì, lì quando Mary stringe al petto il suo amato John, lì quando stringe un patto pericoloso con quel viscido demone di Azazel.
Bobby è lì quando tutto ebbe inizio.
Lo spazio intorno a lui si deforma, si modifica come se qualcuno stesse versando dell'inchiostro nel suo personalissimo uragano personale, mentre i pennacchi di fumo si contorcono per assumere forma umana.
Adesso John è davanti a lui, con un fucile carico nella mano destra, gli occhi attenti e Dean e Sam che lo seguono maldestramente, cercando di non perdersi e di non fare la figura dei marmocchi.
No, faceva troppo male ricordare.
Gli era successo la stessa cosa quando aveva lottato contro la morte, in quell'ospedale, quando aveva aperto ogni tipo di soglia, ma solo una porta lo aveva condotto al ricordo più doloroso, quello in cui lui uccideva suo padre.
Adesso gli stava succedendo la stessa cosa: un sapore di ruggine in bocca e la voglia di crollare, buttarsi giù come un castello di carte. Ma non poteva, lui non doveva farlo.
Eccolo, ecco John che vende la sua anima ad Azazel. Ecco, ecco la sua morte, la sua condanna ad un eternità vana nell'ombra.
"Bobby?" sussurra una voce conosciuta, mentre intorno a lui il fumo comincia a svanire, facendo riapparire la squallida stanza del motel in cui tutto era cominciato. Si guarda intorno spaesato, non riuscendo a mettere bene a fuoco il volto che ha davanti.
"Bobby sei tu?" chiede ancora, con più enfasi. Non da che dire, non sa che rispondere davanti al volto confuso, ma felice di Dean.
Corruga la fronte, arriccia il naso per evitare di piangere: diamine, lui è Bobby Singer! Lui non piange.
"Sam, Sam. Bobb ..."
Lui gli fa segno di stare zitto e di non svegliare il fratello. Dean non capisce, ma acconsente e si siede accanto a lui: lo guarda, scorre i suoi occhi sui suoi contorni non riuscendo a capacitarsi del fatto che l'uomo che gli ha fatto da padre, la sua colonna portante sia tornato come un fantasma contro ogni principio dei cacciatori.
"Bobby." comincia lui, "Stavamo per non farcela." con voce pacata, calma, come se adesso potesse cadergli anche il mondo addosso e lui fosse costretto a sorreggerlo, ma non gli importava.
Vuole parlargli di Dick, dei progressi che avevano fatto con i numeri per i quali si era risvegliato per un attimo dal coma, ma non ce la faceva.
Faceva troppo male.
Bobby, dal suo canto, vorrebbe dirgli qualcosa, ma la sua voce non funziona come se una sorta di velo li separasse, un velo capace di assorbire il suono delle parole, la loro dolcezza.
La loro malignità.
Scuote la testa, sorride burbero e Dean non riesce a capire: è confuso, lento come se il tempo intorno a lui non stesse scorrendo.
I suoi occhi incontrano quelli di Dean, lasciandosi andare: crollano, sussurrandogli un ultimo, muto consiglio. Dean, seppur provato dalla tragedia che ha vissuto e che ora si rinnova dentro se stesso, stringe la mascella in un’espressione burbera.
Chiude gli occhi.
Voci di tenebra azzurra cantano alle sue orecchie, mentre, quando riapre gli occhi, Bobby è scomparso, e al suo posto c’è solo la sua fiaschetta di metallo.
Dean la prende, la mette sul palmo della mano, la stringe in un pugno.
Stringe di nuovo suo padre.

 

[…]
 
Titolo: “April, sweety sleeping.”
Autore: King_Peter 
Genere: Introspettivo, malinconico.
Rating: Verde
 
Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester, Bobby Singer. 
Conteggio parole: 1049 con Word + 3 parole nel titolo

Disclaimer: I protagonisti fanno parte di una serie Tv e non mi appartengono. Questa è una storia di pura invenzione in cui l’autore scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.
Note: Ammetto di non essere bravo con Supernatural, ma ho provato a descrivere il rapporto tra Bobby e i due Winchester e anche, diciamo, il dolore che essi provano per la perdita del loro "padre" dopo la sua dipartita nella settima stagione ad opera di quel porco ... ehm, di Dick ewe
Spero che la storia vi sia piaciuta :') Ditemelo con una recensione :P
Hasta la vista! :3
 

 




 
  
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