Broken Doll
 

 


Lottie non sapeva come fosse arrivata a quel punto. Si morde con violenza il labbro, imponendosi di non gemere. Non gli avrebbe mai dato questa soddisfazione.
Lui sorride, un sorriso malizioso, cattivo. Un sorriso che non gli si addiceva per niente. La donna reclina il capo all’indietro, socchiudendo gli occhi e ansimando leggermente. Subito lui ne approfitta, si tuffa sul suo collo affusolato, lo bacia e lo morde con foga.
A Lottie viene subito da paragonarlo ad un predatore. Un predatore affamato che divora la sua preda con lentezza, facendola soffrire. E, esattamente come quelli di un predatore, gli occhi di lui sono illuminati da una luce sinistra e inquietante, quasi malata. Alza quello sguardo di fuoco su di lei. Le iridi rosate si specchiano in quei pozzi verdi, due laghi di smeraldo che sembrano risucchiarla.
Charlotte ringhia, un gesto dettato dal suo orgoglio ferito. Un paio di ciocche di capelli le cadono sul volto, scivolando dall’acconciatura ormai sfatta.
L’uomo ridacchia, stringendo tra le mani le natiche della ragazza e spingendo ancor di più il corpo contro di lei, schiacciandola contro la parete spoglia di quel dannato sgabuzzino. Sono in piedi contro il muro, le vesti sgualcite e i capelli spettinati. E’ uno sgabuzzino il luogo dove hanno deciso di perdere la propria umanità. Non c’è amore in ciò che fanno: sono solo animali che tentano di appagare i loro istinti più infimi.
Il biondo si rifiuta di aspettare oltre, entrando in lei con un movimento fluido.  
La donna conficca le unghie nelle spalle larghe dell’altro, stringendo le gambe attorno al suo bacino, facendolo penetrare più a fondo.
Lottie appoggia il mento sulla spalla di lui. Chiude gli occhi, stringe i denti e piange.
Piange perché è caduta anche lei nella tela del ragno.
Piange perché si è lasciata tentare da quel diavolo.
Piange perché ormai non è altro che una bambola, una stupida bambola tra le mani di un bambino capriccioso e irresponsabile.
Stupida. È solo una stupida. Non doveva farlo. Non con lui.
Arrivano all’apice rapidamente. Charlotte gli strattona con violenza i capelli, lasciandosi sfuggire un gemito a mezza voce. Lui, dopo un altro paio di spinte, esce da lei, sporcando il pavimento e grugnendo di piacere.
La lascia andare e lei si abbandona lungo il muro, scivolando sul pavimento sudicio. Si riveste rapidamente, poi alza lo sguardo sulla giovane. Sorride, un sorriso tirato. Ma Lottie non lo guarda.
- Vattene.- Dice tagliente, mettendosi in posizione fetale e nascondendo la testa tra le braccia. Si aspetta un gesto, una risposta, ma lui si limita ad andarsene, abbandonandola per terra come un giocattolo rotto e senza più un briciolo di interesse.
La porta si chiude dietro di lui e Charlotte rimane sola. Sola nella sua vergogna. Le lacrime le rigano il volto e sgocciolano sulle mattonelle di freddo marmo. Alza lievemente il capo, guardando dritto davanti a sé e sorride. Sorride amara mentre le lacrime le colano dal mento.
- Sono una bambola. Una bambola rotta.- Mormora. Quella situazione le sembra inspiegabilmente buffa. Lei era sempre stata orgogliosa, aveva sempre provato disgusto verso le sgualdrine ed era sempre rimasta fedele a Glen. Poi, per una debolezza, era diventata una di loro.
Appoggia il capo al muro, reclinandolo verso l’altro, il sorriso amaro che non accenna ad andarsene. Fa un lungo sospiro, chiudendo gli occhi e lasciando che poche parole spezzassero quel silenzio opprimente:
- Stupido Amore.-
E, spalle alla porta, Jack sorrideva.
 
 


 

Tana della tigre:
 
E... Boh, il fandom ha bisogno di più JackxLottie. Non credo ci sia molto da spiegare, poi nel caso aveste qualche dubbio io sono qua! :) So già che non otterrà molte recensioni in quanto la coppia non è molto popolare, ma vi chiedo lo stesso di lasciare un commentino per sapere se devo migliorare qualcosa! Baci;

- Taiga