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Autore: Holenuvolenegliocchi    03/07/2014    2 recensioni
BOOM!!
Quello fu il rumore che fece casa sua quel maledetto giorno di primavera.
Morto.
Tutti sentirono la sua assenza.
Anche lei.
"Ragazzo pazzo" lo chiamava così.
Tutti continuarono a stare male per lui per un anno intero.
Fino a quel momento.
BUIO.
Una cicatrice, una maledetta cicatrice dietro la nuca.
Tutto cambiò.
Ma un momento: le cose cambiarono davvero, o cominciarono soltanto di nuovo?
*Il nome di lui è lo stesso del personaggio che il prestavolto interpreta nella serie televisiva NCIS LA*
Genere: Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"Hey Kensi"
Una voce la distolse da quei pensieri.
"Sei tu Bob?"
"Si, ti stavo cercando"
L'espressione della ragazza era ancora più vuota di prima, e non era solo perché non vedeva..
"Hey, va tutto bene?"
"Io.." Scrollò le spalle "si, è tutto a posto" sorrise.
"Mi stavi facendo preoccupare. Dai, è tardi, e sei stanca, meglio se vai a dormire, domani la sveglia suona presto. Forza, ti accompagno in stanza"
Così dicendo il ragazzo dalla pelle scura afferrò i manici della sedia a rotelle e condusse Kensi in camera sua, la fece sedere sul letto e le chiese se aveva bisogno di aiuto per infilare il pigiama, ma dopo aver ricevuto un secco "No" pose il pigiama accanto a lei e, lasciandole un leggero bacio sulla fronte e dandole la buona notte, si dileguò.
Kensi fece scivolare il morbido e asciutto tessuto del pigiama sul suo corpo e solo in quel momento si rese conto di quanto i suoi vestiti fossero fradici. Si distese sul letto a pancia all'aria con le palpebre chiuse, ma sveglia. Pensava. Pensava a quello che aveva sentito fuori da quella stanza. Alle parole di Deeks "Kensi deve restare al sicuro". Cercava di capire cosa c'entrasse lei con questa storia e con tutta questa segretezza. Ci provò per un'oretta, a capire intendo, dopodiché distese le braccia a mo' di croce accanto al suo corpo rassegnata.
In quel momento la porta della stanza si aprì.
"Hey Anderson sei ancora sveglia?"
Continuando a tenere le palpebre abbassate disse "Deeks smamma"
"L'ospitalità è sempre stata il tuo forte" disse ironicamente.
"Cosa vuoi?" L'espressione sul suo volto era insieme confusa e arrabbiata
"Non posso voler sapere come sta una vecchia amica?" Così dicendo si avvicinò al letto fino a sedercisi sopra. Si fermò lì a contemplare la bellezza di quella ragazza, ma non la bellezza della perfezione, ma la bellezza di una ragazza imperfetta, di un volto con graffi e cicatrici, di occhi che ne hanno viste tante e che hanno pianto tanto. Mentre la ammirava le accarezzava dolcemente i lisci capelli castani. Erano morbidi, un po' infangati, ma morbidi.
"Deeks.." Interruppe quel silenzio che si era creato, voleva chiedergli spiegazioni per ciò che aveva sentito
"Cosa c'è?" Chiese lui disponibile.
Moriva dalla voglia di sapere cosa stesse succedendo ma non gli chiese nulla. Giustificò l'averlo chiamato dicendo un semplice "grazie"
Le venne spontaneo. In realtà non sapeva bene di cosa l'avrebbe dovuto ringraziare. Forse del fatto che l'aveva aiutata a scappare dai suoi rapitori, o del fatto che le aveva presentato un dottore per guarire i suoi occhi. Ma non sapeva dove si trovava. E se quel posto fosse stato una specie di prigione? Perché la gente lo chiamava Comandante? Lui aveva fatto il suo nome in una discussione. Cosa c'entrava lei? E se non si trovasse davvero al sicuro? Gli ingranaggi nella sua testa giravano velocemente e vorticosamente, tanto da far rumore.
"Prego... Kensi c'è qualcosa che ti preoccupa?"
"No, nulla, penso"
"E a cosa pensi?"
Già, a cosa pensava? In quel momento pensava a così tante cose che avrebbero potuto rivelarsi pericolose se dette che non riusciva a sceglierne una plausibile.
"Ai miei occhi. Si, insomma, sei sicuro che Bob riuscirà a farmi tornare la vista? Io vedo tutto nero. Non so dove mi trovo, non so se sei cambiato in un anno, se hai cambiato aspetto per sfuggire alla triade. Non so quali colori ci sono in questa stanza, com'era la foresta mentre scappavo, di che colore fosse il cielo. Non so nulla"
Adesso sembrava che anche Martin fosse diventato cieco. I suoi occhi fissavano un punto vuoto.  Le sue mani smisero di accarezzarle i capelli. Lei non poteva vederlo. In effetti era rimasto sempre uguale, aveva solo qualche cicatrice in più. Si, beh, all'inizio della sua fuga aveva provato a tingersi i capelli di nero ma dopo un mesetto era di nuovo biondo. No, non era cambiato molto, anzi, non era cambiato per niente. Però un momento... Forse qualcosa era cambiato.... Qualcosa dentro di lui.
Scrollò le spalle.
"Nah, non ti perdi niente. Qui è tutto dipinto di bianco e varie sfumature di azzurro, celeste, blu, ecc. e io... Beh, io sono sempre uguale a come mi ricordi, all'ultima volta in cui mi hai visto"
"Dah, allora meglio che non ti vedo. Almeno così i miei occhi non rischiano di rimanere disgustati dalla tua bruttezza" cominciò a ridere
"Ah, si? Davvero? Chi sarebbe brutto scusa?" Disse cominciando a farle il solletico sui fianchi, il suo punto debole. Andarono avanti così, con una lotta all'ultima risata alternata a una lotta coi cuscini, per un paio d'ore, poi Kensi sentì il peso della stanchezza premerle addosso e si addormentò. Marty aspettò che dormisse profondamente e facendo attenzione a non svegliarla, silenziosamente se ne andò in camera sua. 
Non chiuse occhio tutta la notte. Pensava e ripensava a lei. Ai suoi occhi. Al dibattito avvenuto nel pomeriggio. Al fatto che doveva tenerla al sicuro. A coprire il tatuaggio-mappa ci avrebbero pensato i medici approfittando dell'operazione agli occhi, ma il cip, quello era rintracciabile. E se anche fosse riuscito a deviare il segnale lei sarebbe stata visibile, tutti i membri dell'organizzazione conoscevano l'aspetto della "custode" e una volta trovata, Sai-Chung Li non si sarebbe fatto scrupoli ad ucciderla all'istante per strappargli quelle informazioni.
Il pensiero di vederla tra le mani del nemico gli trapanava la mente. Doveva darsi da fare per proteggerla. E subito.
***
Il mattino seguente, verso le 7.30 Bob entrò in camera di Kensi seguito da una ragazza, doveva avere poco più di diciotto anni. Insieme la svegliarono e la ragazza, che doveva essere un'infermiera del posto, la accompagnò in bagno per aiutarla a lavarsi e vestirsi, dopodiché la fecero sedere su una sedia a rotelle e la portarono nel reparto "ospedale"
"Allora Kensi, sei pronta per tornare a ved.."
D'un tratto l'area fu immersa da una luce rossa. Una voce da un megafono gridava 
"ALLARME. A TUTTI GLI AGENTI. C'È STATO UNO SCONTRO CON LA SQUADRA F. 8 AGENTI GRAVEMENTE FERITI, QUATTRO MORTI. ALLARME. RICHIESTA RINFORZI. A TUTTI I MEDICI. SONO IN ARRIVO I 4 SUPERSTITI GRAVEMENTE FERITI. OPERAZIONI D'URGENZA." e mentre dall'altoparlante la donna diceva questo in sottofondo si sentiva il fastidioso rumore di una sirena. La giovane ragazza non riusciva ad afferrare cosa stesse succedendo, ma capì che la sua operazione era stata rimandata, c'erano urgenze più gravi e a quanto pare c'era bisogno di tutti i medici e di tutte le sale operatorie. 
"Kensi, mi dispiace, c'è un'emergenza. La tua operazione è rimandata. Tranquilla, appena finisco qui mi dedico a te. Ora vado. Allie, portala a prendere un po' d'aria"
"Certo Bob. Se serve una mano non esitare a chiamarmi"
Il medico ammiccò poi se ne andò di corsa.
Intanto qualcun altro correva nel verso opposto.
"Kensi! Stai bene? Sei intera?"
"Si, Martin, sto bene, ma che succede?"
"Non posso spiegartelo ora. Vieni con me, forza Allie, dammi una mano, seguitemi"
Così le due ragazze insieme a Deeks cominciarono a correre. Svoltarono in un corridoio chiuso. Erano in un vicolo cieco... O forse no. 
In basso alla parete che fronteggiava i tre c'era un pannello per i cavi elettrici. Deeks ci poggiò la mano sopra e il muro scomparve. Rimase solo uno scalino ed un altro corridoio al termine del quale c'era un'ascensore. Era tutto un ologramma. Un effetto per nascondere un'altra parte della struttura in cui evidentemente c'era qualcosa di molto importante. Arrivarono alla fine del corridoio ed entrarono nell'ascensore. Invece di premere un normale pulsante Martin fece scivolare il suo passe-partout  in una fessura e l'ascensore cominciò a scendere. E scendeva giù, giù, giù, ancora più giù. Poi, ad una profondità di circa venti metri sotto il livello del mare si fermò. Le porte si aprirono e i tre si trovarono davanti un lungo tunnel dalle pareti trasparenti attraverso le quali si vedeva il mare
"Comandante ma dove ci troviamo? Non sono mai stata in quest'area della BASE"
"Lo so Allie, è un passaggio segreto aperto solo ai membri del concilio, ora presto dobbiamo correre!!"
Mentre Martin apriva la strada Kensi lo seguiva sulla sua sedia a rotelle, spinta dall'infermiera.
Percorsero per un lungo tratto il tunnel per sbucare poi in un vicolo con una botola. Deeks tirò fuori un vecchio mazzo di chiavi dalla tasca e le esaminò una ad una lasciandole cadere l'una sull'altra provocando un continuo tintinnio. E fece così per un po' fino a trovare una determinata chiave che entrava perfettamente nella fessura sulla botola
TIC. Una mandata. TIC. Due mandate. TIC. Tre mandate. Poi il silenzio.
Dopo pochi secondi Kensi poté sentire un forte rumore seguito poi da quattro scatti.
TAC. TAC. TAC. TAC. Altre quattro mandate.
Un fastidioso cigolio distolse la sua attenzione sul numero e sul rumore delle mandate effettuate per aprire quella che sembrava essere una botola molto vecchia.
Con un veloce scatto il ragazzo dai capelli color dell'oro tirò giù la porta della botola e ne tirò una scala. Con un gesto della mano invitò Allie a salire per prima dopodiché senza neanche chiederle il permesso sollevò la ragazza dalla sedia e se la caricò in spalla. Chiuse il portello con la stessa velocità con cui l'aveva aperto e digitando un numero sul cellulare attivò un sistema di autodistruzione del tunnel.
Il percorso lungo la scala fu faticoso e Deeks occupò più della metà di esso a sorbirsi le lamentele della ragazza sulle sue spalle e ad avvertirla sul fatto che se si fosse dimenata troppo sarebbero entrambi caduti e finiti spiaccicati a terra come resta spiaccicato un uovo.
Dopo circa un'oretta e mezza di arrampicata i tre si trovarono davanti ad un'ulteriore botola, questa protetta da una sola manopola ben oliata che perfino Allie fu capace di girare.
Kensi continuava a dimenarsi e a lamentarsi sulle spalle dell'amico quando quest'ultimo la posò delicatamente a terra.
Terra. Terraferma. I piedi nudi della giovane ragazza toccavano di nuovo il pavimento, il suolo, dopo che ne era stata separata per ore. Convinta di essere finalmente al sicuro lasciò fuoriuscire un sospiro di sollievo. Cominciò a vagare per la stanza senza una meta, inciampando continuamente e rialzandosi altrettante volte. Non le importava di cadere, l'unica cosa che le importava in quel momento era sentire l'odore di quel posto, quell'odore di umido, vecchio, legno e... Carta!! C'era un tavolo con dei fogli in quella stanza, ne era sicura. Cominciò a seguire l'odore fino ad andare a sbattere contro qualcosa. Tastò la superficie dell'oggetto contro cui era finita e vi trovò sparsi vari fogli.
"Deeks, cosa sono tutti questi fogli? Dall'odore si direbbe che sono molto vecchi. Mi sbaglio?"
"Fa vedere un po'.." Disse il ragazzo avvicinandosi "Hai ragione, sono molto vecchi ma.."
Un odore forte e pungente stuzzicava le sue narici, sembrava quasi.. "Inchiostro! Inchiostro fresco! Qualcuno ci ha scritto sopra da poco!"
Allie tirò fuori dalla tasca una striscia d'ovatta e tamponò delicatamente i fogli. Quando la risollevò trovò che alcune parti della striscia erano macchiate di nero.
"Comandante ha ragione! L'ovatta è rimasta macchiata di inchiostro su alcuni tratti"
"Però Anderson, alla fine la tua passione per la scrittura e per i testi antichi non è poi tanto male" disse accompagnato da una leggera risatina
"Si, ma questo vuol dire che non siamo soli..." commentò la castana.
A quelle parole lo sguardo di Deeks si fece più profondo e serio. Tirò fuori pistola e torcia perquisendo da cima a fondo l'abitacolo.
"Libero! Qui non c'è nessuno" le due esalarono un sospiro convinte di essere salve, quando sentirono un forte rumore di passi, passi pesanti, provenire dall'alto. 
Senza pensarci due volte Martin prese entrambe le giovani per un braccio e le trascinò con se dietro una consunta e malandata credenza.
In quel posto nessuno di loro, non solo Kensi, poteva vedere cosa accadeva, potevano solo contare sul proprio udito che fu quasi distrutto dal forte e stridulo cigolio di una porta. 
"Non si preoccupi signore, qui non la cercherà nessuno"
"Lo spero per voi, altrimenti sa a quale fine vanno incontro i traditori"
"Certo. Ha tutta la mia fiducia signore. Devo ammettere che è un posto un po' inusuale, non mi sarei aspettato una vostra visita qui"
"In effetti si, è inusuale, ma è proprio per questo che l'ho scelto. E comunque non disturberò a lungo, domattina sarò in partenza, voi assicuratemi solo che non ci siano sorprese per questa notte, intesi?"
"Intesi, ora se permettete torno ai miei doveri, benvenuto ad Alcatraz signor Blunt"
  
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