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Autore: Mak_Virgy    03/07/2014    1 recensioni
Il secondo bacio di Rin Matsuoka era stato meglio del primo. Più ci pensava, più capiva che tutto era esattamente come doveva essere. Il suo secondo bacio lo ricevette a diciassette anni da un ragazzo che conosceva da tutta la vita.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rin Matsuoka, Sosuke Yamazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il secondo bacio di Rin Matsuoka era stato meglio del primo. Più ci rifletteva e cercava di capire cosa avesse fatto la differenza, più gli sembrava che qualcosa gli sfuggisse. 

Il primo bacio lo aveva dato a una compagna di classe scelta più o meno a caso. Aveva quasi diciassette anni e non era mai stato baciato. Era curioso di scoprire cosa si provasse, che sensazione davano le labbra di una persona sulle sue. Sarebbe stato un tocco lieve come quello dell’acqua non appena vi scivolava dentro in piscina? O un tocco deciso come quando nuotava al massimo delle sue forze e l’acqua gli schiaffeggiava il volto, lasciandogli le labbra arrossate e gonfie? 

Il suo primo bacio era stato lieve ed era stata una scoperta. Dolce e lento. La ragazza aveva lasciato a lui il compito di prendere l’iniziativa. Aveva trovato il modo di restare sola con lui in una classe vuota al tramonto, dopo che le attività dei club erano terminate. Attorcigliandosi una ciocca di capelli attorno a un dito, gli aveva comunicato di non avere problemi a essere baciata da lui in quel momento.

Rin voleva sapere e non voleva rifiutare, sebbene in cuor suo sapesse che qualcosa non andava; non era come doveva essere. Nonostante la fastidiosa sensazione non volesse abbandonarlo, prese la ragazza per i fianchi e le si avvicinò. Era più bassa e lui dovette chinarsi per assaggiare il suo sapore. Lei non oppose resistenza, e aprì le labbra quando Rin iniziò a succhiarle piano il labbro inferiore. 

Non c’era più distanza tra i loro corpi quando Rin trovò la sua lingua. Strinse la ragazza a sé e iniziò ad accarezzarle i fianchi mentre una blanda eccitazione minacciava di impadronirsi di lui… 

 

Il rumore secco di una porta che si apriva lo risvegliò dal sogno. Aprì gli occhi per incrociare lo sguardo azzurro e infuocato di Sou. D’istinto Rin allontanò la ragazza, incurante del mugolio di protesta emesso da lei. 

Sousuke Yamazaki era sulla soglia, alto e possente come sempre, apparentemente inamovibile e con un sopracciglio sollevato a esprimere appena un accenno di… stupore? Rabbia? Rin non ne era sicuro. Sapeva solo che nel momento in cui Sousuke era comparso nel suo campo visivo una nuova sensazione si era risvegliata in lui, era caldo e il sangue pompava nelle vene a velocità supersonica. Sentiva il bisogno di correre, nuotare a stile libero, tirare un pugno a qualcuno… 

Rin continuava ad ansimare mentre il cuore non accennava a diminuire i battiti. Sentì il viso arrossarsi e cercò di calmare il respiro mentre lingua e labbra si preparavano a comporre il nome di Sou…

Sousuke intanto continuava a scrutarlo con i suoi occhi di ghiaccio. Non rivolse lo sguardo alla ragazza nemmeno una volta. Sembrava che la vista di Rin, ansante e paonazzo, fosse sufficiente a fargli intuire la situazione.

«Non era mia intenzione… disturbarvi. Vi prego di scusarmi» disse semplicemente, chiudendosi la porta alle spalle con una violenza in qualche modo repressa. 

«Sousu…» le parole morirono in gola a Rin. 

Si scusò sottovoce con la ragazza e uscì dall’aula per cercare Sousuke, per parlargli, per… 

Già, per cosa? 

Senza pensarci lo seguì fuori dall’aula, ma Sou si era già dileguato. Si affacciò alla finestra e lo notò nel cortile. Sembrava si stesse dirigendo verso la piscina. La giacca della tuta aperta ondeggiava alle sue spalle. Rin corse. Corse dal primo piano fino alla piscina del Samezuka. 

 

«Sousuke!» Rin irruppe nella piscina come una furia. Era sudato e ansante, i capelli spettinati dal vento. 

Sou doveva essere appena uscito dalla doccia pre vasca. Era di fronte a lui con il costume addosso, l’acqua gli scivolava ancora dalle spalle sui muscoli del torace. «Cosa?» gli chiese il ragazzo piuttosto bruscamente. 

Rin inghiottì a vuoto. Ora che si trovava Sou di fronte la sua lingua sembrava aver perso il collegamento con il cervello. Si sentiva tremare, e non per il freddo. Cercò lo sguardo di Sou e vide gli occhi del ragazzo fissi su di lui, implacabili. 

Mentre osservava il suo… amico? una nuova consapevolezza si impadronì di lui. Avrebbe voluto che Sou lo baciasse in quel momento. Continuò a fissarlo mentre Sou gli si avvicinò lentamente, un passo alla volta.

«Cosa vuoi, Rin?» gli chiese, con furia a stento trattenuta.

«È stato un errore» disse in fretta Rin. «Non sarebbe dovuto succedere».

«Non so di cosa tu stia parlando» rispose Sousuke senza curarsi di nascondere una traccia di amarezza nella voce.

«Non prendiamoci in giro» disse Rin, abbassando lo sguardo. «Lo sai di cosa sto parlando: io e te».

Rin sentì Sou inspirare bruscamente e afferrarlo per la gola, spingendolo contro la parete della piscina. 

«Rin, guardami» gli disse. Rin obbedì.

Alzò il viso e vide Sou di fronte a lui, che in qualche modo gli sembrava più alto del solito. Era ancora bagnato e dal suo corpo irradiava un’umidità intensa che sembrava avvolgerlo. La sua mano sulla gola era fredda e salda, ma non stringeva con forza eccessiva. Sembrava che le dita di Sou dovessero trattenersi dall’accarezzargli il pomo d’adamo e scendere fino all’incavo del collo. 

Gli occhi di Sou erano azzurri come l’acqua. Rin avrebbe voluto nuotarci dentro. Non chiedeva altro. All’improvviso si sentì messo a nudo e si accorse di due cose. 

La prima, che mentre correva dalla scuola alla piscina doveva essersi spogliato senza accorgersene, restando in costume e giacca aperta della tuta. La seconda, che il costume non era sufficiente a nascondere l’eccitazione del suo corpo. Quest’ultima cosa non sembrava essere sfuggita a Sou, che guardò in basso verso i suoi fianchi e non riuscì a trattenere il sorrisino stronzo che eccitava sempre Rin.

«Rispondimi. Cosa proviamo l’uno per l’altro?» gli chiese Sou, calmo. Sembrava che conoscesse già la risposta alla sua domanda ma volesse sentirla da Rin, come se avesse bisogno di sentirglielo ammettere a voce alta.

Rin deglutì, poi rispose. «Ci amiamo».

Sou rimase impassibile. Non gli rispose. Restò immobile per qualche secondo. Poi gli passò dietro la nuca la mano con cui gli aveva afferrato il collo e gli poggiò l’altra mano su un fianco.

Rin si aspettava che Sou lo baciasse, ma l’altro ragazzo si limitò a tenerlo stretto, premendogli il viso sul suo petto. Poi Sou gli sussurrò all’orecchio: «Non sai quanto ho aspettato… Non sapere se era vero o se era tutto nella mia testa, è stata la cosa peggiore. Ma ora sono contento. Contento di non essere il solo…»

«Non hai immaginato tutto, Sousuke» rispose Rin, scosso ormai da singhiozzi. Quando Sou si accorse che Rin stava piangendo lo strinse ancora più forte e gli depose un bacio sulla fronte. Poi le sue labbra scesero più in basso a sfiorargli il collo con una carezza sensuale. 

Rin si lasciò andare godendosi la sensazione. Si aggrappò al corpo forte e solido di Sou come se fosse l’unica ancora dell’universo. Non oppose resistenza quando Sou gli sfilò con malagrazia la giacca aperta della tuta dalle spalle, lasciandolo con indosso il solo costume. 

Ora erano entrambi a petto nudo, l’uno dinanzi all’altro. Rin non resistette, gli si avvicinò e gli leccò un capezzolo. Sou era più alto di lui, quindi si trovavano proprio di fronte alle sue labbra. Sou lo lasciò fare, si limitò a tenerlo tra le braccia. Poi, quando Rin si staccò per prendere fiato, lo spinse di nuovo contro il muro e gli prese il viso con una mano. Gli accarezzò la guancia, poi si avvicinò a lui per baciarlo. 

 

Il secondo bacio di Rin Matsuoka era stato meglio del primo. Più ci pensava, più capiva che tutto era esattamente come doveva essere.

Il suo secondo bacio lo ricevette a diciassette anni da un ragazzo che conosceva da tutta la vita. Aveva dato solo un altro bacio prima di allora, ma quello non contava. Lo seppe nel momento in cui le labbra di Sou incontrarono le sue e le aprirono come l’acqua mentre Rin nuotava con tutte le sue forze, come Sousuke gli aveva aperto l’anima in tutti gli anni in cui erano stati amici. 

Sou era forte e aggressivo come l’acqua di un ciclone e dolce e tenero come una goccia. Riusciva a far impazzire Rin, che perse il controllo e in preda a un’eccitazione mai provata in vita sua morse le labbra di Sou con tutte le sue forze. 

Sou soffocò un grido e d’istinto si ritrasse, sorpreso che Rin, un ragazzo inesperto, fosse così appassionato. Rin gli sorrise con aria colpevole, mettendo in mostra i denti da squalo. Sou gli sorrise di rimando, pensando a come vendicarsi del morso. 

Fu rapido ad agire: afferrò Rin per i fianchi e se lo caricò in spalla. 

Un po’ ridendo, un po’ ignorando le proteste di Rin – che gli intimava di metterlo giù – Sou si tuffò in piscina. L’acqua li avvolse nel suo abbraccio freddo, mozzando il respiro a entrambi. 

Sou non smise di tenere stretto Rin neppure per un istante. Erano in acqua, erano nel loro elemento, erano insieme. Nessuno li avrebbe più divisi.

Cercò lo sguardo di Rin e video che il ragazzo gli sorrideva di nuovo. Rin sentì che le braccia di Sou lo avvolgevano. Si lasciò andare nell’abbraccio subacqueo: lì nell’acqua, con Sou, si sentiva finalmente a casa.

   
 
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