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Autore: xxloveSheeran    03/07/2014    0 recensioni
Era forse uno psicopatico? Può essere, sono una calamita per questi soggetti.Ma dopo tutto, sono una psicopatica anche io.
L'unica cosa che so ora è che lo odio, ma mi manca da morire.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Psychopaths.






"Ti farei soffrire." mi disse. Mi aveva avvisata, ma io non l'ho ascoltato. Nella mia testa tutto sarebbe andato alla grande, tutto rose e fiori, baci e coccole. Ma ovviamente così non è andata.
Ero innamorata? Non lo saprò mai. Certo era che avevo una vera e propria ossessione per quel ragazzo. Non m'importava il suo comportamento. Lui era così e io lo accettavo, senza tanti problemi. Solo che poi i problemi sono venuti a galla tutti assieme.
Grida, incazzature, pentimenti, sensi di colpa, affetto, coccole, incoerenza, comprensione. Tutti elementi contrastanti, tutti elementi presenti nel nostro rapporto.
Fu un rapporto davvero impegnativo, uno di quelli che ti mangiano corpo e anima, uno di quelli che sono tanto belli quanto distruttivi.
Lui era stupido, indiscutibilmente stupido e incoerente; ma era anche affettuoso, anche se lo era solo le prime due ore che eravamo insieme -e di questo comportamento si giustificava sempre con: "All'inizio provo tante cose, poi non provo più niente"-.
Cercai di giustificare i suoi comportamenti in ogni modo possibile: blocco emotivo, insicurezza, perso e confuso, apatia... ma nemmeno una di queste giustificazione spiegava davvero il suo atteggiamento. Forse è questo che mi ha fottuta: non averlo capito appieno. Sono fatta così: se non capisco qualcuno, mi torturo fin quando non ci riesco. Mi chiedo continuamente il motivo di determinati comportamenti da parte di una persona e fin quando non li so, non mi dò pace.
Le nostre uscite erano sempre bellissime, passavamo il tempo a ridere e baciarci, non riuscivamo a resistere. Per quanto provammo, una volta, ad uscire come amici, non riuscimmo a non stare vicini e non avere un contatto fisico. Nel mio stomaco si faceva festa, nel suo, a questo punto, non lo so.
Diceva che ci teneva a me, tutt'ora me lo fa capire, ma poco posso farci. Si è voluto allontanare lui e tutto quel che mi resta è un labbro livido e sanguinante.



La prima volta che uscimmo fu fantastico. Praticamente non ci conoscevamo, o almeno lui non conosceva per nulla me.
Io l'avevo visto molte volte fuori scuola, lo conoscevo di nome, lui no. Lui non mi aveva mai notata.
Iniziammo a parlare su Tumblr, sì, Tumblr. In realtà abbiamo inziato a parlare in un modo davvero buffo: ci facevamo domande in anonimo e quando saltò fuori che eravamo della stessa città, iniziammo a parlare. Un paio di settimane dopo, un bellissima domenica di gennaio, ci ritrovammo seduti sugli scogli a goderci il mare. Ricordo che fece un ritardo di dieci-quindici minuti quella mattina, pensai che non venisse, che mi avesse piantata in asso e mentre decidevo se andarmene o no, arrivò.
Eravamo entrambi imbarazzatissimi, ma felici. Risi moltissimo e una volta seduti mi guardò e mi disse: "Senti, tu mi piaci." e mi baciò. Fu un bacio lungo, eravamo come incollati, avevamo bisogno entrambi delle labbra dell'altro. Una mattinata davvero bellissima, trascorsa senza problemi. Tornati a casa mi chiese impazientemente quando ci saremmo potuti vedere una seconda volta e il mercoledì della stessa settimana, ci vedemmo di nuovo.
Lì iniziarono i problemi.
Ricordo sopratutto che disse: "Oh Dio, non ricordavo nemmeno che viso avessi". Ci rimasi di merda. Davvero.
Andammo in spiaggia, parlammo, ci divertimmo e poi disse quello che mai avrebbe dovuto dire: "E se facessimo tutto di nascosto? Non lo diciamo a nessuno". Mi ricordo solo che mi incazzai, mi incazzai come una bestia e inizia a scagliargli addosso mille domande sul motivo di questa sua richiesta. Alla fine mi chiese scusa -come faceva sempre- e ci salutammo.
Uscimmo per un altro paio di settimane, iniziammo poi a discutere su Facebook, e io lo liquidai con un semplicissimo "Vaffanculo." dopo che mi disse che non provava nulla.

Quando litigammo era la settimana prima del mio compleanno. Si fidanzò e ricordo perfettamente che non mi fece gli auguri. Dopo un mese, durante il quale non ci sentimmo, si lasciò e mi ricontattò e io -come una cretina, tutta presa da questo idiota- ovviamente ci parlai.
Chiarimmo varie cose e mi chiese di uscire perché gli mancavo. Ci uscii.
All'inzio, chiaramente, lo trattai malissimo, lo tempestai di domande e lo insultai ripetutamente. Poi mi disse che voleva stare insieme a me ed io accettai. Tre giorni dopo, dopo due uscite, mi lasciò. "Mi piace un'altra". Questa fu la sua giustificazione.
Tentai di capire chi fosse sul momento, ma vista la sua ostilità nel rispondermi, mi voltai e me ne andai. Senza mai guardare indietro nonostante la speranza che mi fermasse -cosa che, ovviamente, non è avvenuta-.
Ricordo solo la tristezza, nonostante avessi già la sensazione che non durassimo più di tre giorni, e la soddisfazione per non essermi girata.

Continuammo comunque a parlare su Facebook e dopo un mesetto e uscì con una mia amica, ma non mi diede un grande fastidio. Uscirono due volte, poi lei lo piantò.

Uscimmo nuovamente perché aveva voglia di parlare con me. Io, ovviamente, ci stetti. Uscimmo, parlammo e mi baciò. Sempre le farfalle nello stomaco, sempre emozionata, ma stavolta ero pure incazzata.
Mi diede molto fastidio, e mi chiese se volessi stare con lui, solo le ultime due settimane che ero in quella città, perché poi mi sarei dovuta traferire. Ovviamente, rifiutai. Gli chiesi il motivo del bacio e tutto quello che mi seppe dire fu: "Ah, boh, avevo voglia, ci stavo pensando". Mi incazzai e lo fanculizzai -di nuovo-.

Continuammo a parlare e iniziò una piccola discussione nella quale scoprì che ci teneva molto a me e che in realtà voleva stare con me. Così mi propose -nuovamente- di uscire per chiarire.
Mi invitò a casa sua, diceva di volermi far conoscere la madre, e nonostante la mia iniziale ostilità, mi convinse. Andai a casa sua, conobbi sua madre e ci coccolammo sul letto e mi disse che ci voleva provare ad avere una relazione con me. Uscimmo a mangiare fuori, passai una bellissima serata. Quando gli chiesi di definire il nostro rapporto, se ne uscì con: "Non credo di farcela. Voglio dire, quando non sto con te, non ti penso. Ma non è perché sei tu, mi succede con tutte". Ovviamente, incredula, mi sono incazzata e volevo chiarimenti sui baci che ci eravamo dati fino a poco tempo prima e l'unica, l'unica cosa che mi seppe rispondere fu: "All'inizio provo tante cose, poi, all'improvviso, non provo più niente".
Incazzata, gli feci una scenata in mezzo alla strada. "Meglio se non ci vediamo più". Lo trattai talmente male, gli sputai addosso tutta la verità talmente violentemente che non ebbe nemmeno il coraggio di guardarmi negli occhi. Poi se n'è andò e mi disse: "Buona vita." e io gli risposi con un genuino ed abituale: "Vaffanculo".

Era forse uno psicopatico? Può essere, sono una calamita per questi soggetti.Ma dopo tutto, sono una psicopatica anche io.



L'unica cosa che so ora è che lo odio, ma mi manca da morire.







NdA:

Ok, dopo mesi che non scrivo, eccomi qua.
Lo so, è un monologo, è noioso, ma avevo bisogno di scriverlo, in quanto è il riassunto dei miei ultimi sei mesi di vita.
Spero vi piaccia, comunque.
Un abbraccio.
  
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