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Autore: Kylu    03/07/2014    0 recensioni
“Ci sono” esclama in quel momento Potter l’Idiota.
“Se non riesci a finire il giro o se ci metti secoli… dovrai baciarmi!”
Improvvisamente scoppio in quello che è un incrocio tra un attacco di tosse e una risata isterica. Alice mi batte affettuosamente sulla schiena mentre tutti gli altri scoppiano a ridere.
“Io COSA? Potter, ti sei completamente rincogli…”
“Paura, Evans?” mi interrompe lui.
Io mi riprendo, mi rimetto in equilibrio sulla scopa, gli lancio un’occhiataccia al cianuro degna della McGrannit.
“Ti piacerebbe…”
“Allora è fatta” sorride lui. “Se riesci a fare un giro del campo in volo puoi schiantarmi. Se non ci riesci, dovrai baciarmi”.
Una stupida scommessa.
Una stupida scommessa e inizia tutto.
Una stupida scommessa tra l'arrogante James Potter e l'orgogliosa Lily Evans.
E tra Mangiamorte pronti all'azione, misteri e paure, ma anche risate, avventure e appuntamenti, il gioco è fatto.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Lunedì salto le lezioni.
Non sono solo sconvolta psicologicamente: nonostante la mia fretta nell’uscire dall’infermeria, infatti,  il mio corpo mi prega di concedergli ancora un po’ di riposo.
Il braccio, guarito in poche ore grazie all’ossofast, si limita a pizzicare leggermente quando lo muovo, ma la testa pulsa ancora dolorosamente, e l’aver passato il resto della nottata di ieri in bianco inzuppando mezza tonnellata di fazzoletti non ha certo aiutato.
I miei pensieri sembrano coagulare oziosamente attorno a quella nuova consapevolezza. Che Severus sia… Non riesco nemmeno a pronunciare quella parola. Non collegandola al mio Sev, per lo meno.
 
L’Oscuro Signore non è molto contento del tuo operato fino ad adesso.
 
Affondo la testa nel cuscino trattenendo l’ennesimo singhiozzo.
Lily, ti sei concessa la tua dose giornaliera di debolezza, finiscila, mi dico scocciata con me stessa.
 
Forse avresti preferito finire tra quei luridi nati babbani e quei schifosi traditori del proprio sangue.
 
Quando sono entrata in punta di piedi in Sala Comune accompagnata da Potter cominciava appena ad albeggiare. Le tende tirate alle finestre del dormitorio non mi permettono di capire che ora sia, ma calcolo che tra poco le lezioni finiranno, e allora le ragazze mi raggiungeranno in dormitorio e mi costringeranno ad alzarmi, collegare il cervello e parlare.
Non so se essergliene grata o se odiarle per questo.
Finisco per riaddormentarmi.
Quando riapro gli occhi, il mal di testa è decisamente diminuito e mi sento finalmente riposata.
Sento Mary e Alice che discutono. Lo fanno spesso, e fa ridere, perché sono capaci di far apparire come litigio un semplice scambio di opinioni, anche quando le loro opinioni coincidono. Però sono gli unici momenti in cui Alice alza il suo tono di voce, e credo che le faccia bene.
“Sinceramente sono preoccupata. Non può essere solo la botta.”
“Madama Chips aveva detto che già ieri sera sarebbe stata come nuova…”
“ Doveva restare in infermeria, per quanto odi quel posto”
“A meno che non c’entri quello là” le interrompe Emmeline. “Non dovevamo lasciare che fosse quel cerebroleso di James ad andarla a prendere.”
Avverto un’immediata ondata di ammirazione e affetto sconfinato per Emmeline. Lei è praticamente l’unica ragazza – oltre la sottoscritta, ovviamente – a non adorare Potter l’Idiota come se fosse un’emanazione diretta di Dio protetta dai quattro Fondatori e a capo della squadra speciale Auror, o qualcosa del genere.
Per un attimo mi scordo di Severus e scoppio in quello che è una via di mezzo tra uno sbadiglio e una risata soffocata.
Le ragazze si precipitano subito da me, la preoccupazione negli occhi.
“Lil, tesoro, come stai?” chiede Emmeline, mentre Alice mi sorride e mi stringe una mano tra le sue. Mary mi guarda con un’espressione fintamente esasperata. “Era ora che ti svegliassi, sfigata di un ghiro che non sei altro!”. Poi si butta accanto a me nel letto e mi scompiglia i capelli con una mano.
“Sto bene” rispondo intanto io. “Ero solo K.O. Ora va una meraviglia. Tranquille”.
Sono veloce a mentire quando serve, perfino alle mie migliori amiche. Non che le bugie mi si addicano, ma se è per far stare tranquille loro…
Emmeline parla. Alice parla. Io parlo. Mary tace. Decidiamo di andare a fare un giro nel parco e poi affrontare il tema di pozioni. Parliamo ancora. Mary tace. Mary non sta mai zitta. Perché ora si?
“Emmy, Ali, andate a chiamare anche i ragazzi? Noi vi raggiungiamo giu al solito posto” dice infine, prendendo finalmente parola.
Le altre annuiscono, ci salutano ed escono. Di colpo è silenzio, e davanti agli occhi di Mary il mio finto sorriso può finalmente svanire.
Lei non fa domande. Si gira verso di me e mi abbraccia. Io mi sciolgo di nuovo in lacrime, ma questa volta c’è qualcuno a condividerle con me. Sento che anche Mary sta piangendo, soffre per me e con me ancora prima di sapere cosa è successo. Lei è così: prova le emozioni ancor prima di comprenderle. Fa parte del suo essere estremamente impulsiva.
Mary è la mia migliore amica, capisce sempre di cosa ho bisogno, e sa aspettare.
Dopo un ultimo singhiozzo mi sciolgo dall’abbraccio e la guardo negli occhi.
“Sev… Sev è davvero un Mangiamorte. Io mi sono sempre sbagliata e voi avevate ragione. Voi avevate ragione e io sono così stupida, così stupida…”
“Shh” mi fa Mary,  scostandomi i capelli dalla fronte come farebbe una mamma. “Va tutto bene, Lil, tutto bene. Raccontami tutto, dall’inizio”.
E così passo il quarto d’ora successivo ad aggiornarla sulla scommessa con Potter, il mio malore appena uscita dall’infermeria la sera prima, la Stanza delle Necessità, e Severus, Severus con quel discorso, Severus che stava prendendo la strada sbagliata e io non l’avevo aiutato, e ora mi sentivo così in colpa, così in colpa…
Mary ascolta in silenzio, senza giudicare.
Quando finisco sono esausta.
Lei aspetta che mi sia calmata, poi dice semplicemente: “Lily. Usa il cervello. Non è colpa tua, e in ogni caso le cose possono ancora cambiare. Ci sono persone che fanno le scelte giuste e altre che che fanno quelle sbagliate, ma non si è mai buoni o cattivi di natura. Mocciosus – okay, d’accordo, Severus – beh, lo sai che non lo posso sopportare, ma se era amico tuo un po’ di cuore ce lo deve avere da qualche parte. Puoi ancora salvarlo, c’è sempre qualcosa che si può fare. Sempre”.
Io la fisso. Da quando Mary è diventata così saggia?
Improvvisamente mi accorgo che Mary sta cambiando. Il suo sorriso, seppur aperto e sincero, sembra stanco. Era sempre stata magra, ma ora persino i tratti del viso sembravano fragili, come se bastasse un soffio di vento per dissolverli.
“Okay” dico ostentando tranquillità. “Ora parliamo di te”.
“Sto bene” dice subito Mary, lo sguardo improvvisamente sfuggente.
“E io sono figlia della piovra gigante. Mary, ti prego”
“Lily… Gli altri ci aspettano, muoviti”
“Io non mi muovo finché non mi spieghi che succede! Io ti ho raccontato tutto, ora tocca a te” sentenzio io.
Mary si alza, si passa una mano tra i capelli scompigliati, poi si avvia verso la porta del dormitorio.
“Non ora, Lily”.
 
                                                                       *
“James, hai sentito Emmeline e Alice, ci aspettano, muoviti” mi richiama Remus. Il solito precisino, secchione e pignolo Remus.
Visto da questo punto di vista, uno potrebbe anche chiedersi cosa ci fa tra i Malandrini, bravo ragazzo perso dietro a noi due sbandati.
“Non vorrai far aspettare la Evans” aggiunge.
Io mi limito a sbuffare e passarmi una mano tra i capelli. Lui si acciglia. Anche senza legilimanzia, posso leggere il suo pensiero come se fosse scritto sulla sua fronte.
James che non scatta in piedi, non si innervosisce, non fa nulla di estremamente stupido ed insensato nonostante io abbia nominato Lily?
Lunastorta è l’unico tra noi a chiamare Lily per nome. Cioè, l’unico che lo possa fare senza beccarsi una fattura.
“Ramoso, o muovi il tuo stupido didietro da quella poltrona o giuro che ti faccio arrivare in Sala Grande a calci di ippogrifo” mi dice Sirius con dolcezza.
“Ehi, sono pur sempre James Potter. Il mio fondoschiena è comunque un meraviglioso fondoschiena” osservo io in automatico. Poi sbuffo ancora, buttando la testa indietro.
“Trentaquattro” dice Remus.
“Non ti chiedo cosa, tanto me lo dirai comunque.”
“E’ la trentaquattresima volta che sbuffi. Ti stai trasformando nell’Hogwarts Express.”
“Oppure sta pensando ad una rossa di nostra conoscenza” ride Felpato.
“Dov’è Minus?” chiedo io, un po’ per zittire quei due idioti che si suppongono essere i miei migliori amici, un po’ per vera curiosità.
Remus si acciglia leggermente, il che gli conferisce un’aria da vecchio professore annoiato. Rüf da vivo dev’essere stato più o meno così.
“Non lo vedo da pranzo, in effetti”.
“Sarà a racimolare una “S” da qualche insegnante” commenta Sirius.
“Bene, vado a cercarlo” dico io, alzandomi.
Sono di un umore talmente insolito che gli altri due si zittiscono e si scambiano un’occhiata significativa.
“Ramoso, cosa…”
“Niente” taglio corto io. “Andate voi dalle ragazze e dite che vi raggiungo dopo aver trovato Minus. A dopo”
Sirius mi guarda storto. So che ha capito, ma so anche che non proverà a fermarmi.
Esco dal dormitorio.
Non è da me. Non è per niente da me.
Non credo che i miei amici mi abbiano mai visto prima di oggi rimanere così serio per più di quattro secondi.
Mi avvolgo nel mantello dell’invisibilità e scivolo silenziosamente attraverso la Sala Comune.
In giro per la scuola c’è un Mangiamorte. Anzi, ce ne sono come minimo due. Probabilmente Lily mi odierebbe se sapesse cosa ho intenzione di fare – ma mi odia in ogni caso, no? E comunque lo faccio per lei.
Devo trovare Mocciosus. Trovarlo e scoprire le sue intenzioni da schifoso doppiogiochista.
E poi beh, ho giusto in mente un paio di incantesimi freschi di invenzione che necessitano una cavia...
Perché Mocciosus non è solo un Mangiamorte: è una sottospecie di vermicolo vomitato da un Cornoricco Sciattone (o come si chiamano) che ha fatto star male Lily.
Sono già fuori dalla Sala Comune quando compare Sirius.
“Ramoso, togliti quel mantello, so perfettamente che ci sei. Pensavi davvero di andare a caccia di Mangiamorte da solo?”
  
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