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Autore: Checie    25/08/2008    0 recensioni
Elettra è annoiata dalla vita, Livio ha una ragazza con cui non riesce a vivere. La ama troppo, o troppo poco, chi lo sa. Elettra entra nella vita di Livio in sordina, ma è come un piccolo miracolo, anche se lui non lo sa. Livio accetterà di amare, o lascerà andare Elettra, così come lascia andare tutto il resto???
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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occhiblu7 Ogni tanto Elettra si prende dei momenti per sé. Piccole pause in cui lascia correre i suoi pensieri, alla ricerca di chissà quale verità, li seziona e li sventra con la perfezione scientifica che le si addice. Sono passati mesi dall’ultima volta che ha davvero visto Livio, che ha parlato con lui. Naturalmente continua ad essere informata su quello che fa, sulla piega squallida che sta dando ai suoi sentimenti, sulla sua impossibilità di costruire rapporti seri e reali. In un certo senso crede di essersi salvata, salvata dalla menzogna, salvata dalla sua stessa chiusura. Quello che sa è che da quando Livio non c’è più lei è di nuovo se stessa. In pace, con un sorriso dolce, ogni tanto riesce persino ad abbandonarsi, anche se non è proprio sicura di avere voglia di innamorarsi, a breve. Ha combinato qualche piccolo pasticcio nella sua routine quotidiana, non si è scontrata ancora con nulla della portata di Livio. Ogni tanto si concede lo sfizio di pensare che la sua condizione migliore sia la solitudine, ma poi capisce che non è quello che fa per lei, anche se al momento è l’unico stato in cui riesce ad essere felice. È tentata di cercare Livio, di dirgli cosa le passa davvero per la testa, di spogliare la sua anima davanti ai suoi occhi verdi, però sa che il ragazzo che si troverebbe di fronte non sarebbe la sua idea di Livio, ma il vero Livio, quello che l’ha rifiutata, dimenticata e, in un senso molto lato e sottile, insultata. Sa di non aver nulla da perdere di fronte a lui, sa perfettamente di essersi rafforzata e di essere in evidente vantaggio – chissà quale – rispetto a lui, ma qualcosa la frena. Sente che sarebbe inutile. Ha ragione.

Andrea sta guardando la televisione, accesa su una rete pubblica, che trasmette uno scadente varietà del sabato sera. Si stiracchia, sbadiglia, si alza. Va in cucina e si versa un bicchiere di latte, ci mette dentro i cereali di sua sorella e rimesta nel latte con un cucchiaino da te. Senso orario, antiorario, di nuovo orario. Elettra non è l’unica metodica della famiglia. Apre la porta della terrazza ed esce, indugiando un attimo sulla soglia. Il cielo è di un blu intensissimo, stelle purtroppo pochissime, cancellate dall’illuminazione elettrica. Ricorda una sera, al mare, in cui Venere era grande come una capocchia di spillo e brillava in maniera sorprendente. Ora nemmeno si vede. Ne sa qualcosa di luci oscurate dall’ingegno umano. Il riassunto di una vita passata nell’ombra di innumerevoli persone, dei suoi amici, dell’unica ragazza che abbia mai amato, della sua famiglia. Andrea è un ragazzo brillante, ma è atipico. Diverso. Diverso in un senso talmente bello che spesso spaventa. Sospira. Non gli importa la popolarità, il consenso di tutti, l’amore universale. Si accontenta di poco. Un ragazzo sentimentale deve abituarsi ad abbassare le pretese. Si appoggia stancamente alla ringhiera. Non è mai stato un granché come maschio: poco calcio, lotta zero, tante parole e grandi emozioni che affioravano di continuo, impetuose ed impietose. Quel poco che sa di sua sorella l’ha sempre indotto a pensare che lei, con il suo freddo raziocino,sarebbe stata un ragazzo molto migliore di lui, così poco padrone di se stesso. Si stira il collo, muove le gambe avvolte nella tuta grigia, allunga tutti quei muscoli che lo rendono atletico senza un reale motivo. Quando si gira vede dietro di sé, appoggiata allo stipite della porta, la figura smilza di Elettra. Lei lo guarda per un attimo, poi gli prende il bicchiere dalla mano e beve un lungo sorso
-Sei triste- esordisce con sicurezza
-Non più del solito-
-Ma abbastanza da rifugiarti sul balcone, bere del latte e dirti che non hai niente-
- È vero che non ho niente- cerca di difendersi blandamente
-Andrea, è da quando ho ricordi di te che hai qualcosa. Sempre-
Il ragazzo si riprende il bicchiere e finisce di bere quel che è rimasto. L’ha sempre stupito il fatto che sua sorella non faccia quasi mai domande, ma si limiti per lo più ad affermare idee e concetti. Lui di domande se ne fa fin troppe, e tutte dannose, terribilmente dolorose.
-Qui dentro l’uomo sei tu-
-Io? Andrea, io non posso esserlo. Io ho il cervello annodato, la mente che vaga e non riesco a prendere davvero delle decisioni…sono tutto tranne che un uomo-
-Sicuramente lo sei più di me-
-Tu sei un uomo. Sei sensibile, dolce e sempre nuvoloso. Ma sei un uomo. Ci sono ragazze manesche ed indelicate, e ci sono ragazzi poetici. Non è necessariamente un problema-
Andrea non replica. Sua sorella non è lui e non lo è mai stata. Come farle capire tutto questo? Non pensa che sia davvero importante. Gli piace il suo formulare sentenze irrevocabili e confortanti, decide di crederci. Che male c’è? Le si avvicina e con dolcezza la abbraccia. La avvolge nelle sue larghe spalle da uomo e versa sui suoi capelli una lacrima da ragazzino. Lui e sua sorella hanno gli stessi occhi profondissimi, lui neri, lei blu, sempre tempestosi ed inquieti. Non sa da dove vengono; il viso di sua madre è inespressivo, quello di suo padre è bonario e gentile. Non ci sono altri strati, doppie letture, possibilità nascoste. Niente di niente. Gli manca per un attimo il respiro ed Elettra si accorge che forse suo fratello sta peggio di quello che vuole dare a vedere. Si gira verso di lui e gli accarezza piano il viso, con le mani sente cose che non aveva mai visto prima: la mascella squadrata e forte, il mento pronunciato ma non eccessivo, il naso diritto e severo, la fronte spaziosa e liscia. Segue con delicatezza i contorni del viso del fratello, gli sfiora le orecchie e sente sotto le sue dita l’accenno della barba che comincia a crescere, delle basette regolate con cura. Quello che tocca è il viso di un uomo, di un uomo fatto, e questo un po’ la sorprende. Ha sempre considerato Andrea dal punto di vista caratteriale, mai da quello fisico, però è anche vero che ha quasi vent’anni e il suo corpo è cambiato nel tempo. Sono lontani quei pomeriggi in cui si rotolavano sul letto e si davano i bacini, mentre la loro madre gli spiegava che i fratelli non si baciano, ma si abbracciano. Lei proprio non lo voleva accettare di non poter baciare Andrea, gli voleva bene più che a chiunque altro e quindi perché non mostrargli il suo affetto? Le viene un po’ da ridere a ripensare a cose accadute tempo prima, ma mentre osserva le labbra piene del fratello il desiderio infantile di dargli un bacio ritorna in lei. Scoppia a ridere. Andrea la squadra, perplesso
-Che hai?-
-Ti ricordi quando ci volevamo baciare e la mamma ci diceva che non dovevamo? Tu l’hai sempre ascoltata, ma a me rimaneva la voglia di trasgredire alla sua regola-
-Tu avevi sei anni, io nove. Era normale-
-Lo so, ma ricordando quei momenti mi era venuta l’ispirazione di baciarti adesso. Non so perché-
Andrea la squadra
-Adesso?-
-Sì, adesso. Ma non so perché mi sia venuta in mente un’idea del genere- ride ancora
Il fratello si sporge verso di lei e le stampa un bacio sulla guancia
-Questo è consentito-
Elettra sospira. È così ligio al dovere, in questo proprio non le assomiglia
-Un giorno o l’altro ti imbroglierò e ti bacerò sul serio, contro il tuo volere- sorride ironicamente –Adesso però torno a letto. Cerca di dormire anche tu, non vale la pena stare male così per se stessi. Aspetta di avere un problema concreto prima di perdere il sonno-
Scompare oltre la porta. Andrea rimane immobile un secondo, immaginando la sorella ancora lì con lui. Gli piace pensare alla simbiosi che hanno l’uno con l’altra, lui l’ha sempre consigliata ed appoggiata, ma ora che è lui il debole lei non ha rinunciato a dargli una mano. Vorrebbe poterla avere al suo fianco per sempre, ma vede la vita di sua sorella molto più grande della sua, lontana da un uomo statico e pensieroso. Si lascia scappare un risolino: si vede già, vecchio scapolo sempre imbronciato, andare a trovare la famiglia di Elettra, piena di figli e nipoti chiassosi. La verità nelle sue mani è solo parziale. Se sapesse come la sorella vede se stessa, se potesse davvero contare tutte le spine che ci sono dentro di lei, forse cambierebbe idea. Se Elettra sapesse tutta la verità su suo fratello avrebbe immediatamente sfogato il suo desiderio di un bacio fraterno, seppure incestuoso. Se ognuno di loro stendesse i suoi segreti su una tovaglia potrebbero banchettare per mesi, anni, e mordere i loro dispiaceri, inghiottendoli una volta per tutte. Quella sera è stato il momento per insinuare il dubbio in ognuno di loro, per far venir loro voglia di andare oltre, di scoprire qualcosa di più. È stata la sera del non detto. Ma si dirà, si dirà tutto quanto, prima o poi. Forse poi. Magari prima. Un giorno. Di sicuro. Tutto.






SPAZIO MIO:
Dunque dunque…che dire? Stavolta ho sorprendentemente (nel senso che il capitolo mi è venuto di getto in una sera in cui non mi aspettavo assolutamente nulla) lasciato un attimo da parte il conflitto interiore di Elettra per approfondire un po’ il personaggio di Andrea, che io ho sempre amato in modo particolare. Devo ammettere che la spinta è parzialmente venuta da un commento di Naruto89 che mi disse che Andrea sarebbe fruttato molto, così ho deciso di farlo sbocciare (e, come il fratello che lui stesso ha citato, l’ho reso anche velatamente incestuoso). Questa è la mia inconsapevole (per i motivi sopra detti) visione di Andrea, di un ragazzo che però non è propriamente tale, “nuvoloso”, come già scritto, attaccato alla sorella in un modo particolarissimo. Questo “punto di vista Andrea” mi è servito inoltre per mostrare come Elettra, vista da occhi altrui, sia un persona completamente diversa, che riesce apparentemente a rivestire il ruolo di “soggetto forte”, se messa a confronto con i problemi del fratello, cosa che spero le dia profondità ed ulteriori sfaccettature.
Ringrazio di cuore tutti coloro che leggono e che recensiscono…lasciate commenti, mi raccomando, anche critiche, mi aiuteranno a migliorarmi!
  
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