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Autore: YuzuChan    04/07/2014    3 recensioni
Quando si dice: Scherzo del destino!
Secondo voi, cosa potrebbe succedere se ai nostri protagonisti, Castiel e Nathaniel, risvegliandosi al mattino non sono più nel "loro corpo"?
E se questa disavventura li porterà a scoprire l'amore?
Non aggiungo altro, spetta a voi scoprire cosa ho voluto dire con "scambio di corpo"!
Spero di avervi incuriositi a sufficienza tanto da portarvi a leggere ciò che la mia mente contorta ha creato!
NB: La dolcetta non comparirà in questa FF, una volta tanto saranno i nostri ragazzi a soffrire un po!
che dire ancora.. Ah si! Buona lettura!!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Castiel, Nathaniel, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quella era una mattinata iniziata con: mamme già ai fornelli a preparare le colazioni ai loro figli o svolgere le prime faccende domestiche, uomini d’affari sfogarsi su quei poveri clacson delle loro automobili tirate a lucido, artigiani tirar su le serrande dei loro negozi, studenti ammassati alle fermate degli autobus ancora mezzi addormentati o davanti ai bar.
Insomma, nessuno poteva pensare che proprio quella mattinata iniziata con la solita monotonia di sempre, avrebbe portato grandi cambiamenti nella vita di due ragazzi diciottenni.
Erano le 6:30 quando la sveglia di Nathaniel aveva iniziato a suonare; tra un lamento e l’altro, si era alzato per spegnere quell’oggetto assordante e trovare la forza di aprire almeno uno dei due occhi cosi da non andare a sbattere contro qualche mobile mentre andava a farsi una doccia.
Finito di lavarsi, scese le scale per dirigersi in cucina e prepararsi la colazione dove trovò suo padre seduto al tavolo intento a leggere il giornale. Nathaniel si era lasciato la camicia aperta e i capelli erano ancora umidi, particolari che, per una normale famiglia, non davano alcun peso, ma quella di Nathaniel non era una famiglia come le altre.
Suo padre era il presidente e fondatore della grande compagnia d’assicurazioni Dubois e per lui, un uomo autoritario, temuto e rispettato da tutti, l’immagine era tutto e vedere il suo primogenito con un aspetto cosi disordinato, lo infastidiva non poco.
-Ti sembra questo il modo di presentarti? Sei indecente!- tuonò già di prima mattina il signor Dubois, con indosso una giacca nera e cravatta del medesimo colore, posando il giornale sul tavolo.
-Buongiorno anche a te papà- disse non prestandogli molta attenzione abituato com'era ai continui rimproveri, continuando a preparare la sua colazione a base di latte e cereali d’avena.
-Buongiorno paparino- disse Ambra non appena varcò la soglia della cucina.
-Buongiorno a te, tesoro! Dormito bene?-
Nathaniel non poté non ridere a tale scena. In diciotto anni, suo padre non si era mai rivolto a lui con dolcezza o con un sorriso sincero. Pur facendo quello che diceva suo padre per filo e per segno, nel corso degli anni il suo atteggiamento nei suoi confronti non era cambiato. Quando provò a ribellarsi, a rimetterci fu proprio Nathaniel, che venne picchiato brutalmente. Da quel giorno si sottomise a suo padre trasformandosi un una macchina telecomandata da quest’ultimo.
 I tre fecero colazione insieme, la sola a parlare fu Ambra che chiese, come sempre, dei soldi per fare shopping nel pomeriggio con le amiche.
-Ah Nath, ma è oggi quella uscita al museo?-
-Si-
E a proposito di museo, Nathaniel guardò l’orologio che segnava le 7:15, finì in fretta e furia la colazione e si precipitò in camera sua per finire di prepararsi.
 
Nel frattempo, in un’altra abitazione poco lontana da quella di Nathaniel, un ragazzo era ancora tra le braccia di Morfeo, a godersi il tepore della coperta e la morbidezza del cuscino.
Erano le 7:30 quando la luce del sole, che filtrava dalle tende, andò a infastidire Castiel portandolo ad aprire gli occhi, che richiuse subito per la troppa luce, girandosi dall'altra parte del letto.
In quel momento entrò nella stanza Demon, impaziente di ricevere la sua dose di crocchette mattutina, tanto che leccò tutta la mano del suo padrone.
-Ho capito, ho capito rompi palle… mi alzo-
Una volta alzatosi dal letto, si diresse in cucina e diede da mangiare al cane, per poi buttarsi di peso sul divano e accendere la TV.
Non prestava attenzione a ciò che trasmettevano, era solo per non lasciare quella casa in silenzio. I suoi genitori non c’erano fino alle prossima settimana ed era talmente stanco di tutta quella solitudine che, nonostante avesse imparato a cucinare svariati tipi di piatti prelibati, ogni giorno desiderava la cucina di sua madre, sentire il profumo del dopo barba di suo padre e ricevere quei buffetti sulla testa che era di solito fargli la mattina per augurargli una buona giornata di scuola.
Per non pensarci più, si mise a fare zapping con il telecomando, finché non intravide la pubblicità del McDonald’s sui pancake.
-Li voglio!!-
Si alzò di colpo dal divano e si precipitò in cucina alla ricerca degli ingredienti e tutto il necessario per fare i pancake: farina, latte e uova.
In meno di 20 minuti era nuovamente sul divano con un piatto stracolmo di quella colazione americana con la TV sintonizzata su Real Time, che in quel momento stavano trasmettendo “Il boss delle torte”.
Una volta finito di fare colazione, si alzò dal divano per andare a prepararsi, cercando nei meandri del suo armadio la sua t-short preferita e i suoi jeans neri, prese la sua tracolla e via! Verso un altro noioso giorno di scuola.


Le prime ore di scuola sembravano non passare mai, c’era chi giocava con il cellulare, chi finiva di truccarsi, chi copiava i compiti e chi seguiva svogliatamente la lezione prendendo appunti di tanto in tanto, finché non si era fatta l’ora dell’uscita al museo.
-A tutti gli studenti. Siete pregati di radunarvi nel cortile della scuola e di salire sui rispettivi autobus- aveva annunciato la direttrice con l’altoparlante.
Cosi fecero. A Nathaniel gli era stato incaricato di controllare le autorizzazioni degli studenti delle prime classi e di assicurarsi che tutti, fatta eccezione degli assenti, fossero sul mezzo di trasporto.
Per quanto riguarda Castiel, aveva raggiunto Lysandro e quest’ultimo ascoltava in silenzio le lamentele dell’amico.
-Che schifo di liceo! Abbiamo la bellezza di diciotto anni, con la maturità alle porte e questi idioti ancora organizzano queste stupide uscite con i pulmini! Cristo, il museo poi è dietro l’angolo!-
-Vedila come:”meglio queste stupide uscite, che stare ancora sui banchi” no?-disse Lysandro per calmarlo un po’.
-A questo punto preferisco stare a scuola!-
-Non ti costringe nessuno a venire!- disse una voce dietro di loro.
I due ragazzi si voltarono e videro Nathaniel venire nella loro direzione.
-Che vuoi tu? Nessuno ti ha interpellato-
-Di certo non sono interessato alle vostre conversazione. Devo solo assicurarmi che voi tutti saliate sul bus, visto e considerando che sono il delegato scolastico-
-Chi se ne frega chi sei! Vedi da non atteggiarti con quell'aria da damerino che ti ritrovi-
-Meglio l’aria da damerino che quella del delinquente come te!-
-Cosa hai detto, razza di..-
-Adesso basta Castiel!- lo fermò Lysandro per le spalle, prima che potesse partire in quarta e sferrare un pugno a Nathaniel.
-E’ lui che provoca!- disse scrollandosi di dosso l’amico.
Come risposta Lysandro sospirò. Quella scena l’avrà vista almeno un miliardo di volte e, come tutte le volte, se non ci fosse lui a interrompere i loro battibecchi, a quest’ora ci sarebbe una rissa.
-Andiamo su, manchiamo solo noi- disse Lys, prendendolo per un braccio e trascinarlo via dal delegato.
-Ah! Lys che diavolo fai! Lasciami!- gli gridò contro Castiel- Non è finita qui sappilo, stupido di un delegato!-
 
 
-Ora date un’occhiata a questo Signore dall'aria strana- iniziò a spiegare il professor Faraize, impaziente ed eccitato di raccontare chi era il personaggio rappresentato dalla statua - è un antico Dio Azteco, nonché il signore della notte, degli specchi fumosi e… un abile muta!- disse l’ultima frase facendo un balletto decisamente ridicolo con il bacino che fece ridere chi lo stava ascoltando - In breve, un potentissimo stregone con il dono di scrutare il destino!-
Di fronte al professore c’erano le prime per poi seguire con i quinti, tra cui, gli unici a prendere appunti della lezione erano Melody e Nathaniel.
-Te pareva che il perfettivo e secchionentola non si mettevano in mostra?- bisbiglio Castiel, molto lontano dal gruppo, a Lysandro- ma guardali! Dio li fa poi li accoppia!-
-Su questo non ti do torto- rispose ridacchiando.
Le risate dei due ragazzi non passarono inosservate a Faraize che…
-Signor Castiel e Lysandro! Potrei avere un secondo la vostra attenzione?- li richiamò con gran voce facendoli sussultare- Visto che non ci rimane molto tempo, dividetevi in coppie e continuate a fare il giro del museo da soli. Ricordate: Ricerca, analisi e…-
-Descrizione- dissero a coro tutti gli studenti.
-Molto bene. Ah! La coppia Castiel e Lysandro? Non credo proprio! Lysandro vada con la signorina Melody e Castiel con Nathaniel!-
-Che cosa??- urlarono all'uniscono Castiel e Nathaniel, increduli della scelta di coppie del prof - Non voglio stare con lui!-
-Non voglio obiezioni! Cercate di imparare qualcosa e con questo chiudo, ci vediamo all'uscita del museo-
Ancora senza parole, Lysandro diede un buffetto sulla spalla di Castiel e gli disse- Buona fortuna e cerca di mantenere la calma-
Intanto Melody- Mi dispiace che ci abbiano diviso Nath. Se vuoi possiamo provare a parlare con il professore magari..-
-Tranquilla Melody, andrà tutto bene devo solo… ignorarlo-
I due ragazzi prima di avvicinarsi l’uno l’altro, si guardavano con disprezzo e orrore, e rassegnati si avvicinarono ritrovandosi di fronte alla statua del Dio Azteco.
-E’ davvero incredibile che io sia finito con te! Spero di non respirare uno dei tuoi germi da perfettino- lo stuzzicò subito Castiel. Intorno a loro non c’era più nessuno, in quella sala erano rimasto solo loro due.
-E io spero di non prendere la malattia di Dementopoli-
-Ma vai a fatti fottere!-
-Non sai rispondere in maniera normale, senza questi termini volgari?-
-Non hai idea di quanto ti odio!-
-Di invece che vorresti essere come me!-
-Ma per favore! Fare nulla tutto il giorno se non leggere libri su libri e spaccarti la schiena per una persona che non ti considera nemmeno suo figlio? Certo come no!-
-Non fare insinuazioni su cose che non hai la minima idea! Sei sempre stato solo senza avere nessuno ti rimproverasse! Deve esser bello avere la più totale libera no?-
-Non sai quello che dici! Non sai cosa si prova a vivere come vivo io!-
-A no? Sei tu che non sai come è dura la mia vita! Per te conta solo la musica Rock e te stesso. Sei vuoto dentro!-
-Smettila di sparare cazzate! Credi di essere cosi differente con tutti gli altri?-
-Differente DA caso mai!-
-Cosa?-
-Hai detto “differente con tutti gli altri”, l’esatta fraseologia è DA, ignorante!-
-Ah grazie per l’informazione! Ora posso dire che non sei differente DA tutti gli altri bradipi che hanno come amici i libri, senza farti aprire quella bocca per correggermi!-
-Sai dovresti farmi pena ma non è cosi! Ti detesto troppo e preferisco staccarmi le gambe a morsi piuttosto che diventare un essere come te!-
-Stai tranquillo che il sentimento è reciproco!-
-Bene!-
-BENE!- urlò Castiel per chiudere una volta per tutte quell’assurda discussione.
Si guardarono ancora una volta con cattiveria per poi voltarsi e andare ognuno per fatti suoi. Nessuno dei due si accorse che, anche se apparentemente sembrava una semplice statua, era pur sempre un Dio Azteco e che di li a poco, avrebbe avverato il peggiore incubo di Castiel e Nathaniel.
  
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