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Autore: carelesslove    04/07/2014    0 recensioni
Non sporgerti così o ti verrà la vertigine.
Cos’è la vertigine, Myc?
La paura di cadere, fratellino.
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La vera Caduta non era durata solo quei pochi secondi dopo essersi lanciato dal tetto del Bart’s, Sherlock lo sapeva con certezza, ora. Era durata molto di più...
La vera Caduta era iniziata il giorno che aveva conosciuto John.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’angelo caduto in volo

 
Non sporgerti così o ti verrà la vertigine.
Cos’è la vertigine, Myc?
La paura di cadere, fratellino.
 
 
 
La vera Caduta non era durata solo quei pochi secondi dopo essersi lanciato dal tetto del Bart’s, Sherlock lo sapeva con certezza, ora. Era durata molto di più...
 
La vera Caduta era iniziata il giorno che aveva conosciuto John.
 
Tu stai dalla parte degli angeli, Sherlock. Noioso
 
Moriarty aveva ragione a definirlo un angelo, ma per le motivazioni sbagliate.
Lui era una creatura asessuale, come gli antenati del Giardino terrestre, non ancora corrotta dalla brama del piacere - né dall’amore. Una specie di angelo.
 
Il sesso non mi spaventa
 
E tu come lo sai, Sherlock?
 
Questo prima di quel fatidico giorno al Bart’s.
 
Quel giorno, un ordinario e buffo individuo di nome Mike gli aveva presentato il suo destino, sotto le spoglie di un soldato zoppo e terribilmente insignificante, a una prima occhiata, ma allo stesso tempo essenziale.
 
Era stato essenziale nell’avergli impedito di ingoiare quella pillola, uccidendo un uomo per salvarne uno appena conosciuto.
 
Era stato essenziale nel dargli quella genuina adorazione e stima che nessuno prima gli aveva mai dimostrato.
 
Meraviglioso, come ha fatto?
 
Si era trasferito senza batter ciglio in una casa che sembrava un manicomio, un mausoleo della scienza, con provette e microscopi a invadere i ripiani della cucina e orribili resti di cadaveri disseminati in giro.
 
Magari dovremmo buttare via questa robaccia…
 
Questa è la mia roba. Ho già fatto trasferire qui le mie cose
 
Aveva sopportato stoicamente tutte le sue assurde abitudini sociopatiche e commenti al vetriolo, richieste folli di tornare subito a casa solo ed esclusivamente per inviare un sms.
 
E inesorabilmente, senza che se ne accorgesse, per Sherlock era iniziata la Caduta.
 
Moriarty gli aveva sorriso, scavando quella mela, succosa e proibita, e la sibilante voce da serpe si era insinuata fin dentro di lui facendo nascere dubbi e incertezze.
 
Ti brucerò il cuore
 
Ma Sherlock non ce l’aveva un cuore.
Oppure sì? Quante cose erano effettivamente cambiate dall’arrivo di John nella sua arida esistenza fatta di lavoro e solitudine?
 
I sentimenti non sono un vantaggio, Sherlock
 
La creatura asessuale e inviolata, il Verginello, era ancora saldamente insediata nel giardino sacro della pura logica? Oppure stava già scivolando verso l’esilio terrestre?
 
Ti devo una Caduta, Sherlock
 
Il vento dell’est aveva già cominciato a soffiare, foriero di sciagure.
 
Così l’angelo si era trovato a combattere una strenua lotta con quella serpe velenosa e scaltra, una partita a scacchi sul filo del rasoio, ed infine aveva perso la battaglia. Forse non la guerra, ma senz’altro la battaglia. Moriarty aveva vinto.
 
No, Sherlock. Non sei un angelo. Sei come me
 
Jim aveva ragione, non era più una creatura celeste. Non era più un dio. Un intoccabile che neanche la Dominatrice era riuscita a convertire. Non era un uomo di ghiaccio come il fratello. Era un uomo qualunque, con debolezze, passioni e sentimenti.
 
Sentimenti che - come macigni nelle tasche - ora lo trascinavano verso il basso, verso quel marciapiede, verso John.
 
John Watson. L’alfa e l’omega della sua vita. Un brav’uomo, il suo brav’uomo[1]. Un amico. L’unico.
 
Avrebbe voluto spiegare le ali e spiccare il volo verso di lui, planare al suo fianco e circondarlo in un bozzolo protettivo di morbide e candide piume.
 
Volare da John.

Ma non era più un angelo, Sherlock.
 
Non più.
 
E avrebbe dovuto cadere.
 
 
 
Avevi torto, Mycroft.
Riguardo cosa?
La vertigine non è la paura di cadere...
 
 è la voglia di volare[2]
 
[1] Cit. The great game.
 
[2] Ovviamente è di Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti.
 
N.d.a: Vogliate perdonarmi per questa cosa strana. Lo so che è un po’contorta. L’idea mi è venuta ripensando alla puntata della caduta: il riferimento agli angeli, la mela rossa e Jim che per me ha il modo di fare del serpente oltre al fatto che faccia continui riferimenti all’amore di Sherlock per John( già dalla scena della piscina) aprendogli gli occhi sui suoi sentimenti umani ( un po’ come il serpente fa con Eva nell’Eden) . Paragonare Sherl ad Eva è stato facile, dopotutto ‘citando testualmente’ Sherlock è un nome da donna :)
Ovviamente è un po’ forzato il paragone tra angeli e uomini del giardino dell’Eden, in quanto non sono la stessa cosa, ma mi è venuto spontaneo perché gli angeli non hanno sesso e di conseguenza neanche desideri sessuali.
Insomma … ecco il motivo di questo vaneggiamento. Siate clementi col mio povero cervello malato.
Dopo queste divagazioni…se siete arrivati fin qui vi ringrazio per aver letto. Se avete voglia di lanciare pomodori o di commentare …a piacere vostro…
p.s.:Il titolo è ispirato alla canzone di Lucio Battisti.
  
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