Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |      
Autore: I_Cant_be_no_superman    04/07/2014    3 recensioni
Quei momenti in cui ti chiedi se ne vale veramente la pena?
Se l’amore vale davvero tutto quello.
Se vale il dolore, il senso di vuoto quando lui non è al tuo fianco. Se vale la pena passare ore ad aspettarlo, anche sotto la pioggia.
[Scisaac, what else?]
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Isaac Lahey, Scott McCall
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
          Sono tornata...ancora una volta e decisamente prima del previsto.
Un'altra Scisaac, un disastro più che altro ma ok.
Vi lascio leggere. 
Marinella                         



                                      



Avete presente quei momenti in cui ti guardi indietro?
Ti guardi indietro e ti rendi veramente conto di quanta merda tu abbia superato?
Quei momenti in cui, per un attimo, ti senti in grado di affrontare tutto.
Quei momenti in cui ti rendi veramente conto di quanto poco conti tutto quello che si fa nella vita?
Quei momenti in cui ti chiedi se ne vale veramente la pena?
Se l’amore vale davvero tutto quello.
Se vale il dolore, il senso di vuoto quando lui non è al tuo fianco. Se vale la pena passare ore ad aspettarlo, anche sotto la pioggia.
Se l’amore vale cosi tanto da farti fare le cose più stupide.
Quei momenti in cui ti chiedi se tu sarai all’altezza di tutto quello; di tutte le aspettative della gente, perché loro sono lì e ti osservano, pronti a giudicare ogni tuo passo falso, ogni tuo errore.
Di tutte le aspettative che hai tu stesso.
Perché alla fine della gente non importa poi molto, non devi deludere te stesso, devi lottare. Perché tu sei quello forte, quello che è sopravissuto a un dolore dopo l’altro.
Quel momento in cui ti svegli al mattino e senti che manca qualcosa, anche se non sai cosa. E’ più una consapevolezza, che con quella cosa che manca staresti meglio, diventerebbe tutto più sopportabile di com’è in quel momento.
Quei momenti in cui semplicemente fermi tutto.
Dove l’unica cosa che senti davvero è il rumore che hai dentro; un rumore strano, particolare diverso da tutto quello che senti di solito. Vetro che sfrega contro vetro e il rumore di una cascata, tutto insieme e tutto senza ordine.
Ogni persona ha dentro un rumore diverso; il mio era come quello di qualcosa che sfrega contro la corteccia di un albero e poi c’era il rumore del mare.
“Isaac dobbiamo andare!” la voce di Melissa mi riportò alla realtà.
Ero nella stanza di Scott e il rumore del mare era sparito c’era solo il vento tra gli alberi e il rumore delle macchine della strada.
“Si, adesso arrivo” sussurrai alzandomi dal davanzale della finestra e sistemandomi il vestito elegante che indossavo.
Alla fine quel momento era arrivato, il momento di confrontarmi di nuovo con la morte. Ne avevo superate talmente tante, che ormai un funerale in più o uno in meno non sembrava cambiare niente.
Le cose restavano sempre uguali era solo che mi sentivo inadeguato ed era per quello che sarei partito, me ne sarei andato lontano da lì.
Avete presente quei momenti in cui la scelta più difficile è anche la più giusta?
Quando senti che per quanto possa fare male scegliere di andarsene è la cosa migliore?
Quando sai che farà un male atroce ma quel dolore vale la pena?
Uscì lentamente dalla stanza dirigendomi verso le scale, tenevo lo sguardo basso e le spalle curve.
Mi sentivo a pezzi. Forse lo ero sul serio.
Ero cosi immerso nei miei pensieri che non mi resi conto di Scott davanti a me.
Avete presente quando un solo sguardo è in grado di ferirvi più di tutto?
Quando quello che leggete in quello sguardo non è quello a cui siete abituati?
Non è l’amore di poche settimane prima, non è la voglia di baciarti o di coccolarti dopo aver fatto l’amore.
Quando quello sguardo è vuoto, spento e pieno di disprezzo?
Alzai gli occhi e quello sguardo era su di me. Scott mi guarda come se non mi vedesse davvero e faceva male.
Più male dell’ennesima morte nella mia vita. Più male di tutto.
“Muovetevi!”
La voce di Melissa veniva dal soggiorno e io mi sbrigai a spostarmi, scendendo rapidamente le scale e uscendo di casa.
Sentivo gli occhi inumidirsi e il cuore battere il modo irregolare.
Era come tornare indietro.
Tornare al passato.
Una bara.
Le lacrime.
Un altro dolore.
Ora era Allison, prima era stata mia madre, poi mio padre.
Era un nastro inceppato quello della mia vita, si tornava sempre li, con me che piangevo l’ennesima persona a cui tenevo.
 Credevo che fosse cambiato tutto ma mi ero sbagliato; mi ero sbagliato e ora ne stavo pagando le conseguenze.
“Non mi importa di lei Isaac, non dopo tutto quello che è successo tra di noi!”
La voce di Scott era appena un sussurro; poggiò la fronte sulla mia mentre i suoi occhi erano fissi nei miei.
“Io ti amo, Scott” confessai con le lacrime agli occhi.
Il tempo sembro fermarsi mentre gli occhi di Scott si spalancavano e una nuova consapevolezza prendeva spazio nella sua mente.
Eravamo andati a letto insieme per settimane.
Mi ero ripetuto che era solo una cosa momentanea per stare bene e passare momenti piacevoli, ma la verità era che per me non era mai stato solo un passatempo.
Era subito stato amore, fin dalla prima volta che avevo posato le labbra sulle sue, lo avevo capito. Avevo capito ma non avevo fatto nulla.
Chiusi gli occhi aspettando il momento in cui sarebbe scappato da me.
Il momento in cui sarebbe tornato da Allison. Mi sentivo una parentesi nella vita di Scott, un qualcosa di passaggio prima che lui tornasse dal grande amore della sua vita.
“Mi piace come suonano quelle due paroline se sei tu a dirle”
Un sussurro sulle mie labbra mentre lo sentivo stringermi maggiormente al suo corpo.
Mi baciò lentamente, gustandosi il mio sapore e tenendo gli occhi chiusi.
Fu uno di quei baci da brividi.
Dove tutto quello che riesci a sentire del tuo corpo sono le sue labbra a contatto con le tue.
Dove tutto attorno è nero e l’unica luce che hai a disposizione è tra le tue braccia. Perfetto.
Anche se la perfezione non esiste.
Eravamo solo noi. Insieme contro il resto.
Scott e Isaac, adesso erano qualcosa che non esisteva più.
Dopo la morte di Allison era cambiato tutto.
Tirai su col naso avviandomi a piedi verso il cimitero dove si sarebbe svolta la funzione. Sarei sicuramente arrivato in ritardo ma non mi importava.
Chris avrebbe capito, gli altri avrebbero fatto lo stesso.
Camminavo piano, senza veramente sapere dove stessi andando sul serio.
“Lei è morta Isaac! Pensi che mi importi di altro. Era l’amore della mia vita!”
Parole delle con rabbia appena essere tornati a casa dopo quello che era successo.
I suoi occhi erano pieni di lacrime e dopo le sue parole lo furono anche i miei.
Non lo lasciai neanche continuare, mi avrebbe distrutto; più di quanto avesse già fatto.
 Avvertì alcune gocce d’acqua finirmi sul viso e sospirai.
Avete presente qui momenti in cui ti rendi conto che è giusto cosi?
Che è giusto lasciarsi tutto alle spalle, continuare a vivere? Che è giusto cambiare?
Per essere migliori, per tornare a essere nuovamente se stessi?
 
 
                                                       **********
 
 
 
Avete presente quei momenti in cui la scelta più difficile è anche la più giusta?
Quando senti che per quanto possa fare male scegliere di andarsene è la cosa migliore? Quando sai che farà un male atroce, ma quel dolore vale la pena?
Avevo sempre sottovalutato la Francia, ma ora ne capivo perfettamente il fascino.
“Isaac svegliati!”
Le urla di Chris mi raggiunsero, ovattate, attraverso le pareti, mentre un sorriso mi increspava appena le labbra.
Erano passati sei mesi.
Sei mesi da quando lei se ne era andata.
Sei mesi da quando avevo perso tutto ed ero andato via anche io.
Erano sei mesi e pure riuscivano a sembrarmi molto più tempo.
L’amore non si dimentica, ne ero consapevole. E io non avevo dimenticato Scott, avevo semplicemente imparato a fare a meno di lui. Per quanto facesse male, bastava non pensarci, ignorare quel senso di vuoto infondo allo stomaco.
Mi tirai a sedere al centro del letto stiracchiandomi.
Chris aveva in programma una nuova sessione di allenamento e anche se quel giorno non ne avevo voglia, mi sarei allenato ugualmente.
In quei sei mesi avevo imparato un sacco e mi sentivo a pronto a vivere la mia vita senza contare su nessuno che non fossi io stesso. Suonava brutto dirlo in quel modo ma era l’unico modo in cui ero abituato a vivere.
Le persone ti fanno male, troppo male e affidarsi completamente ad un altro essere umano è un rischio troppo grande da correre.
Mi alzai camminando verso il bagno per fare una doccia rigenerante.
Mi affaccia un attimo dall’enorme vetrata della mia stanza vendendo le campagne francesi arrivare all’orizzonte. Sorrisi prima di iniziare a spogliarmi velocemente e entrare nel box doccia.
Avete presente quando sai di essere esattamente dove dovresti essere?
Quando nonostante il dolore stai bene?
Io mi sentivo cosi, non sapevo se le cose sarebbero andate bene ma continuavo a sperare che sarebbe andata cosi. Erano stati mesi difficili.
Tanto difficili che a volte avevo creduto di crollare ma bastava pensare a lui.
Mi bastava pensare a Scott per stare meglio. Era un contro senso, tutto di me lo era.
Non volevo pensarci ma ogni volta che ero in difficoltà lui era il mio primo pensiero. Lo sarebbe sempre stato.
“Ti innamorerai di nuovo Isaac, succede sempre!”
“Immagino ogni giorno come sarebbe la mia vita senza di lui, con accanto qualcun altro magari…” dissi guardando Stiles negli occhi.
“Cosa vedi sentiamo?” domandò mettendosi seduto comodo sul suo letto.
Ero passato a salutarlo prima di partire, glielo dovevo.
“Non vedo niente, sono sempre da solo!”
Lo dissi alzando le spalle e sorridendogli tristemente.
Era la verità.
Dopo la doccia scesi in cucina trovandomi davanti un Chris intento a leggere il giornale.
“Buongiorno” lo salutai prima di dirigermi verso il frigo.
“Ciao Isaac, oggi allenamento sospeso, ho alcune cosi di cui occuparmi, credo tu conosca questo posto abbastanza da non perderti.”
Lo disse ridendo. Diciamo che non avevo un senso dell’orientamento molto buono.
Sorrisi a mia volta prima di prendere del latte dal frigo e versarlo in una tazza. Da quando vivevo lì con Chris mi sembrava di avere di nuovo un padre, era una bella sensazione ma poi arrivava la sera e sentivo le sue grida causate dagli incubi.
Era rivivere un costante dolore, si superava con la luce del giorno, ma tornava la sera. Succedeva ogni volta, anche alle persone più forti; succede e basta.
Ci misi un po’ a fare colazione, erano rare le volte in cui me lo concedevo e ci misi ancora più tempo a riordinare tutto.
La giornata era perfetta per una bella passeggiata, ma non mi andava per niente.
Avrei preso uno dei vecchi libri da lettura di Allison e sarei andato a cercarmi un posto fresco in giardino cosi da passare il tempo.
Lo squillo del telefono interruppe tutti i miei pensieri mentre mi chiedevo chi potesse essere.
Chris era stato chiaro. Nessuno sapeva dove eravamo, nessuno aveva quel numero. Mi avvicinai al telefono alzando la cornetta e rispondendo.
 “Pronto?” appena un sussurro mentre sentivo tutti i sensi tendersi al massimo, come se mi aspettassi chissà cosa.
“Isaac!” Quella voce, la sua voce.
Si dice che la prima cosa che si dimentica di una persona quando non la si vede per molto tempo sia la voce. Il nostro cervello registra i dettagli del viso ma non riesce a tenere in sé la voce di qualcuno.
Erano passati sei mesi e io la voce di Scott non l’avevo affatto dimenticata.
Sentirla ancora fu come portarmi indietro. Le parole che tanto mi avevano ferito avevano di nuovo la sua voce.
Tutto quello che avevo cercato di dimenticare stava tornando e urlava sempre più forte di scappare prima che fosse troppo tardi.
“Non attaccare per favore. Sono un idiota e ci ho messo mesi a capirlo. Mi manchi Isaac, mi manca tutto!”
Parole sussurrate ma dette con una forza che non credevo avesse.
Attaccai il telefono, non riuscivo a sopportarlo. Mi aveva mandato via.
Lo aveva fatto anche senza volerlo ma mi aveva allontanato.
Usci in giardino cercando di calmarmi, di non pensare. Di nuovo il telefono che squilla.
Poche volte. Poi il mio telefono. Rispondo di scatto.
“Hai presente quando mi hai lasciato andare Scott? Quando hai di nuovo preferito lei ha me? Hai presente come mi sono sentito? Tutte le lacrime, tutto il dolore? Hai presente l’abbandono Scott? Quando senti di aver finalmente trovato il tuo posto? Quando credi di aver trovato la persona giusta? Io mi sentivo cosi con te”
Buttai fuori quelle parole tutto d’un fiato mentre sentivo alcune lacrime scendere.
Quando ero andato via mi ero ripromesso di non tornare. Mi ero ripromesso di stare bene, di andare avanti.
E volevo farlo.
Io dovevo permettere a me stesso di stare bene.
Mi aspettavo di sentire la sua voce attraverso il telefono ma non accade.
Era vicina.
Troppo vicina per essere dall’altra parte dell’oceano.
“Tu hai presente quando mi sono accorto di essere stato idiota? Esattamente il minuto dopo che sei partito ho capito. Ho capito quello che stavo perdendo quello che volevo davvero. L’ho capito ma non ti ho fermato perché era giusto cosi, giusto che tu stessi bene. Sono stato altruista perché sapevo che per me non sarebbe stato un periodo facile. Hai presente quando lasci andare l’unico ragazzo che tu abbia mai amato davvero? Credo che tu lo sappia”
Era davanti a me con le mani che gli tremavano e gli occhi fissi nei miei.
Avete presente quando non trovate qualcosa?
Continuate a cercarla fino a che non ci riuscite e poi vi sentite bene, finalmente apposto? Io mi sentivo cosi in quel momento.
Mi sentivo apposto.
Perché Scott era davanti a me e implicitamente aveva detto di amarmi. Apposto perché infondo a me per quando non ci sperassi sapevo che sarebbe finita cosi.
“Mi dispiace Isaac, mi dispiace perché non mi sono reso conto in tempo di quello che ti stavo facendo, per non esserti stato accanto”
Si avvicinava a me lentamente senza smettere di guardami come per paura che corressi via.
“Mi basta poco Scott, sai come sono. Mi conosci meglio di tutti” lo sussurrai sorridendo appena.
“Io ti amo, Isaac, questo non è mai cambiato per un solo momento!”
Avete presente quei momenti in cui ti guardi indietro?
Ti guardi indietro e ti rendi veramente conto di quanta merda tu abbia superato?
Quei momento in cui per un attimo ti senti in grado di affrontare tutto?
Quei momenti in cui ti rendi veramente conto di quanto poco conti tutto quello che si fa nella vita?
Quei momenti in cui ti chiedi se ne vale veramente la pena?
Sorrisi alle parole di Scott rendendomi conto che forse nulla era cambiato sul serio. Eravamo solo noi, come sempre.
Noi, insieme fino alla fine.



Ps. Mi farebbe piacere sapere che ne pensate, cosi mi autorizzate a scrivere ancora.
Grazie a chiunque lo farà.
Alla prossima <3
Marinella
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: I_Cant_be_no_superman