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Autore: Gio318    04/07/2014    0 recensioni
Pare che Baker Street abbia un nuovo coinquilino. Una donna. Sherlock Holmes ha permesso a una donna di vivere lì. Senza prima consultare John Watson. E addirittura dice che è una sua amica. Il mondo doveva per forza avere iniziato a girare al contrario. Chi era? E come mai era così legata a Sherlock? La risposta sembrava giacere in una storia che entrambi non volevano raccontare. In una storia e in una grossa cicatrice sul petto. Oh si, John Watson doveva scoprirlo. Doveva scoprire come mai il suo migliore amico era scomparso due anni. Due anni di nulla. Due anni in cui questa attraente ragazza invece sapeva tutto e addirittura sembrava aver preso parte al piano. Coppia: John/Nuovo Personaggio
Genere: Introspettivo, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Si era appena laureata e trasferita a Londra.
Si era appena laureata e imbarcata nella più grande avventura della sua vita.

Quale folle deciderebbe di laurearsi in medicina e come prima cosa andare a vivere a Londra?
Una folle ragazza con tante caratteristiche e sfumature ma, soprattutto, una folle ragazza. Folle quanto Sherlock Holmes.
 
Forse amica non era il termine appropriato. Sherlock Holmes non ha amici. Compagna di avventure era troppo smielato e sentimentale. Nessuno dei due era fatto per questo tipo di attaccamenti personali. Era però indubbio che si conoscevano da sempre e, benché i loro contatti non fossero molto assidui, erano affezionati l’un l’altro. Alla loro maniera.
 
Fu questo il motivo per il quale l’appartamento al 221B di Baker Street aveva un nuovo inquilino. Una coinquilina, per la precisione.
 
“Non posso credere che tu non me lo abbia detto”

“Suvvia, John. Non morde”
 
“E’ amica tua. Tanto mi basta. Avere uno come te in casa è già… problematico. Addirittura due…”


“Ti piacerà. È una dottoressa.”
 
“Una dottoressa in…?”
 
“Medicina, John. Ovviamente una dottoressa in medicina. Dio mio, come mai non usi mai la tua testa? Vivere come te deve essere terribilmente casuale e privo di ogni logica”
 
“Potrei quasi ritenermi offeso”
 
“Non è rilevante al momento. Ciò che è rilevante è quello che ti sto per chiedere”

“Sarebbe?”


“Trattala bene”
 
“Stai dicendo che.. ci tieni a lei?”
 
“Ce la siamo cavata in qualche brutta situazione, John. Per fartela breve, ci siamo salvati il culo a vicenda. Non sarei qui adesso, se non fosse per lei. E viceversa. E, John…”

“Si?”
 
“Ti piacerà, ne sono certo.” Fece un sorriso solenne
 
“Se lascia anche lei teste in frigo, ti giuro su Dio che..”
 
“Non intendevo quello”
 
Sherlock Holmes si precipitò alla porta, prima ancora che una ragazza con una pesante valigia al seguito potesse bussare.
 
“Vedo che mantieni ancora le buone abitudini, Sherly”
“Ella”
 
“Lo sai che non mi piace quel nome”
 
“è il nome che ti ha dato tua madre. Ti identifica. Come va il torace? Ti vedo affannata”
 
“Va, Sherlock. Adesso molto meglio. Sapermi curare da sola è un grande vantaggio”
 
Sherlock Holmes fece un sorriso. Un sorriso sincero. Cosa che lasciò alquanto perplesso John Watson. Mai quanto quello che venne dopo: si abbracciarono. Sherlock Holmes non ha contatti fisici. Almeno, non da quando Watson lo conosce.
Per quanto cercasse di sporgersi senza attirare l’attenzione, non riusciva a scorgere la figura al di là dell’amico.
 
“John, questa è Ella. Ella.. John”
 
“John Watson, finalmente” fece un ampio sorriso, mentre si stringevano la mano. “Ho sentito molte cose di te. E altrettante ne ho lette sul tuo blog”
 
Watson si sentì lusingato. Posò gli occhi sulla ragazza. Era davvero una creatura incantevole.
Aveva gli occhi nocciola, con delicate sfumature di verde. I capelli castani e mossi ricadevano lunghi sulle spalle. Era leggermente abbronzata, le gote rosa. Le labbra di un rosso fragola intrinseco sembravano rivelare il sangue che pulsava sotto quel sottile strato di pelle. John si sentì rabbrividire.
 “Vorrei poter dire lo stesso” sorrise in maniera educata. In realtà, sorrise in maniera nervosa e incrociò subito le braccia.
Nessuno parve accorgersene, se non Sherlock, che inarcò un sopracciglio.
 
“Spero di non essere di eccessivo disturbo. Ovviamente non lascio teste o arti umani in giro, se è di questo che ti preoccupi, John Watson”
 
Scosse la testa “Devo dire che speravo in una simile affermazione” e si passò una mano fra i capelli, visibilmente sollevato, mentre la ragazza portava di sopra il suo pesante bagaglio.
 
Sono passate alcune settimane da quel giorno.
La vita al 221B di Baker Street pare piuttosto movimentata.
Ella lavora nella stessa clinica di John e anche lei ha di recente raggiunto i suoi nuovi coinquilini a risolvere casi.
 
Sherlock sembra più allegro. John spesso si chiede se tra i due non ci sia qualcosa.  Non sa se definirsi incuriosito o… infastidito?
 
Ella di certo è una ragazza molto intelligente e abile nel suo lavoro. John spesso si trova a osservarla, mentre lavora.
 
Come oggi, nel laboratorio.
 
“John..”
“Si?”
“La potresti smettere di fissarmi? Mi stai distraendo”
“Io? Uh..ehm..” si sentì avvampare
 
*Ding*
Invitala a cena -  SH
Chi? – JW
Non fare l’idiota, Watson. E non costringermi a sprecare altri caratteri per dirti quanto è già conosciuto al mondo. Per Dio, John, è così OVVIO. Non la stai per caso fissando mentre lavora?–SH
 
Sherlock, come diavolo.. no, lasciamo perdere-JW
 
John rimise in tasca il cellulare. Sentiva i palmi delle mani sudati.
Si rimise a lavorare, compilando una serie di noiose scartoffie.
Dall’altro capo del tavolo, Ella alzò gli occhi dal microscopio.
 
Era così… così… bello.
Bello e affascinante. I capelli biondo scuro sempre ben pettinati. La leggera ruga che gli solcava la fronte quando era particolarmente concentrato, proprio come adesso.
Il distratto rigirarsi la penna fra le dita.
Gli occhi grigi, del colore di qualcosa che non poteva esistere nemmeno sulla Terra, avevano una deliziosa luce che a lei pareva rischiarasse la stanza.
Ogni tanto faceva un mezzo sorriso, il dottore, per qualcosa che lo rendeva particolarmente soddisfatto.
Sollevava il labbro, in una deliziosa curva che pareva un ghirigoro, disegnandogli una fossetta sotto lo zigomo.

Oh, quanto avrebbe voluto che quel sorriso fosse per lei.
 
Vivendo assieme, avevano scoperto molte cose l’uno dell’altra.
Come il fatto che a entrambi piace il the, ma Ella preferisce il miele allo zucchero.
Come il fatto che John usa un bagnoschiuma alle spezie e Ella ai fiori di ciliegio.
Come il fatto che a Ella piacesse cantare. John lo trovava una deliziosa alternativa alle sviolinate dell’amico.
 
Il fatto che più raramente venisse menzionato era che quasi morì per salvare Sherlock.
 
Successe anni addietro, quando Sherlock si fingeva morto a causa di Moriarty. Beh, ha rischiato di morire sul serio. Ma lei lo ha salvato. E ora, Moriarty era morto.
Non restava nulla di lui. Nessuna prova, nessun corpo. Solo una spessa cicatrice sul petto della giovane ragazza.
  
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