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Autore: The Sorrow    04/07/2014    5 recensioni
Non ho bisogno di uscire.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Hikikomori




Sette mesi.

Non esco da sette mesi.

Ho una stanza buia e disordinata, puzza di chiuso. Ho messo un chiavistello alla porta e non lascio entrare nessuno. Nessuno può invadere il mio mondo.

Fino a qualche tempo fa mi mettevo delle cuffie, senza collegarle a nessun apparecchio elettronico. Mi servivano solo per non sentire mia madre che mi urlava di uscire. Adesso ha smesso, forse si è rassegnata.

Le persone mi giudicano come un"Fallito" o un "Codardo". Quanto vorrei che si informassero prima di parlare.

Circa tre mesi fa è venuto a casa nostra un dottore, uno psichiatra per la precisione. Sentivo i miei genitori che gli raccontavano come passavo le giornate. Gli hanno detto che ho abbandonato il liceo e che esco dalla mia camera solo per soddisfare i miei "Bisogni corporei".

"Come fa per mangiare?" chiese lo psichiatra ai miei genitori. Aveva una voce dura e inespressiva; non mi piaceva.

"All'inizio noi gli preparavamo il pranzo e la cena e lui, ad orari prestabiliti, usciva dalla sua camera, prendeva il cibo e si rinchiudeva nuovamente. Adesso non lo fa più".

Già, adesso non lo faccio più. Esco di notte e prendo qualcosa dal frigorifero. Ogni volta che uscivo dalla mia camera mia madre mi sommergeva di suppliche e mi pregava di smetterla di comportarmi così; era insopportabile.

Sentivo lo psichiatra che borbottava frasi del tipo:

"Condizione molto grave".

"Incompatibilità con l'ambiente esterno".

"Stadio avanzato".

"Necessità di un lungo percorso terapeutico".

"80 euro a seduta".

Appena ho sentito quell'ultima frase mi sono tappato le orecchie. Non volevo sentire altro.

80 euro a seduta. 80 euro a seduta per tentare una cura che non esiste.

Quell'uomo pretendeva 80 euro a seduta per farmi uscire dalla mia "Condizione".

Ma che cosa ne sa lui? Che cosa ne sanno tutti gli psicologi e i dottori che scrivono articoli pseudo-scientifici sugli Hikikomori, riempiendoli di inesattezze e falsità.

Che cosa ne sapeva quello psichiatra di che cosa voleva dire andare ogni giorno a scuola pregando di non essere preso di mira e di non ricevere pugni nello stomaco.

Che cosa ne sapeva quello psichiatra di che cosa voleva dire essere uno studente mediocre, sempre oscurato dai più bravi.

Che cosa ne sapeva quello psichiatra di che cosa voleva dire non avere amici e di non riuscire ad instaurare un dialogo con persone sconosciute. 

Lui non sapeva niente, come tutte le persone che giudicano gli Hikikomori. Pensano che noi non abbiamo amici, non abbiamo una vita sociale; è sbagliato.

Io ho tanti amici, li ho conosciuti giocando online a World Of Warcraft. Oramai siamo un gruppo, ci supportiamo a vicenda e siamo un squadra unita e compatta. Sono dei veri amici e con loro posso intraprendere avventure e vedere panorami che voi, nella vostra vita reale, nemmeno vi sognate. Una volta ho giocato per 6 ore di fila. I miei compagni di squadra sono contenti perché sanno che possono trovarmi sempre online e, in poco tempo, siamo diventati uno dei gruppi più forti. Online ho il rispetto, nella vita reale no.

Io comunico con altre persone, solo che lo faccio usando Internet.

Non ho bisogno di uscire, non andrò da un medico che mi imbottirà di psicofarmaci senza sapere nemmeno il mio problema. Sempre se il mio è da considerarsi un problema.

Sette mesi.

Non esco da sette mesi.

Oramai ho messo un lucchetto alla mia porta e non lo tolgo più.









Note dell'autore: di solito non spiego il senso delle mie storie ma questa volta voglio farlo, sia perché penso che sia importante essere informati, sia perché considero questo testo il racconto più importante che io abbia mai scritto da quando sono su EFP; è un racconto al quale sono strettamente legato.
Hikikomori è un termine giapponese che significa, letteralmente, "Stare in disparte" o "Isolarsi". Indica un fenomeno sociale molto diffuso in Giappone e che coinvolge principalmente gli adolescenti. Si tratta di un volontario ritiro dalla vita sociale; si evita qualunque tipo di relazione con altre persone, ci si isola dal mondo esterno e si usa Internet come mezzo principale di comunicazione. Spesso gli Hikikomori sono persone introverse e timide, con una grande difficoltà a relazionarsi con gli altri. Anche il bullismo è tra le cause principali di questo fenomeno, insieme all'insoddisfazione nel campo lavorativo o scolastico. Spesso gli Hikikomori hanno una vera e propria fobia verso la scuola e questo può portare al loro isolamento. In Giappone il numero degli Hikikomori è molto elevato e il fenomeno si sta diffondendo anche in altri paesi, tra cui l'Italia.
Se il racconto che ho scritto vi è sembrato inverosimile, sappiate che purtroppo è molto realistico. Io sentivo il bisogno di scriverlo, anche per buttare fuori alcune cose che mi ronzano nella testa da parecchio tempo.
Vi ringrazio per averlo letto.

  
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