Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: _f r a n c y_    04/07/2014    4 recensioni
Al momento non ci sarà un "Oltre la neve-parte II". Vorrei provare a trasformare questa fanfic in un'originale e per farlo dovrò mettere tutto in discussione, dal primo capitolo. Grazie a chiunque mi abbia seguito fino a qui. Spero di ritrovarvi in un futuro non troppo lontano.
*Riassunti della storia all'inizio dei capp. 18 e 37*
Un'amazzone residente nelle Terre del Nord ed un ninja proveniente dalla Terra del Fuoco. Due mondi distanti e diversi che si scontrano inaspettatamente. Due persone che non si cercavano, ma che iniziano a rincorrersi, finendo per divenire indispensabili l'una per l'altra.
Il suo odore era diverso. Depurato dalle fragranze dell'incendio, della fuga, dei pasti divorati davanti ad un fuoco mai abbastanza caldo, delle notti mute trascorse al buio con nient'altro che il respiro dell'altra a colmare ogni timore.
Neji emanava un odore nuovo per Tenten, eppure quello, proprio quello, era il suo autentico. Aveva familiarizzato con Neji Hyuuga in circostanze straordinarie; soltanto adesso lo vedeva nel suo ambiente. Un ambiente a cui lei non era mai appartenuta.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Neji Hyuuga, Nuovo Personaggio, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ricapitolando: Il clan Hyuga vuole Neji morto, per evitare che guidi il ramo cadetto verso la distruzione dell'intera famiglia. Tenendo all'oscuro Hiashi, gli Anziani hanno inviato Heiji e Horu, della casata principale, nelle Terre del Nord, per trovarlo ed ucciderlo (questa volta con successo).
Neji è stato strappato alla morte da Tenten, che abita con la sua famiglia tra le montagne innevate e desolate. Con sua enorme sorpresa, Neji ha scoperto che la locanda dove è stato portato è in realtà un covo di Amazzoni: donne guerriere che si nascondono al resto del mondo indossando a turno abiti maschili.
Se dovesse tradire la scoperta fatta, Neji andrebbe incontro a morte certa, secondo quello che le Amazzoni chiamano il Metodo Matsumoto (cap. 7 "(Vista Bianca)").

Per rinfrescare la memoria:
Sorelle maggiori: le Amazzoni dai 17 anni in su.
Sorelle minori: le più giovani. Molte sono nate e cresciute nella locanda. Sono curiose del mondo esterno e vorrebbero sperimentare i capricci femminili (gioielli, ecc.), sebbene contro le regole.
La Madre: capo delle Amazzoni. Si presenta ai clienti e a Neji con il nome fittizio di Masako Nakamura.
Ayako e Sonoko: le Fedelissime, le Amazzoni più vicine alla Madre. Tutte e tre costituiscono il pilastro della famiglia, la sua maggiore autorità.
Sango
: L'Amazzone cui Tenten è più legata, ma anche colei che, di nascosto dalle altre, asseconda i desideri delle Sorelle minori ed ammorbidisce l'aspra dicotomia Uomini/Donne.
Serate della Dea Terra: ricorrenze diffuse nell'arco dell'anno, in cui le Sorelle maggiori (se lo desiderano) possono giacere con gli ospiti della locanda e dare una discendenza alle Amazzoni. I nati maschi vengono portati al borgo più vicino.





Eclissi serale




Rientrarono alla locanda dalla porta posteriore, quella al di sotto del livello del terreno, che portava alla dispensa. Shiharu dovette aiutare Hitomi a trasportare il sacco con le provviste lungo le scale, perché non cedesse sotto il suo peso. Intervenne senza dire una parola. Nessuna di loro quattro aveva più aperto bocca da quando la Madre, il volto di marmo, aveva ordinato di tornare a casa. Il più in fretta possibile. Tenten aveva accennato ad opporsi, intenzionata a cercare l'aggressore, ma la Madre l'aveva soffocata nei suoi occhi di tempesta. Allora Tenten aveva caricato in spalla il corpo della Sorella ed aveva obbedito.
 - Ah, siete già tornate? Vi aspettavamo tra almeno un paio d'ore. Come mai siete passate tutte quante dal retro? Avete fatto grandi acquisti... -
La domanda di Rin, che si era affacciata sul corridoio attirata dal cigolio della porta, rimase spezzata nel momento in cui scorse Tenten.
Fece per chiedere se Hirono si fosse sentita male, ma il rifuggire degli sguardi delle Sorelle le occluse la gola.
 - Shiharu, prendi un lenzuolo dalla lavanderia. - disse la Madre, - Non possiamo adagiarla sul nudo pavimento. -
Rin emise un verso mozzato. Un gorgoglio che risaliva dal profondo del suo corpo e non trovava forma di espressione nel linguaggio umano. Quando le torce lungo le pareti illuminarono il volto esangue di Hirono, vide Hitomi vacillare prima in avanti e poi indietro, gli occhi dilatati e una mano che annaspava nell'aria. Le andò incontro e la strinse a sé, strappandola a quella visione. La sentì tremare ed ansimare contro la sua spalla, annegata da quello stesso pianto che non riusciva a scoppiare.
Tenten aiutò Shiharu a ricoprire il corpo coi lembi candidi e riascoltò i segreti di cui, nel suo algido silenzio, si faceva portatore. Le avevano già sussurrato nel vicolo, appena si era inginocchiata accanto al cadavere. Prima di strangolare Hirono, l'aggressore le aveva spezzato le dita di una mano, una ad una. Allora i timori di Tenten erano divenuti certezza: non si era trattato di un attacco casuale, tantomeno di un aguzzino qualsiasi. Hirono era stata torturata e c'era soltanto una categoria di individui interessata ad estorcere una confessione ad un abitante di quelle Terre.
Come lei stessa aveva ipotizzato, lo Hyuga che aveva ucciso nella foresta non era venuto in solitaria. I due dovevano essersi separati per condurre le ricerche. Il primo era tornato nei pressi del luogo in cui Neji Hyuga era stato sepolto vivo; il secondo si era infiltrato tra la popolazione indigena per raccogliere informazioni. In qualunque angolo del mondo, i centri nevralgici in cui le notizie circolavano erano le piazze del mercato.
Tenten era certa che la Madre fosse giunta alle medesime conclusioni e non si stupì quando le ordinò:
 - Tenten, corri nella tua camera. La notizia si diffonderà presto e dobbiamo evitare disordini. -
La vera ragione dietro gli eventi degli ultimi giorni non sarebbe sfuggita ancora a lungo all'intuito delle Sorelle più esperte.
Si fiondò ai piani superiori, le dita che si contraevano impazienti mentre, prima ancora di varcare la soglia della stanza di Sango, sfilava le spalline da sotto la giacca e staccava il naso posticcio.
I muscoli fremevano così violentemente che il loro urlo belluino poteva quasi essere udito. Per questo, per questa rabbia selvaggia e animalesca affamata di azione, Tenten sapeva che avrebbe infranto le regole della Madre prima ancora di entrare nel proprio alloggio. Sapeva che, una volta chiusa a chiave la porta, sarebbe andata dritta verso Neji Hyuga, lo avrebbe sollevato a viva forza dalla sedia dove stava leggendo con scarso interesse e gli avrebbe scaricato un pugno in pieno viso.
 - Cosa diavolo hai fatto per meritarti un'esecuzione in questo posto dimenticato dagli dèi? - lo afferrò per il bavero e lo gettò di nuovo a terra, attraverso la stanza, - Ero certa che avessi le mani sporche di sangue, l'avevo intuito fin da subito! Maledetto assassino! -
Lo Hyuga si rimise in piedi, una mano sotto il labbro spaccato. Ne aveva abbastanza dei suoi scatti d'ira ed avrebbe risposto con altrettanto vigore se la scena davanti a lui non fosse radicalmente cambiata. Gli occhi di Tenten lo fissavano rossi di dolore, frustrazione, collera e pentimento.
 - Per salvare te ho dovuto sacrificare lei. Se avessi anche solo sospettato che il mio gesto avrebbe condotto a questo, giuro che ti avrei dato il colpo di grazia io stessa. Aveva... Aveva solo quattordici anni... -
Vide l'aggressività scivolare via dal corpo di Neji come gocce di pioggia su un vetro.
 - Lo Hyuga non voleva uno scontro aperto in un mercato affollato. L'ha trascinata in una stradina e l'ha torturata. Forse mi ha sentito chiamarla e allora l'ha... ha posto fine all'interrogatorio. -
Non poté evitare di pensare che iridi di ghiaccio identiche a quelle di fronte a lei erano state tra le ultime immagini catturate da Hirono.
 - Lei non ha fiatato, ne sono sicura. Ha pianto, ha tremato, ha supplicato, ma non ha ceduto. Ci ha protetti tutti, te compreso. - si avvicinò a lui, - E' morta sentendo il suo assassino pronunciare un nome che lei nemmeno conosceva. E' morta senza neppure capirne la ragione. Ora però io esigo quella verità, Neji Hyuga. -  
Il ninja la fissò a lungo, studiando l'ostentata sicurezza con cui aveva scandito le ultime due parole. Ciò che aveva appreso sul suo conto non si limitava a quello.
La maniglia della porta si abbassò un paio di volte, convulsamente.
 - Tenten, sei lì dentro? - disse Kaname attraverso il legno, - Ho bisogno di parlarti, potresti aprirmi? -
Tenten superò Neji e si accostò all'ingresso.
 - Mi dispiace, adesso non posso. Rimandiamo all'ora di cena, nelle cucine. -
La maniglia scattò nuovamente e Kaname ribadì la richiesta con urgenza. Tenten indietreggiò ed allungò un braccio davanti a Neji. I rotoli nascosti sotto l'ampia giacca della divisa, era pronta al peggiore scenario.
 - Va' via, Kaname. -
 - Lui è lì, non è vero? Che diavolo stai facendo, Tenten? Lo proteggi? L'ho capito, sai? Prima il divieto di allontanarsi dalla locanda, poi un omicidio e tu che sparisci in fretta nella tua camera. E' tutto a causa sua, di quel maledetto ninja! Dannazione, doveva esserci lui al suo posto! Fammi entrare! -
 - Sono ordini della... di Nakamura-san. Non hai il diritto di contestarli. -
 - Siete stati seguiti? - domandò Neji.
 - No. -
 - Ne siete sicura? -
 - Non siamo sprovveduti come credi. - ribatté, - Siamo in grado di accorgerci se abbiamo qualcuno alle calcagna. E' tra le prime lezioni da imparare per sopravvivere in queste Terre. -
Neji sorvolò sul suo tono ostile e domandò:
 - Qual era il suo nome? -
 - Oh, ti prego. Non fingere che te ne importi qualcosa. -
 - Non ho alcun interesse a recitare una parte per guadagnarmi la vostra approvazione. - era esasperato, - Voglio sapere il suo nome. -
Tenten buttò uno sguardo sopra la propria spalla. Come la notte precedente, la neve di cui lei era una finissima interprete si era accesa negli occhi del ninja.
 - Hirono. - rispose, ripuntando l'attenzione alla porta che vibrava, - La ragazzina coi capelli corti castani di questa mattina. -
Per svariati secondi, i richiami di Kaname furono l'unico rumore a risuonare nella stanza.
 - Tenten... - mormorò infine lui, - Credetemi, io... -
 - Tenten, sono io. Apri. -
La voce di Sango filtrò ferma e rassicuratrice, soprattutto nitida: il disimpegno era tornato silenzioso. Tenten schiuse la porta, guardinga.
 - Se n'è andata. - confermò la rossa, poi aggiunse in un sussurro, - E' stato indetto un consiglio d'emergenza. Vieni, questa volta parteciperai anche tu. -
Tenten assentì. Le riunioni delle Amazzoni erano solitamente accessibili alle sole Sorelle maggiori con più anzianità. L'esserne all'improvviso coinvolta non costituiva necessariamente una novità positiva.
Sango stava ritta di fronte a lei, le braccia conserte infilate nelle maniche svasate. Non aveva pianto, non ancora. Il suo sguardo era saldo, il suo volto stoico e Tenten si lasciò contagiare da quella forza interiore.
 - Non abbandonate questa stanza per nessun motivo. - ordinò allo Hyuga, - La notizia di quanto accaduto al mercato si sta spargendo e non possiamo assicurarvi la vostra incolumità, fuori da queste mura. -
Diede un paio di mandate con la chiave e si incamminò al fianco di Sango.
 - Resta pur sempre la finestra, potrebbe tentare una fuga. Contavo che sarei rimasta io a sorvegliarlo. -
 - Non preoccuparti. La Madre ha incaricato due di noi di stare di guardia, nel cortile sul retro. -
Imboccarono le scale e scesero di due livelli, nel secondo piano interrato. Il più freddo, completamente privo di aperture sul paesaggio esterno. Oltre la lunga parete della palestra, si affacciava il piccolo ingresso dello studio della Madre.



Solitamente le riunioni riguardavano l'ordinaria amministrazione della locanda. Erano le occasioni in cui veniva deciso tutto: dal menù alle serate di intrattenimento, dagli alter ego alla distribuzione delle principali mansioni. Le Sorelle più anziane raccoglievano le richieste e le proposte delle altre e le esponevano nel corso della seduta. Quella sera di fine novembre, invece, segnava la seconda convocazione di emergenza nella storia delle Amazzoni, dopo il caso Jin Matsumoto.
Quando Tenten mise piede nella stanza, dovette abituare la vista ad un ambiente meno luminoso rispetto al corridoio. Lo studio della Madre era sempre immerso in una  lieve penombra, riscaldata dalle candele rosse collocate sulla scrivania, sul tavolo e su uno degli scaffali della piccola libreria. Il tempo rallentava e quasi si fermava in quell'eterno tramonto.
Nonostante ciò, Tenten non potè trattenere un sussulto mentre osservava le Amazzoni che già avevano preso posto. All'estremità opposta del tavolo stava la Madre, con Ayako e Sonoko rispettivamente alla sua destra ed alla sua sinistra. Erette, serissime e dai volti imperscrutabili, apparivano come statue capaci di indurre riverente soggezione col loro stesso silenzio.
Accanto a loro, una di fronte all'altra, c'erano Hitomi e Kaname. La cuoca non aveva ancora recuperato il consueto colorito rosato e faticava a sollevare lo sguardo al di sopra del ripiano. Gli occhi dorati della mora, invece, trapassarono Tenten come spilli nel preciso istante in cui lei varcò la soglia. Fremeva rancorosa per l'opportunità che le aveva negato, le ampie spalle ancora rigide, e Tenten realizzò che avrebbe seriamente scardinato la porta del suo alloggio, se Sango non fosse sopraggiunta.
Sostenne il suo risentimento senza battere ciglio e si accomodò di proposito al suo fianco. Quando anche Sango si sedette vicino alla cuoca, la Madre si alzò ed apri la riunione.  
 - Non ricorrerò a perifrasi o giri di parole falsamente rassicuranti: siamo in pericolo. Quello di oggi pomeriggio non è stato un avvenimento casuale, bensì un attacco mirato a colpirci direttamente. Come tutte sapete, una decina di giorni fa Tenten ha rinvenuto un ninja in punto di morte nella foresta. Ebbene, i suoi aggressori sono tornati per portare a termine il lavoro. Confidavo che, non trovandolo, avrebbero lasciato la nostra valle, ma la loro tenacia non è da sottovalutare. -
 - Ninja vicino al nostro rifugio... - mormorò Kaname, dando voce al disagio di tutte, - Attacchiamoli. Non possiamo vivere come prigioniere nella nostra stessa casa. Di quanti nemici stiamo parlando? -
 - Al mercato c'era un solo Uomo, ma abbiamo la prova che fosse giunto sin qui con almeno un compagno. -
La Madre ammiccò all'indirizzo di Tenten e lei si levò in piedi.
 - Due giorni fa, mi sono imbattuta in un ninja, lungo il Sentiero Verde. Era intenzionato a strapparmi la verità con la forza e ho dovuto eliminarlo. -
 - Da-da sola, Sorella Tenten? Hai combattuto un ninja da sola? - balbettò Hitomi, evitando a Kaname l'umiliazione di manifestare così apertamente la propria perplessità.
Tenten assentì. Fu tentata di aggiungere che aveva rischiato la vita, ma la prospettiva di raccontare, e proprio a loro, cosa fosse accaduto la notte precedente le risultava avvilente e detestabile.
 - Tanto meglio. - annunciò la mora, alzandosi anch'ella, - Con le informazioni raccolte da Tenten durante il combattimento, potremo prepararci ad uno scontro diretto. Non voglio essere un animale in gabbia. -
 - Sono d'accordo. - convenne Tenten, - Le squadre ninja si compongono di pochi elementi. Noi invece siamo numerose e abbiamo anche il vantaggio di conoscere queste Terre palmo a palmo. Abbiamo già la vittoria in pugno. -
Kaname tradì un ghigno di approvazione.
 - Adesso hai voglia di menar le mani, eh? -
 - Ci puoi scommettere, cavolo. -
 - Dopo sarà il turno di quel bastardo che vive nel tuo alloggio. Lui lo terremo per ultimo: voglio gustarmi la sua lenta dipartita. -
La risposta di Tenten tardò ad arrivare e la Madre ebbe finalmente occasione di insinuarsi nella loro conversazione.
 - Basta così. Kaname, questo rancore non ti fa onore. Tutte e due, dovete liberarvi di questo atteggiamento impulsivo. Una vera guerriera sa che l'azione deve essere riservata a casi eccezionali e straordinari. -
La Madre inspirò a fondo e si sedette, una mano sulla fronte. Sonoko le versò un bicchiere d'acqua, mentre le iridi magnetiche di Ayako intimarono alle due Amazzoni di riprendere posto.
 - Partecipi alla riunione da neppure un quarto d'ora e già cerchi di prenderne il controllo. - rimproverò a Tenten, - Dovresti seriamente riconsiderare il tuo ruolo in questa Famiglia. Nemmeno la scomparsa di una Sorella sotto ai tuoi occhi riesce ad intaccare la tua arroganza? -
Tenten esitò, frastornata. Non osava ribattere alla dichiarazione di una Fedelissima, ma la sua espressione fu comunque eloquente.
 - Risparmiaci quegli occhioni da cerbiatto. Ti sei sempre ritenuta un gradino sopra le altre. A cominciare dalle tue armi, quei rotoli per i quali hai sperperato tutti i tuoi risparmi. Scegliere un'arma tra quelle dell'arsenale ti avrebbe posto sul nostro stesso piano, ma tu fremevi per differenziarti, per gridare la tua superiorità. Non solo hai acquistato un'arma per il tuo personale utilizzo, ma ne hai comprata una che potesse rispondere soltanto al tuo tocco ed alla tua voce. -
La Madre richiamò Ayako con voce rauca, ma quella la pregò di poter proseguire.
 - Con tutto il dovuto rispetto, credo che non avremo occasione migliore di questa per affrontare l'argomento. Il compito che avete assegnato a Tenten potrebbe contribuire ad alimentare il suo ego smisurato. -
 - So-sorella Ayako, io non mi ritengo affatto superiore alle mie Sorelle. -
 - Le tue azioni testimoniano il contrario. Non hai ancora compiuto vent'anni, sei la più giovane tra le Amazzoni maggiori, ma ritagli per te un comportamento da leader. Una carica che invece non sei affatto pronta a ricoprire, specialmente dopo gli eventi di oggi pomeriggio. -
 - Oh, per l'amor del cielo, Ayako! - balzò in piedi Sango, - Questa è pura e morbosa invidia. Daresti ciò che hai di più caro per avere anche soltanto la metà del suo talento! -
L'incarnato giallognolo di Ayako tramutò in un verde malsano. La mandibola si serrò talmente forte che lo stridio dei denti risuonò in tutta la stanza.
 - Come ti permetti? - ribatté Sonoko in sua vece, - E' la tua diretta superiore, dovresti mostrare rispetto. E' esattamente a causa di questo tuo atteggiamento che Hirono è morta. -
Davanti ad una frase tanto cruda, Hitomi diede libero sfogo alle lacrime che si era negata fino ad allora.
Sango indietreggiò, una mano al basso ventre. Quasi le mancò il fiato per chiederle il motivo di quella accusa spietata.
 - Giorno dopo giorno, riempi la testa delle Sorelle minori di sciocche fantasie, fomentando i loro più piccoli capricci. Credevi non lo sapessimo? - proseguì Sonoko, assaporando quelle parole a lungo soffocate. - Hai guidato tu Hirono verso quella bancarella, l'hai spinta tu dritta nelle grinfie dei suoi assassini! Sei stata tu a ucciderla! -
Tenten fece per scattare in piedi, tuttavia fu un'altra la voce che scosse le pareti scure.
 - Silenzio! -
L'urlo della Madre riecheggiò inaspettato. Con una mano invisibile, indusse le tre donne a tornare sedute senza emettere un verso.
 - Tutte voi, mi avete deluso! Questi sentimenti ciechi non ci soccorrono in alcun modo in questa situazione di emergenza! - ansimò rubiconda, la fronte imperlata di sudore.
Massaggiò le tempie con il pollice ed il medio e respirò pazientemente, fino a quando il battito non tornò regolare.
 - Non ci sarà alcun combattimento. Nessun altro ninja perirà per mano nostra. Non servirebbe a fermarli, invierebbero altri guerrieri, forse più numerosi e forti. Un punto è cristallino: non rinunceranno a cercare quell'Uomo finché non lo avranno ucciso con le loro mani. -
 - Madre, - sussurrò Ayako, il capo chino, - Tenten però ha già eliminato uno di loro. -
 - Siamo le uniche a saperlo. Probabilmente non rinverranno mai il suo corpo e, se anche ci riuscissero, come potrebbero risalire a noi? Potrebbero essere stati i banditi di montagna. L'unica colpa che potrebbero imputarci è aver dato asilo ad un malvivente, . Un'accusa che non reggerebbe comunque: gli abbiamo salvato la vita senza immaginare di quali crimini si fosse macchiato. Lo riconsegneremo e porremo fine a questa guerra. -
Kaname strinse i pugni sotto il tavolo.
Tenten sollevò una mano titubante ed attese che la Madre le cedette la parola.
 - Come possiamo organizzare un incontro? Non abbiamo modo di comunicare con loro. -
Le menti delle Amazzoni lavorarono ingegnosamente, in un borbottio sommesso.
 - Penso che il luogo più simbolico sia dove il ninja era stato sepolto. - propose Hitomi.
 - C'è la Grotta Alta nei paraggi. Non è spaziosa, ma forse... - aggiunse Tenten.
La Madre annuì:
 - Sederemo il ninja, lo porteremo lì e ci accamperemo in attesa che ci trovino. Domani vi informerò di chi ho selezionato per la missione. -
 - Domani? - domandarono Kaname e Tenten all'unisono.
 - La riconsegna avverrà tra due giorni all'alba. Non ho intenzione di compromettere un evento importante per noi come la Festa della Dea Terra. Voglio che tutte possiate parteciparvi, se lo desiderate. Superfluo ribadire che nessuno dovrà allontanarsi dalla locanda fino a quando la minaccia non sarà svanita. -
Rivolse un'occhiata imperativa alle presenti e quelle acconsentirono diligentemente.
In coda al gruppo, Tenten stava per abbandonare la stanza, quando la Madre le mormorò un ultimo ordine.
 - Ricordati il Metodo Matsumoto, se dovesse essere necessario. Dopotutto, ai suoi parenti non importerà troppo riaverlo vivo o morto. -



Quando Tenten riaprì la porta della propria camera, dovette trattenersi dallo scatenare un putiferio che ribaltasse l'intero edificio. Si catapultò giù per le scale e dentro la sala del bucato, dove Sango stendeva. Ispezionò ogni angolo per appurare che fossero da sole ed infine le parlò.
 - Non c'è. Non c'è più! Quel maledetto è scappato! -
La rossa perse la presa sulla maglia che stava appendendo.
 - Come ci è riuscito? - si tormentò Tenten, - C'erano Miyu e Shiharu a sorvegliarlo. -
 - Smetti... Smetti di camminare avanti e indietro in quel modo, per favore. Mi farai tornare la nausea. - la pregò Sango, - E' un ninja, l'arte della mimetizzazione e dell'inflitrazione sono il suo punto di forza. Si deve essere spacciato per una di noi. Probabilmente è uscito tranquillamente dalla porta principale. -
Tenten masticò un'imprecazione. Una forcina per scassinare la serratura e degli abiti: tutto ciò che di cui aveva avuto bisogno lo aveva trovato nella sua stessa camera.
 - E' andato a cercare gli Hyuga. Se li uccide e si guadagna la libertà siamo spacciate. Devi coprirmi, Sango. -
 - No, vengo insieme a te. Hai ancora quelle strane ferite sull'addome, non puoi combattere da... -
Gli occhi di Tenten rifuggirono il contatto con i suoi e tradirono una risposta inattesa.
 - Ho bisogno di un paio d'ore, forse due ore e mezza. - si schiarì la voce, - Se non sarò di ritorno entro questo termine, lancia l'allarme. -
Un groviglio di nervi nel petto, Sango annuì e le raccomandò di essere prudente. Mentre con le iridi smeraldine la seguiva allontanarsi furtivamente, si ritrovò per la prima volta a pensare che la riunione delle Amazzoni non aveva affatto semplificato la situazione.

__________________________________________________________________________________________________________





Lo so, aggiornamento in anticipo. Non resistevo più. Da questi capitoli in avanti la storia si fa concitata e ricca di eventi.
Il prossimo, questa volta davvero, arriverà tra dieci/quindici giorni. Come avrete intuito, Neji e Tenten saranno assoluti protagonisti.

Grazie di cuore a summer_time e a Dryas per aver recensito. Risponderò appena possibile, promesso!
Grazie anche a FullMoonEris e a summer_time per aver inserito la storia rispettivamente tra le seguite e tra le preferite. Grazie davvero.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Per eventuali critiche, incongruenze e reclami, io sono qui.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: _f r a n c y_