Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: arianabieber_    04/07/2014    1 recensioni
Shine si ritrova a ricominciare tutto da capo: la madre, per impegni lavorativi, dovrà restare a Sidney per un anno intero.
E' un agente di polizia, e per motivi nascosti che non rivelerà mai a sua figlia, decidono di scappare da Miami.
L'idea di una nuova vita non le piace.. e una nuova notizia la rende ancora più spaventata.
Vede scomparire dai suoi occhi tutto ciò che è riuscita a creare in 16 anni della sua vita.. amicizie, legami, ragazzo.
Il mondo le sembra crollare addosso.. non riesce a dimenticare ciò che ha lasciato.
Riuscirà Shine a ritrovare il suo equilibrio? Quella vita che ha sempre gestito?
O ne avrà un'altra? Quella che ha sempre desiderato, come le favole di un film.. ma non ha mai avuto il coraggio di sperare?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Non ero mai stata in un aereo prima d'ora. E' una sensazione strana. Non so nemmeno io come ci si sente in questo momento. So solo che se dovessi fare un altro viaggio, saprò di non dover mettermi vicino al finestrino. 'Sorellina, sembri, ehm...terrorizzata,ecco.'-mi fa notare Michael, il mio fratello maggiore. 'Lo sembro davvero?' 'Sì. Sarà l'ansia?'-domanda. 'Beh, forse è dovuto proprio a questo. Lo sai che questo è il mio primo viaggio.' 'Sì,lo so...' 'Però ho anche paura di guardare giù.'-dico spaventata. 'Allora non guardare giù!'-disse confuso Michael. 'Sembra tanto facile, vero?' 'Lo è.' 'Ti dico di no Michael. Lo sai che io sono curiosa fino al punto di fare cose che non farei nemmeno alla morte!'-dico, mentre sgranocchio un salatino. 'Perchè adesso non cacci la tua curiosità?'-dice ridendo, mentre legge un libro. 'Non ci riesco. Mi viene spontaneo'. Michael è unico. Sa sempre come farmi innervosire e ridere allo stesso tempo. 'Di che state parlando?'-chiede Mamma da dietro, sentendo i nostri battibecchi. Mi giro verso di lei,sorridendo. 'Del libro Mamma, è davvero interessante!' 'Allora appena siamo atterrati te ne compro uno uguale anche a te.' 'Ehm, grazie mamma, ma è ancora presto per pensare all'atterraggio!'-dico infastidita. 'Lo so, stai calma.' Guardo lo schermo del telefono, e mi sembra già un eternità dalla partenza. Faccio un bel sospiro di sollievo e mi tranquillizzo da quell'ansia che mi stava distruggendo, per poi sedermi di nuovo, ascoltando della buona musica. 'Quanto manca, approposito?'-chiede mio fratello, girandosi stavolta lui verso mia madre. 'Manca un'ora, credo.'-dico io guardando l'orologio. **** Ero calma. Fino a quando non guardai l'orologio e notai che un'ora era passata velocissima nonostante all'inizio mi sembrasse un'eternità. A quel punto urlai a Mamma e Michael, per farli svegliare, che erano immersi in un sonno profondo: 'Mamma, Michael, mancano 3 minuti precisi!' Dico, urlando e cercando di farli svegliare. Michael sbuffa nel sonno, apre gli occhi e mi guarda infastidito. 'Si si, non ti agitare!'-dice Michael tra la veglia e il sonno. 'Sono emozionata, non agitata.. siamo a Sidney!Siamo arrivati!' dico urlando con tutta la gioia che ho nel cuore. 'Ok, prendete le valigie ragazzi.'-dice Mamma sbadigliando, dirigendosi verso i bagagli, che trasportava un hostess. *** Eccoci qua. A Sidney. Sì Shine, Sidney. La tua città dei sogni. Quella in cui desideri abitare fin da piccola. L'idea di cambiare città mi aveva spaventato di brutto. Ho perso tutte le mie amicizie..tutte. Ho perso il mio ragazzo, i miei nonni.. dovevo ricominciare tutto da capo. Ma sapere che questo 'da capo' stava iniziando proprio da lì, Sidney, la città che avevo sempre amato..beh,questo cambiava le cose. Le cambiava nettamente. La voce di mia madre però riuscì a distogliermi da quel paesaggio meraviglioso che stava circolando nella mia mente. 'Allora Shine, lo vuoi il libro?' 'Ehm, solo se vuoi comprarlo, non lo desidero molto.'-dissi abbassando lo sguardo, più che desiderosa di averlo, ma senza farlo notare. Con mia mamma, i rapporti non erano dei migliori per il fatto che non riesce a confidarsi con me.. nè del suo lavoro, nè dei suoi segreti.. nulla di nulla. Ha sempre preferito la compagnia delle sue colleghe di lavoro a quella mia... ha sempre raccontato i segreti più grandi a loro e a mio fratello. Non a me. Era già tanto se mi dicesse l'ultimo paio di scarpe che si era comprata da Tiffany. 'Io preferirei andare in un bar per fare colazione, ho fame.'-disse Michael, toccandosi la pancia, il che mi fece ridere. 'Anche per me va bene!' risposi. 'Ok, allora tutti a fare colazione da Starbucks!'-disse mia Mamma indicandolo e sorridendo. **** 'Bene tesoro, ora che abbiamo fatto colazione, possiamo anche vedere come sarà questo tuo nuovo ambiente scolastico. Cosa ne pensi?'-disse, guardandomi e sorridendomi in attesa di una risposta positiva. 'Per me va bene.' 'Ricordati che anche io la devo vedere!'-disse Michael, intromettendosi. 'Sì, lo so,Michael.'-rispose mia madre, tra lo sbuffare e una risata. Avere la scuola vicino casa.. sarebbe stato un vantaggio o uno svantaggio? Come vantaggio posso anche andare a piedi e non consumare benzina.. in questo modo non avrei sentito le lamentele di mia mamma. Lo svantaggio era che se qualche giorno io decida di non andarci e far finta di essere malata, per svignarmela, mi potrebbero scoprire eccome. Quindi? La mia decisione(e quella di Michael) di voler vivere nel caos della città, si contrastava decisamente con quella di mia madre. Dopo una pacifica discussione(credo) di circa una mezz'oretta, entriamo in accordi e la maggioranza vince.. si va a vivere in città. **** Il signor Handerson ci ha venduto la sua proprietà che voleva vendere da mesi. Il signor Handerson è uno stretto ex collega di mia madre, e sapere che lavorava qui per vendere le sue proprietà è stato un vantaggio fin da subito. La casa è gradevole: molto grande, con uno spazio nel giardino piacevole per ospitare un enorme piscina. "Ragazzi, preparartevi che dobbiamo andare!"-dice Mamma dalla cucina, dove andò a posare le chiavi. Decido di salire in camera, aprire qualche valigia del viaggio e pormi la fatidica domanda..."Che mi metto?" "Potrebbero esserci ragazzi carini, allora meglio mettere qualcosa di bello", questo penserebbero tutte le altre ragazze sulla faccia della terra. Ma non io, non mi sento una di loro. Io ho un metodo tutto mio. Chiudo gli occhi e prendo un vestito a caso. Beh, non sempre funziona nel miglior dei modi, ma spesso sono soddisfatta del risultato. Sarà il mio intuito di donna, credo. Neanche a farlo apposta, prendo il vestito corto e attillato di un viola floreale che mi regalò mesi fa Mary, la mia migliore amica. 'Bene. Attillato come sempre.' penso fra me e me, guardandomi allo specchio. Appena esco dalla camera mio fratello mi guarda confuso e mi dice: 'Ehm, per caso hai scambiato quella scuola per una discoteca aperta il giorno?' disse, squadrandomi dalla testa ai piedi. 'No, semplicemente ho usato il mio metodo!' 'Questa volta, hai pescato male, fidati.'-disse mio fratello. 'Tu piuttosto mettiti qualcosa di diverso, sei monotono.' 'Almeno io metto qualcosa adatto e accettabile.' 'Zitto va..'-dico io guardando la parete. Litigate pacifiche assicurate. Sempre. Dopotutto, siamo così diversi. **** Che caos. Avrò di sicuro una classe numerosa. 'Salve, avvicinatevi, è libero.'-dice la "signora delle iscrizioni". 'Buongiorno, potrei iscrivere mio figlio Michael Brooks e mia figlia Shine Brooks?'-disse Mamma con fare disinvolto e socievole allo stesso tempo. 'Sì signora, vada nella sala d'attesa a compilare il modulo di iscrizione'-disse la signora consegnando i due moduli. Ci rechiamo nella sala d'attesa, e la Mamma si siede al tavolo per compilare i due moduli. Senza accorgermene, mi siedo e capito accanto ad un ragazzo, dagli occhi nocciola, vestito coordinato e dal sorriso contagioso. 'Ciao, sei nuova o hai accompagnato tuo fratello?' 'Ehm, ciao..no, sono nuova, piacere Shine Brooks..'-gli dico imbarazzata, porgendogli la mano. 'Piacere, Justin Bieber. Hai un bel nome, sai?' 'Grazie, anche il tuo non è male....' 'E sei anche carina. Il vestito ti dona molto. Di solito non capitano ragazze carine come te qui'-disse guardandomi, con un fascino e un fare simpatico che non avevo mai visto prima. 'Stai cercando un modo per attaccare bottone, mr. biebere?' gli rispondo, ridendo. 'No no, dico solo quello che penso.' 'Io non dico mai quello che penso.' rispondo, abbassando lo sguardo. 'Perchè?'-chiede lui, con fare curioso. 'Mi conviene, sai, preferisco non fare figuracce.' 'In che senso?'-chiede confuso. 'Non posso dirti quello che penso su di te in questo momento.' Mi guardò colpito. 'Ohw, va bene, non c'è problema, so cosa pensano le ragazze di me'. risponde ridendo, con una mia smorfia a seguito. Okay, è risaputo. La mia prima figuraccia in una nuova scuola con il ragazzo più carino visto fin'ora. Diciamo che faccio progressi con le mie figuracce. Non male.
   
 
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