Fanfic su attori > Alan Rickman
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Autore: Elisa_Pintusiana_Snape    04/07/2014    1 recensioni
Alan invita la collega Emma Watson a passare del tempo con lui nella sua casa a Londra. Emma troverà qualcosa che la riporterà alla vita di Alan.
Dal testo:
Con quale permesso e con quale faccia tosta sto mettendo naso nella vita di una persona la quale non mi ha autorizzato?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rimise tutto nella scatola in modo confusionario, rimise quest’ ultima nel fondo dell’ armadio e si alzò giusto in tempo per l’ arrivo di Alan “E’ pronto” disse lui sorridendo “Un attimo, arrivo, devo finire di sistemare una cosa” disse Emma che si era ritrovata in mano la felpa celeste “Va bene ti aspetto” Poco dopo scese le scale e si diresse in cucina. La cucina era grande spaziosa e anche questa sembrava appena uscita da una rivista di case all’ ultima moda. Il tavolo era di vetro nero e i piatti pieni di riso fumante risaltavano sul nero del tavolo per via del loro colore bianco. Emma non riusciva a essere naturale, per lo meno non dopo aver capito quale sofferenza si nascondesse dietro ad Alan. Si misero a sedere e cominciarono a mangiare “Buonissimo, sei un vero cuoco” disse Emma inebriata dal sapore del riso “Grazie mille” rispose lui “Tu assomigli incredibilmente a un cantante lo sai?” “Davvero?” rispose ridendo Alan “A chi?” “E’ italiano si chiama Renato Zero, mi pare” “Ah sì?” chiese sorpreso Alan “Cioè, in realtà lui assomiglia a Piton più che a te per via dei capelli neri, ma i tratti del viso si assomigliano” Alan sorrise “Ah, che cosa divertente. Il gemello di Piton. Come lo hai scoperto?” “E’ un cantante che in Italia è molto famoso. Inoltre guardando video di Harry Potter ne ho trovati alcuni dove ci sono immagini di Piton con in sottofondo alcune sue canzoni” Alan immerse il cucchiaio nel riso e lo portò alla bocca “Allora voglio vedere questi video, poi semmai li andiamo a vedere” “Certo” rispose sorridendo Emma Devo essere naturale, come se non sapessi nulla della sua vita. Non sopportava più la tensione, si sentiva male ad aver scoperto cose private di Alan. Lui si alzò e cominciò a sparecchiare mentre Emma rimase lì a sedere guardandolo. Sembrava ancora un ragazzo, sia per come parlava, per come vestiva e anche per la forza che aveva ancora nei muscoli, ma aveva lo charme di un perfetto lord inglese e l’ eleganza di un signore. Questa Rima non capisce nulla. Fu questo il pensiero di Emma alla vista del sorriso che Alan le aveva rivolto. Dopo aver attaccato la lavastoviglie si sedettero sul divano col computer portatile e cominciarono a guardare quei video che Emma aveva raccontato ad Alan “Mio Dio non ci credo” disse ridendo Alan alla fine della maratona di video “Eppure credici” rispose Emma “Quel cantante è la copia sputata di Severus” “Incredibile” disse Alan poggiando il portatile sul tavolino da fumo che si trovava davanti a loro. Emma si alzò ed andò ad osservare alcune foto poste sul caminetto “Ti manca?” chiese la ragazza castana sfiorando leggermente le cornici contenenti foto simili a quelle che aveva visto nella scatola “Chi?” chiese Alan Forse non ne vuol parlare. Lascia stare Emma, lascialo stare. “Questa donna” “Rima dici?” chiese Alan alzandosi e guardando le foto con occhi velati di tristezza “Ehm.. Sì” “Altroché” rispose Alan prendendo in mano una cornice che conteneva una foto davvero bella: lui e Rima vestiti eleganti che si davano un bacio, lei aveva un mazzo di rose rosse in mano “Questa è stata scattata per San Valentino” disse accennando un sorriso dovuto alla malinconia “Era una bella donna” constatò Emma “Bellissima. Era una donna forte, determinata, che sapeva anche essere dolce, gentile. Era ciò che di più amavo” stava per piangere “Come mai è finita tra voi?” Sono solo una stronza, sto infierendo nel dolore di un uomo distrutto Alan non sembrò disturbato dalla curiosità di Emma, era forse disturbato dall’ effetto che aveva su di se, nonostante fosse passato un anno, la mancanza di Rima nella sua vita. “E’ finita e basta. Un giorno se n’è andata, mi ha lasciato una lettera dove mi diceva addio” “Mi spiace” commentò Emma addolorata “E’ la vita” disse Alan posando la foto sul caminetto “E’ questa vita che fa questi maledetti scherzi” “Ma.. Perché conservi le sue foto?” “Perché io la amo, la amo con tutto me stesso e non ho mai smesso. Lei se n’è andata, ma io continuo ad amarla” Alan guardò un attimo gli occhi scuri di Emma fissarlo accuratamente “Che cosa patetica eh?” disse Alan scompigliandosi i capelli leggermente “No” lo bloccò Emma abbracciandolo “Non è patetica Alan, non lo è” Lui sorrise per tanata dolcezza “Emma, Emma” disse accarezzandole la schiena “Spero non ti capiti mai piccolina” Emma sorrise “Piccolina? Ho quasi 24 anni” “E io quasi 67” rispose Alan ridendo Entrambi risero. E’ proprio vero che con gli amici tutto passa, per fino le sofferenze Passarono la giornata in casa chiacchierando allegramente e cucinando pizza, o almeno era l’ intento. “Alan la pizza non si fa così!” disse Emma che, sporca di farina in viso, stava mostrando ad Alan come impastare bene la pasta per la pizza “Sei brava” constatò Alan compiaciuto inarcando un sopracciglio “Grazie. Sai io sono nata in Francia, mamma francese.. E la Francia tocca l’ Italia..” “Interessante” disse Alan notando ogni gesto che faceva Emma, muovendo la pasta ed infarinandola per bene con un tocco delicato della mano. “Però non tutti la sanno fare la pizza, per lo meno non tutti i francesi” continuò Emma stendendo la pasta con il mattarello “Il punto è che ho sempre amato informarmi e così..” “E così hai scoperto il ‘gemello’ di Piton e la ricetta della pizza” continuò Alan sorridendo. Anche Emma sorrise sistemando la pasta dentro a una teglia “Ti aiuto” disse Alan. Dopo due ore avevano già finito di mangiare “Squisita” disse Alan mettendo i piatti nella lavastoviglie “Lo penso anche io, siamo stati bravi” rispose Emma Si diressero in salotto ed Emma si stese sul divano esausta “Stanca?” chiese Alan mentre accendeva il televisore “Un po’ ” disse Emma accucciandosi tra le braccia di Alan “Vuoi andare a dormire?” “No” “Come vuoi. Ti va di vedere qualche film?” Emma annuì e facendo zapping trovarono un film carino, una commedia. Era la storia di un uomo che voleva diventare famoso, ma gliene succedevano di tutte e di più “E pensare che per me è stato così facile arrivare al successo” constatò Emma ripensando a come il successo si fosse presentato sulla soglia di casa sua dopo la saga di Harry Potter Alan sorrise “Il facile è relativo. Per una persona non brava come te sarebbe stato più difficile magari” “Penso che dovrebbero fare una commedia su come sia difficile restare in alto e non solo arrivarci. Tutti credono che una volta che sei arrivato in alto tu ci possa rimanere, non hanno idea” Alan sorrise “Anche stare in basso non è un gioco” “Lo so” “Finiamola di fare i poetici” disse Alan ridendo “A quest’ ora non ci riusciamo a impartire lezioni di vita” Emma rise, quando rideva i suoi occhi castani si riempivano di luce, erano come un paio di scure gemme che risaltavano sulla carnagione bianca, avevano un effetto spettacolare e Alan se ne accorse. Il film era abbastanza lungo e aggiungendoci le pubblicità arrivarono a mezzanotte e mezzo che il film era appena terminato. Alan con la voce impastata dalla stanchezza bisbigliò a Emma se fosse stanca , ma questa non rispose allora Alan accese la luce e notò che la ragazza si era accovacciata su se stessa e stava dormendo. Alan fu intenerito da Emma. Non sapeva per cosa.. Forse per il suo modo di dormire, forse per il viso dolce, quasi angelico che aveva mentre sognava. In un attimo si ritrovò a pensare a cosa potesse sognare “Che idiota che sono” si disse Alan mentre sollevandola di peso la portava in camera. La adagiò sul suo letto coprendola “Buona notte” le sussurrò piano all’ orecchio.
  
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