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Autore: Nisi    04/01/2005    17 recensioni
Harry Potter da solo non ce la può fare a sconfiggere Voldemort. E neanche i Grifondoro da soli ce la possono fare. L’unica possibilità è che le quattro case dimentichino i loro contrasti e si uniscano. Così, almeno, dice una profezia vecchia di secoli. Nel frattempo, Voldemort ed i suoi Mangiamorte raccolgono le forze. Ma chi sarà a dare una mano ad Harry? Che strano legame magico si creerà tra i componenti del gruppo e perché? Tinte fosche, situazioni tragicomiche, un amore difficile e la nascita di un’amicizia alquanto improbabile. Ginny/Draco, ma anche altre coppie.
Genere: Avventura, Commedia, Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: Draco/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa ff si divide, più o meno in due parti: la prima parla della vita a scuola dei ragazzi ed è piuttosto ridicola in certi punti. poi, invece, la seconda parte è molto dark, cupa, abbastanza angosciante... spero vi piaccia Note: i primi capitoli di questa fic sono già stati pubblicati sul sito di Morgana. ho fatto modifiche, tagliato ed aggiunto qua e là. spero la storia ne abbia guadagnato..

ringrazio di cuore Annina, per essere la mia migliore amica e per aver letto questa ff in anteprima, così come Sara (Saiaaa!!!). .

Ringrazio Hermione4ever per il sostegno e l'amicizia (sei troppo forte!), Rudy per lo stesso motivo e per gli swing a 200 all'ora e Arlieen Greenleaf Luce nel buio per avermi mazzulato a fin di bene.

La stanza era in penombra, gli scuri abbassati quasi completamente. La figura stesa sul letto di quella stretta cameretta era profondamente addormentata nonostante fossero ormai passate le dieci di mattina e nonostante il caldo soffocante che pervadeva quella stanzetta.

“tap tap” un discreto bussare sulle persiane..

Nessuna risposta, la persona continuava a dormire..

Ed ancora:”Tap tap tap”.

Finalmente:”Mmmmmmhhhhhhhh?????????”.

“tap tap tap tap”.

Una figura scarmigliata emerse dal letto, controvoglia..

Harry cercò a tentoni i suoi occhiali, li inforcò ed aprì gli scuri..

Un piccolo gufo entrò nella stanza, andandosi a posare sullo schienale della sedia. .

Leotordo, il gufo di Ron, gli porse una zampina ed Harry prese il piccolo rotolo di pergamena..

Offrì da bere al gufo, sotto lo sguardo di disapprovazione di Edvige..

Harry si lasciò cadere ancora una volta sul letto e cominciò a leggere.

Ciao Harry, .

tutto bene? Spero di sì! qui alla tana è tutto tranquillo, da quando Fred e George si sono trasferiti, di esplosioni non ce ne sono più. Secondo me, la mamma non è molto felice, perché non ha più pretesti per mettersi ad urlare e prendersela con nessuno..

Ci vieni a Diagon Alley dopodomani? Compriamo i libri e poi Fred e George devono farci provare la loro ultima invenzione..

Per favore, rispondi presto, perché questo dannato gufo ci mette una vita a portare la posta, io non ho mai capito perché..

Beh, allora a presto.

Ron.

p.s. hai più sentito Hermione? Da quando è andata in Bulgaria non ho avuto più sue notizie..

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Harry si passò le mani tra i capelli. . .

Un paio di giorni prima, era arrivato da Hogwarts l’elenco dei libri necessari, insieme ai risultati dei GUFO, sospettava che per Pozioni e Divinazione ci fosse stato lo zampito di Silente o della McGranitt align=left> Almeno un giorno sì ed uno no, riceveva posta da uno o più dei componenti dell’ordine della fenice che chiedevano notizie, Tonks gli inviava lettere buffissime..

Avevano preso molto sul serio la promessa che gli avevano fatto a KingCross, poco tempo prima e Ron era stata una delle persone che più gli aveva scritto. E tutte le volte gli chiedeva se avesse sentito Hermione..

Hermione. Bell’affare: Hermione gli scriveva ogni settimana, ma gli aveva fatto promettere, pena di non aiutarlo mai più nei compiti, di non dare nessuna sua notizia a Ron, che si trovava con la famiglia a Grimmauld Place. Evidentemente, l’ultima lite era stata troppo anche per lei: era andata a passare le vacanze in Bulgaria, a casa di Viktor Krum e Ron era andato su tutte le furie quando lo aveva saputo..

Ne era seguita una lite terribile, Ron aveva completamente perso le staffe ed Hermione gli aveva voltato le spalle, senza dire una parola e se ne era andata dal quartier Generale dell’Ordine. Quando Hermione gli aveva scritto la prima volta, era già a casa di Krum e gli aveva chiesto di non far sapere NIENTE di lei a Ron..

Harry scrollò le spalle ed andò a fare colazione..

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Era passato più di un mese da quando Harry Potter era rientrato da Hogwarts per passare insieme ai Dursley le sue vacanze estive. Un mese di domande, di paure, di tristezza, ma soprattutto di dolore, causato dalla morte della persona che sentiva vicina come un padre. Sirius Black. Sirius. Ucciso davanti ai suoi occhi da Bellatrix Lestrange. Era passato troppo poco tempo, la ferita era ancora troppo recente. Nel giardino di casa Dursley, circondato da alberi pieni di uccellini cinguettanti, Harry desiderò di morire. Già, non sarebbe una grande fatica, no? Mi basta cercare Voldemort e gli chiedo gentilmente di farmi fuori una volta per tutte. Anche perché se lui non uccide me, io devo uccidere lui. Harry si sentì morire dentro un’altra volta, ancora un’altra volta. Devo diventare un assassino… oppure morire nel peggiore dei modi possibili, o finire come i genitori di Neville, ricoverati al San Mungo, incapaci di riconoscere il loro unico figlio. Si sentì schiacciare da questo peso immane..

Dalla casa proveniva il rumore di zia Petunia che sfaccendava in cucina. Lo zio Vernon e Dudley erano andati in città a comprare un nuovo modello di Playstation e mentre zia Petunia era occupata, Harry poteva godere di un momento di relativa tranquillità…. Almeno apparente. Incapace di resistere al dolore, Harry nascose il viso nelle sue ginocchia piegate e pianse, silenziosamente, tutte le sue lacrime… per Sirius, per sé stesso, per tutto quello che stava capitando alle persone che amava….

Harry sentì qualcuno avvicinarglisi. Alzò gli occhi e vide sua zia Petunia, in piedi al suo fianco che si tormentava le mani sfregandole una contro l’altra. I suoi occhi erano puntati al suolo..

Harry era sempre più sbalordito:”Zia Petunia, ma cosa….”.

Sbuffando, Petunia, cominciò a strisciare il piede sul prato ben curato di zio Vernon, Harry che la fissava attonito come se la vedesse per la prima volta. Dopo pochi secondi, la donna prese a parlare piano:”Ho saputo del tuo padrino, Sirius Black…. Io…. Sono spiacente”..

Harry scosse la testa e quasi quasi avrebbe trovato comica la situazione. Sua zia non riusciva mai andare oltre alle maniere formali, con lui…..

Il silenzio cadde tra di loro per parecchi minuti. Petunia scrutava con attenzione il platano alla sua sinistra, Harry le proprie ginocchia. .

“Come fai a sapere di Sirius?” chiese Harry quasi sovrappensiero.

“E’ stato Silente, chi altri?” disse Petunia stringendo le labbra una piega amara. “mi tiene informata, e poi lo conoscevo, Sirius Black, intendo: è stato qualche volta a casa nostra, prima che tua madre e tuo padre si sposassero”.

“Ah” fece Harry con voce incolore.

“si” confermò Petunia, sebbene non ce ne fosse alcun bisogno “impossibile dimenticare due disastri di quella portata, una volta che ti sono capitati in casa”.

Harry si girò a guardare la zia: aveva pronunciato quelle parole con un astio ed un’acredine che non si sarebbe mai aspettato, neppure da parte di Petunia che di certo non era l’essere più dolce di questo mondo, babbano o magico che fosse..

“Sicuro! Già! Non bastava avere per casa tua madre con le tasche piene di esseri orribili… no, doveva portare anche quei due…..” Petunia fece una pausa e si morse la lingua. Non osava parlare male di James in presenza di Harry, si ricordava troppo bene della zia Marge e di quello che le era successo “…. suoi amici…”.

Petunia si schiarì la voce:”e comunque, mi spiace per il tuo padrino. E, come già sai, ho promesso a Silente che potrai sempre tornare a casa nostra. Lo sai che è per proteggerti. Ma mettiti in testa questo, Harry Potter, non sono felice di averti in questa casa, né lo sono mai stata. Ma non chiedermi di volerti bene, questo va oltre le mie forze. Anche se ti sono grata per aver salvato Dudley dai Dissennatori”. Senza altre parole, Petunia fece dietrofront e tornò in casa.

   
 
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