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Autore: Fumoecenere_15    04/07/2014    1 recensioni
Riconoscerti, seguirti, far dipendere le mie giornate dal modo in cui stai a guardare ore il cielo, perdere chiunque pur di starti vicino, perdere me stessa, la mia droga, l'amore che mi rovina.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti riconosco ancora da lontano, il tuo passo non è cambiato, forse cammini più lentamente, hai i polmoni bruciati, non corri veloce, non insegui gli autobus, non lo fai perché sei stanco.
Porti le cuffie, per una volta ho immaginato che canzone stessi ascoltando, mi domandavo se come me ti soffermi sul testo, se immagini che tutto intorno si fermi e che quella canzone, la canzone che tu stai ascoltando sia la colonna sonora di tutto ciò che ti circonda, me lo chiedevo perché continuavi a fissarmi, forse vagamente, quasi sicuramente pensavi a lei, invece io, io ti guardavo ed eri bellisimo e ti ho riconosciuto da lontano, ho accellerato il passo, ti ho inseguito e poi ho finto di averti incontrato per caso, è così che faccio.
Ti inseguo, non seguo me, seguo il tuo passo e poi fingo che il caso mi abbia portata a soffermarmi, a salutare le tue guancie bianche e piene di lividi.
Non seguo più me o forse non ho mai scelto da sola la strada da prendere, perchè quando sei sola è più semplice che hai paura, che ti perdi, che non sai come tornare indietro, mentre con te se mi perdo so sempre dove arrivo, ho paura ma dura poco, se ci sei tu, lì è a casa.
E nessuno mi spiega come mai va così, va così e basta, è una legge, ma è dura seguire le regole in amore.
Allora mi perdo, e perdo tutto. Perdo chi mi è stato vicino, perdo il coraggio, la pasienza, la meraviglia, lo stupore, la felicità improvvisa, come quando ti riconosco da lontano e lo sai che da lontano ho paura che tu vada più veloce e che comincio a correre? Così ti raggiungo.
Ma è una paura incondizionata, perché lo so che tu non puoi andare più veloce, che ti si irrigidiscono i piedi e la voglia di superare il passo non riesce nemmeno a sfiorarti.
Ed è proprio così, so che non puoi andare oltre, che il tuo limite è questo e sto quì a rincorrerti, ma è una corsa faticosa fatta sul posto.
E adesso chi sono io? Non ritrovo la mia identità in niente, cerco un po' d'amore, il primo che mi capita lo prendo sotto braccio come fosse acqua nel deserto, mi immergo nella bellezza delle cose che ho perso, penso a quanto sia bello rimpiagere se stessi e rimango vaga, ti ammiro.
Mi lasci le ferite aperte e io continuo a soffiarci sopra dicendo che tanto prima o poi si chiudono, ed è vero, se solo non mi lasciassi le cicatrici in rilevanza.
Oggi eri triste e stanco, per un momento pensavo che potessi strapparmi uno dei tuoi sorrisi ma eri occupato ad essere assente e nessuno si accorgeva di quanto lo ero io, spingevano il mio cadavere e mi strattonavano urlandomi contro che non li ascoltavo, ma non riuscivo a sentirli, dentro di me avevo quella musica, quella musica assordante, era la canzone che stavi ascoltando e riuscivo a sentirla, la sapevo a memoria oggi, adesso l'ho già dimenticata.
Tirava vento e sapevi che la tua sigaretta non si sarebbe accesa, ma riprovavi e meledicevi il tuo stupido accendino.
L'aria era rigida, eravamo tutti soli anche se insieme ed io avrei voluto chiamare qualcuno ma ti ho visto e stavi accellerando il passo quindi non potevo lasciarti scappare.

Insieme, sparsi tra la folla ed in qualche modo anche uniti, pensavo che fosse colpa del tuo accendino maledetto, che per quello la sigaretta non si era accesa, invece no, era il vento che spegneva la fiamma, non era il momento giusto per appiccare fuoco.
L'altra volta però l'aria era quiete e a te non è nemmeno passato per la testa di fumarti le tue marlboro.
Ma perché sfidi le burrascose tempeste, proprio come la mia vita?

Ho finto che mi servisse un poco d'aria, quando l'aria l'avevo intorno e mi sono allontanata, c'erano i tuoi occhi lontani che a vederli da un'altra prospettiva pensavo anche di essere più forte di loro.
Mi sono resa conto che ero di nuovo sola, anche se prima eravamo soli, da soli insieme, allora non avevo mai smesso di essere sola, ma con te era come se ci fossero tutti, come se avessi chiamato tutti i miei amici e li avessi radunati nello spazio di sole che c'era oggi tra un'alga marina e la sabbia, come se fossero tutti lì quando in realtà c'eri solo tu.
Ho provato a cacciare via i dubbi quando i tuoi occhi erano già lontani, quando mi sono trovata pallida, e sai chi c'era? nessuno.
E sai cosa dicevano tutti? 
"Ma dove ti sei cacciata? Pensi solo ai fatti tuoi, non ti importa più di nessuno"
E mi è sembrato come quando finalmente hai acceso la tua sigaretta nonostante il vento, mi è sembrato che il fuoco avesse vinto sul vento.
Mi è sembrato di aver sbagliato direzione, di aver scambiato la strada, perché io oggi non volevo andare al mare, non mi piace condivedere lo spazio tra le alghe e la sabbia, però ti ho rincorso e non era quello che mi ero programmata questa mattina.
Mi rubi tutto ma tu non stai facendo nulla. E forse è vero quel: "pensi solo ai fatti tuoi"
perché agli altri non importa se a te nemmeno stai dedicando un secondo, se sei lontano, lontano anche da te stesso, ti diranno che sei scomparso e assente e ti daranno dell'egoista.
Oggi anche il mio cervello mi ha urlato contro che sono un'egoista, che dovevo andare in un altro posto e ho rincorso quello che si porta l'accendino scarico, mi ha detto che adesso nessuno è in grado di capirmi che se continuo così mi perdo solamente.
Io non ho fatto nulla oggi, nemmeno ieri, quasi certamente non farò nulla nemmeno domani, ma continuerò a seguirti, vorrei solamente che domani  io non ti riconoscessi da lontano.


 
   
 
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