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Autore: Valindre    05/07/2014    1 recensioni
"Louis le era entrato nelle ossa, nel cuore e in ogni suo respiro. Era diventato parte di lei e adesso Julie non sapeva come liberarsi della sensazione di vuoto che le divorava lo stomaco e della sua continua voglia di piangere.''
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                       Stay

 
Una folata di vento scosse i capelli di Julie. Non rabbrividì; non sentiva più freddo da quando non c’era Louis. E perché avrebbe dovuto se non c’erano le sue magre e forti braccia a circondarle i fianchi, riscaldandola?
E poi, in realtà, da quando lui non c’era, lei non faceva molte cose.
Non ascoltava più la musica, perché ogni singola parola sembrava parlasse di lui.
Non parlava più con la sua migliore amica Nicole, perché voleva qualcuno da incolpare per la sua stupidità, e adesso si sentiva incredibilmente in colpa.
Non guardava più “I passi dell’amore’’, perché non c’era più il suo migliore amico a guardarla divertito e ad asciugarle le lacrime.
Non ascoltava con attenzione le parole delle persone, perché se non era la sua voce sottile e cristallina, nulla riusciva a destare la sua attenzione.
E, da quando lui non c’era, doveva ricordarsi di respirare, doveva ricordare ai propri occhi di non cercarlo in mezzo alla folla, di non cercare tra le facce delle persone una sua somiglianza e doveva ricordare al suo cervello di dimenticare il suo viso, il suono della sua risata e le farfalle nello stomaco. Perché sì, le farfalle nello stomaco e l’opprimente sensazione che l’assaliva quando lo pensava erano le uniche cose che riusciva ancora a sentire, le uniche cose che le erano rimaste di lui, oltre alle fotografie attaccate al muro ancora da stracciare e i vecchi regali da buttare. 
Louis le era entrato nelle ossa,  nel cuore e in ogni suo respiro. Era diventato parte di lei e adesso Julie non sapeva come liberarsi della sensazione di vuoto che le divorava lo stomaco e della sua continua voglia di piangere.
Lui non sapeva restare e lei non sapeva andarsene.
Julie alzò gli occhi al cielo, osservando il cielo grigiastro di Londra. Le piaceva quel tempo, il freddo che le penetrava fin dentro le ossa e che la costringeva a ripararsi sotto le coperte, con una tazza di cioccolata calda tra le dite a riscaldarle la gola.
E poi, quel tempo, rispecchiava il suo umore. Ma quel giorno Julie avrebbe preferito che fosse stata una giornata afosa e soleggiata –anche se era impossibile dato che si trovava a Londra-, perché il freddo e il cielo coperto di nuvole le ricordavano troppo quella giornata passata a Parigi.


Julie non sapeva cosa ci faceva lì a Parigi. Lei, al contrario di Louis e Nicole, odiava la Francia, e non ci avrebbe mai passato il Natale.
Ma Nicole l’aveva sollecitata così tanto –“Andiamo, non puoi nasconderti dietro questo sentimento finché non passa, vai da lui e confessagli il tuo amore, e a chi cazzo importa se lui è fidanzato con Eleanor, tu sei molto meglio. E comunque, se va male, ci siamo fatte una vacanza a Parigi, no?’’ mi aveva detto, con la sua solita finezza, pulendo i suoi grandi occhiali blu- che alla fine si era convinta.
E adesso che si trovava di fronte a lui, con gli occhi pieni di lacrime, avrebbe tanto voluto trovarsi nel suo piccolo e confortante appartamento.
Aveva deciso di seguire il consiglio di Nicole e confessare tutto ciò che provava a Louis, e ora lui la guardava come se fosse pazza.
«Juls, mi dispiace io non volevo farti soffr…» incominciò, lo sguardo desolato.
«Louis, credimi, mi hai già ferita ignorandomi mentre io ti amavo con tutta me stessa» disse. Non riuscì a trattenere un singhiozzo mentre parlava. Sapeva che non era colpa sua, che forse stava esagerando e che Louis non poteva farci nulla. Infondo era stata lei la stupida illusa che aveva creduto di avere una possibilità.




Julie guardò lo sfondo del suo cellulare, che ritraeva una foto di lei e Nicole, in cerca di messaggi o chiamate perse. Nessuna.
“Sono sola’’ pensò. Forse non era così, ma era quella la sensazione che le attanagliava lo stomaco.
E non ne poteva più di quella solitudine che sentiva dentro di sé, che la distruggeva ma al tempo stesso la confortava e la faceva sentire bene. Un po’ come il posto in cui si trovava: un vecchio parco, un po’ fuori la città. Era il luogo in cui andava quando si voleva isolare da tutti, anche se, dopo un paio di anni, era divenuto il luogo preferito anche di Louis, che, in cerca di un po’ di tranquillità dalle fan e dai paparazzi, se ne stava seduto con la sua migliore amica fino a tarda sera.
Era davvero triste per lei passare il trentuno Dicembre da sola, in un luogo che a quell’ora, diventava inquietante. E forse fu per quel motivo, o per la troppa nostalgia del ragazzo di cui era innamorata, che Julie prese il cellulare tra le dita, pensando a ciò che doveva scrivere nel messaggio che avrebbe inviato.

A: Lou 
“Ehi Lou, come stai? Lo so che sono passati pochissimi giorni da quando ci siamo visti, ma mi manchi. Mi manca il mio migliore amico e ho bisogno che tu mi prometta di restare. Non farmi passare il trentuno dicembre da sola, non farmi passare il resto dei miei giorni senza di te.
Resta e promettimi che ci saranno altri “Ti voglio bene’’, altri abbracci, altre notti insonni passate nel nostro parco parlando. Vieni qui a farmi compagnia, porta anche lei se vuoi, ma non privarmi della tua presenza, dei tuoi occhi e del tuo sorriso. Posso mettere da parte tutto, Lou, tutti i miei sentimenti, devi solo promettermi di restare.
E mi dispiace essermela presa con te l’altro giorno, è solo che è difficile non innamorarsi di te, ma ancora più difficile è la consapevolezza che tu non sarai mai mio, ma posso accettarlo, se resterai al mio fianco.
E poi infondo devi mantenere la tua promessa, no? La promessa che hai fatto due anni fa, quando ci conoscevamo da qualche mese. Ci eravamo promessi non lasciarci mai andare, e io sto cercando di mantenerla, promettimi che lo farai anche tu.
E anche se so che non torni, ci spero comunque, perché ci tengo troppo a te e solo l’idea di perderti mi fa inorridire.
E sai, una volta ho letto una frase che diceva “Lotterei con una mano contro il mondo, se tu mi tenessi l’altra’’, e in questo messaggio ti sto chiedendo proprio questo, ti sto chiedendo di tenere la mia mano, di stringerla forte e di non lasciarla andare, perché non posso dimenticarti, capisci? Infondo, come si può dimenticare la prima persona che ti ha fatto aumentare i battiti del cuore, che ti ha fatto tremare le gambe e sudare le mani? Non si può.
Vieni qui ad abbracciarmi, Lou, e resta.’’



Mentre Julie guardava lo schermo del mio cellulare, indecisa se inviare il messaggio o no, una frase di Nicole le rimbombò nella testa, tormentandola: “Una notte, forse, dopo aver avuto un brutto incubo, ti sveglierai e guarderai accanto a te, trovandovi il corpo di Louis che ti stringe in modo rassicurante. Questo però non succederà, se continuerai a nasconderti e a negare l’amore che provi nei suoi confronti’’. Forse furono quelle parole a convincerla, o il disperato bisogno di mantenere quella promessa che la spinse ad inviarlo. Se ne pentì subito. Ecco, era fatta. Aveva ancora una volta dato ascolto alla sua migliore amica, mettendo l’orgoglio da parte, e ancora una volta il suo cuore sarebbe stato ferito.
Un colpo di tosse la fece sobbalzare. Si girò, spaventata perché, infondo, si trovava sempre in un vecchio e isolato parco.
Lo sguardo chiaro e giocoso di Louis Tomlinson la osservava.
«Ehi!» la salutò.
«Cosa ci fai qui?» chiese, ignorando il suo saluto. Non voleva essere scortese, era solo un po’ scioccata.
«Mantengo la mia promessa»
Julie sorrise, un po’ perché stava realmente mantenendo la sua promessa, un po’ perché Louis aveva deciso di venire in quel parco ancora prima di ricevere il messaggio, visto che quest’ultimo gliel’aveva inviato qualche minuto fa, e infine perché la conosceva così bene da sapere dove trovarla in momenti come questi.
«Quindi resti?» Devo sembrare davvero stupida’’  pensò Julie.
«Resto» sorriso, sfoggiando un bellissimo sorriso.
«Eleanor?» chiese, l’ansia che le divorava lo stomaco.
«Si trova a Parigi» disse semplicemente.
Julie rise, coprendosi il viso con le piccole dita. «Non è divertente, non dovrei ridere ma…» non continuò la frase. Ben presto alla sua risata si unì quella di Louis, che si sedette al suo fianco, sulla sporca e verde panchina, levandosi la giacca di jeans per posarla sulle spalle esili di Julie.
«Stai bene» s’interessò Julie.
«Sto sempre bene quando sto accanto a te»
«
Adesso non fare il romantico però che mi fai sciogliere» cercò di scherzare Julie, nonostante le farfalle nello stomaco e il formicolio che sentiva in tutto il corpo non le dessero tregua. Quella frase provocò l’ilarità di Louis, che socchiuse gli occhi, ridendo spensieratamente.
 «Smettila di ridere così che mi viene voglia di baciarti» sussurrò Julie, senza pensare.
“Stupida, stupida, stupida!’
«Baciami, allora» disse Louis, non dandole neanche, però, il tempo di replicare, perché le sue labbra umide e sottili erano già poggiate su quelle carnose di Julie, mentre il suo profumo la stava già inebriando.


 
 
 
                                                                Ciao bimbi! 
Questa è la prima os che pubblico, quindi perdonatemi se fa schifo u.u.
Non voglio scrivere molto in questo “Spazio autrice’’ perché temo di parlare da sola lol, e poi sto morendo di sonno e fra un po’ mio padre mi ucciderà (sono troppo trasgressiva, I know).
Comunque sia, voglio solo dire due cose: la prima è che questa os è dedicata alla mia migliore amica Giulia, ti amo (non è vero) ragazzina!
 Poi voglio ringraziare Nightjngale per il bellissimo banner, per i suoi consigli, i complimenti,  per il suo aiuto e perché mi ha tenuto compagnia fino alle due. So, grazie Vero u.u!
 <3
 
 
  
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