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Autore: Aryana_    05/07/2014    1 recensioni
Era strano l'imbarazzo che si era creato tra di loro, quasi fossero due sconosciuti quando invece avevano condiviso così tanto, la loro infanzia, il primo giorno di scuola, i primi giri in bicicletta giù a lago per dare da mangiare alle anatre, il primo bacio, il primo “ti amo” sussurrato sotto la tettoia mentre fuori pioveva.
Poi Luke si trasferì e tutto cambiò.
Non si sono più visti per tre anni.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché anche il tempo passa





“Luke!”
Il ragazzo si girò di scatto dalla ringhiera su cui era appoggiato. Era bello, aveva un cappellino nero in testa con la visiera rivolta all'indietro, la camicia sbottonata che lasciava intravedere una maglia nera e un'espressione di completa incredulità sul volto.
Era decisamente più alto dell'ultima volta che lo aveva visto, ed aveva anche un piercing al labbro inferiore.
“June” si decise a dire poi, quasi in un sussurro.
June era cambiata un sacco, ma infondo le erano rimasti gli stessi occhi dolci del colore del cielo notturno e la stessa fossetta all'angolo destro della bocca che spuntava quando sorrideva. Aveva però un portamento più maturo, più elegante rispetto alla bambina che giocava a calcio con lui nel giardino, sporcandosi di terra e graffiandosi le ginocchia e, notò inevitabilmente Luke, aveva anche qualche curva in più: tutte nei posti giusti.
“Cosa... come... cosa ci fai qui?” chiese June avvicinandosi timidamente.
“Io... bè, sono tornato la settimana scorsa... mi avevano detto che eri in campeggio” gli rispose non smettendo un attimo di guardarle gli occhi.
Era strano l'imbarazzo che si era creato tra di loro, quasi fossero due sconosciuti, quando invece avevano condiviso così tanto, la loro infanzia, il primo giorno di scuola, i primi giri in bicicletta giù a lago per dare da mangiare alle anatre, il primo bacio, il primo “ti amo” sussurrato sotto la tettoia mentre fuori pioveva.
Poi Luke si trasferì e tutto cambiò.
Non si sono più visti per tre anni.
“Sì, ero in campeggio. Sono tornata stamattina, è stat-”
“Posso abbracciarti?” la interruppe Luke.
Senza rispondere June si tuffò a capofitto tra le sue braccia che la avvolsero completamente. La testa della ragazza era sprofondata nel petto di Luke che ad occhi chiusi le accarezzava i capelli biondi, com'era solito a fare.
June sentì una vampata di calore e si rese tristemente conto che molto probabilmente stava arrossendo, così nascose ancora di più il suo viso nel petto di Luke.
Non aveva intenzione di lasciarlo andare, gli erano mancati i suoi abbracci, quelli che la facevano sentire a casa ovunque.
Dopo una manciata di secondi, le braccia di Luke smisero di stringere e June delicatamente si allontanò dal ragazzo.
“Ma guardati, sei tutta rossa” disse lui ridendo.
“E' perché mi hai stritolata così forte che non riuscivo a respirare!” si difese lei e inevitabilmente, arrossì ancora di più.
“E' una bella festa, no?”
“Davvero? Non ci vediamo per tre anni e l'unica cosa che sai dirmi è che Tom Kenney stasera ha dato una bella festa?” June rise e diede una spinta a Luke, poi si appoggiò alla ringhiera accanto a lui e si misero entrambi a guardare verso l'orizzonte buio.
“Volevo rompere il ghiaccio” rise lui “sei cresciuta tanto”
“Bè anche tu. L'ultima volta che ti ho visto eri un tredicenne sfigato che si passava la piastra”
“Ei, tu eri innamorata di questo tredicenne!” subito dopo aver detto questa frase Luke se ne pentì amaramente.
June si voltò a guardarlo con una strana espressione nel volto. Tristezza? Fastidio? Incredulità?
“Scusa, mi è uscita male” si scusò imbarazzato distogliendo lo sguardo da June.
“Tutto ok” lo rassicurò “dopo tutto non è finita male tra di noi, siamo normali amici che si rincontrano dopo tanto tempo”.
June voleva alleviare l'imbarazzo, ma dicendo così creò solamente altra tensione che si insinuò tra di loro.
“Normali amici, certo” è per questo che siamo così impacciati, penso Luke “siamo amici. Normali.”
“Normalissimi” approvò lei “abbiamo passato tanti momenti da amici normali”
“Certo, come quando a sette anni ti ho tirato il pallone da basket in faccia e non mi hai parlato per una settimana” disse lui sorridendo a quel ricordo.
“Mi hai fatto svenire! Però è stato più divertente quella volta che abbiamo rotto la finestra di camera tua facendo la lotta con i peluche!”
“Oh mio dio me l'ero dimenticato! Eravamo davvero così sfigati da fare la lotta con i peluche?” Luke si girò a guardarla e cavolo, era bellissima mentre rideva, con la fossetta che si formava all'angolo della bocca... Senza riuscire a controllarsi, alzò l'indice e lo premette dentro la sua fossetta, June scoppiò a ridere e Luke continuò a farlo per altre quattro, cinque, sei volte.
“Lo facevi sempre da piccolo! Tornavo a casa che avevo tutta la guancia rossa per colpa tua” lo accusò lei togliendoli il dito dalla fossetta e nel farlo gli strinse la mano.
A quel tocco, entrambi smisero di ridere e imbarazzati tornarono a guardare altrove.
“Da piccoli eravamo un bel duo” riprese il discorso June.
“Ed è per questo che ci vestivamo da tartarughe ninja per sconfiggere il male”
“Dovremmo rifarlo qualche volta”
“Cosa? Vestirsi da tartarughe ninja?”
“No idiota! Passare un po' di tempo insieme, sai, prima che tu parta di nuovo” June alzò le spalle e lo guardò un secondo, distogliendo subito lo sguardo.
“Ma io non parto”
“Cosa?” Lui non parte. Luke è tornato. June pensò a come sarebbe stata la sua vita se lui non se ne fosse mai andato, sarebbero ancora una coppia? Probabilmente sì, lui era la persona che la conosceva meglio: il suo primo amico, il suo primo amore.
Sentiva che gli occhi le stavano diventando umidi e guardò in basso.
“Torniamo a vivere qui, nella nostra vecchia casa” continuò lui cercando il suo sguardo.
“E' meraviglioso” fu l'unica cosa che riuscì a dire lei. Poi si sporse dalla ringhiera e guardò giù verso il giardino “è arrivato Matthew”.
“Chi?” si sporse anche lui appena in tempo per notare un ragazzo moro che in quel preciso istante alzò la testa e saluto June, che gli sorrise. La verità gli crollò addosso devastandolo. “E' il tuo ragazzo?”
“Sì.”
June evitava il suo sguardo, la sua voce era poco più di un sussurro.
Che si aspettava? Che fosse rimasta lì ad aspettarlo? Il problema è che tornando avrebbe voluto ritrovarsi davanti la ragazzina di tredici anni che aveva salutato prima di partire.
Luke rimase immobile a fissare il vuoto, stringendo le mani sulla ringhiera talmente forte che le nocche gli diventarono bianche, June se ne accorse e delicatamente poggiò il palmo sopra la sua mano. Luke finse un sorriso sforzato per rassicurarla.
“Ei, sei qui!” quello che doveva essere Matthew si avvicinò a June e la strinse forte tra le braccia per poi baciarla.
Luke, non sopportando quella vista, rientrò dal terrazzo evitando tutti i suoi vecchi amici o compagni di scuola che lo salutavano e corse fuori nel giardino stringendo i pugni per scaricare la rabbia.
Che razza di cretino.
Quando l'aveva vista lì stasera aveva pensato a come sarebbe stato tornare con lei, ma non gli era nemmeno passato per l'anticamera del cervello che lei in tre anni avesse potuto farsi una vita e ora quell'idiota -perché si vedeva lontano un miglio che era un idiota- la stava stringendo, baciando... la sua June.
Prese a fare il vialetto avanti e indietro, stringendo i pugni e mordendosi il labbro inferiore.
Doveva assolutamente calmarsi.


“Chi era quello?” le chiese Matthew spostandole un ciuffo biondo dal viso.
“Luke, te lo ricordi? Ti ho già parlato di lui” Jude sorrise e lo prese per mano portandolo dentro. Non aveva voglia di parlargli e sperò che la musica alta che c'era dentro facesse crollare ogni possibilità di fare conversazione.
“AH QUELLO DI CUI HAI LA FOTO SUL COMODINO” urlò Matthew per farsi sentire. Jude annuì ed iniziò a ballare con lui.
Era vero, sopra il comodino aveva una foto che ritraeva lei e Luke da piccoli, avevano circa otto anni ed erano in mezzo al mare tutti e due sorridenti sopra ad un materassino verde.
Pensandoci non riuscì a trattenere un sorriso e con quel sorriso sulle labbra si alzò in punta di piedi per cercarlo attraverso la casa.
Ma non c'era.
“Scusami un attimo” disse all'orecchio di Matthew.
Lui cercò di avere una spiegazione e la prese per il braccio, ma lei si liberò con fare indifferente e si immischiò nella folla fino a raggiungere le scale che portavano al giardino.
Uscita all'aria aperta se lo ritrovò davanti, con i pugni stretti e un'espressione strana in volto.
“Tutto bene?” gli chiese.
Luke la guardò e annuì sorridendo “avevo caldo”.
Jude annuì e rimase lì a fissarlo mentre lui fissava lei, fino a quando i loro occhi azzurri non si incontrarono ed entrambi lessero nelle iridi dell'altro la verità.
“Facciamo due passi?” le domandò Luke continuando a guardarla.
“Io... credo che dovrei rientrare” June distolse lo sguardo e si fissò i piedi imbarazzata.
“Sì, hai ragione. Tornate dal tuo fidanzato del cazzo” il tono di Luke era aspro, arrabbiato, arrogante; e i suoi occhi erano lo stesso.
June lo fissò con disprezzo e si voltò correndo via da lui, correndo via dal suo passato.
Mentre saliva dalle scale la visuale le si appannò e le lacrime cominciarono a scorrerle calde sulle guance. Sembrava tutto così irreale e tutto così veloce. Come aveva potuto farle questo? Come? June scese di nuovo dalle scale e riemerse nel giardino vuoto, uscì dal cancello e rincorse Luke che era a pochi metri da lei.
Stava piangendo, ma non le importava se lui la vedeva in quello stato e cominciò a tirargli pugni sul petto e sulle braccia e lo spingeva via lontano da lei “Come hai potuto farmi questo!? Come hai potuto andartene e tornare dopo tre anni così all'improvviso!? Mi hai sconvolta, sapevi che mi avresti fatto quest'effetto! E io adesso cosa diavolo faccio? Dovrei fare finta di niente? Fingere che sia normale, tutto come prima? Non lo è! Non lo è e non lo sarà più, perché non può essere normale se ci sei tu! Non posso vivere la mia vita con Matthew se so che ci sei anche tu! Mi hai distrutto già una volta andandotene e adesso che sei tornato l'hai rifatto! Mi ero appena abituata a vivere una vita senza di te e hai rovinato tutto!” June piangeva e urlava e continuava a ripetere “tutto, tutto” tirando pugni sul petto a Luke, ma lui la strinse e smise di urlare continuando però a piangere stretta stretta tra le sue braccia.
“Va tutto bene” le sussurrò lui.
“Se quello che avevamo è vero, come puoi dire che va tutto bene?” June si tolse dall'abbraccio. Ora si era un po' calmata, si asciugò le ultime lacrime e riprese a parlare “io ti amavo”
“anch'io ti amavo” ammise Luke, e poi mordendosi il labbro “ti amo ancora”
A June scappò un'altra lacrima “come puoi dirmi questo?” sussurrò.
“Non c'è stato un giorno in questi tre anni in cui io non abbia pensato a te”
June fece una risata triste “E' incredibile, lo sai? Se solo mi chiedessi di mollare Matthew per te io lo farei subito, lo so che lo farei”
“Immagino che non possa chiederti una cosa così egoista” sussurrò lui cercando i suoi occhi.
June scosse la testa e si voltò per tornare alla festa.
Luke si passò una mano sul volto “ah fanculo!” imprecò “Jude!”
La ragazza si girò a fissarlo.
Entrambi presero a camminare l'uno verso l'altro, sempre più veloce, finché non si ritrovarono a corrersi incontro.
June sprofondò tra le braccia di Luke che le sollevò il mento e la bacio.
Un bacio di quelli teneri, delicati, sinceri. Quelle labbra gli erano mancate tanto, così dolci, morbide, delicate e piene d'amore.
Jude con gli occhi umidi alzò la testa per fissare Luke.
“Resto” gli disse.
“Cosa?”
“Se tu resti, io resto” gli appoggiò una mano sula guancia accarezzandolo.
“Col cavolo che me ne vado ancora, Jude” e così dicendo, le baciò la fronte.




nda: mi sento di darvi una spiegazione per quello che ho scritto. Ero molto indecisa sul pubblicare o meno questa one-shot, perché ho paura che sia troppo noiosa o troppo banale, ma alla fine mi sono decisa perché ero stufa di vederla lì ferma sul mio computer. Questa storia è abbastanza personale, dato che parla di una situazione che ho (quasi) vissuto in prima persona, ci ho messo tanto di me stessa qui dentro, per questo ci tengo tanto e spero che vi piaccia!
Se notate bene ad un certo punto ho anche inserito una frase di amnesia, sto andando matta per quella canzone! Diciamo che la ascolto in media venti volte al giorno haha :)
Ho descritto Luke in versione cappellino, perché col cappellino per me è la cosa più bella del mondo, cioè: guardate.
Ringrazio chiunque abbia avuto il coraggio di leggere fin qui, grazie!:)
Arianna. 

 
  
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