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Autore: Placebogirl_Black Stones    05/07/2014    9 recensioni
Davanti alla specchiera del bagno, non sono in grado di guardare la mia immagine riflessa.
Non so se sia per il disgusto che sto provando per me stesso, o perché la mia mente è troppo concentrata su quella striscia di polvere bianca che ho steso sul ripiano del lavandino.
Basterebbe un soffio per disperderla.
Basterebbe buttarla per eliminare le prove.
Ma ci sono cose che non possono essere cancellate, non è così?
Mi sento come un killer che uccide silenziosamente la sua vittima.
Il colmo di questa storia, è che la vittima sono io.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Reira Serizawa, Ren Honjo
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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UNFORGIVABLE SINNER

 

“Nana…Quando sono partito per Tokyo sapevo che non saresti venuta con me. Non perché non volessi cambiare città, ma perché l’idea che suonassi per un’altra donna ti stava lentamente uccidendo. Fra noi due, però, quello che è morto…sono io”

 

 

Davanti alla specchiera del bagno, non sono in grado di guardare la mia immagine riflessa.

Non so se sia per il disgusto che sto provando per me stesso, o perché la mia mente è troppo concentrata su quella striscia di polvere bianca che ho steso sul ripiano del lavandino.

Basterebbe un soffio per disperderla.

Basterebbe buttarla per eliminare le prove.

Ma ci sono cose che non possono essere cancellate, non è così?

Mi sento come un killer che uccide silenziosamente la sua vittima.

Il colmo di questa storia, è che la vittima sono io.

Sento la voce di Reira fuori dalla porta, sta urlando il mio nome.

Vuole impedirmi di annullarmi per l’ennesima volta.

Mi dispiace, dolce Reira…

Non posso farlo.

Non posso buttare via questa striscia, questa striscia che rappresenta l’unica via d’uscita dal baratro nel quale sono caduto.

Smettere equivarrebbe a non poter più suonare.

Cosa può comporre un chitarrista le cui mani tremano per l’astinenza?

Non voglio perdere anche questo.

La mia musica è tutto ciò che mi resta.

È per questo che non posso smettere, Reira.

Ho perso la stima delle persone, ho perso la donna che amo più di ogni altra cosa al mondo.

Mi sento vuoto.

Da quando le ho permesso di rubarmi il cuore, per me lei è sempre stata tutto.

Necessito di lei come dell’aria per respirare.

Adesso comprendi, principessa cantante?

Che io prenda o non prenda questa striscia, non fa differenza.

Sono già morto.

Mi chino sul ripiano, mentre il mio corpo è scosso da tremiti per la prolungata astinenza.

Mi porto il pippotto al naso, nonostante le tue urla mi facciano desistere dall’aspirare.

Non voglio deluderti, non voglio farti soffrire.

Ti chiedo di andartene, ho bisogno di solitudine.

Sono nato solo, per tutta la vita me la sono sempre cavata da solo.

Gli unici legami che avevo ho finito col distruggerli.

Yasu…

Nana…

Il dolore di sapere che il legame fra le due persone che più amavo era più forte di quello che io avevo con loro mi consuma lentamente.

Ho bisogno di colmare la distanza che si è creata fra noi, di riempire questo vuoto che mi fa sentire come se non avessi più nulla da offrire.

 

“Qualunque cosa accadrà non ha importanza! Io sarò sempre al tuo fianco! Affronteremo questa cosa insieme!”

 

Le tue parole…

Gocce di rugiada che piovono sull’inferno nel quale sono rinchiuso, cercando disperatamente di spegnere le fiamme.

Sono bloccato, con la faccia a pochi centimetri da quella striscia, gli occhi sgranati.

Non c’è frase migliore in momenti come questi.

Ma le parole non bastano.

Non se chi le dice non è la persona che vorresti.

 

“ Non ha importanza cosa accadrà, tu non amerai mai nessuna donna più di quanto ami Nana, vero?”

 

Queste sono le vere parole che risonano nella mia testa.

La dolce e ingenua Hachiko le ha dette durante la nostra ultima conversazione, senza pensare a quanto potesse valere il loro peso.

Non c’è cattiveria in questo, ma solo il disperato bisogno di aggiustare le cose.

Però…

Però la verità è troppo dura da sopportare.

Vorrei amarti, Reira.

Vorrei amarti per quello che mi hai appena detto.

Ma l’unica cosa che mi riesce è di immaginare Nana che mi ripete le stesse parole dall’altra parte di quella porta.

Quando ti stai per distruggere l’unica persona che vorresti accanto è quella che potrebbe salvarti.

Tocco il fondo un’altra volta.

Aspiro veloce la striscia, accasciandomi con un tonfo contro la porta.

Te ne accorgi, e mi chiedi come sto.

Domanda stupida da fare a un tossico.

Ti rispondo che presto starò bene.

Un’altra bugia.

Ormai ho perso il conto delle bugie in cui vivo, di quelle che racconto e di quelle che gli altri raccontano a me.

Ancora poco e le mani smetteranno di tremare.

È il cuore quello che non riesce a guarire.

Una striscia di cocaina non basta per rimarginare le ferite.

Mi implori di smettere, hai paura che possa perdere la vita.

Ce l’ho ancora una vita da perdere?

Cosa mi è rimasto oltre a una fama di cui non potrebbe importarmi di meno?

 

“C’è qualcosa che posso fare per aiutarti?”

 

Sei sull’orlo dell’esasperazione, io stesso ti ci ho portato.

Mi dispiace, hai già tanti problemi senza doverti fare carico dei miei.

Una cosa che potresti fare ci sarebbe.

Non so quanto possa funzionare, ma almeno potrò sentirmi libero per qualche minuto.

 

- Canta…-

 

Si dice che la tua voce aiuti le persone ad alleviare i loro problemi.

Hai un grande talento, piccola Reira, forse nemmeno te ne rendi conto.

Con quelle note cristalline porti serenità alle orecchie di chi ti ascolta.

Puoi alleviare anche un dolore così grande?

Forse.

Ma non sarò io a scoprirlo.

Non posso ascoltarti cantare.

Se Nana sapesse che la tua voce ha allietato il mio sonno, finirebbe per odiarmi più di quanto non faccia già adesso.

Più di sapere che ti abbraccio per farti dormire.

Ogni sbaglio ha il suo prezzo.

I peccatori non possono essere perdonati.

Rannicchiato sul freddo pavimento del bagno di una casa diventata troppo vuota, mi porto le mani al viso, per coprire una prepotente lacrima che sfugge al mio controllo.

Perdonami…Nana…

 

 

“Quando cadi nell’inferno non ci sono speranze di risalire. È un treno in corsa che scende sempre più dentro a un tunnel senza uscita. Nana…una volta ti ho promesso che se fossi morto ti avrei portata con me…Ma credi che valga la pena, di venire in questo posto?”

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE

Salve a tutte! Sono “nuova” di questo fandom, nel senso che questa è la prima fic che ci scrivo, anche se fino a pochi anni fa ero un assidua lettrice, poi mi sono spostata altrove per cambiare. Ma Nana è rimasto un manga fisso nella mia testa, e anche se avevo promesso a me stessa di non rovinare il capolavoro della Yazawa con le mie storie oscene, la voglia è stata più forte! Quindi ecco qui una shot senza impegni, tanto per cominciare a muovere i primi passi in questo fandom (scrivo già ma su quello di One Piece quindi è molto diverso come cosa). Siccome è un po’ che non leggo qua, prego gentilmente le persone che invece ci sono costantemente di avvertirmi nel caso qualcuno avesse fatto una fic del genere, perché non voglio assolutamente plagiare nessuno nemmeno inconsapevolmente!
Specifico anche che la storia è tratta da una sequenza presente nel capitolo 75, e che il titolo è ispirato all’omonima canzone di Lene Marlin (anche se il contenuto del testo non c’entra nulla).
Niente, spero che la fic vi piaccia e se volete lasciare una piccola recensione è sempre gradita!
Spero di scriverci di nuovo!
Baci a tutti!
Place

 
P.S. Volete leggere le altre mie storie e trovare materiale di vario genere su Nana, One Piece e molto altro? Venite a visitare il mio portfolio!

 



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