UNFORGIVABLE
SINNER
“Nana…Quando sono partito per
Tokyo sapevo che non saresti venuta con
me. Non perché non volessi cambiare città, ma
perché l’idea che suonassi per
un’altra donna ti stava lentamente uccidendo. Fra noi due,
però, quello che è
morto…sono io”
Davanti
alla
specchiera del bagno, non sono in grado di guardare la mia immagine
riflessa.
Non
so se
sia per il disgusto che sto provando per me stesso, o perché
la mia mente è
troppo concentrata su quella striscia di polvere bianca che ho steso
sul
ripiano del lavandino.
Basterebbe
un soffio per disperderla.
Basterebbe
buttarla per eliminare le prove.
Ma
ci sono
cose che non possono essere cancellate, non è
così?
Mi
sento
come un killer che uccide silenziosamente la sua vittima.
Il
colmo di
questa storia, è che la vittima sono io.
Sento
la
voce di Reira fuori dalla porta, sta urlando il mio nome.
Vuole
impedirmi di annullarmi per l’ennesima volta.
Mi
dispiace,
dolce Reira…
Non
posso
farlo.
Non
posso
buttare via questa striscia, questa striscia che rappresenta
l’unica via
d’uscita dal baratro nel quale sono caduto.
Smettere
equivarrebbe a non poter più suonare.
Cosa
può
comporre un chitarrista le cui mani tremano per l’astinenza?
Non
voglio
perdere anche questo.
La
mia
musica è tutto ciò che mi resta.
È
per questo
che non posso smettere, Reira.
Ho
perso la
stima delle persone, ho perso la donna che amo più di ogni
altra cosa al mondo.
Mi
sento
vuoto.
Da
quando le
ho permesso di rubarmi il cuore, per me lei è sempre stata
tutto.
Necessito
di
lei come dell’aria per respirare.
Adesso
comprendi, principessa cantante?
Che
io
prenda o non prenda questa striscia, non fa differenza.
Sono
già
morto.
Mi
chino sul
ripiano, mentre il mio corpo è scosso da tremiti per la
prolungata astinenza.
Mi
porto il
pippotto al naso, nonostante le tue urla mi facciano desistere
dall’aspirare.
Non
voglio
deluderti, non voglio farti soffrire.
Ti
chiedo di
andartene, ho bisogno di solitudine.
Sono
nato
solo, per tutta la vita me la sono sempre cavata da solo.
Gli
unici
legami che avevo ho finito col distruggerli.
Yasu…
Nana…
Il
dolore di
sapere che il legame fra le due persone che più amavo era
più forte di quello
che io avevo con loro mi consuma lentamente.
Ho
bisogno
di colmare la distanza che si è creata fra noi, di riempire
questo vuoto che mi
fa sentire come se non avessi più nulla da offrire.
“Qualunque cosa accadrà non ha
importanza!
Io sarò sempre al tuo fianco! Affronteremo questa cosa
insieme!”
Le
tue
parole…
Gocce
di
rugiada che piovono sull’inferno nel quale sono rinchiuso,
cercando
disperatamente di spegnere le fiamme.
Sono
bloccato,
con la faccia a pochi centimetri da quella striscia, gli occhi sgranati.
Non
c’è
frase migliore in momenti come questi.
Ma
le parole
non bastano.
Non
se chi
le dice non è la persona che vorresti.
“ Non ha importanza cosa
accadrà, tu non
amerai mai nessuna donna più di quanto ami Nana,
vero?”
Queste
sono
le vere parole che risonano nella mia testa.
La
dolce e
ingenua Hachiko le ha dette durante la nostra ultima conversazione,
senza
pensare a quanto potesse valere il loro peso.
Non
c’è
cattiveria in questo, ma solo il disperato bisogno di aggiustare le
cose.
Però…
Però
la verità
è troppo dura da sopportare.
Vorrei
amarti,
Reira.
Vorrei
amarti
per quello che mi hai appena detto.
Ma
l’unica
cosa che mi riesce è di immaginare Nana che mi ripete le
stesse parole dall’altra
parte di quella porta.
Quando
ti
stai per distruggere l’unica persona che vorresti accanto
è quella che potrebbe
salvarti.
Tocco
il
fondo un’altra volta.
Aspiro
veloce
la striscia, accasciandomi con un tonfo contro la porta.
Te
ne
accorgi, e mi chiedi come sto.
Domanda
stupida
da fare a un tossico.
Ti
rispondo
che presto starò bene.
Un’altra
bugia.
Ormai
ho
perso il conto delle bugie in cui vivo, di quelle che racconto e di
quelle che
gli altri raccontano a me.
Ancora
poco
e le mani smetteranno di tremare.
È
il cuore
quello che non riesce a guarire.
Una
striscia
di cocaina non basta per rimarginare le ferite.
Mi
implori
di smettere, hai paura che possa perdere la vita.
Ce
l’ho
ancora una vita da perdere?
Cosa
mi è
rimasto oltre a una fama di cui non potrebbe importarmi di meno?
“C’è qualcosa che
posso fare per aiutarti?”
Sei
sull’orlo
dell’esasperazione, io stesso ti ci ho portato.
Mi
dispiace,
hai già tanti problemi senza doverti fare carico dei miei.
Una
cosa che
potresti fare ci sarebbe.
Non
so
quanto possa funzionare, ma almeno potrò sentirmi libero per
qualche minuto.
-
Canta…-
Si
dice che
la tua voce aiuti le persone ad alleviare i loro problemi.
Hai
un
grande talento, piccola Reira, forse nemmeno te ne rendi conto.
Con
quelle
note cristalline porti serenità alle orecchie di chi ti
ascolta.
Puoi
alleviare
anche un dolore così grande?
Forse.
Ma
non sarò
io a scoprirlo.
Non
posso
ascoltarti cantare.
Se
Nana
sapesse che la tua voce ha allietato il mio sonno, finirebbe per
odiarmi più di
quanto non faccia già adesso.
Più
di
sapere che ti abbraccio per farti dormire.
Ogni
sbaglio
ha il suo prezzo.
I
peccatori
non possono essere perdonati.
Rannicchiato
sul freddo pavimento del bagno di una casa diventata troppo vuota, mi
porto le
mani al viso, per coprire una prepotente lacrima che sfugge al mio
controllo.
Perdonami…Nana…
“Quando
cadi nell’inferno non ci sono speranze di risalire.
È un treno in corsa che
scende sempre più dentro a un tunnel senza uscita.
Nana…una volta ti ho
promesso che se fossi morto ti avrei portata con me…Ma credi
che valga la pena,
di venire in questo posto?”
ANGOLO
DELL’AUTORE
Salve
a
tutte! Sono “nuova” di questo fandom, nel senso che
questa è la prima fic che
ci scrivo, anche se fino a pochi anni fa ero un assidua lettrice, poi
mi sono
spostata altrove per cambiare. Ma Nana è rimasto un manga
fisso nella mia
testa, e anche se avevo promesso a me stessa di non rovinare il
capolavoro
della Yazawa con le mie storie oscene, la voglia è stata
più forte! Quindi ecco
qui una shot senza impegni, tanto per cominciare a muovere i primi
passi in
questo fandom (scrivo già ma su quello di One Piece quindi
è molto diverso come
cosa). Siccome è un po’ che non leggo qua, prego
gentilmente le persone che
invece ci sono costantemente di avvertirmi nel caso qualcuno avesse
fatto una
fic del genere, perché non voglio assolutamente plagiare
nessuno nemmeno
inconsapevolmente!
Specifico anche
che la storia è tratta da una sequenza presente nel capitolo
75, e che il
titolo è ispirato all’omonima canzone di Lene
Marlin (anche se il contenuto del
testo non c’entra nulla).
Niente,
spero che la fic vi piaccia e se volete lasciare una piccola recensione
è
sempre gradita!
Spero di
scriverci di nuovo!
Baci a
tutti!
Place
P.S. Volete leggere
le altre mie storie e trovare materiale di vario genere su Nana, One
Piece e
molto altro? Venite a visitare il mio portfolio!