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Autore: andreeastefania    05/07/2014    1 recensioni
Yukio lascia il Giappone poco dopo la fine del liceo e Kise è un bambino un po' cresciuto ma sempre arrogante che non ne vuole proprio sapere.
[KiKasa]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryouta Kise, Yukio Kasamatsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Leggo molte OS nel fandom di Kuroko no Basket e sono mesi che
mi dico di doverne scrivere una e ieri notte ecco che mi viene fori
questa KiKasa che devo dire non è nemmeno la mia OTP preferita.
(MidoTaka forever!)
Okay vi lascio alla lettura, spero di incontrarvi giù. 







"Non abbassare mai la guardia, idiota!"

(OneShot, 2.152 parole e i KiKasa)




Yukio sa da ormai tre mesi che finite le superiori deve trasferirsi in Inghilterra. “Sei uno degli studenti migliori dell’anno, ovviamente” aveva cominciato il discorso suo padre “Quindi abbiamo deciso che andrai in Inghilterra per i prossimi due anni di università” sua madre si era limitata ad un sorriso stretto “Spero tu non ci deluda” aveva detto prima di prendere le sue cose e andare al lavoro.

Quella frase tortura Yukio da allora e non riesce a fermare il suo cervello nel riprodurla ogni volta che fa qualcosa che non sia il basket. Giocare lo fa distrarre completamente quindi per l’ultima settimana di lezione si è assicurato di avere per se la palestra della scuola almeno fino alle undici di sera.
È troppo concentrato sulla palla e sul rumore piacevole che le sue scarpe producono ogni volta che atterra o si muove di scatto per via di uno dei suoi avversari immaginari. Quando apre gli occhi per fare canestro si rende conto di avere un vero avversario davanti al cestino che lo guarda con il solito sorriso. Kise Ryouta lo guarda altezzoso, sa di superarlo in altezza, ma Yukio non è stupido e sa come gioca Kise. Ha appena imparato una mossa nuova e la usa contro di lui. Si gode la faccia perplessa del biondo che poco dopo diventa seria.
“Sono giorni che vieni a giocare da solo” Yukio si ferma a qualche passo da lui e si piega sulle ginocchia, è li dentro da ore e senza fermarsi non si è reso conto di avere tanta sete. “Ora mi segui?” gli domanda attraversando il capo per prendere una bottiglietta d’acqua. La beve tutta e poi la accartoccia e fa canestro nel cestino dell’immondizia. “Non ti seguo!” la voce squillante con la quale lo dice fa capire a Yukio di essere stato davvero pedinato per tutti questi giorni. “Bene.” Non ha voglia di litigare con Kise. Ormai si è arreso ai sentimenti profondi che prova per lui e si è arreso anche al fatto che l’altro lo usa solo nel caso in cui Aomine Daiki non ha voglia di usare lui stesso.  “Stai per diplomarti” Yukio si gira verso di lui e lo squadra per bene. Non sembra ti dispiaccia poi tanto. Sospira e abbassa lo sguardo. “Si Kise, vorrei stare da solo ora.” Non ha proprio la minima voglia di spedirlo fuori dalla palestra a calci nel culo quindi gli parla piano e lentamente. “Non giocheremo più a basket insieme” la serietà con la quale dice quelle parole fa perdere ogni forza a Yukio che si accascia sulla panchina, prendendola per un pelo. “Già, vedrai che starete bene anche senza di me.” Sa di essere voluto bene dalla squadra ma sa anche di poter essere rimpiazzato facilmente. È solo un banale capitano che riesce a motivare la squadra, come deve essere, ma ci sono tanti ragazzi capaci di farlo e lui non ha niente di speciale per essere ricordato. “Io no…” Yukio alza la testa di scatto e quando incontra gli occhi pieni di lacrime di Kise sa di non poterci far niente. ‘Sono lacrime per cosa?’ di chiede deluso ‘Perdere la persona con la quale fai sesso quando ti annoi fa così male?’ sente gli occhi pizzicargli, ma sa che non piangerà. Yukio Kasamatsu non piange per cose così banali. Quasi gli viene da ridere quando ricorda un vago Venerdì pomeriggio  passato a piangere nel suo cuscino preferito perché Kise gli ha detto che non poteva più venire a casa sua e in sottofondo è certo di aver sentito la voce di Aomine che gli diceva di smetterla di parlare al telefono.
“Non mi vedo più con lui” sembra quasi leggergli dentro Kise. Yukio scoppia a ridere di gusto “Come no…” vorrebbe davvero piangere ma quando si rende conto che Kise è davanti a lui, a poco più di un metro si ostina a mandare giù le lacrime  e sente la gola bruciargli. Si dice che sarà una lunga nottata di pianto isterico. “L’ho lasciato un mese fa, dopo che…” si ferma e Yukio è quasi certo di aver visto le sue guance rosse, come quando fanno l’amore. Perché per Yukio è amore, non sesso, amore.
“Dopo nostro primo appuntamento l’ho chiamato e gli ho detto che non volevo più vederlo.” Yukio sente il cuore fargli mare dalla velocità alla quale batte. Ricorda quella serata si erano limitati ad andare al cinema e poi a prendere patatine fritte e due frullati ai frutti di bosco. Yukio l’aveva definito ‘appuntamento’ nella sua testa ma il suo cervello l’aveva collocato come ‘uscita tra amici che ogni tanto vanno a letto insieme’.
“Perché mi dici queste cose?” Si sente scoppiare. Non può farlo adesso. “Perché adesso? Mi sto abituando al fatto che tu mi usi e io ti uso. Amici con benefici, no?” Perché adesso che me ne devo andare? La faccia di Kise diventa piatta e non mostra nessuno emozione. “Per te siamo solo questo?” No, no! Mi sono innamorato di te biondo  narcisista che non sei altro. Ti amo. Ti amo come  non ho mai amato nessuno. “Si.” Non sa perché lo dice, non vorrebbe farlo, ma lo trova più facile. “Domani finisco le superiori e me ne vado dal Giappone. Non voglio vederti mai più.” Raccoglie in fretta le sue cose e si dirige verso gli spogliatoi.
Addio Kire Ryouta.
 

Kise non si è fatto vedere alla cerimonia e Yukio ne è quasi felice. Quasi perché gli sarebbe piaciuto vederlo e magari abbracciarlo prima di partire. Quando annuncia ai suoi amici che se ne andrà in Inghilterra per i prossimi due anni tutti lo abbracciano e gli dicono che mancherà moltissimo. “Dove lo troviamo un capitano così bello come te?” Moriyama strofina la sua faccia sul suo gomito e si attacca al suo braccio a mo’ di koala. Yukio ride di gusto e lo lascia fare. Gli mancheranno tutti quanti, spera davvero di poterli rincontrare una volta ornato dall’Inghilterra.
 
 
 


 . . .





 
 
L’Inghilterra gli piaceva sempre di più, abita in un paesino vicino a Londra, ma lontano dal viavai di macchine e persone. Gli piace camminare nel verde e la temperatura è sempre autunnale, cosa che non fa altro che far aumentare il suo amore per il paese.

Il primo anno è passato lentamente, soprattutto i primi quattro mesi. Chiudeva gli occhi e vedeva solo capelli biondi e sorrisi mozzafiato che non facevano altro che aumentare la voglia di fare le valigie e tornarsene in Giappone.  
Non ha più parlato con Kise dalla loro ultima chiacchierata in palestra e Yukio si è preso più volte a schiaffi. Avrebbe dovuto baciarlo un ultima volta. Ricorda benissimo l’ultimo bacio, era uno abbastanza duro e loro due erano nudi sotto il lenzuolo verde del moro che Kise ha marcato come proprio. “Quando lo facciamo, voglio questo lenzuolo” aveva detto. Yukio si è rende conto solo adesso di quanto abbia tenuto conto a quelle parole. C’era sempre il lenzuolo verde a coprirli, che fosse inverno o estate non importava a Yukio bastava avere Kise vicino per sentirsi andare in fiamme.

Quella mattina si è sentito pieno di energie e quando ha varcato la soglia dell’università sapeva già che a fine giornata quelle energie saranno sotto la suola delle scarpe. Quando trova libero il campo da basket della palestra ci rimane almeno per quattro ore e questo capita abbastanza spesso, poi va in centro e si compra una porzione abbondante di patatine e un mega frullato ai frutti di bosco. Certe abitudini sono difficili da superare.
“Yukio, oggi vieni a bere qualcosa?” quando si gira per risponde ad Alexander è ormai pronto a dire la solita scusa : ‘Devo studiare’. Ma Alex lo prende a braccetto e lo trascina dietro di se. Yukio ha provato a uscire con lui più di una volta ma non sono andati oltre al bacio, non è mai riuscito a farlo e Alex non ha mai insistito. ‘Quando ti sentirai pronto io sarò qua.’ Gli ripeteva ogni volta che Yukio si allontanava bruscamente come bruciato.
Alex è un bellissimo ragazzo, i capelli chiari, ma non come quelli di Kise si ripete ogni volta Yukio, gli occhi grandi e blu, un po’ più alto di lui e un sorriso davvero niente male.
“Non posso sentire scuse, oggi abbiamo avuto almeno quattro ore di storia e quel vecchio antipatico non faceva che tossire e disturbare il mio sonno!” Yukio ride e vorrebbe precisare che le ore di storia sono state solo due, ma decide di lasciar parlare Alex.

“Capisci? Quella ragazza si è tolta la maglietta ed io sono scoppiato a ridere come un cretino!” Sono andati nel solito posto, dove Yukio prende le patatine e il frullato tutte le sere, ma non si siede mai con nessuno al tavolo riservato a quell’evento.  Non sa se è pazzo, ma quel fare le stesse cose che faceva con Kise lo fa sentire più vicino a lui ed il suo cuore per un po’ smette di piangere.
Alex si è ubriacato perché la sua ragazza/copertura lo ha scaricato ed ora non sa chi portare alla cena Natalizia che la sua famiglia organizza ogni anno. Mentre Yukio lo mette nel suo letto Alex sorride dolcemente “Potrei portare te alla cena” scoppiano a ridere “Vuoi uccidere tua madre?” Alex ride ancora più forte e come niente si addormenta. Yukio lo guarda per un po’ e sorride.

Quando arriva finalmente davanti alla porta del suo appartamento non sia spetta di certo di trovare qualcuno ad aspettarlo seduto sul tappetino dell’Welcome. Quando la luce a sensore di movimento si accende Yukio deve chiudere e riaprire un paio di volte gli occhi per farli abituare. Yukio crede di essere impazzito perché la persona che siede sul su tappetino assomiglia troppo a Kise e quando i suoi occhi si abituano alla luce e nota dei capelli biondi fa almeno tre passi indietro. Rimane fermo, con la chiave nella mano destra a guardare il ragazzo che pare dormire, con la testa appoggiata a una piccola valigia. Vorrebbe ridere perché non può essere Kise con una valigia così piccola. Si avvicina piano e quando ormai è davanti al ragazzo non ha più dubbi. Rimane li a guardarlo per un tempo infinito e fa un gioco che faceva ogni volta che si addormentava con Kise vicino : cerca di tenere il ritmo del suo respiro.

Il biondo sobbalza e si sveglia di scatto quasi come se sentisse la sua presenza. Si alza e Yukio deve alzare la testa per guardarlo negli occhi, gli sembra che sia cresciuto ancora. Si guardano per minuti interi e poi il moro decide di parlare per primo. “Che ci fai qui?” Kise apre la bocca e la richiude più volte. “Mi sono diplomato” dice con naturalezza e con un sorriso enorme che fa venire il mal di pancia a Yukio “Complimenti.” Il sorriso del biondo piano, piano si spegne e il più grande si morde la lingua. Non voleva spegnere quel sorriso.
Kise gli prende la mano e Yukio sente il cuore scoppiargli, gli manca il contatto con il suo corpo, gli manca tutto di lui. Si lascia trascinare fino al canestro che ha attaccato lui stesso al muro del condominio. Yukio lo guarda perplesso e Kise comincia a muoversi con la palla in mano. “One on one” il moro si stupisce della serietà delle sue parole e prende al volo la palla che gli è stata lanciata. “Se perdo me ne torno a casa, se vinco resto a vivere con te.” Yukio è certo ormai che il suo cuore ha smesso completamente di battere. Lascia cadere la palla e gli da le spalle. “Non mi va di giocare.” Kise lo prende per le spalle e lo fa girare. “Ti prego.” Yukio si muove velocemente e riesce a farsi togliere le mani dalle spalle. “Non puoi scommettere noi su uno stupido one on one!” dopo pochi secondi di perplessità, Kise sorride ancora più ampiamente di prima se è possibile. “Scommetto noi” comincia marcando bene sul ‘noi’ “perché sono certo della mia vittoria.” Yukio ricorda tutti i loro incontri e non né conosce molti dove ha battuto Kise. “Devi smetterla di darti tante arie” Kise gli prende i fianchi e lo avvicina a lui, appoggia la fronte alla sua e chiude gli occhi per un attimo. Stanno li fermi, ad occhi chiusi a respirarsi a vicenda. “Non lasciarmi mai più.” Il bacio che segue quelle parole fa venire le gambe molli a Yukio che ricambia senza pensarci due volte. Mette le mani dietro il suo collo e lo avvicina ancora di più. La mani calde di Kise gli accarezzano la faccia e non crede di aver mai provato sensazione migliore. Quando si staccano Yukio nota gli occhi pieni di passione del biondo e lo spinge con delicatezza, gli ruba la palla che teneva fra i piedi e la lancia con sicurezza. Canestro.
“Non abbassare mai la guardia, idiota!” 




 







 
 
Fine





Grazie per essere arrivati fino in fondo a questa mia piccola OS che spero davvero con tutto il cuore vi sia piaciuta. Mi scuso per gli errori, potrebbero essere anche di distrazione dato che l’ho scritta alle 5/6 di notte e non voglio riempire di lavoro la mia adorata Alessia che si occupa delle correzioni.
Gradirei moltissimo una recensione, un piccolo parere, curiosità o consiglio!







05.07.2014,
Andreea.




Ps : Voglio precisare che questa OS non ha tolto tempo alla FanFiction "Fiori di ciliegio", ma volevo respirare un po' di aria nuova. Il capitolo arriverà al più presto!
   
 
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