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Autore: Maru98_MH    05/07/2014    1 recensioni
Gumball ricominciò, in tono rassegnato e lanciando qualche occhiataccia a Marshall: < Ma non potevano creare, chessò, una caffetteria o uno spettacolo teatrale? Qualcosa dove le persone si divertissero, e non... Una casa stregata! >. Si fermarono di fronte alla porta della palestra, impressionati da come era stata adornata bene: i loro amici avevano fatto realmente le cose in grande, stavolta! La porta (e il muro circostante) era completamente ricoperta da ragnatele nere, insetti di ogni tipo, ragni e pipistrelli che parevano veri, e sopra di essa c'era una grande insegna, sulla quale era scritto, in rosso sangue, l'espressione “Il Percorso Della Paura – Non ne uscirete vivi”.
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Gumball si sentì punto nel vivo: Marshall stava forse sottointendendo che non era abbastanza coraggioso?
Si avviò con passo deciso verso il mostro che faceva entrare le persone (uno zombie che pareva vero), si fece dare un biglietto e varcò la soglia della palestra. Marshall lo seguì immediatamente, incredulo per quella reazione così improvvisa.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fionna, Gommorosa/Gumball, Marshall Lee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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< Ma dobbiamo proprio andarci? Non possiamo farne a meno? > chiese in tono supplichevole il ragazzo dai capelli rosa al moro che lo precedeva di qualche passo. < Certo che sì!- rispose l'altro- E' il lavoro della classe di Fionna e Fiamma, dopotutto, e ci tengono molto al nostro parere! E in fondo, loro sono venuti a vedere cosa facevamo noi, quindi perché non dovrebbe accadere anche il contrario? >. Il moro era veramente su di giri, finalmente avrebbe potuto vedere cosa aveva creato la classe dei loro amici per il festival culturale! Era da quando erano tornati a scuola, dopo le vacanze estive, che Marshall era letteralmente impazzito per l'idea che la classe dei loro amici aveva avuto per il festival culturale. Per Gumball erano state le 4 settimane più lunghe della sua vita: ogni volta che si vedevano, Marshall riusciva a introdurre nelle loro conversazioni il discorso del festival culturale e di come si sarebbe divertito nella classe di Fionna, Cake e Fiamma. Quando finalmente il giorno fatidico era arrivato, il ragazzo dai capelli corvini aveva praticamente trascinato Gumball con lui, nonostante sapesse benissimo ciò che questo ne pensava.

Erano quasi arrivati alla palestra interna, il luogo dove i loro amici avevano sviluppato la loro idea.

Gumball ricominciò, in tono rassegnato e lanciando qualche occhiataccia a Marshall: < Ma non potevano creare, chessò, una caffetteria o uno spettacolo teatrale? Qualcosa dove le persone si divertissero, e non... Una casa stregata! >. Si fermarono di fronte alla porta della palestra, impressionati da come era stata adornata bene: i loro amici avevano fatto realmente le cose in grande, stavolta! La porta (e il muro circostante) era completamente ricoperta da ragnatele nere, insetti di ogni tipo, ragni e pipistrelli che parevano veri, e sopra di essa c'era una grande insegna, sulla quale era scritto, in rosso sangue, l'espressione “Il Percorso Della Paura – Non ne uscirete vivi”.

Gumball era rimasto paralizzato a quella vista. Chiese ancora una volta se non potessero evitare di entrare, ma Marshall anche stavolta fu irremovibile. E aggiunse, scoppiando in una fragorosa risata: < Suvvia, non ti spaventeranno davvero cosette come queste! >. Gumball si sentì punto nel vivo: Marshall stava forse sottintendendo che non era abbastanza coraggioso?

Si avviò con passo deciso verso il mostro che faceva entrare le persone (uno zombie che pareva vero), si fece dare un biglietto e varcò la soglia della palestra. Marshall lo seguì immediatamente, incredulo per quella reazione così improvvisa.

Appena entrati notarono subito che la classe dei loro amici aveva lavorato con grande dedizione e impegno per il loro progetto: la palestra era immersa nell'oscurità, illuminata solo da alcuni lumini che, posti per terra lungo i pannelli di legno (disposti in modo da formare un labirinto), emanavano una luce fioca e illuminavano la stanza; appesi sui pannelli di legno c'erano delle foto e dei dipinti che raffiguravano scene di film horror e, di tanto in tanto, c'erano delle scritte “poco rassicuranti” di color rosso sangue, che facevano raggelare. Inoltre c'erano ragnatele e insetti in ogni angolo.

Gumball si bloccò, realizzando che era ancora più spaventoso di quello che si era immaginato. Odiava trovarsi in posti così bui, e tremava ancor più al pensiero che in quel luogo ci sarebbero state persone, travestite da mostri, pronte a sbucare fuori dai loro nascondigli per spaventarlo. Non riusciva proprio a capire come certe persone (tra le quali Marshall Lee e Fionna) potessero adorare quelle situazioni e l'adrenalina che queste davano.

Ora però era lì, e si era infilato in quella situazione di testa propria! Era bastato che il moro facesse capire che non lo riteneva abbastanza coraggioso che lui, senza nemmeno pensarci, era entrato. Non voleva certo che l'altro lo ritenesse un pavido!

< Vado avanti io. > disse a Marshall Lee, con un tono di voce che (sperava) risultasse sicuro di sé.

Cominciò a camminare con passo deciso, mentre Marshall si affrettava a seguirlo (era rimasto per un momento bloccato, basito per il comportamento dell'altro), e così girarono contemporaneamente l'angolo. Improvvisamente dal soffitto calò un enorme ragno, che cominciò ad arrampicarsi lungo i pantaloni del ragazzo dai capelli rosa. Quello, con un grido strozzato in gola, iniziò a scalcare in aria per scaraventare via il ragno. La manovra risultò efficace, e il ragazzo cercò di ricomporsi al meglio.

Erano passati più o meno 5 minuti da quando i due avevano messo piede dentro nella palestra (nei quali Gumball si chiese più e più volte perché fosse entrato lì dentro e perché non poteva semplicemente uscire, seguendo i cartelli), quando improvvisamente sentirono una melodia. All'inizio questa era molto bassa, poi una voce femminile cominciò a canticchiarla, e allora cominciò ad aumentare l'intensità della musica, sempre più forte.

Gumball e Marshall Lee girarono un altro angolo e si bloccarono di fronte a una persona stesa supina. I capelli neri lunghi le coprivano la faccia, ma i due capirono immediatamente che era una ragazza.

La musica continuava ad aumentare, ma Gumball si avvicinò immediatamente per prestare soccorso alla poveretta. Il ragazzo si accucciò vicino alla ragazza, incurante del fatto che la muscia si faceva sempre più acuta, più veloce. Gumball si avvicinò ulteriormente, quando improvvisamente la musica fu interrotta da un urlo sovrumano, e la ragazza gli bloccò il piede in una morsa molto stretta, facendolo cadere a terra, sconvolto. La ragazza, mentre l'urlo agghiacciante continuava, girò lentamente la testa, facendo vedere la faccia bianca che sfoggiava un ghigno spaventoso.

A quella vista Gumball cominciò a urlare e a dimenarsi, finché non riuscì a liberarsi: allora si girò e cominciò a scappare, lanciando un urlo davvero poco virile.

La ragazza si alzò da terra, si tolse la maschera e la parrucca e disse a Marshall, in tono risentito: < Woah, si è spaventato sul serio stavolta! Non mi avevano avvertito che eravate voi due, non avrei recitato così se l'avessi saputo. Mi spiace. >. < Tranquilla, non è colpa tua. È il tuo lavoro, no? > rispose il moro, divertito dalla scena. < E' meglio che vai a recuperarlo, se dovete finire il percorso: io ero il primo mostro, quelli successivi sono ancora più spaventosi! Non credo proprio che Gumball riesca a farcela da solo... > disse Fionna. < Ora vado da lui, a dopo! > le urlò Marshall mentre correva via, aggiungendo: < Ah, e complimenti per la maschera! >.

Il ragazzo dai capelli corvini correva nel labirinto, prestando attenzione a qualunque cosa indicasse la presenza del compagno. Finalmente lo vide: si era rannicchiato in un angolino, tremante, con le mani che coprivano la faccia.

< Ehi, Gumball...- disse, nel modo più dolce possibile, accucciandosi vicino a lui- Non piangere, dai! Sono qua, ora. >. Gli spostò le mani dalla faccia, per guardarlo negli occhi: < Vuoi spiegarmi cos'è successo? > < Beh, ho provato a resistere fino alla fine, ma... > il moro lo interruppe: < No, non hai capito, la mia domanda era: perché ti sei comportato così? Hai cambiato completamente atteggiamento quando abbiamo raggiunto la palestra: sei entrato in tutta fretta, non mi hai più rivolto la parola... Ho forse fatto qualcosa di sbagliato? >. Gumball rispose timidamente, mentre si asciugava le lacrime: < Beh... E' che... Quando stavamo per entrare, hai detto alcune cose e... Bè, pensavo che non mi ritenessi abbastanza coraggioso, e pensavo di doverti dimostrare che... Insomma, che non sono un codardo. >.

L'altro era sbigottito per il ragionamento del primo, non era assolutamente vero! Ricordò il modo in cui aveva parlato a Gumball, come aveva riso del comportamento del compagno, e capì perché l'altro avesse dedotto ciò.

Si mise in piedi, e disse: < Gumball... Io voglio scusarmi per ciò che ho detto, non pensavo di ferirti in questo modo. >. Poi porse la mano al ragazzo: < Puoi perdonarmi per ciò che ho detto? > < Con molto piacere. >, disse l'altro, con un sorriso, afferrandola per sollevarsi da terra.

< Allora? Cos'ha intenzione di fare, ora, il mio bel principe? Sono al suo cooompleto servizio. > gli disse Marshall in tono canzonatorio, senza lasciare la mano dell'altro. < Se vuoi possiamo uscire da qui e andare in qualche altra... > ma non fece in tempo a finire la frase, che l'altro lo interruppe: < No. Voglio finire questo labirinto. Devo riuscirci. Per te, perché so che vuoi farlo, e per me, dato che ora so di potercela fare. >.

< Allora finiremo questo labirinto! > disse Marshall, con un sorriso larghissimo. < Ma non mollare mai la mia mano, ok? Non vorrei che ti dimenticassi ancora che io sono qui, insieme a te, per sostenerti e farti coraggio. > aggiunse, trascinando il compagno (tutto rosso) con se.

Marshall Lee e Gumball completarono il labirinto, insieme. Dovettero fuggire, aggirare e superare ogni sorta di mostro, animale e scienziato pazzo, ma le loro mani non si staccarono mai. E una volta usciti, Gumball ringraziò l'altro con uno di quei baci intensi e dolci allo stesso tempo, che non si dimenticano.

~NOTA DELL'AUTRICE~ Salve a tutti! E' Maru che parla. Volevo solo ringraziare tutti quelli che hanno speso un po' del loro tempo leggendo questa fanfiction (e la prima che ho pubblicato, spero sia piaciuta ^^). Che dire, mi sono innamorata di questa coppia, e quindi penso di pubblicare ancora qualche storiella su di loro... Bè, ditemi com'è, se vi piace, se c'è qualcosa che dovrei cambiare... Per ora vi saluto, bye bye!!
  
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