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Autore: A Half Moon    06/07/2014    0 recensioni
“Lo so lo so, ma con lui c’è solo sesso, niente di più, sesso privo di passione in una macchina scomoda.”
Obrie pensavo di sapere cosa animava il suo cuore e la sua testa, ma evidentemente si sbagliava.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quella volta, in macchina, mi ero resa conto che c’era stato solo sesso tra di noi.
Me ne ero accorta quando aprendo la portiera l’aria fredda di novembre mi aveva sferzato il viso e nonostante i vetri appannati dell’auto ho sentito subito freddo. Mentre lui mi baciava mi era sembrato che ci fosse passione, non ho mai pensato all’amore, solo semplice passione o voglia di attenzioni, ma poi ho capito che a lui di me non importava.
“Vai piccola, ho un impegno tra cinque minuti. Dobbiamo rivederci.” E facendomi un occhiolino privo di emozione mi aveva lasciata fuori al freddo, con il vento che mi scompigliava i capelli e una pioggia violenta che non avrebbe tardato ad arrivare.
Sotto la doccia l’odore di Cedric andò via dopo parecchie passate di sapone alla cannella e quando dopo, a cena, mia madre mi chiese che cosa avevo fatto quel pomeriggio io risposi che ero andata in biblioteca a cercare un libro che sfortunatamente non avevo trovato.
 
 
Arrivai in ritardo come al solito, il professor Layton questa volta non disse nulla.
Prima che mi sedetti, Cedric, da un lato dell’aula mi fece l’ennesimo cenno con gli occhi e io sorrisi. Quando Layton era arrivato a leggere il penultimo paragrafo di pagina 207 Anne si voltò a guardarmi perdendo il segno.
“La devi smettere.”
“Me lo ripeti da più di una settimana.”
“Te lo ripeto da quando questa storia è iniziata.”Il suo sussurrò fu soffocato da un sospiro, “Ti conosco e ti voglio bene e so come andrà a finire.”
“Lo so lo so, ma con lui c’è solo sesso, niente di più, sesso privo di passione in una macchina scomoda.” Anne scosse la testa e si concentrò nuovamente sul professore intento a terminare la lezione. Il suono della campanella e i corridoi si ripopolarono di voci più o meno acute di adolescenti più o meno felici, più o meno soddisfatti.
Raggiunsi An nel bagno, guardai il mio riflesso sul grande specchio: la neve mi aveva reso i capelli leggermente crespi e gli zigomi arrossati.
“Lo senti?”Il suo sussurro mi invitò a spegnere il rubinetto e a non fare rumore. Ci avvicinammo caute all’ultima cabina e lì li sentii: dei gemiti e dei colpi assordati contro la porta. Anne ed io ci guardammo e poco dopo la maniglia si mosse e noi tornammo svelte ai lavandini fingendo di specchiarci. La porta si aprì e Lina Deverfloop, sempre snella e alta, uscì seguita da un ragazzo che probabilmente non faceva nemmeno parte del liceo e che nella mano destra stringeva l’involucro di un profilattico.
“Probabilmente quella era solo una botta e via; vedi, non sono l’unica.”
“Peccato che la tua non è stata una sola,” An appoggiò la schiena allo spigolo del muro e cominciò a fissarmi. “e poi diciamocelo, lo sanno tutti che quella di botte e via se ne è fatte tante, ma tu non sei così, tu sei dolce e ti affezioni alle persone e…”
“Te lo giuro.” Mi avvicinai a lei e le presi le mani tra le mie. “Ti giuro che non c’è nulla di più del sesso tre me e Cedric, vogliamo solo divertirci.”
“E va bene, ” abbassò la testa per un secondo e tornò a guardarmi. “voglio crederti.”
L’abbracciai forte.
Verso le 13.10 tutti gli studenti si riversarono fuori dalla scuola; chi seduto sul marciapiede, chi si fumava una sigaretta. La neve scendeva ancora, più fitta che di mattina. An ed io ci appoggiammo al muro di mattoni, l’asfalto era ghiacciato e nel parcheggio molte macchine guidate da ragazzi inesperti facevano fatica a non tamponarne altre.
“Facciamo la strada insieme?”
“Certo, ma sbrighiamoci perché fa un freddo cane.” Coprii i miei capelli castani con il cappuccio della felpa.
“Piccola eccoti,”fece un tiro dalla sigaretta quasi finita. “non ti trovavo più.”
“Sì ero qui, perché?” Con la coda dell’occhio vidi Anne incrociare le braccia, aveva un’espressione infastidita.
“Ti va di…Aiutarmi a riscaldarmi un po’?Ho la macchina in fondo al parcheggio.” Mi guardò, alzò il sopracciglio e sfoderò quel sorriso malizioso così sexy che gli vedevo indossare sempre, quando eravamo nella sua auto.
Esitai. Un soffio di fumo mi entrò nel naso. “Ok.” Mi voltai verso Anne. “Domani facciamo la strada insieme, ok?”
“Fa come vuoi Obrie. Fa quello che pensi sia meglio per te.” Prese la borsa da terra e se ne andò sotto la neve, da sola. Cedric allungò un braccio sul mio fianco e con le dita spostò il mio viso su di lui. “Vieni.”
I sedili di pelle posteriori erano comodi; ci sedemmo lì come sempre. Mi tolsi le scarpe, i jeans e il cappotto e li buttai sul sedile davanti, eravamo rimasti tutti e due in mutande e maglietta. Appoggiai la schiena al sedile e buttai la testa all’indietro e la voltai, guardandolo, mi scappò una risatina maliziosa.
“Sei così sexy Obrie…” Impaziente si tolse la maglietta e si portò sopra di me, stendendomi sul sedile e iniziando a baciarmi sul collo mentre io facevo altrettanto. Spostò la sua bocca sulla mia con foga, gli morsi il labbro alzandomi piano con lui. Lo spinsi sulla pelle nera del sedile e lui sorrise eccitato, gli morsi il collo lasciandogli un piccolo livido violaceo, e un altro sul petto. Cedric si sedette di nuovo, questa volta con la schiena appoggiata al sedile, mi prese per i fianchi portandomi a cavalcioni su di lui. Mi tolsi la maglia avvicinando il bacino al suo e ripresi a baciargli il collo e le labbra. Buttai la testa all’indietro quando mi scappò un lungo gemito dalla bocca; le dita di Cedric in mezzo alle gambe mi solleticavano e mi facevano impazzire, dapprima più caute poi sempre più veloci.
“Ti piace eh?”Rise.
“Non fermarti…Ti prego…”I miei gemiti si fecero più forti e le mutandine più bagnate quando infilò due dita dentro di me. Allungai le mani ai lati della sua testa, facendole scendere sui suoi boxer: non l’avevo mai sentito così eccitato.
Mi buttò nuovamente sul sedile e mi tolse frettolosamente le mutande, io pensai al reggiseno. Senza indugi entrò dentro di me con un movimento brusco, facendo avanti e indietro velocemente mentre io con le unghie gli graffiavo gli avambracci. Dopo circa un’ora la macchina si svuotò di gemiti e urli soffocati e smise di muoversi sulle gomme ghiacciate.
“Sei fantastica.” Sdraiato vicino a me guardava il soffitto dell’auto. Sorrisi e lui ricambiò. Che bella bocca aveva, me ne accorsi solo in quel momento, e anche i suoi occhi, marroni, che bella forma.
“Ced chi ti stai sbattendo?”Qualcuno batté sulla portiera dopo dieci minuti.
“E’ un mio amico, prendi la coperta sotto il sedile.”
Obbedii. “Non voglio che mi veda Cedric.”
“Tranquilla non si unisce a noi.” Non aveva capito…Mi nascosi dietro il sedile e mi coprii con la coperta. Cedric aprì la portiera e rise con il suo amico.
“Vattene Derrik.”
“Se se, ti lascio continuare. Porca puttana ma da quant’è che siete qui; i vetri sono tutti appannati.”
“Un’ora e mezza penso.”Risero di nuovo. “Ciao ciao Derrik!”
“Ciao puttanone!”Richiuse la portiera.
“Piccola io ora dovrei andare da alcuni amici, vuoi venire?Magari ci divertiamo tutti insieme…”
“No Cedric, grazie, penso di andare a casa a piedi dato che non ho soldi per il tram.”
“Ma nevica un sacco. Sicura di non voler venire?”
“Sì si.”Iniziai a prendere le mie cose e a vestirmi.
“Domani dopo scuola ci vediamo di nuovo?”
“No, domani non posso, mercoledì.”
“Ok, ciao.”
Sotto la neve ormai mista alla pioggia non evitavo più le pozzanghere, pensavo solo al fatto che non si era nemmeno offerto di darmi un passaggio o di accompagnarmi a casa, mi aveva lasciato di nuovo da sola, ma decisi di non pensarci più, non volli pensare nemmeno a Anne, perché sapevo che mi sarei sentita in colpa di più.
Quella sera mi addormentai presto, alle 19.30; il sesso mi aveva stancato e non stavo bene. Sentivo un’ansia e una malinconia che non riuscivo a spiegarmi e la cosa mi infastidiva.
A scuola non parlai molto con Anne nonostante fossimo vicine di banco. La giornata passò lentissima. Finita la scuola aspettai An appoggiata al muro di mattoni, per fare la strada insieme. Dopo un quarto d’ora non c’era ancora; sapevo che non sarebbe venuta. D’impulso cercai Cedric, magari la mia giornata si sarebbe migliorata; camminai lenta fino infondo al parcheggio dove sapevo che Cedric parcheggiava la macchina.
Mi bloccai.
La macchina si muoveva, i vetri erano quasi appannati.
Non sapevo se andare avanti o fermarmi lì. Gli occhi mi diventarono lucidi. Presa dalla rabbia mi avvicinai e picchiando un colpo sulla portiera interruppi i gemiti della ragazza che c’era dentro.
“Chi è?”Cedric.
“Sono Obrie.Apri sta cazzo di portiera.”
Obbedì e sorrise quando mi vide. “Ah quindi vuoi fare una cosa a tre eh?”
Gli tirai uno schiaffo. Non so perché lo feci, la mia mano fece tutto da sola.
“Ma che cazzo fai?!”
“Ok ho capito io vado, ciao Cedric.” La ragazza si infilò il suo vestitino striminzito e il cappotto e uscì incamminandosi.
“Ma tu sei malata Obrie, che cazzo ti prende?!” Si toccò la guancia rossa.
“Perché ti stavi facendo quella?”I miei occhi erano pieni di lacrime anche se non volevo piangere.
“Dai entra che fa freddo.”
“Non ci entro lì.”
“E va bene.” Fece una pausa, palesemente spazientito dalla mia rabbia. “Tu hai detto che oggi non potevamo vederci, così ho chiesto a quella ragazza di farmi compagnia.”
“Non puoi restare un giorno senza sesso eh?”
“Non sei la mia ragazza, noi due facciamo solo sesso e oggi volevo farlo, che problemi hai?”
“Non hai avuto rispetto di me, anche se facciamo solo sesso.”
“Entra un secondo, dai calmati.”Obbedii e mi sedetti vicino a lui, solo in boxer. “Mi dispiace, scusa, non arrabbiarti.”
Mi voltai a guardarlo e lui sorrise; si avvicinò a un centimetro dalla mia bocca e io sperai che mi baciasse e allo stesso tempo che non lo facesse. Infilò subito la lingua nella mia bocca spingendomi la testa contro il vetro.
“No.”Mi allontanai. “No Cedric, non voglio essere una delle tue puttanelle e tu sei solo un porco ninfomane. Mi dispiace.” Uscii dalla macchina e al solo pensiero di tutti quei pomeriggi passati lì mi venne la nausea.
“E’ stato bello, sono stato bene con te. Sei stata la mia migliore scopata!”
“ ‘Fanculo!”Quando fui sicura che era rientrato in macchina mi misi a correre, non so da che parte, volevo solo andare a casa. Gli occhi mi si coprirono nuovamente di lacrime e iniziai a singhiozzare mentre correvo sotto la pioggia che era corsa a tenermi compagnia in quelle strade abitate solo da case con le verande ormai chiuse. Stupida. Stupida. Perché ho tirato così a lungo quella storia, sapevo anche io che sarebbe andata a finire così, cazzo, lo sapevo anche io, e lo sapeva Anne. Mi ritrovai davanti a casa sua, proprio dove avrei voluto essere in quel momento. Suonai e An si affacciò alla finestra; quando la vidi piansi e mi accascia a terra. Pochi secondi dopo la porta si spalancò e lei corse da me, si inginocchiò con me e mi abbracciò.
“Perché ho tenuto nascosti quei sentimenti, perché ho negato di provare attrazione per Cedric!” Non riuscivo a parlare. “Dovevo ascoltarti, dovevo fermarmi An, scusami, perdonami ti prego…” La abbracciai più forte.
“Shh, shh calmati,”Mi prese la faccia tra quelle sue mani affusolate, aveva lo smalto rosa antico. “Non scusarti, non preoccuparti Oby, evidentemente non volevi smettere di vederlo e ti sei piegata a lui negando tutto anche a te stessa.”
“Ma…Cazzo, siamo davvero capaci di nascondere a noi stessi i nostri veri sentimenti?”
Ci abbracciammo più forte, ormai entrambe fradice, e insieme sentimmo il primo tuono.
  
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