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Autore: Kieis_chan    06/07/2014    6 recensioni
Discriminato, maltrattato e picchiato dalla propria madre, Kidd era giunto ad una conclusione, per smettere di soffrire avrebbe dovuto pulire il proprio armadio dai suoi scheletri.
-Scusa mamma.- ripeteva come una lania, mentre ricopriva la fossa con il suo corpo –Se solo mi avessi amato.- aggiungeva ogni tanto, mentre la pioggia lo lavava dal sangue.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I'm cleaning out my closet

Scheletri nell’armadio.

 
 
 
Sospirò sistemandosi sulla sedia.

-Eustass-ya, parlarmi di quel giorno?- domandò il medico, guardandolo con attenzione.

Kidd ricordava benissimo che quel giorno pioveva. Ma nient’altro, o almeno era quello che continuava a ripetersi, finchè quel bastardo non gli faceva quella fottuta domanda.
Quanti anni erano passati otto, nove? In realtà non aveva alcuna importanza. Almeno non per lui, ma a quanto sembrava quell’irritante dottore non faceva che porgli da anni la stessa domanda.

Così quel giorno, decise lui di porne una al giovane psicologo, prima di raccontare nuovamente la sua storia.
-Hai  mai avuto degli scheletri nell’armadio?-

Trafalgar Law, rimase perplesso nell’udire quella domanda.
-Tutti ne hanno Eustass-ya.- disse pacato lui, inclinando il capo di lato –Ma ci sono modi e modi di affrontarli.-
-Dici?- sussurrò il rosso –Forse ha ragione, ma ogni tanto bisogna fare una pulizia totale.-
-Che vorresti dire?-

Kidd incatenò i suoi occhi in quelli del moro, grigi come il suo animo.
-Io sono stato uno sbaglio.- incominciò a dire –Mia madre era una puttana, non retoricamente ma effettivamente, sono stato il frutto di uno sbaglio e come tale sono stato cresciuto.- serrò la mascella per alcuni secondi, cercando di trattenere la rabbia di quel ricordo –Mi odiava e basta, anche se non facevo nulla di sbagliato, anche se mi comportavo bene e gli prestavo le dovute attenzioni. Lei non faceva che odiarmi.- si morse il labbro inferiore, chiudendo per pochi secondi gli occhi, riportandoli subito in quelli del medico una volta riaperti –Così un giorno, dopo l’ennesimo maltrattamento, dopo l’ennesima cicatrice sanguinante presi una decisione. Dovevo pulire il mio armadio.-

-Non potevi rivolgerti alle autorità Eustass-ya?- lo interruppe Trafalgar, incrociando le gambe e poggiando la schiena alla sedia.
Kidd scosse il capo, guardandolo torvo –Avrei potuto, ma in quel momento non era la cosa giusta.- dichiarò in un soffio –So di aver sbagliato, ma per me vedere il suo sangue, sentirne il calore sulla mia pelle, l’odore fu come avere per la prima volta un suo abbraccio.- ammise sorridendo tetro –Triste vero? In quel momento, nell’atto di uccidere mia madre mi sono sentito sereno.-
 
 
 
______________




Quella notte pioveva a dirotto e, forse fu proprio grazie ai tuoni che nessuno lo sentì.

Uscì dalla porta di quel lurido camper, trascinando il corpo di sua madre dietro di se, non avrebbe voluto ucciderla, lui gli voleva ben, ma era stufo di essere picchiato per nulla. Quella sera aveva deciso di bruciargli il viso e, fu l’ultima cosa che quella ‘donna’ fece.

La trascinò nel boschetto dietro la loro abitazione, se così si poteva chiamare e, cominciò a scavare una buca nel terreno fangoso.
Sul momento aveva deciso di lasciarla  lì, senza sepoltura, ma poi aveva pensato che anche le bestie si sotterrano così lo fece.
-Scusa mamma.- ripeteva come una lania, mentre ricopriva la fossa con il suo corpo –Se solo mi avessi amato.- aggiungeva ogni tanto, mentre la pioggia lo lavava dal sangue.

-Se lo meritava.- sentì all’improvviso e il suo cuore si fermò per un secondo, finchè nel voltarsi non vide il volto di un ragazzo, poco più grande di lui.

-Che ne sai.- chiese irato, gesticolando animatamente.
-Ti osservavo dalla finestra. Credevo che saresti durato molto di meno.- ammise avvicinandosi di qualche passo –Io per lo meno l’avrei uccisa tanto tempo fa, quando ti ruppe la gamba.- dichiarò con un ghigno.
Kidd non sapeva esattamente cosa dire, se uccidere anche lui o lasciarlo stare.

Ma qualcosa in quel ragazzo lo aveva affascinato, forse la consapevolezza che lui avrebbe fatto lo stesso gesto.

-Sembra che ci hai pensato bene, hai scelto anche un giorno di pioggia. Così le tue tracce spariranno.-
-Non ho progettato nulla è successo.-
-Poco male.-
-La casa è piena di sangue.-
-Acqua ossigenata.-
Kidd l’osservò con lo sguardo interrogativo –Che vuoi dire?-
-L’acqua ossigenata leva le tracce di sangue.- spiegò pacato continuando a mantenere quel sorriso contorto.

Il rosso annuì, osservando il cumolo di terra di fronte a se.
 -Chiamerai la polizia?-
-Perché dovrei?-
-Non mi conosci, ed ho appena ucciso una persona.-
-E con questo? Non mi importa.-
-Sei strano.-
-Me lo dicono tutti.-



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Law annuì –Credo che chiunque nella tua situazione si sarebbe sentito in quel modo.- spiegò.
-Già nessuno può saperlo meglio di te Law.- disse serio il rosso, assottigliando gli occhi –Perché me lo fai ripetere ogni volta? Perché mi fai rivivere ogni cazzutissimo giorno il suo omicidio?- urlò, sbattendo una mano sul tavolo.

Il moro afferrò rapidamente la mano del ragazzo, poggiandoci la sua sopra –Dobbiamo Kidd, sennò impazzirai.-
Quello scosse il capo con più forza –Ogni volta che la ripeto, mi viene la nausea.- proclamò con disgusto –Non ero solo quel giorno Law, tu eri con me.-
Quello annuì e, il suo sguardo si rabbuiò –Lo so.-

Rimasero a fissarsi, come succedeva ogni volta che quella storia ritornava a galla.
-Non voglio che un giorno scoprano che sei tu il colpevole e, ti portino lontano da me.- ammise Law, alzandosi dalla sedia e mettendosi a cavalcioni sulle gambe di Kidd –ho bisogno di te.- sussurrò sulle sue labbra, baciandolo con passione.

Anche Kidd non voleva che tutto si scoprisse, che lo portassero via dall’unica persona che, in quello sporco e lurido mondo lo avesse amato incondizionatamente.

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Note di me:
ed eccomi ancora! Questa piccola shot è stata inspirata dalla canzone di Eminem che ha dato il nome a questa storia!
Che dirvi, spero che commentiate, anche perché in tutta franchezza mi sto demoralizzando.
Un bacio.
  
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