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Autore: ordinary_people    06/07/2014    4 recensioni
Due cose accomunano Elena Gilbert e Damon Salvatore: la prima è che devono lavorare assieme per lo spettacolo invernale della scuola. La seconda, invece, è una semplice scommessa che nasce a causa del ragazzo dagli occhi azzurri, come dimostrazione che la bella Gilbert è un divertimento come altri.
Dal testo: ““Io ho … ho bisogno di lei, Caroline”
Prende un respiro profondo e mi guarda. Sposta il peso da una gamba all’altra e poi si decide a parlare: “E lei di te, ma non è questo il momento” detto questo, senza lasciarmi la possibilità di proseguire la discussione – o qualsiasi cosa essa fosse – esce, andando a raggiungere una bellissima Elena rannicchiata in un angolino accanto alla porta, con il vento a scompigliarle i capelli e quegli occhi maledettamente rossi, ma Caroline ha ragione … è il momento di darle del tempo, per lei … per riprendersi. Ma una cosa è certa: non la lascerò andare, non se lo merita.
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Storia scritta a quattro mani da _valins e missimissisipi
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Klaus, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo dieci

Il cielo è sgombro di nuvole, è chiaro e limpido. La giornata scolastica è terminata da circa due ore. Un vento rinfresca l’aria e l’atmosfera sarebbe davvero molto piacevole se non fossi stata costretta da Caroline a partecipare a questa stupida cosa delle cheerleader. All’inizio era una mia aspirazione. Avete presente quando si è piccoli, ed i propri nonni e genitori incitano il proprio figlio barra nipote ad eccellere in tutto? Ebbene sì, mia nonna e mia madre hanno riservato lo stesso trattamento a me. Dicevano che avrei dovuto essere una cheerleader in ricordo di tutti quegli anni che entrambe avevano trascorso in quello stesso gruppo di quello stesso edificio scolastico. Morale della favola? Noi siamo state cheerleader, non vedo perché tu debba interrompere questa tradizione. Ecco, appunto. Ho iniziato per soddisfarle, per renderle fiere di me… ma la verità è che al secondo anno di liceo avrei tanto voluto smettere ma, non sia mai!, mai deludere Caroline Forbes. 
Diciamo che anche Bonnie ha dovuto scegliere … O con me, disse Care quell’anno, o senza di me. All’epoca la scelta che appariva migliore era la prima… per carità, lo è tuttora. Ma Caroline spesso è… insopportabile? Odiosa? A volte mi chiedo cosa sarebbe successo ritenere la seconda opzione la migliore. 
“Ragazze!” urla lei, richiamando l’attenzione di tutte le persone con l’uniforme. “Voglio grinta, dannazione! Abbiamo un sacco di gare tra solo due settimane! Non vinceremo un bel niente se continuate a lavorare così male!” rimprovera tutte noi, ed io sospiro, aggiustando la coda di cavallo. “Adesso potete andare… - il suo tono di voce è incredibilmente diverso da quello di due secondi fa – Domani alle cinque, per gli allenamenti!” sorride in modo smagliante, facendomi seriamente preoccupare. Che soffra di qualche disturbo di doppia personalità?
Sposta i capelli biondi sulla schiena, salutando qualche nostra compagna e poggiando, poi, entrambe le mani sui fianchi. Scuoto la testa. È Caroline. Lei è così ed ha sempre tutto sotto controllo. 
“Bonnie, sei stata eccezionale!” esclama tutta sorridente. “Sei migliorata tantissimo rispetto agli ultimi allenamenti! Sappi che sono più che orgogliosa di te!”
“Ehm… grazie?” rido di fronte alla risposta di Bonnie. E’ un’affermazione o una domanda? Ma Caroline, d’altronde, non sembra neanche farci caso. Adesso sta battendo le mani ad una velocità che mi confonde e per questo prendo il mio borsone e faccio per recarmi negli spogliatoi.
“Elena?” sembra quasi sorpresa dal fatto che stia andando a cambiarmi.
“Sì?”
“Dove credi di andare?”
Aggrotto le sopracciglia. “A cambiarmi.”
Alza gli occhi al cielo. “Non intendo quello. Intendo che devi aspettarmi. Ci aspetta una lunga giornata di shopping, o sbaglio?” 
Mi mordo l’interno guancia chiudendo gli occhi. Oh, sì… il pomeriggio di shopping con Caroline. 
“E se ti dicessi che ho altri impegni per la giornata?”
“E se ti dicessi che no, non è così?” serra le labbra, sembra che si stia trattenendo dall’urlarmi contro. Mai, e dico mai, avere Caroline Forbes contro. Per la propria sanità mentale. Forse anche quella fisica.
“Devo vedermi con Damon.” Mi mordo il labbro inferiore. “Per le ripetizioni.” Aggiungo velocemente. Spero che non faccia una scenata delle sue. E’ molto probabile, in realtà.
“Salvatore? Damon Salvatore?” incrocia le braccia.
Annuisco con il capo, incapace di dirlo a voce.
“Bene.” Spalanco gli occhi. Tutto qui?
“Ma non presentarti da me, quando lui ti lascerà perché è questo quello che sei per lui. Un’ulteriore vittima. Un’altra delle sue.” Afferma tagliente, sparendo dalla mia visuale.
Sospiro. E’ davvero così? Mi massaggio la testa, ripetendomi che non è affatto così. 
Sarebbe stata molto meglio la sua ennesima scenata.


Una doccia rigenerante dopo, sono di fronte a casa Salvatore.
Suono incerta il campanello di casa. Andrà tutto bene, Elena, andrà tutto bene. Non pensare a Caroline. 
Ma è quasi impossibile per me, non farci caso. Alla bionda ed alle sue parole, s’intende. Chiudo gli occhi. Andrà tutto bene, ripeto a me stessa un’ultima volta. 
“Ehi.” Al contrario di quanto mi aspettavo, non è Damon ad aprire la porta. Ma Stefan. Può andare peggio? “Ehi.” Rispondo nella stessa maniera. 
“Ripetizioni di Spagnolo a Damon.” Affermo indicando la porta.
“Oh sì… Capisco.” Il suo tono di voce mi suona terribilmente ironico. Perché?
“Be’… io stavo uscendo. Ciao, Elena.” Apre la porta, andandosene.
Andrà tutto bene.

“Como estas?” domanda Damon una volta dentro casa. Alzo gli occhi al cielo, divertita. “Bien, gracias. Sabes explicarme porquè tu hermano me parece raro?”
Sembra confuso. “Non sono ancora così bravo.” Replica con un ghigno.
“Bene, grazie.” Poggio la mia giacca sullo schienale della sedie. “Sai spiegarmi perché tuo fratello mi sembra strano?” aggrotto le sopracciglia. Sembrava… particolarmente pungente ed ironico. E non è da Stefan.
“E’ Stefan. Sarebbe preoccupante il contrario.” Annuncia convinto, gesticolando con le mani e facendomi annuire pensierosa. “Ce l’ha con me?” chiedo allora.
“Eh? No, niente affatto.”
“Okay.” Mormoro scrollando le spalle. Come dovrei comportarmi? Dovrei far finta che non sia successo nulla?
“Iniziamo?” domando sorridente. Lui annuisce.
E vada per l’ignorare la cosa.

“Damon, quello non è l’imperfetto! Ripetilo un’altra volta.” Dico con un tono che non ammette repliche. Sbuffa contrariato.
“Yo estaba, tu estabas, el, ella, usted estaba…” inizia con un filo di voce, per poi completare la coniugazione lievemente incerto. Sorrido. “Visto? Non era difficile!” esclamo.
“Se lo dici tu.” alza un sopracciglio. Gli rivolgo un’occhiata confusa, stranita dal suo comportamento. “Tutto okay?” chiedo allora.
Annuisce distrattamente con il capo.
“Damon.” Lo richiamo.
“Non ho voglia di studiare.” Ammette roteando gli occhi.
“Abbiamo ancora tanto da fare.”
“Non possiamo passare direttamente alla serata pizza-film?” cerca di impressionarmi sporgendo il labbro inferiore ed io rido a quella visuale. “Dovresti studiare.”
“Dovrei.” Il suo solito ghigno compare sulle labbra, mentre mi sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“D’accordo.”

Poggio il capo sulla sua spalla, stringendomi nel maglioncino di lana e lascio che una sua mano mi accarezzi i capelli. Il tavolino di fronte a noi è coperto dal cofanetto di un dvd e dal cartone di pizza, che abbiamo mangiato in due. Stiamo guardando Midnight in Paris, il protagonista sta vivendo la prima notte negli anni venti. Non c’è che dire, questo decennio mi ha sempre molto impressionata e mi domando spesso e volentieri come sarebbe stato vivere in quel periodo. Sorrido, mentre Damon mi osserva. Sentendomi osservata lo guardo di sottecchi. E… nulla, mi osserva attentamente.
Ho per caso qualcosa fuori posto? I capelli spettinati? La faccia di uno zombie?
“Cosa c’è?”
“Nulla.” Annuisco, spostando lo sguardo verso il televisore.
Mi torna in mente Caroline, probabilmente a quest’ora sarà a casa da sola, o Bonnie la starà consolando. O forse nulla, ha ignorato la questione; oppure, semplicemente, fa la persona matura e fingerà che non sia successo nulla. Prima le ho inviato un messaggio, al quale non mi ha ancora risposto. Probabilmente… non vuole parlarmi. Devo solo accettarlo.
Sospiro, concentrandomi su Damon.
E se lei avesse ragione? Se fossi una delle tante?
“Damon.” Sposto il mio capo dall’incavo del suo collo, coperto a malapena da una maglietta a maniche lunghe blu. “Uhm?”
Sospiro. “Perché me?”
Alza gli occhi al cielo. “Di nuovo questa domanda?” chiede sorridendo. Io annuisco e basta. “Non lo so, okay? Per un motivo o per l’altro ti ho notata.”
“Notata? Significa che prima non sapevi della mia esistenza?”
Stringe le labbra. “So che può sembrare sgradevole da dire… ma sì. Prima non ti avevo notata. Non ti consideravo.”
Mi irrigidisco. So di non essere il tipo di ragazza che tutti notano la prima volta che passa nei corridoi della scuola… ma le sue parole, in qualche modo, mi feriscono.
“E perché tanto interesse per me, allora? L’Homecoming, le ripetizioni di Spagnolo, Grease… Perché?” chiedo dura.
“Non lo so, Elena. Succede e basta: conosci una persona e ti piace.” Il suo tono di voce è quello di qualcuno che sta per perdere la pazienza. Ma devo capire. Voglio risposte. 
“Quindi cosa siamo, noi?”
Mi osserva aggrottando le sopracciglia. “Perché vuoi etichettare tutto? Non ti basta questo?”
Evito il suo sguardo, mordendomi il labbro. “Tu sei tu, Damon… I tipi come te non cambiano da un giorno all’altro… Ed io voglio capire se mi sono lasciata abbindolare dalla persona sbagliata, che vuole solo giocare con i miei sentimenti.”
Annuisce, mentre i suoi occhi diventano improvvisamente gelidi. Niente più calore in grado di farti sciogliere, solo un inverno difficile da trasformarsi in primavera, estate. “E’ così difficile da capire? Non voglio dover cambiare per qualcuno. Non voglio trasformarmi nel genere di ragazzo che regala cioccolatini ad ogni occasione, che da un nome a tutto questo.”
“Ma a volte succede. A volte si cambia, che si voglia o no.”
“Vuoi cambiarmi?” 
“Vuoi abbindolarmi?” chiedo nello stesso tono da lui usato. 
“No, Elena.” 
Scoppio a ridere. “Come faccio a crederti se non mi guardi nemmeno?”
Posa i suoi occhi su di me. “No, Elena. Così va meglio?”
“Sai cosa? Non ti credo.” Mi stacco da lui e faccio per alzarmi.
“Io penso che tu sia troppo codarda, Elena.” Mi blocco. “Non vuoi nemmeno provare a credermi. Parti già in quarta con le tue idee ed opinioni, senza riflettere e senza guardarti indietro. Vuoi dare un nome a quello che abbiamo perché non vuoi soffrire.”
Scuoto la testa. “E’ vero, Damon, non voglio soffrire. Forse perché non riesco a fidarmi di te. Non ci riesco. Cos’è che abbiamo?” apro le braccia. “Non lo so. Non chiamiamolo per nome, in fondo potrebbe significare che dobbiamo entrambi impegnarci in qualcosa di serio, qualcosa più grande di noi, eh?”
Si alza in piedi anche lui. “Cosa provi? Quello è ciò che conta.” Si avvicina a me, prendendo il mio viso fra le sue mani. Sorrido flebilmente, osservando tutto tranne lui.
“Non so cosa provo.” Scrollo le braccia. “Forse niente, forse qualcosa. Non posso saperlo. Tu non mi aiuti.” Per un attimo mi guarda negli occhi. Sembra… in conflitto con sé stesso.
“Devo andare.” Mormoro, sciogliendomi dalla sua presa.
“Elena…”
“Lasciami andare.” La vista si appanna, prendo distrattamente le mie cose e lui rimane fermo lì, di fronte alla porta. 
“Lascia che ti aiuti…”
Lo blocco. “Va bene così. Ho capito.” Mi inumidisco le labbra, lo osservo per un po’. Forse è l’ultima volta che posso guardare questo viso e questi occhi a questa patetica vicinanza. 
“Buonanotte.” Sussurro, uscendo e non voltandomi indietro.

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N\A


Ciao a tutti! Eccoci qua con questo nuovo capitolo!

Prima che pensiate che la reazione di Elena sia esagerata e insensata, bisogna ricordare che a) Damon è pur sempre Damon! b) Elena è una ragazza sveglia, infatti già dai capitoli precedenti è piuttosto restia a credere che l'avvicinamento dell'eternal stud non abbia nulla di strano, ed infine c) Caroline ha la sua parte, ammettiamolo! Elena è insicura ma lei, nonostante tutto, le mette - come si suol dire - la pulce nell'orecchio! Ma se lo fa è perchè lei è così, esuberante, schietta, incredbilmente legata ad Elena.

Ma spetta a voi l'ultima parola! Cosa ne pensate?:) ed in più ho un'altra domanda, ossia, i personaggi a quale stagione assomigliano maggiormente? perchè, rileggendo il capitolo, nella mia mente sono apparsi vari momenti della prima stagione, per cui volevo un confronto... :)

Prima del consueto saluto e dei più che meritati ringraziamenti per voi, tutti coloro che leggono e recensiscono (y), c'è un avviso urgente per tutti i lettori! ovvero, la storia ritornerà fra venti giorni - qualcosa in più, qualcosa in meno - perchè sia io che l'altra autrice, valins, partiamo, ma non appena tornate aggiorneremo la storia, sperando di ritrovarvi vivi nonostante il caldo bestiale... magari anche sotto tanta sabbia, con un cellulare, ipad, computer o quel che sia ad attenere un nuovo capitolo *fede viene presa a pomodori in faccia*.

uhm... dicevo?  pace e amore, vogliateci bene comunque?  

Quindi godetevi questo capitolo, seppure non sia di lunghezza comparabile ai precedenti! 

Ed infine un grazie enorme per tutti voi, per chi spende qualche minuto del proprio tempo per leggere la storia, per chi la inserisce nelle seguite-preferite-ricordate e per chi addirittura recensisce! ci rendete incredibilmente felici, dico davvero! speriamo con gioia di ritrovarvi in egual modo per questo capitolo e per i successivi! :))

grazie a tutti voi per il supporto nonostante l'estate e le vacanze!

Se volete passare, i nostri profili missimissipi, e valins.

Un bacione e fra venti giorni!

  
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