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Autore: bradlifer    06/07/2014    9 recensioni
E se, in una delle notti passate alla Shoreline, alla finestra della camera di Luce non si presentasse Daniel, ma Cam? Come reagirebbe lei? Cosa si direbbero? E, soprattutto, cosa succederebbe?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cameron Briel, Luce Price
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Of the Night

La Shoreline School era così grande. Se in ogni corridoio non ci fosse stato almeno un paio di cartine dell'edificio, Luce si sarebbe sicuramente persa. E, senza Shelby attorno, iniziava a confondersi anche in quel momento. Ma sapeva che la loro stanza era al terzo piano, la terzultima a destra. Poteva farcela. In fondo, si trattava solo di qualche rampa di scale.
Mentre saliva gradino dopo gradino, l'idea di togliersi le alte scarpe col tacco prestatele da Shelby si faceva sempre più allettante. Erano semplici, di vernice nera, l'unico colore che potesse abbinarsi al suo abito azzurro scuro senza spalline che le arrivava al ginocchio, con dettagli in pizzo.
Era molto carino, e Luce non aveva protestato troppo quando Shelby, durante una delle escursioni esterne organizzate dalla scuola l'aveva convinta a comprarlo.
La serata era stata piacevole: i ragazzi dell'ultimo anno avevano organizzato una sorta di cabaret, e sotto il palco erano stati posizionati piccoli tavoli rotondi, a cui potevano stare sedute al massimo tre persone. Perfetto per lei, Shelby e Miles.
Quest'ultimo, quando l'aveva vista arrivare, aveva dato a Luce un buffetto sulla spalla e le aveva detto che il vestito le donava molto. Le aveva fatto piacere quel complimento, aveva sorriso e lo aveva ringraziato. E si era chiesta come sarebbe stato continuare così: con amici normali con cui uscire la sera, con amiche che le consigliavano quale vestito comprare e che le prestavano scarpe.
Poi aveva pensato a Daniel, alla battaglia alla Sword & Cross avvenuta nemmeno quindici giorni prima, a Penn, a Miss Sophia, e si era sentita improvvisamente trasalire. Così aveva iniziato a sorseggiare il bicchiere di champagne che aveva appena ricevuto dal cameriere.
L'ultima volta che aveva bevuto champagne era stato in quello squallido bar in Georgia in cui l'aveva invitata Cam. Lo champagne che stava bevendo era scadente quasi quanto quello offerto da quel bar malridotto.
Finalmente arrivata alla porta della sua camera, che condivideva con Shelby, Luce scosse la testa per scacciare quei pensieri e aprì la porta.
La loro stanza era accogliente. O meglio, Shelby, al contrario del suo carattere scontroso, era riuscita a rendere quella camera accogliente.
Le abat-jour dall'illuminazione soffusa, i profuma ambienti all'incenso attaccati alle prese di corrente della stanza.
Quell'odore, però, a Luce risultava spesso troppo pesante e, ora come ora, rischiava di peggiorare il suo mal di testa, motivo per il quale si era allontanata dal salone dove i suoi amici continuavano a festeggiare.
Si tolse le scarpe, rimanendo a piedi nudi, staccò in fretta i quattro diffusori e aprì la finestra, inspirando profondamente l'aria fresca e salata dell'autunno californiano. La brezza le sferzava i capelli, piccoli ciuffi biondi che le sbattevano sugli occhi. Quando si guardava allo specchio, spesso si chiedeva perché se li fosse tinti. Ma poi arrivava Shelby e la distraeva dai suoi pensieri. Una compagna del genere era proprio quello di cui Luce aveva bisogno.
Con la coda dell'occhio, Luce vide una piccola scintilla arancione alla sua destra.
Quando girò la testa per vedere meglio, si spaventò a morte, indietreggiando.
Le luci delle piccole lampade all'interno della stanza non erano sufficienti a definire la figura che stava seduta sul tetto, a qualche metro da lei. Ma Luce non aveva davvero bisogno delle luci per capire di chi si trattasse.
Il ragazzo girò la testa verso sinistra, guardandola.
<< Cosa ci fai qui? >> Chiese Luce.
<< Mi prendo una pausa. >>
<< E, con tutti i posti, proprio qui devi prenderti la tua maledetta pausa? >> Vederlo era l'ultima cosa che Luce voleva, figuriamoci parlargli. Giusto?
<< Non ho molta scelta. >>
<< Hai tutta la California. >>
<< Ho tutto il mondo, a dire la verità. >> Prese un tiro dalla sua sigaretta.
<< Allora va', Cam. Non sei il benvenuto qui. >>
Lui si avvicinò, gattonando, un sorriso sul viso. << Sicura? >> Le chiese quando le fu di fronte.
Se lo avesse spinto, sarebbe caduto giù. Luce, però, si trattenne dal farlo: probabilmente, meschino com'era, l'avrebbe trascinata giù con lui.
<< Mi metto a urlare se non te ne vai. >> Lo minacciò.
Cam alzò un sopracciglio, guardandola con aria di sfida.
Okay. Luce prese un respiro profondo, e gridò. Buttò fuori tutta l'aria che aveva in gola, sorprendendo sé stessa per quanta forza ci mise.
In un attimo, però, la mano di Cam fu sulla sua bocca per tappare l'urlo, che quindi non durò nemmeno una frazione di secondo.
Si guardarono per un lungo istante, e Cam non accennava ad allontanare la mano dalla bocca di lei.
Abbassò lo sguardo sulla sua mano e le accarezzò le labbra col pollice. Luce era bloccata, rigida, il cuore in gola. Moriva di caldo, nonostante continuasse a soffiare un leggero vento. Lo lasciò fare, in attesa che lui abbassasse la guardia.
Quando pensò che fosse il momento, Luce gli morse le dita con quanta più forza possibile.
Cam scattò indietro, ritirando il braccio.
<< Ahi! >> Esclamò, agitando la mano.
Luce nascose un sorriso. << Era un altro modo per dirti di andartene. >>
Cam le scoccò un'occhiata, tornando a sedersi dove Luce lo aveva trovato.
<< Se ti do così fastidio, chiudi la finestra e mettiti a dormire, o a leggere, o a fare le parole crociate. >>
Luce sgranò gli occhi. In lontananza si sentiva la musica della festa.
Osservò Cam mentre si avvicinava di nuovo la sigaretta alla bocca e, senza rendersene conto e senza riuscire a trattenersi, disse: << Sono Camel? >>
Cam girò la testa in direzione di Luce, sporta dal piccolo davanzale della sua finestra, con addosso un delizioso abito azzurro. Era strano per lui vederla bionda: si doveva abituare, ma non pensava che stesse male. Era solo diversa. Sembrava anche un po' più grande.
<< Marlboro rosse. >> Rispose lui soffiando fuori il fumo dalla bocca.
<< Anche Trevor fumava le Marlboro rosse. >> Ricordò Luce ad alta voce.
Cam fissò lo sguardo di fronte a sé, indietreggiando per appoggiare la schiena al muro. Luce si sporse di più per continuare a vederlo bene.
<< Mi fai fare un tiro? >> Gli chiese, pentendosene subito dopo.
Cam allungò il braccio, ma Luce non riuscì ad afferrare la sigaretta. Sbuffando, Luce fece leva sul davanzale e uscì dalla finestra. Gattonò per raggiungerlo, e Cam la sorresse con il braccio.
Si sedette accanto a lui, le loro spalle si toccavano, e Luce tremava di rabbia, terrore e ansia.
<< Tieni >>, disse, porgendole la sigaretta, << rilassati. >>
Luce strinse le labbra mentre, titubante, prese la sigaretta dalle dita di Cam. Aspirò un po' di nicotina e aspettò prima di soffiare fuori e di ridare la sigaretta a Cam.
<< Sono mesi che non ne fumo una. Da prima ancora dell'incidente. >>
Cam non disse nulla, si limitò ad ascoltarla e a prendere un'altra boccata di fumo. Le scoccò un'occhiata, che Luce notò.
<< Che c'è? >> Gli chiese.
<< Perché sei vestita così? >>
<< C'è una festa. >>
<< Tu e le feste proprio non andate d'accordo, eh? >> Fece lui con un sorriso nella voce.
Luce lo fulminò con gli occhi. << Cosa vuoi, Cam? >>
<< Niente. >> Rispose lui scrollando le spalle. Ed era vero: era andato lì con l'intenzione di infastidirla, ma non sul serio. Se lei si fosse arrabbiata davvero, e gli avesse chiesto davvero di andarsene, lui lo avrebbe fatto. Ma era evidente che Luce non sapeva come comportarsi con lui. E di questo, Cam ne fu soddisfatto nel profondo.
<< Intendo da me, o da Daniel, o da entrambi. Hai detto che lui non mi ha ancora. Che mi vuoi tu. >>
Cam buttò gli occhi al cielo. << Allora non dormivi, eh? >> Le chiese sorridendo.
Luce si strinse nelle spalle, prendendo di nuovo la sigaretta che Cam le aveva offerto.
<< Voglio, vogliamo... una scelta. >> Disse Cam a denti stretti.
<< Una scelta? >> Luce gli passò la sigaretta.
<< Ah-ah. >> Annuì Cam.
<< Che tipo di scelta? Di chi? >>
<< Indovina. >> La sfidò Cam colpendo la spalla di lei con la sua.
Luce non aveva bisogno di indovinare. Sbuffò, portandosi le gambe al petto.
<< Il tuo amico Roland si è iscritto qui. >>
Cam la guardò, incurvando le sopracciglia verso il basso e con voce cupa, ma ironica, disse: << Io non ho amici. >>
Le strappò un sorriso. << Così sei un demone asociale? >>
Cam rise. << Sono amico solo delle belle ragazze. >>
Luce gli diede una gomitata nel fianco.
<< Stai bene, comunque. >> Disse lui. Luce lo guardò confusa. << Il vestito e... >> Le indicò i capelli.
Luce annuì. L'aveva già vista bionda, quando, la settimana prima, l'aveva salvata da un Escluso.
Non sapeva cosa dire. Non lo voleva ringraziare.
<< Attento, Cam: rischi di diventare troppo gentile per gli standard dei fratelli di Satana. >> Lo stuzzicò.
Gli occhi di Cam brillarono, anche se in quella notte senza luna il verde smeraldo delle iridi non si notava bene.
Avvicinò la bocca all'orecchio di lei: << Attenta, Lucinda: i fratelli di Satana non sono una buona compagnia per le brave ragazze come te. >>
Luce si irrigidì, allontanando la testa per guardarlo in faccia. << Sei tu che sei venuto qui. >>
<< Sei tu che non mi hai mandato via. >>
<< L'ho fatto. >>
<< Pensavo mi odiassi, Lucinda. >>
<< Infatti, è così. >>
Cam le si avvicinò di nuovo. Luce sentiva il respiro di lui sul mento. << Ne sei sicura? >>
<< Hai ucciso la mia amica. >> Ribatté lei con tono severo.
<< Errore: Sophia l'ha uccisa. >> Le fece notare Cam con un tono ovvio nella voce.
<< Ma la battaglia l'hai scatenata tu. >>
Cam sbuffò, tornando ad appoggiarsi al muro. Con lui più distante, Luce si rilassò un po'.
<< Ho dovuto scatenarla, Luce. >> La guardò in faccia. << Ordini dall'alto, capisci? >>
Luce incassò il colpo. Si appoggiò anche lei al muro, lo sguardo perso davanti a sé. Nella mente rivedeva le immagini delle tenebre che avvolgevano Cam, rivedeva Penn cadere a terra accanto a lei. Sentiva la sua voce dire alla sua amica che sarebbe andato tutto bene. E rivedeva il coltello di Miss Sophia trafiggere la gola di Penn.
Aveva la vista annebbiata dalle lacrime e il respiro pesante.
<< A cosa pensi? >> Le chiese Cam, anche se sapeva già la risposta.
<< A Penn. >>
Ovvio, pensò lui. << Mi dispiace che sia morta, Luce. >> La sua voce suonò troppo piatta, se ne rese conto, ma lo pensava davvero. Per quanto fosse nella sua natura uccidere, Cam riconosceva quando si trattava di vittime innocenti. E Penn era sicuramente una vittima innocente.
<< No che non ti dispiace. >> Ribatté lei, la voce rotta dal pianto. << Tu non provi sentimenti. Non sai cosa si prova. >>
Quelle parole lo colpirono, ma non lo diede a vedere. Luce non poteva immaginare quanti sentimenti Cam avesse provato in settemila anni.
<< I sentimenti variano di persona in persona, Luce. Ognuno li percepisce in maniera diversa. >> Si limitò a dire.
Luce fece una smorfia. << Oh, smettila di fare il criptico con me. Non m'importa. >>
<< Bene. >> Disse lui.
<< Bene. >> Ripeté lei.
Girarono la testa all'unisono per guardarsi negli occhi. Restarono così per tanto tempo che a Luce sembrò un'eternità. Perché non riusciva a staccare lo sguardo da lui? E perché continuava a stare lì a parlare con lui nel cuore della notte?
Era magnetico. Stargli dietro era impegnativo, adesso che si era rivelato a lei per com'era realmente.
Luce si rese conto che avrebbe potuto restare ferma così per sempre, semplicemente guardandolo, e si odiò. Ma non poteva farci niente.
<< Una volta ti piacevo. >> Mormorò Cam, solleticandole la mano destra, appoggiata a una tegola, con un dito.
Luce abbassò lo sguardo, ma Cam non allontanò il dito dalla mano di lei. E lei non allontanò la mano dal dito di lui.
<< Non riesco nemmeno a ricordare quel periodo buio della mia vita. >>
Cam rise, i denti bianchissimi. Scosse la testa.
<< E poi... >> Iniziò lei, ma si morse la lingua.
<< Poi? >> La incalzò lui.
Cosa sarebbe successo se glielo avesse detto? Luce sapeva che quella conversazione sarebbe rimasta tra loro, una piccola parentesi di una notte. Detta così, poteva sembrare tutt'altra cosa. Ma a Luce non importò.
<< E poi dovrei essere io a dire una cosa del genere, se mai. >>
Cam fece un sorriso sghembo, accarezzandole una guancia con la mano. Luce lo scacciò via.
<< Oh, Lucinda. >> Disse, guardandola. << Tu mi sei sempre piaciuta. >>
Luce buttò gli occhi al cielo. << Ti odio. >>
<< Sì, mettiti in fila. >> Disse Cam con una scrollata di spalle.
La risata di Luce prima fu sommessa, controllata, poi si librò nell'aria, allegra e rara. Cam rise con lei, ma non sapeva esattamente di cosa. 
Era tutto così teso. Erano sull'orlo di una guerra, e loro se ne stavano su un tetto a fumare e a ridere. Delle persone erano morte, delle persone stavano morendo, delle persone sarebbero morte. E loro ridevano.
<< Avresti dovuto conoscermi in principio. Allora, forse, ti sarei piaciuto davvero. >> Mormorò, più a sé stesso che a lei.
<< In principio? >> Naturalmente, lei l'aveva sentito. << Intendi prima della Caduta? >>
<< Sì. >>
<< Eri diverso? >>
<< Lo eravamo tutti. >>
<< Cam. >> Disse lei con voce ferma. Adesso aveva acceso la sua curiosità, e voleva che si spiegasse.
<< Sì, Luce, ero diverso. >> Disse lui sbuffando.
Luce gli si avvicinò, sedendosi a gambe incrociate, dando le spalle alla finestra. Osservò un istante il profilo perfetto di Cam nella notte, che si era acceso un'altra sigaretta. Si morse il labbro, reprimendo l'impulso incomprensibile di toccarlo, di accarezzargli una guancia, di passare la mano tra i suoi capelli ricci. Avrebbe voluto avvicinare il viso a quello di lui e baciarlo, prima sulla guancia, poi all'angolo delle labbra, poi lungo il profilo della mascella, poi sul collo, poi sarebbe risalita al mento e infine l'avrebbe baciato sulla bocca.
Ricordava tutto del bacio che si erano scambiati alla Sword & Cross, di come si era sentita, di come si fosse dimenticata di tutto e tutti. Avrebbe solo voluto provare di nuovo quella sensazione. Anche se, in parte, la provava anche adesso. La provava sempre, quando era con lui. Quando era con Cam, c'erano loro due e basta. Loro due e basta.
Prese un respiro profondo e si costrinse a parlare: << E com'eri? >>
Cam la guardò, finalmente. Aveva lasciato che lei lo osservasse per un minuto buono, in silenzio, chiedendosi cosa le ronzasse in testa.
<< Come Daniel. E come Gabbe. E come Arriane. >>
Luce sgranò gli occhi. << Eri un angelo? >> Chiese stupita.
<< Lo eravamo tutti. >> Le stesse parole di poco prima. Luce avrebbe voluto strozzarlo.
Cercò di immaginarselo: senza il tatuaggio sulla nuca, le ali bianche. Non ce lo vedeva. Forse perché non lo aveva mai visto così, o forse perché sapeva che il vero Cam era quello che era accanto a lei in quel momento, o forse perché era questo il Cam che le piaceva.
Perché Cam le piaceva, era innegabile. Con lui non sapeva mai come comportarsi, la metteva a disagio e poi la faceva sentire come se fosse stata l'unica cosa sulla Terra. Con Daniel, lei si sentiva sempre come se fosse stata l'unica cosa sulla Terra. E, a volte, poteva diventare noioso. Solo, che non lo avrebbe mai ammesso a sé stessa. L'orgoglio sarebbe sempre stato il suo freno. Anche quella notte?
<< Quindi non ti ho mai visto da angelo? In una vita passata, intendo. >>
Cam arricciò le labbra, in una strana smorfia. << Sì, ma... >>
<< Ma? >>
<< Non mi hai mai visto davvero, Luce. >> Fece una pausa, per scegliere le parole giuste. << Non hai mai visto davvero nessun altro, a parte te stessa e Daniel. E, forse, questa è un'ulteriore condanna, non trovi? >>
Luce ci pensò su. In effetti, quando alla Sword & Cross aveva visto Daniel la prima volta, Luce aveva saputo che sarebbe cambiato qualcosa. Che sarebbe cambiata lei. Che tutto finalmente acquistava un senso, e il senso era quel ragazzo che le mostrava il medio. E tutta la sua vita, da quel momento in poi, era girata intorno a lui. Era sempre stato così? Luce non si azzardò mai a fare quella domanda ad alta voce, non voleva sentire la risposta che conosceva già.
<< E quando sei diventato così? >> Gli chiese. << Demone, intendo. >>
<< Molto tempo fa. >>
Luce buttò gli occhi al cielo. Ma dai?, pensò tra sé sarcasticamente. << E hai scelto e basta? Così, di punto in bianco? >>
<< Più o meno. >> Rispose lui. Vedendola irrigidirsi, decise di aggiungere qualcosa. << È stata una decisione impulsiva, come quasi tutte le mie decisioni. Non mi va di parlarne. >> Tagliò corto, sperando che lei la smettesse e non si arrabbiasse.
<< Bene. >> Disse Luce.
<< Bene. >> Ripeté lui.
Si guardarono e scoppiarono a ridere di nuovo.
Poi, mentre Cam gettava la sigaretta verso il prato di fronte a loro, Luce si fece seria.
Lo guardò attentamente per un istante. Senza rifletterci troppo, gli chiese ciò che le frullava in testa: << Hai mai amato? >>
Cam si rabbuiò un istante. Come le venivano certe domande? Cosa le importava? Perché la incuriosiva così tanto? E, soprattutto, perché lui le rispondeva? Perché avrebbe voluto restare lì con lei tutta la notte?
Cam respirò profondamente. << Sì >>, disse. Annuì, deciso, e la guardò. << Sì, ho amato. Una volta, molto tempo fa. >>
Luce si strinse nella spalle, lo sguardo basso. << E lei ricambiava? >>
<< Ti ho detto che non mi va di parlarne. >> Ribatté lui.
Luce si accigliò. << Hai detto che non vuoi parlare della tua scelta. >> Lo guardò in faccia. << Devo dedurre che lei è coinvolta? >>
Cam s'irrigidì, e scoccò a Luce una strana occhiata. Fece spallucce. << Ho sempre pensato che ci saresti stata bene, tra noi. >> Disse a bassa voce.
<< Tra voi demoni? >> Chiese Luce con voce un po' troppo acuta, per nascondere una risata isterica.
<< Sì. >>
<< E perché? >>
Cam le si avvicinò, guardandola negli occhi intensamente. Quando i loro visi furono così vicini che i loro nasi si sfioravano, le sussurrò: << Sei sempre stata troppo sveglia per Grigori. >>
Dentro di sé, Luce gioì. La donna che Cam aveva amato, lo aveva portato a scegliere l'Inferno, come aveva detto lei. Aveva ragione.
Aveva mille domande da fargli che non gli avrebbe mai fatto perché lui le aveva detto chiaramente che non voleva parlarne. E lei avrebbe rispettato quella sua volontà.
Così, invece di chiedergli come si chiamasse la donna che lo aveva trasformato in ciò che era adesso, si ritrovò a fargli una domanda completamente diversa, quasi senza respirare.
<< Credi che, se ti baciassi adesso, Gabbe arriverebbe e ti prenderebbe di nuovo a pugni? >>
Cam sorrise, posando una mano sulla guancia di lei. Luce appoggiò la sua mano su quella di lui, avvicinandosi ancora un po'.
Senza smettere di sorridere, Cam disse: << Vale la pena tentare, no? >>
Luce ricambiò il sorriso, e annuì. << Sì. >>
La bocca di Cam si posò con delicatezza sulla sua. Iniziò come un bacio gentile, in cui lei gli allacciava le braccia al collo e lui la stringeva tra le sue braccia, le mani sulla schiena di lei. Poi, Luce insistette sulla bocca di Cam perché la aprisse di più, per baciarlo più appassionatamente. Per baciarlo come aveva sempre voluto.
Non pensava a niente, solo a lui e a respirare, anche se le risultava difficile.
Cam le morse il labbro inferiore e lei sorrise sulle labbra di lui. Lui la fece spostare per baciarla dietro l'orecchio e sul collo.
Luce gemette, stringendosi a lui, che tornava a baciarla sulla bocca. Luce sapeva che non sarebbe mai stata sazia di un bacio del genere, né sarebbe mai stata stanca di Cam.
Eppure, una parte di lei la spinse a irrigidirsi, ad allontanarsi, a guardarlo in faccia con fare inespressivo e a liberarsi dalla sua presa.
La stessa parte che l'avrebbe portata a continuare a volere Daniel ostinatamente, a volte contro ogni razionalità.
La stessa parte che le fece notare le risatine di Shelby e Miles dietro la porta. Quei due sarebbero finiti insieme, Luce ne era convinta. Era solo questione di tempo.
E sempre quella minuscola, fredda parte di sé, fece gettare a Luce un'occhiata nervosa verso il davanzale della sua finestra.
<< La tua compagna sta rientrando. >> Constatò Cam con voce piatta.
<< Già. >> Mormorò lei, guardandolo negli occhi.
Tornò a dimenticarsi di tutto. E le stava benissimo così.
Si gettò di nuovo tra le braccia di lui, a lo baciò ancora, freneticamente, quasi da rimanere senza fiato. Stavolta fu lei a morderlo, per prendersi una piccola, dolce vendetta. Era così bello.
Si allontanò a forza, stavolta, e non riusciva a staccare gli occhi dalle labbra di lui.
<< Mi dispiace. >> Sussurrò.
<< Che Gabbe non ci abbia fermato o che sia arrivata la tua compagna? >> Disse lui sorridendo.
<< Tutte e due le cose. >> Ammise Luce, improvvisamente timida. << E che sia stata una donna a portarti a scegliere il Male. >> Aggiunse annuendo. << Anche se forse hai ragione: non ti avrei mai guardato come meriti di essere guardato, se fossi rimasto dalla parte di Dio. >>
Dopo un attimo di esitazione, lo splendido sorriso di Cam si accese di nuovo e di più. << Non sono mai stato tagliato davvero per la parte dei buoni. >> Le sussurrò all'orecchio.
Luce rabbrividì, ma non per il freddo.
<< Cam? >> Disse, mentre lui la baciava sulla clavicola, una mano tra i suoi capelli e l'altra sul suo fianco.
<< Mmh? >> Borbottò lui.
<< Mi daresti un'altra sigaretta? Credo che potrei averne bisogno, nelle prossime ore. >>
Cam fece un sorriso sghembo, staccandosi da lei per aprire di nuovo il pacchetto. Gli rimanevano due sigarette. Gliele diede entrambe.
Luce sorrise, e fece per prenderle ma lui alzò il braccio e lei le mancò.
<< Tu cosa mi dai in cambio? >> Le chiese divertito.
A Luce vennero in mente un paio di risposte che non erano da lei, ma che erano sicuramente adatte alla situazione. Decise di tenersele per sé.
Si limitò a ricambiare il sorriso e baciarlo di nuovo, indugiando sulle sue labbra per un po'. Cam le tenne stretta la testa con una mano, mentre con l'altra le accarezzò il ginocchio nudo.
Luce lo lasciò fare, ma poi sentì la chiave di Shelby girare rumorosamente nella serratura e si fece prendere dall'ansia.
<< Devo andare. >> Mormorò sulla bocca di lui.
<< Mmh. >> Borbottò Cam, baciandola di nuovo.
<< Cam. >> Disse lei cercando invano di suonare decisa.
<< Okay, okay... Vai. >> Disse lui ridendo. Le strizzò l'occhio e le diede le sigarette.
Luce le strinse nel pugno della mano destra, gli accarezzò le labbra un ultima volta e gli voltò le spalle.
Si sentiva lo sguardo di lui addosso mentre raggiungeva la finestra.
Quando fu sul davanzale, lo guardò ancora.
<< Buonanotte, Lucinda. >> Bisbigliò Cam, la cui voce sembrava fosse quella della notte.
<< Buonanotte, Cam. >> Rispose lei, rinfilandosi in camera.
Mentre Shelby entrò barcollando dalla porta e Luce le si avvicinò per sorreggerla, Cam aprì le sue grandi ali dorate e spiccò il volo.
Ed entrambi tornarono alle loro vite, seppellendo in fondo alle loro anime quella mezz'ora che avevano condiviso sul tetto della Shoreline School.


--- Spazio autrice
Non ce la faccio proprio a non scrivere su questi personaggi. 
È più forte di me.
Il titolo me l'ha ispirato l'omonima canzone dei Bastille, se vi può interessare. lol
Ho "maturato" questa idea ieri sera, e ho scritto la storia questo pomeriggio. Spero vi sia piaciuta.

Come sempre, aspetto le vostre recensioni!
Un saluto, Virgi.

 

  
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