~Love error
Ed
ecco che per l'ennesima volta la sua mente era corsa a fantasticare
su qualcosa di pericoloso.
Ma la colpa non era sua, oh,
no.
Stringeva i denti, spaventato dal fatto di non riconoscere
quasi se stesso, mentre seguiva i movimenti di quell'essere
odiosamente bellissimo, il quale, forse compiaciuto di ricevere tanti
intensi sguardi -fossero d'odio, di diffidenza, d'interesse,
o di tutti e tre insieme-, sbirciava a sua volta appena con la coda
dell'occhio in direzione del ragazzo, con aria sorniona. E questo a
Battler non era sfuggito, così aveva di proposito assunto
un'espressione ancor più truce.
Beatrice sgranocchiava
rumorosamente biscotti, e di tanto in tanto le sfuggiva una breve
risatina sommessa dovuta a quel gioco di sguardi che andava ormai
avanti da decine di minuti senza che nessuno dei due proferisse
parola.
Nel raffinato salotto del Purgatorio, per una volta, non
si sentivano urla, risate isteriche od insulti, e nemmeno la ceramica
delle tazzine da thè s'era ancora infranta sul freddo
pavimento: i
due giocatori avevano avuto bisogno di un momento di raccoglimento,
per prepararsi ad affrontare un nuovo, perverso gioco. Ma la loro
pausa stava volgendo al termine e nella mente di entrambi iniziavano
ad affacciarsi vivaci pensieri, mentre lentamente tornavano ad
interagire tra di loro.
A breve l'eccentrica donna avrebbe di
sicuro rotto definitivamente il silenzio con qualche affermazione
volgare, Battler lo sapeva.
E non staccava gli occhi dalla figura
di lei, sospirando estenuato di tanto in tanto o scrollando le
spalle, come nel pieno di un altro di quei suoi ragionamenti
contorti.
Malgrado Battler si fosse sicuramente ripreso dalla
strategia del Vento del Nord e del Sole senza traumi, e malgrado ne
fosse passato di tempo da quando la strega l'aveva messa in atto,
qualcosa di quella storia gli aveva lasciato come l'amaro in
bocca.
Si era insinuato, in quel quadro che sembrava ormai tanto
chiaro, qualcosa di sottile, a cui aveva a stento fatto caso, ma
pensandoci non poteva che rimanerne turbato.
“...Ci terrei a
precisare che non te le faccio palpare, nemmeno se le guardi
così”
Scoppiò a ridere all'improvviso lei, sgraziata. Esattamente
come
previsto. Ormai conosceva così bene i suoi modi che la cosa
iniziava
a inquietarlo.
“Stavo solo pensando”, replicò senza
ammorbidire la sua espressione, infastidito.
La donna ghignò,
accavallando le gambe, e prese un respiro profondo dalla sua preziosa
pipa. Stava forse pensando al nuovo gioco, ed era appena un po' meno
loquace del solito, forse stancata dall'attività di
elaborare un
intreccio degno dei precedenti senza cadere nel logic error -cosa
della quale Battler non era ancora a conoscenza.
...o forse aveva
notato il turbamento e l'insofferenza più accentuata di
Battler nei
suoi confronti, e per questo stava evitando di rompere quel silenzio
così denso di frasi non dette?
Battler non aveva neanche pensato
all'ultima possibilità. In quel momento attribuirle una
simile
premura era fuori discussione per lui, l'avrebbe solo confuso
ulteriormente.
Battler era disorientato. Aveva una bussola per
mano, e sapeva perfettamente quale delle due fosse funzionante, quale
no, e quale direzione prendere per raggiungere la sua meta. Ma l'ago
della bussola rotta era...
...il pensiero della mano candida di
Beatrice delicatamente poggiata sul suo pugno chiuso, a sostenerlo
silenziosamente. Quei magnifici occhi azzurri immersi nei suoi, a
volte gli erano sembrati talmente vicini...! Talmente profondi...
Non
aveva dubitato per un secondo della loro sincerità, ed era
stato un
errore, un terribile errore, ma in fondo sapeva quanto fosse inutile
incolparsi: se avesse rivisto quello sguardo, probabilmente, avrebbe
puntato tutto nuovamente su di lei, senza nemmeno pensarci due
volte.
(Oh, gli uomini. Creature piccole e deboli, che crollano di
fronte a un battito di ciglia in più del dovuto).
Ma non si
sarebbe fatto prendere in giro di nuovo, oh no. Aveva soltanto...
dimenticato dove finiva la verità e iniziavano le bugie.
No, la
colpa non era sua, ma del demone che l'aveva partorita con quegli
occhi, e con quelle superbe doti di attrice.
Per colpa di quella
maledetta farsa aveva avuto modo di vedere quanto Beatrice sapesse
essere bella. Niente a che vedere con il quadro nella hall. Niente a
che vedere con la... stronza maleducata che era realmente.
Di una
donna come quella, in diverse circostanze, si sarebbe potuto
quasi...
Oh, ma andiamo, lei era... che
schifo.
Giusto?
Assottigliò ulteriormente lo sguardo, cercando di
metterla ancor di più a fuoco, come se così
avesse potuto captare
cosa ci fosse nella mente sicuramente malata della sua
avversaria.
Come se fosse importato, che era bella, tra l'altro.
No che non importava. Non a lui.
...eppure adesso faceva caso a
quanto fossero lunghe quelle ciglia, rosee quelle labbra che
sembravano davvero dipinte, lungo e bianco il collo.
“...Eeee...”
sospirò la strega, ironica, sorseggiando il suo ottimo
thè. “Hai
bisogno che io distrugga qualche tua teoria in rosso,
Battler?”
“Huh...”
Chissà come sarebbe stato vederla in
panni modesti, e appena un po' più fragile, magari.
Avrebbero
passato le giornate a mangiare biscotti e parlare infervorati di
gialli, sostenendo tesi opposte magari, esultando nel risolverli e
scoprire chi aveva ragione. Sarebbe stato divertente salutarsi al
tramonto con la promessa di rivedersi il giorno dopo. Magari si
sarebbe dileguato con qualche frase ad effetto, una di quelle in
inglese per le quali tanto era stato preso in giro, per fare colpo in
stile Battler.
-e per una frazione di secondo vacillò, mentre in
lui s'insinuava il vaghissimo sospetto che forse una cosa del genere
poteva essere accaduta davvero, a qualcuno, da qualche parte-
“OUCH”.
Un forte colpo contro il suo sterno lo riportò alla
realtà, in cui
le cose, per sua sfortuna, andavano in maniera abbastanza...
diversa.
Battler rantolò dolorante sul pavimento, massaggiandosi,
mentre la strega rideva in quella sua maniera acuta e sgraziata.
Doveva essere stata per forza lei a colpirlo, con uno di quei dannati
trucchetti.
“Cosa diavolo...!?”
“Non mi
ascoltavi~”
Battler si alzò da terra poco dopo come se nulla
fosse – si potrebbe pensare che i giochetti con le Sette
Sorelle
avessero aumentato la sua soglia del dolore – e l'espressione
contrariata.
“Beh, adesso invece sono concentrato, quindi
perché
non iniziamo immediatamente?”, e le parve combattivo,
energico,
impaziente, mentre riprendeva posto all'altro capo del
tavolo.
Beatrice gli rispose con un'occhiata altrettanto decisa,
ma con una punta di severità gli fece notare che i suoi
spettatori
non avevano ancora dato loro notizie.
Lo sguardo del ragazzo fu
eloquente. Mentre lì c'era in ballo qualcosa di
tremendamente
importante per lui, cosa poteva importargli degli ospiti di Beatrice?
Ma di fronte all'espressione ferma della strega non gli rimase che
rilassare le spalle e sospirare; era semplicemente ridicolo che
quelle due ragazzine potessero esercitare tanta autorità sul
loro
gioco.
“Secondo me di questo passo arriverà il giorno in
cui
saranno quelle due a giocare per noi, Beato.”
brontolò distendendo
le lunghe gambe.
La Strega Dorata rise contenutamente, mentre
espirava il fumo della pipa.
- mai
previsione si rivelò più esatta
-
L'atmosfera si era fatta leggera, nel salotto. Distesa.
Il
Purgatorio era il loro campo di battaglia. Bianco puro macchiato di
sangue, thè, briciole di biscotti. Li aveva visti litigare,
sostenersi, insultarsi, ridere, non comprendersi, comprendersi,
piangere.
Avversari, alleati, ancora avversari.
Battler,
ripensandoci, non riuscì a sentirsi in colpa, nemmeno un
po', quando
si rese conto di essere perfettamente a suo agio, in quel particolare
campo di battaglia, e con quella persona. E a dire il vero, nemmeno
per aver pensato che fosse bella.
Lo era davvero, seduta sulla sua
sedia. La sua figura emanava eleganza, compostezza, fierezza, e la
parte interessante veniva nel momento in cui dimostrava di non avere
neanche un briciolo della seconda, mentre anche la prima a tratti
veniva a mancare.
Occhi
limpidi come quelli, poi, non potrebbero mai raccontare una bugia,
si azzardò a pensare, ricordando quanto amorevolmente
l'avevano
guardato nel corso del precedente gioco, e anche tornando a poche
mattine prima, quando aveva capito le sue intenzioni di volerlo
consolare in quel buffo modo per un dispiacere mai preso. Era anche
quella una messinscena? Se da un lato non aveva dubbi, una parte di
lui...
Stava iniziando a pensare che ci fosse qualcosa di
estremamente innocente in lei.
E quella parte prese il sopravvento
all'improvviso.
Non si rese neanche conto dell'espressione
addolorata che si era fatta strada sul volto della sua avversaria,
lei che percepiva anche il suo più piccolo mutamento di
umore, e che
più in fretta di lui stesso ne decifrava i pensieri
– lei
che voleva guidarlo verso la comprensione di un mistero che iniziava
a considerare fuori dalla sua portata, lei che per farlo dosava la
verità a gocce minuscole e quasi impalpabili che
probabilmente
sarebbero passate inosservate per sempre.
La
bussola rotta, in fondo, poteva guidarlo verso una storia
incredibile. E per un folle attimo Battler decise di andare nella
direzione che indicava.
Beato lo sentiva già nell'aria da tempo,
quell'errore che poteva costare tanto al suo cuore stanco, l'errore
che avrebbe fatto in ogni momento, da quando quell'Inferno infinito
era iniziato, senza alcuna esitazione.
“Cos'hai?” chiese
osservandolo freddamente mentre le si avvicinava con aria lievemente
pensierosa.
“Pensieri poco chiari, Beatrice.” si
fermò al
centro della stanza, le sopracciglia aggrottate, come immerso in
qualche ragionamento incredibilmente difficile. In automatico,
all'aver sentito pronunciare il suo nome per intero, la strega si
alzò dalla sedia e mosse passi lenti in direzione del
giovane, con
il solito sorrisetto irriverente sulle labbra e il cuore in gola.
Pensieri
poco chiari, eh...? Allora magari...
La
strega sapeva quanto fosse improbabile, tuttavia decise di
sperare.
“Non è una novità,
Battleeer~” iniziò con il
solito tono dispettoso, “mi stupirei se ci fosse qualcosa di
chiaro
in quella tua test-”
Per una volta, un suo sguardo
particolarmente intenso, la zittì.
In
quella sua testa,
cosa stava accadendo adesso?
Beatrice provò ancora a nascondere
la sua preoccupazione, ma ciò che ottenne fu solo
un'espressione
forzata. Di fronte a quello strano silenzio, avrebbe benissimo potuto
pensare di... avercela fatta, per scoprire un istante dopo di essersi
ancora illusa. Perché essere così crudeli?
Arbitrariamente, e non a
torto, decise che sarebbe stato troppo bello se si fosse trattato
di... quello, della fine del loro gioco, e dunque di non crederci
finché non l'avesse sentito annunciare direttamente da lui.
Scartata
– forse, per il momento – quella
possibilità, non restava molto
altro...
Ma ci sono cose che una donna difficilmente non capisce,
dunque il suo pensiero tornò all'errore più bello
che avrebbero
potuto commettere, e ciò la spaventò .
Qualcosa tremò nel suo
sguardo, e Battler dovette accorgersene, se mutò espressione
assumendone una vagamente dolce.
Beatrice mai avrebbe pensato di
vederla in lui al di fuori del terzo gioco.
“Il nonno è...
molto innamorato di te.” ricordò allungando una
mano verso il suo
viso, e lei emotivamente non ebbe le forze per fermarla, ma nemmeno
le andò incontro, pietrificata.
La sentì... calda, e il palmo di
Battler era morbido. La pelle di chi in tutta la sua vita non ha mai
alzato un dito, pensò, e le sfuggì un sorrisetto,
stranamente, del
tutto privo di cattiveria. Le regalò una sensazione
incredibilmente
piacevole.
Così...?
Adesso...?
Spesso
aveva sognato un contatto così tenero, ma cercò
di scuotersi, a
malincuore.
Sotto gli occhi quasi... innamorati di Battler, capì
dove quel fuoriprogramma avrebbe potuto condurla.
Lui stesso se ne
sarebbe pentito, lei aveva ripetutamente ucciso la sua famiglia e
avrebbe continuato a farlo, e poi, chi le garantiva che non si
trattasse di una recita... Sì, di una recita per ripagarla
con la
sua stessa moneta!
...nonostante tutto, non poteva non credere a
quegli occhi.
Una parte di lei si era già fiondata tra le sue
braccia, stretta a lui. Ma il corpo non la seguì.
Beatrice posò
delicatamente una mano sulla sua, per scostarla dal proprio viso, e
ancora una volta si trovò indecisa tra l'interrompere quel
contatto
e l'intensificarlo, strofinando il viso su quel palmo gentile.
...
Facendo ricorso ad una forza d'animo che non credeva di possedere, l'interruppe, sottraendosi a quella dolce carezza.
Ma dopo aver
allontanato la mano di Battler da sé, non smise di
stringerla con la
propria, né lui sembrava aver intenzione di voler sciogliere
la
presa.
Perché,
perché anche questo...? Come se non fosse già
abbastanza
difficile...
…
Quell'istante
le parve infinito. Si sentiva leggera, e incredibilmente pesante.
Felice, e irrimediabilmente triste. Al sicuro, e allo stesso tempo
sul ciglio d'un burrone.
È
giunto il momento di svegliarsi da questo sogno.
La
mano sottile di Beatrice scivolò fuori da quella di Battler,
che la
guardò confuso, mentre la donna intrappolava il suo mento
fra due
dita e l'espressione di dolcezza sul suo bel volto si distorceva in
una smorfia crudele.
“Come mai parli di quel vecchio inutile
proprio adesso? Oh, ho capito! Pensavi al modo in cui l'ho ucciso? O
facevi ipotesi su quello in cui lo ucciderò?”
parlava ad alta
voce, eccitata. Di fronte ad un mutamento tanto repentino
istintivamente Battler scosse la testa e si ritrasse, sbigottito.
“Ma
le morti migliori saranno quelle dei tuoi cari cugini, ho proprio
intenzione di divertirmi con loro~! Chissà se in questo
gioco o nel
prossimo?~ Di certo non ci annoieremo!”
Beatrice batté le mani.
Parlava con un tono allegro di cose orribili per provocarlo, ed
ottenendo i risultati sperati. La sua espressione, quella oscena di
sempre.
Battler sembrò come destarsi da un lungo torpore, ed
abbassò lo sguardo sulla propria mano, ripensando
probabilmente al
suo gesto di poco prima. Cos'aveva fatto...? La guancia di Beatrice
era liscia, morbida, e si era sicuramente riscaldata sotto il suo
tocco. Era stato... bello, e...
Estremamente stupido.
La
sua espressione si indurì di nuovo, e Beatrice, notandolo,
rise più
forte, sollevata, ignorando la nuova, profonda ferita che aveva
riportato il suo animo.
Guardandola
deridere in quel modo oltraggioso le morti di chi amava, Battler
decise di soffocare quel germoglio d'amore, ma dimenticò
forse... di
estirparlo alla radice.
…
Quello che nessuno dei due
innamorati aveva notato, era un micio nero che, silenziosamente, era
arrivato, e altrettanto silenziosamente, insoddisfatto di quanto
visto, aveva abbandonato il salotto.
~
“Ohhh,
che triste, triste storia d'amore~” esclamò
gioiosamente una
ragazzina bionda tuffandosi sul morbido materasso del letto a
baldacchino, a fianco della compagna che, al contrario, fissava il
vuoto per nulla entusiasta.
“Per un attimo” iniziò
quest'ultima con tono annoiato “avevo temuto che avrebbero
fatto
qualcosa di disgustoso come giurarsi amore eterno e
abbandonare insieme quel dannato tavolo da gioco”
Dalle sue
parole traspariva un evidente disprezzo.
“Qualcosa del genere
non è possibile, lo sai~ Ma se il caso lo
richiederà, potrei in
futuro mettere sempre delle catene a quella bambina. Giusto per
sicurezza. Che ne pensi?~”
Lambdadelta strofinò la guancia
contro quella di Bernkastel, la quale chiuse gli occhi e rispose con
un semplice sospiro.
“Però...” la biondina si fece d'un
tratto seria, e l'altra le rivolse uno sguardo d'intesa. Stavano
probabilmente pensando alla stessa cosa.
“...La parte umana sarà
in grado di affrontare la mia favorita sfruttando al meglio le sue
potenzialità...?” completò la frase
Lambdadelta quasi tra sé e
sé, dubbiosa.
La risposta era evidente che fosse “no”.
E
si sa, un gioco dove una delle due parti non si impegna davvero per
prevalere sull'altra, difficilmente può dirsi
interessante.
Terribile. Quel divertente spettacolo davvero stava
per tramutarsi in qualcosa di talmente squallido senza che loro
potessero fare niente per impedirlo...?
...Ma certo che
potevano.
Bernkastel non aveva dimenticato la sfortunata bambina
rimasta a terra dai nonni la mattina del 4 Ottobre 1986, con il mal
di pancia.
Piccola.
Lei, il suo Onii-chan, non l'aveva mai
più rivisto.
O almeno, fin quando la Strega dei Miracoli non
l'aveva inserita nel precedente gioco. E dunque, perché non
consentirle di dare un'ulteriore mano d'aiuto al suo caro fratello
maggiore?
Ma si sa, Bernkastel non dà mai niente per niente.
Cosa
accadrebbe se quella pedina fosse costretta dagli eventi a rivelare
la propria identità, andando incontro ad un tragico epilogo
proprio
sotto gli occhi dell'amato fratello?
...Quale magnifico
incentivo per dare a Battler la determinazione necessaria per
uccidere la strega Beatrice!
Era tutto programmato sin
dall'inizio, e sembrava essere giunto il momento di mettere in campo
quella preziosa, potente carta.
“Non preoccuparti, Lambda.”
ghignò quasi, soddisfatta, strofinando appena le labbra su
quelle
della compagna, la quale stentò a trattenere un versetto
felice.
“Vai da Beato, e dille di prepararsi ad aggiungere
ufficialmente un posto per quella famosa ospite...
Pare che anche
lei abbia voglia di giocare.”
Ma,
nonostante
tutto e tutti,
se è vero che “senza amore non può
essere
visto”,
e che il germoglio nel cuore di Battler non era stato
estirpato,
i suoi occhi stavano iniziando ad
aprirsi,
lentamente,
sulla verità.
Spazio
inutile a fine pagina
(o Note
dell'autrice, se preferite):
Innanzitutto,
grazie per essere arrivati alle note senza aver chiuso la pagina
prima~
...E scusatemi, avrei pubblicato qualsiasi
cosa pur di
pubblicare qui. Dico davvero.
La cosa carina è che ormai penso
che prima di scrivere qualcosa dovrei decidere cosa. Questa
è uscita
molto... così. Mi dispiace di essere andata troppo OOC, in
particolare con Battler credo.
Comunque, in diretta dal mio letto,
sono le 5:02 del mattino mentre scrivo (spero di pubblicare ad un
orario decente invece), e mi sento profondamente giustificata se
quello che ho scritto non ha senso.
…
No, ok, SO di non
essere giustificata.
Non so se verrà commentata o finirà nel
dimenticatoio - io spero proprio di no, trattandosi comunque di una
delle mie bambine -, ma ci terrei a conoscere le opinioni di chi
passa a leggerla, mh? Qualsiasi tipo di opinione, quindi se adesso
voleste suggerirmi di darmi all'ippica, o che ne so, fatelo.
Molto semplicemente.
Spero di non aver commesso troppe
sbadataggini. E... sarebbe carino se me le faceste notare.
Comunque,
tutto questo è finalizzato a... niente. Un motivo in
più per cui
strumentalizzare la povera -anche se una puuuunta rompiballe-
Ange.
Bern
e Lambda nella parte finale...Sono stilose, si sa, e una conclusione
senza di loro non è una conclusione. Ormai anche quando vedo
un
film, durante i titoli di coda, mi sembra di sentire i loro commenti
b*stardi♥
Perché sempre tutti contro Battler e Beato? ;_;
Bene,
ricordate di shipparli fino alla morte, e che tra nove giorni il
nostro rossone fa il compleanno.
Sfortunatamente per voi, temo ci
rivedremo presto ~
Grazie, con tutto il cuore, per aver dedicato
del vostro
prezioso tempo a questa sciocchezza.
-D. B.