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Autore: Lola_Smoke    27/08/2008    2 recensioni
Bill riceve una lettera, capace di risvegliare un amore che ha finto di essersi lasciato alle spalle. Un amore forte, folle, distruttivo. L'amore per Lilith, il suo sbaglio più grande. Song-fic ispirata a "Tutti I Miei Sbagli" dei Subsonica.
Genere: Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Tokio Hotel, nè offenderli in alcun modo


Tutti I Miei Sbagli



Tu
Sai difendermi e farmi male
Ammazzarmi e ricominciare
A prendermi vivo
Sei tutti i miei sbagli


Bill alza gli occhi dalla rivista che sta sfogliando, annoiato
Qualcuno ha appena sbattuto la porta d’entrata, sente dei passi pesanti avvicinarsi al salone
- Sei sveglio o stai dormendo? –  una voce profonda risuona nel corridoio
Bill alza gli occhi al cielo
- Sono sveglio Tom – pronuncia con calma
Pochi secondi e suo fratello compare davanti al divano, in mano il borsone della palestra che subito getta a terra
- Buongiorno fratellino!  -  
Si esibisce con uno dei suoi sorrisini divertiti e con poca grazia si lascia cadere accanto a Bill
- Sono stanco morto – esordisce lugubre – Mi sono fatto mezz’ora di pesi e un’ora di tappeto. Ma ne è valsa la pena – gli mette un braccio sotto al naso – Senti che potenza – conclude fiero
Bill, senza staccare gli occhi dall’articolo che sta leggendo, da una leggera toccatina
- Eh già – risponde con scherno
Tom lo guarda storto
- Tutta invidia la tua! Se invece di poltrire venissi anche tu in palestra… -
Ma Bill lo interrompe velocemente
- Durerei il tempo di dieci secondi e poi troverei un modo per scappare – si volta e lo guarda   - Perché mai dovrei pagare per sudare come un matto e non avere la forza di alzarmi dal letto il giorno dopo? -  
Ma il gemello non si dà per vinto
- Per avere dei muscoli come i miei -  risponde pronto
Il moro scoppia a ridere
- Non sono neanche dieci giorni che vai in palestra e sei scheletrico esattamente come me! – alza la rivista che ha in mano – Questo è un buon modo per passare il poco tempo libero che abbiamo – conclude con un sorriso
Tom alza gli occhi al cielo
- Lasciamo perdere… Piuttosto – si toglie le scarpe  - Cosa si mangia per pranzo? –
- Possiamo ordinare la pizza – Bill posa il giornale sul tavolino a fianco del divano -  Si, ho proprio voglia di pizza – conclude con entusiasmo
Con un gesto si appropria del cordless  cominciando a digitare il numero della pizzeria, per nulla interessato a cosa abbia voglia di mangiare Tom
- Buongiorno, vorrei ordinare due pizze da asporto -  pronuncia melodioso
Tom incrocia le braccia
- Oh si Bill, anche io voglio la pizza…grazie per avermelo chiesto – borbotta
- Una capricciosa e una con salame piccante. Quando posso passare a prenderle? – resta qualche secondo in silenzio – Perfetto! Sono Tom, grazie  -
Con un sorrisone ripone il telefono sul tavolino
- E scommetto che devo andare a prenderle io -  sbotta il rasta
Bill si passa le mani sul corpo
- Guardami! Sono ancora in pigiama, i capelli sono un disastro, trucco inesistente e non mi sono ancora lavato i denti! -  lo indica con una mano – Tu devi solo infilarti le scarpe. Tra l’altro le pizze sono pronte tra quindici minuti…io comincerei ad infilarmele – con un piede spinge Tom giù dal divano – Forza -  lo incoraggia
- Ma sono stanco – piagnucola il chitarrista
- Mica devi camminare…ti ci porta la macchina –
Tom di malavoglia si infila le scarpe
- Sei di una pigrizia sconvolgente – sussurra stizzito, mentre si allaccia le stringhe
- Lo so – se la ridacchia il moro
Il rasta si alza in piedi, sistemandosi i jeans calati
Compie due passi verso il corridoio, poi si blocca e si volta verso il fratello
- Quasi dimenticavo -  si infila una mano dietro la tasca dei pantaloni – Ho trovato questa nella cassetta delle lettere – gli lancia una busta bianca – E’ per te. Ci vediamo tra un pò –
Bill lancia uno sguardo alla busta ai piedi del divano
Non c’è il mittente
Con uno sbadiglio allunga una mano e prende la lettera, girandola piano sul lato del destinatario
Non ci sono francobolli, non c’è il timbro della posta
Una sola parola al centro
“ Bill “
Normalmente l’avrebbe stracciata…un’altra fan che ha scoperto la loro abitazione
Ma quella scrittura… quella scrittura è familiare
Si mette a sedere, tenendo tra le mani la busta anonima che improvvisamente è diventata rovente
La apre piano, senza rendersi conto di star trattenendo il respiro
Tira fuori un foglio, piegato in tre
Gli basta leggere la prima riga … e il cuore comincia a martellargli nel petto


°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
A caduta libera
In cerca di uno schianto
Ma fintanto che sei qui
Posso dirmi vivo

Lilith
Si era presentata così  
Capelli lunghi oltre le spalle, rosso fuoco
La frangetta corta
Un piercing al labbro superiore, sul lato destro
Tom l’aveva tampinata per tutta la serata senza ottenere un minimo di interesse da parte sua. Continuava ad ordinare drink, l’unico modo per vedersela arrivare al tavolo
Bill era annoiato
Tom lo aveva trascinato a quel nuovo locale perché “Non solo è pieno di ragazze…ma le cameriere sono da urlo “. Si era fatto convincere nonostante non fosse  particolarmente propenso a frequentare locali dove abitualmente bazzicava suo fratello, ma la prospettiva di un'altra serata di solitudine con l’unica compagnia della televisione lo aveva fatto desistere dal rimanere a casa
E come di consuetudine, con uno dei suoi sorrisi da stronzetto, suo fratello era riuscito a strapparle il numero di telefono che lei aveva scritto sullo scontrino
Due giorni dopo Tom l’aveva chiamata
Lo aveva sentito parlare con lei, organizzare una serata a quattro, convincerla a portare una sua amica
Bill gli aveva lanciato un’occhiataccia storta
- Io non esco con due sconosciute – aveva detto categorico dopo che suo fratello aveva chiuso la comunicazione
Tom aveva alzato gli occhi al cielo e poi lo aveva quasi supplicato
- Quella da sola con me non ci vuole uscire. Ho dovuto tirar fuori un’uscita a quattro per poterle strappare un si – aveva fatto il visino dolce – Dimmi di si anche tu –
Bill aveva fatto una smorfia ma alla fine, con riluttanza, aveva ceduto
Erano andati in una discoteca
L’amica di Lilith aveva immediatamente catalizzato le attenzioni di Tom
Seno prosperoso, capelli biondissimi, minigonna inguinale
Lei e suo fratello erano spariti in tempo di record, lasciando Bill e la cameriera soli nel privè
I primi minuti erano stati imbarazzanti, poi lei gli aveva rivolto la parola spezzando il silenzio
- Sapevo che la quinta di reggiseno di Karol mi avrebbe salvata – aveva detto con un sorriso
Bill era scoppiato a ridere
- Gli avresti potuto dire di no –  
- Ho fatto di meglio, gli ho dato una ragione per non cercarmi più –
Era rimasto colpito dai suoi modi schietti, dal suo accendersi una sigaretta dopo l’altra
Avevano cominciato a parlare
Inizialmente argomenti banali, poi Bill si era stranamente sentito libero di parlarle di questioni personali…la vita frenetica, l’amore delle fan a volte opprimente, l’impossibilità di avere una normale storia d’amore
- Sembri molto diverso da tuo fratello -  
Lui aveva sorriso debolmente
- A volte mi piacerebbe essere come lui – aveva sussurrato malinconico
Poi Tom era ricomparso con al fianco una Karol decisamente sotto sopra e con un sorriso  appagato
Si erano salutati e in macchina Tom non aveva fatto altro che raccontargli delle acrobazie con la bionda
Ma Bill non lo ascoltava

    Tu
Affogando per respirare
Imparando anche a sanguinare
Nel giorno che sfugge
Il tempo reale sei tu
A difendermi e farmi male
Sezionare la notte e il cuore
Per sentirmi vivo
In tutti i miei sbagli

Due sere dopo erano tornati al locale, ad aspettarli lì c'era Karol
Bill cercava Lilith con lo sguardo, la voglia di rimanere solo con lei e parlare ancora
Ma il locale era pieno e lei riusciva a malapena a portargli da bere che subito correva agli altri tavoli
Contrariato, Bill era uscito fuori a fumarsi una sigaretta, sentendosi un cretino al pensiero di essere andato in quell'orrido locale solo per vedere lei
- Hey... aspettavi me? -
Lilith era alle sue spalle, la fiamma dell'accendino che illuminava il suo viso
Era bella... di una bellezza particolare
Gli occhi grandi color nocciola, quasi gialli, come un gatto
Gli zigomi alti, le labbra piccole e piene
Il fisico asciutto, quasi androgino
Si era chiesto cosa ci avesse trovato Tom in lei, visto che le sue preferenze in fatto di donne erano sempre state ben diverse
- Cosa te lo fa credere? - aveva replicato con tono di sfida
Lei era scoppiata a ridere
- Tuo fratello e la mia amica non sono molto di compagnia... ti ho visto scappare qua fuori -
- Allora sei tu che stavi aspettando me - aveva ribattuto
Lilith si era avvicinata
- Come siamo acidi... - aveva sussurrato - Pensavo che l'atteggiamento da diva di cui parlano i giornali fosse solo una stronzata... ma bisogna riconoscere che a volte i giornalisti non sbagliano - lo aveva canzonato
Bill si era rilassato e le aveva sorriso
- Io ho finito adesso - aveva continuato - Scommetto che se andiamo via tuo fratello e Karol neanche se ne accorgono... -
- Accetto la tua scommessa - aveva pronunciato divertito
Lilith si era avvicinata alla porta
- Dieci minuti e arrivo - aveva sussurrato, sparendo poi oltre l'uscio
Bill si era acceso un'altra sigaretta, indeciso o meno se andare ad avvertire Tom... ma con un'alzata di spalle aveva preferito non dirgli niente. Quante volte lui era scomparso lasciandolo solo? Con quella bambolona sexy al suo fianco non se ne sarebbe neanche accorto
Il rumore di un motore in avvicinamento lo aveva distratto dai suoi pensieri
Un vecchia citroen scassata si era fermata proprio vicino al marciapiede
- Che fai? - la voce di Lilith - Sali o no? -
Aveva aperto la portiera e con uno scatto si era infilato dentro
- Non è una delle macchine con cui sei abituato ad andare in giro... - aveva pronunciato la ragazza - ... ma la mia piccola non mi abbandona mai -  aveva concluso fiera
A lui non importava.. stava facendo qualcosa di diverso, si era infilato in macchina di una ragazza che conosceva a malapena, diretto chissà dove
Era nuovo, era strano... era eccitante
- Dove mi porti? - aveva domandato
Lei si era girata, facendogli l'occhiolino
Lo aveva portato in una specie di pub... anche se somigliava più ad una bettola
Avevano bevuto un paio di drink, poi erano saliti nuovamente in macchina, in giro per la città, lei che giudava con una bottiglia di birra tra le gambe
Si erano poi fermati vicino ad un parco
Lilith gli aveva raccontato particolari della sua vita... figlia di un ricco imprenditore, era cresciuta nel lusso. I suoi genitori avevano già deciso quale sarebbe stato il suo futuro... avrebbe studiato in un college inglese, con tanto di divisa. Si sarebbe laureata, avrebbe sposato probabilmente il figlio di uno degli amici del padre e sarebbe rimasta a casa a crescere i figli, tra pomeriggi passati con le signore dell'alta società e aste di beneficienza
Preso il diploma aveva fatto le valigie ed aveva cominciato a lavoricchiare nei locali, prendendo una stanza in affitto
- Non sento i miei da due anni... ma ogni tanto vedo una delle loro macchine passare davanti al locale - aveva sussurrato
- Non ti mancano?  - le aveva domandato Bill
- Non mi manca la vita che facevo - aveva ribattuto pronta
Poi le luci dell'alba li avevano sorpresi e tutti e due si erano meravigliati di come il tempo fosse passato così velocemente
Sotto casa dei gemelli Bill le aveva lasciato il numero di telefono e, prima di scendere dalla macchina, le aveva sfiorato le labbra con un bacio
Era rientrato nell'appartamento con una strana sensazione allo stomaco e l'illusione di sentirsi ancora più leggero... ma Tom lo aveva riportato bruscamente alla realtà
- Dove cazzo sei stato? - lo aveva accolto duramente - E' tutta la sera che provo a chiamarti! -
Bill si era buttato sul divano, sistemandosi un cuscino sotto alla testa
- In giro - aveva risposto calmo
Tom aveva strabuzzato gli occhi
- E' tutto quello che sai dirmi?! Te ne vai fuori a fumare una sigaretta e poi niente... scomparso. Ti chiamo e non rispondi... ti sembra una cosa normale? - aveva continuato
- Non mi rompere Tom.. tu lo fai sempre - gli occhi chiusi - Sono andato in giro con Lilith - aveva infine ammesso
Il rasta era rimasto in silenzio qualche secondo
- Lilith? Chi è Lilith? -
- Te lo racconto domani... fammi dormire - aveva concluso


Non mi importa molto se
Niente è uguale a prima
Le parole su di noi
Si dissolvono così

E così era cominciata
Si vedevano tutte le sere
Lilith lo passava a prendere quando staccava dal lavoro o Bill andava al locale e poi uscivano insieme
Spesso e volentieri rimanevano anche solo in macchina a bere una birra, fumare sigarette, ridere e chiacchierare insieme
Dopo tre settimane che si vedevano lei lo aveva portato a casa sua... un appartamento che divideva con due ragazzi ed una ragazza
Portaceneri stracolmi di cicche, bottiglie di alcolici disseminate per tutta la casa, polvere sui mobili e un gatto spelacchiato che girava tristemente  per la cucina
Senza neanche presentargli i suoi conquilini lo aveva portato subito nella sua stanza
Aperta la porta a Bill sembrava di essere entrato in un altro appartamento... la sua camera era pulita, profumata, in ordine
- I peluche da te non me li sarei aspettati - aveva esordito indicando un grosso orsacchiotto posato sul letto, un ghigno divertito dipinto sulle labbra
- A tutti piace credere di essere ancora bambini... non pensi? - gli aveva risposto malinconica
Bill le si era avvicinato e  aveva cominciato a baciarla dolcemente, accarezzandole la pelle liscia del viso, sfiorando con le dita i suoi capelli
A piccoli passi erano arrivati sulla sponda del letto, dove poi si erano adagiati senza mai staccare le labbra uno dall'altra
Si erano spogliati con lentezza, un capo alla volta
Non era la prima volta che Bill faceva sesso
Era il primo a dichiarare nelle interviste che lui faceva sesso solo se innamorato di una ragazza... ma erano solo balle
Era esattamente come Tom... ma a differenza di suo fratello lui sapeva essere discreto e soprattutto non sentiva lo stesso bisogno impellente del gemello. Era capitato, magari dopo un concerto, che si fosse portato in stanza una fan... e questo accadeva quando era proprio al limite e alla fine dell'amplesso, la maggior parte delle volte, si pentiva del suo gesto
Ma la prima notte con Lilith... la prima notte con lei, era stato tutto diverso
E risvegliarsi con lei, stringendola tra le braccia... con la voglia di farla ancora sua
Una mattina lui l'aveva portata in studio di registrazione
Le aveva presentato Georg e Gustav che erano impazienti di conoscere la "misteriosa Lilith"
Lei si era subito sentita a suo agio, si era messa a suonare la batteria sotto lo sguardo divertito di Gustav
L'unico che sembrava forzare il proprio atteggiamento era Tom ... i suoi sorrisi di circostanza non erano sfuggiti al gemello
- Quindi è lei Lilith - aveva sussurrato sarcastico a Bill - Non me lo ricordavo il suo nome -
- Eri troppo preso dalla sua amica - aveva scherzato - Ah proposito... ti vedi ancora con lei? -
Il rasta gli aveva lanciato uno sguardo duro
- No - aveva risposto secco
Bill si era indispettito
- C'è qualcosa che non va? -
Tom aveva sventolato una mano davanti al viso
- Niente... ho dormito poco - lo aveva liquidato, prendendo poi la sua chitarra
Il moro aveva lasciato perdere, avvicinandosi a Lilith e dandole un bacio prima di cominciare a provare una canzone
A Bill sembrava di toccare le stelle con un dito
Lilith era la sua metà
Dolce, divertente, piena di entusiasmo, sincera
Se una cosa non le andava bene non si faceva problemi a dirglielo
Prima di un'intervista lo aveva fatto cambiare da capo a piedi, pettinatura compresa
- Liscio e via quella maglietta verde... non si addice alla tua vera indole di angelo nero -
Lei lo chiamava così... l'angelo nero
Si erano anche fatti tatuare le loro iniziali sul collo...  Bill sul lato destro, lei su quello sinistro. Un cuore incorniciava la lettera
Il nuovo tour europeo era alle porte e Bill aveva preso una decisione... Lilith sarebbe venuta con lui
Lei aveva rifiutato la sua offerta e lui le aveva fatto notare che in tre mesi sarebbero riusciti a vedersi pochissimo e questo non lo poteva tollerare
- Come faccio a pagare l'affitto se non lavoro per tre mesi? - aveva replicato - Siamo realisti... io ho bisogno di quel lavoro e anche se l'idea di stare lontano da te per così tanto tempo mi distrugge io non posso venire  -
Bill le aveva sorriso
- Ti ho coperto l'affitto per un anno -
Lei era rimasta a bocca aperta... gli aveva buttato le braccia al collo ed era corsa a casa a preparare le valigie
- Non credi di star correndo troppo? -
Nella voce di Tom un'inflessione di rimprovero che lo aveva infastidito
- No, non credo - aveva risposto con voce ferma
- La conosci da poco più di due mesi ed ora la vuoi portare con noi in tour... le hai anche pagato l'affitto per un anno! - aveva aperto le braccia, sconcertato - Forse dovresti prendere la cosa con più calma -
Bill aveva sbuffato
- Qual'è il tuo problema Tom? - aveva domandato - Mi sembrava di aver capito che non ti piacesse più visto che quella sera mi hai lasciato solo con lei per spassartela con la sua amica - lo aveva stuzzicato
Il rasta aveva alzato gli occhi al cielo
- Se tu sei felice, io sono felice... ma qui stiamo esagerando -
Il cantante si era avvicinato al gemello
- E' la mia vita, sono i miei soldi... io sono felice. Cerca di esserlo anche tu per me - aveva setenziato freddo

Tu
Affogando per respirare
Imparando anche a sanguinare
Nel giorno che sfugge
Il tempo reale sei tu
A difendermi e farmi male
Sezionare la notte e il cuore
Per sentirmi vivo
In tutti i miei sbagli

Durante il tour tutto era andato benissimo
In tutte le tappe avevano registrato sold out, ricevendo anche una valanga di dischi d'oro
I live erano stati perfetti, Bill pieno di energia che correva come un pazzo sul palco, facendo infuocare le arene
Ma nei backstage l'aria era stata diversa, spesso e volentieri si erano sentite urla tra i gemelli
Tom non tollerava la presenza di Lilith in ogni cosa che facevano
- La dovrei lasciare sola in albergo? - si difendeva il cantante
- La dovresti rispedire ad Amburgo! - ribatteva pieno d'ira il rasta - Cosa ne è stato di noi? Delle serate che passiamo tutti e quattro insieme? Lei non centra niente con noi! -
- Lei fa parte della mia vita e voglio che possa conoscere tutto di me -
- Ma tu che cosa conosci di lei? - aveva domandato piano
Bill era rimasto in silenzio, mordicchiandosi le labbra
Tom aveva sospirato
- Visto? Tu non sai niente di lei... ti ha raccontato a grandi linee il suo passato, ma hai prove concrete di quello che ti ha detto? Hai mai visto delle fotografie? Hai conosciuto amici o parenti? -
Bill aveva continuato a rimanere in silenzio
- Tu l'hai portata nel tuo mondo... tu le permetti di andare in giro a spendere i tuoi soldi! Ti sembra una cosa normale?! - urlava, il viso rosso
A questo punto il moro aveva reagito
- Io sono innamorato... quando capiterà anche a te capirai - aveva sussurrato a denti stretti
- Questo non significa amare!! Significa essere plagiati! - lo aveva preso per le spalle - Guarda i tuoi capelli, guarda i tuoi vestiti... ti tratta come se fossi il suo bambolotto... ti veste e ti concia come meglio preferisce! Due giorni fa avevi i capelli viola e stasera sei salito sul palco con una delle sue magliettine striminzite! Dove cazzo è mio fratello?!?! - aveva concluso esasperato
Bill era scoppiato a ridere
- E' divertente cambiare... tu stai cominciando ad essere noioso vestito sempre allo stesso modo, Lilith pensa che dovresti provare a ad indossare... -
- Lilith non si deve avvicinare alle mie cose - lo aveva interrotto bruscamente, la rabbia tornata nuovamente nella sua voce
- Perchè ce l'hai tanto con lei? -
Tom si era passato una mano sul viso
- Perchè stai sbagliando... perchè lei non è la persona che tu credi. Ti ha accecato con i suoi modi... ma Bill, se tu riuscissi a guardare oltre capiresti perchè non la voglio con te -
Ma Bill aveva altri progetti e separarsi da Lilith non era incluso tra questi
D'altro canto lei non era rimasta in disparte e, alla prima occasione, aveva affrontato il chitarrista a muso duro
- Ora mi hai davvero rotto le palle - aveva esordito - Riempi la testa di Bill di stronzate... che deve stare in guardia, che sono pericolosa... ma come ti vengono in mente queste cose? -
Ma Tom non si era lasciato intimidire dai suoi modi bruschi
- Con me la tua sceneggiata non funziona... io lo so chi sei - aveva sorriso
- Anche Bill sa chi sono  - aveva risposto alla sua provocazione, ma la sicurezza di prima si era leggermente incrinata
- La tua amica mi ha raccontato tutto... oltre a fare dei pompini favolosi è anche una gran chiacchierona. Siccome il suo gioco con me non ha funzionato, ha pensato bene di rovinare anche il tuo -
- Non capisco di cosa tu stia parlando - aveva sussurrato, guardando a terra
Tom era scoppiato a ridere
- Andiamo Lilith... sei una puttana... solo che Bill non lo sa e le tue prestazioni le paga con vestiti, l'affitto della casa, gioelli e altre stronzate simili - si era avvicinato a lei - La tua amica ha cercato di fare la stessa cosa con me, ma non mi sono lasciato abbindolare -  
- Continuo a non capire - aveva ribattuto
- Dimmi quanto vuoi per sparire dalla sua vita... spara qualsiasi cifra -
Lei aveva rialzato il viso
- Io amo Bill e lui non sta comprando il mio amore - il tono di voce duro
- Non può durare per sempre questa situazione, te ne rendi conto da sola? Più vai avanti e più mio fratello perderà la testa... e quando saprà la verità sarà troppo tardi per rimediare -
- Non c'è nessuna verità... questa è la verità. E la vuoi sapere un'altra cosa? - si era incamminata verso la porta, non prima di dirgli un'ultima cosa - Mettiti l'anima in pace, Bill mi ha chiesto di venire a vivere con voi... ed io ho accettato -  


Tu
Affogando per respirare
Imparando anche a sanguinare
Nel giorno che sfugge
Il tempo reale sei tu
Sai difendermi e farmi male
Sezionare la notte e il cuore
Per sentirmi vivo
In tutti i miei sbagli

La fine del tour era stata accolta da tutti con sollievo... da tutti, tranne che da Tom
Quello che aveva detto Lilith era vero, Bill le aveva chiesto di traferirsi nel loro appartamento
Inutile dire che il clima nella casa era tutt'altro che felice
Tom e Lilith davanti al cantante non si rivolgevano la parola, ma se rimanevano soli erano solo urla ed insulti
Il rasta continuava a minacciarla di raccontare tutto a Bill e lei lo sfidava di farlo
- Raccontagli tutto quello che vuoi... - lo beffeggiava - ... tanto non ti crederà mai -
Ed infatti era così
Più Tom lo metteva in guardia, più il gemello si allontanava da lui accusandolo di essere geloso e di volere Lilith
- Io voglio solo che esca dalla tua vita... lo capisci?! -
A volte quasi lo implorava, ma non serviva a niente
Lei lo stava rovinando...  Tom cercava di parlare con Bill, di farlo ragionare... lei si vendicava, facendo sprofondare il gemello in un baratro senza fine
Li guardava uscire la sera e li ritrovava la mattina dopo, addormentati sul divano, fatti di chissà quale tipo di droga
Aveva frugato nella borsa di Lilith e aveva trovato una bustina di marjiuana e nonostante la gravità della cosa, aveva lasciato passare
Ma una volta, nel bagno di Bill, aveva trovato uno specchietto con residui di polverina bianca
Era letteralmente uscito di senno... aveva capito che questa storia doveva finire
Due mattine dopo era in cucina a prepararsi un sandwich, erano passate da poco le due di pomeriggio
Aveva sentito dei passi sul corridoio e qualche secondo dopo era comparsa Lilith
Il trucco colato, i capelli scomposti... e indosso una delle sue magliette extra-large
La sola vista della ragazza con indosso una delle sue magliette lo aveva fatto infuriare
- Togliti quella t-shirt - le aveva ringhiato
Lei si era voltata a guardarlo, un sorriso beffardo sul viso
- Buongiorno anche a te - aveva sussurrato - Se tenessi così tanto alle tue maglie non le lasceresti in giro per casa - lo aveva liquidato
- Le potresti trovare anche nell'armadio di mio fratello... sta di fatto che non le devi toccare - aveva replicato con freddezza
Lei aveva sbuffato e con un gesto rapido se l'era sfilata, tirandogliela in faccia e rimanendo solo con un microscopico perizoma blu
- Sei contento? - gli si era avvicinata, le braccia aperte - Se volevi guardarmi le tette sarebbe bastato chiedere - aveva concluso con un sorriso sarcastico
Tom si era avvicinato maggiormente, le punte dei piccoli seni che gli sfioravano il torace
- E quanto mi sarebbe costato?  -  le aveva sussurato gelido
Lilith era scoppiata a ridere, l'alito che ancora sapeva di alcool
- Bill sta ancora dormendo... dammi 50 euro e te lo succhio - lo aveva provocato
Il rasta l'aveva presa per i polsi, appiccicandola contro il frigo
- Questo gioco deve finire... esci dalla vita di mio fratello - le stringeva i polsi con forza, mentre lei continuava a ridere - Ti compro una casa, una macchina...i soldi te li do io,  tutto quello che vuoi... ma lascialo stare - si era fermato a prendere fiato - Se vuoi andare all'inferno nessuno ti ferma... ma non ti permetterò di portare con te anche Bill -
Lei aveva smesso di ridere, lo sguardo tornato lucido
- La sai una cosa Tom... - si era fermata a guardarlo - ... io volevo te. Non ci potevo credere che quella sera tutte le tue attenzioni fossero solo per me. Ho giocato bene la carta dell'indifferenza... sei uno che vince facilmente e  che di conseguenza perde facilmente l'interesse... ma se una ti da filo da torcere tu perdi la testa. Il mio errore è stato portare Karol... ma a quel punto anche io volevo la mia fetta di guadagno ed è stato così semplice avvicinarsi a Bill. Lui non è come te, lui non cerca la ragazzina che gli confermi in continuazione quanto sia sexy, quanto sia bello, quanto sia dotato.. Bill vuole qualcuno che lo sappia ascoltare ed è quello che ho fatto io - era rimasta in silenzio qualche secondo - Il resto è storia -
Tom aveva abbassato la testa, sconfitto
Poi aveva sentito il corpo di Lilith irriggidirsi, diventare improvvisamente teso
Le aveva lasciato i polsi e si era voltato verso la porta della cucina
Bill era in piedi, sulla soglia
I capelli, ormai di un colore indefinito, facevano da cornice al suo viso stravolto
La bocca semi-aperta e l'epressione degli occhi sconvolta
Aveva sentito tutto, ogni parola che si erano detti
Le accuse di Tom e le rivelazioni di Lilith
E i piccoli segnali a cui non aveva dato importanza avevano finalmente preso ogni loro significato
Le cose che gli aveva detto Tom e che lui aveva ignorato
La totale assenza di amici e parenti nella vita di Lilith... salvo poi ricevere chiamate nel cuore della notte, in cui la sentiva bisbigliare, che lei giustificava con un "hanno sbagliato numero"
Gli aveva chiesto in prestito 2000 euro per un suo vecchio debito, di cui non aveva specificato
Tanti piccoli tasselli che lui aveva debitamente fatto finta di non vedere... e che ora si era visto sbattuti in faccia, pezzo per pezzo
Aveva pronunciato poche parole... ma con una freddezza ed una cattiveria tale da far rabbrivvidire anche Tom
- Sei tutti i miei sbagli... - la sua voce si era leggermente incrinita - Esci di qui -
Lei non aveva replicato, non aveva detto niente
Era passata vicino a Bill, lo sguardo incollato al pavimento
Aveva preso velocemente le sue cose, l'avevano sentita sbattere la porta di casa
E Bill si era lasciato cadere a terra, piangendo in silenzio, con Tom che lo stringeve forte... che lo rassicurava
I sei mesi con Lilith avevano lasciato il segno
Il fumo, l'alcool e la cocaina avevano indebolito il suo fisico... aveva dovuto sottoporsi ad un trattamento di vitamine ed altri medicinali per rimediare agli eccessi a cui aveva abituato il suo corpo
Rimediare allo strappo del rapporto con Tom era stato semplice...  gli era sempre vicino, nonostante Bill si coprisse di colpe per quello che era successo, lui era sempre lì a rincuorarlo, a coccolarlo
Ma lo strappo al suo cuore... quella era una ferita difficile da far rimarginare
Avevano passato due mesi negli USA, a pubblicizzare l'album del loro debutto in terra americana
Un altro successo travolgente, un'accoglienza che andava oltre loro ogni pensiero
Bill era felice, lo si vedeva dall'entusiasmo che traspariva dal suo viso
Tom era tranquillo... il ricordo di Lilith sembrava non toccarlo più, anche se a volte sul volto del gemello compariva un piccola ombra di malinconia
E anche una volta tornati ad Amburgo, Bill era sereno
Si erano buttati tutti e quattro sul proggetto del nuovo cd,.. tra idee, ricerca di suoni alternativi
Erano passati quattro mesi da quel pomeriggio nella cucina... quattro mesi senza Lilith e Bill stava finalmente bene
Ma aveva realmente smesso di amarla?

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Tu
Il mio orgoglio che può aspettare
E anche quando c'è più dolore
Non trovo un rimpianto
Non riesco ad arrendermi
A tutti i miei sbagli
Sei tutti i miei sbagli
Sei tutti i miei sbagli
Sei tutti i miei sbagli

- Bill! Bill, è successa una cosa pazzesca! -
Tom si richiude la porta alle spalle, i due cartoni caldi della pizza in equilibrio su di una mano
Si incammina verso il salone, in cerca del gemello
- A due isolati da qui è pieno di polizia e c'è anche un'ambulanza! Sembra che una ragazza si sia... -
Poi si blocca di colpo, il salone è vuoto
La rivista che stava leggendo Bill è abbandonata a terra, ai piedi del divano ci sono le sue pantofole
- Bill? -
Posa le pizze sul tavolo, si guarda intorno stranito
Poi sente un rumore provenire dalle camere da letto, senza pensarci due volte ci si dirige
Infila la testa dentro la stanza del gemello... è il caos
Bill si è infilato i jeans e gli stivali, mentre indossa ancora la maglia del pigiama
In testa un cappellino, il volto privo di ogni segno di trucco
E' davanti al portatile, che digita furioso sulla testiera
Con una spalla tiene incollato il cellulare all'orecchio
- Merda... merda!! - lo sente imprecare
Il rasta si avvicina lentamente al fratello
- Bill..? - pronuncia piano
Lui si volta di scatto, il cellulare che sfugge alla presa cadendo a terra
- Il numero di Karol! - dice con urgenza - Dammi il numero di Karol! -
Tom sgrana gli occhi, non capendo
- Karol? - domanda confuso - Chi è Karol? -  
Bill si alza in piedi, portandosi di fronte a lui
- Il tuo cellulare... ce lo avrai ancora il suo numero salvato! Dammi il tuo cellulare -
Comincia a frugargli nelle tasche, come impazzito
Tom fa un passo indietro prendendolo per le spalle e riportandolo alla sua altezza
- Si può sapere che cazzo stai facendo?! -
- Ho bisogno del tuo cellulare... - lo implora - ... ho bisogno del numero di Karol - gli occhi pieni di lacrime
Si aggrappa al fratello, abbracciandolo e cominciando a piangere
- Io la amo Tom... la amo - lo sente sussurrare tra i singhiozzi
Il rasta lo porta vicino al letto, facendolo sedere
- Non mi risponde... - dice piano, mentre si asciuga il fiume di lacrime che scende implacabile dai suoi occhi - Ho chiamato al cellulare, ma suona a vuoto... nel suo appartamento mi hanno detto che non vive li da più di due settimane... anche al locale dove lavorava, non hanno sue notizie da almeno tre mesi - rialza il viso - Nella lettera ha scritto che... che  sarebbe andata via -
Tom abbassa la testa, passandosi una mano sul viso

Al ritorno dalla palestra aveva visto una ragazza, con i capelli cortissimi e ossigenati e un grosso paio di occhiali neri, aggirarsi vicino al loro palazzo. Non appena lo aveva scorto avvicinarsi al portone si era infilata il cappuccio della felpa, si era voltata dalla parte opposta e si era allontanata a passo sostenuto
.

- Bill , tornando dalla pizzeria... - gli sembra impossibile continuare - ... ho visto una cosa -
Il gemello si volta subito verso di lui, una luce di speranza negli occhi
- Hai visto Lilith? L'hai vista? Deve aver lasciato la lettera questa mattina perchè ieri non c'era... quindi non dovrebbe essere troppo lontana! -
Si alza in piedi, tira fuori dalla tasca un fazzoletto con cui si tampona il viso
- Portami da lei Tom... io la devo fermare. Non mi importa quello che è successo... fa parte del passato. Lei mi ama Tom, me lo ha scritto sulla lettera - si ferma un attimo - Io la amo... non la lascio andare via così -
Prende il fratello per le braccia, tirandolo su di peso
- Dai andiamo -  lo incita
Tom riporta lo sguardo a terra, incapace di guardare il fratello
- Mi... - la voce che trema leggermente - ... mi dispiace Bill -
Il cantante gli lancia un'espressione confusa
- Non capisco - pronuncia in un soffio

Le macchine della polizia e l'ambulanza erano parcheggiate sotto ad un palazzo, una decina di curiosi gli copriva la visuale. Si era avvicinato con la macchina, preso anche lui dalla curiosità aveva domandato ad un uomo cosa fosse successo. Questo aveva sospirato piano  - Una ragazza - gli aveva detto - E' andata fin sul terrazzo e poi si è buttata. Non ha documenti addosso... io ho cercato di soccorrerla, ma era troppo tardi. Avrà poco più di venti anni... i capelli corti e biondi, un piercing sul labbro, un cuoricino tatuato sul collo, a sinistra... mi è sembrato ci fosse una B dentro -  aveva aperto le braccia, in segno di resa - Non so cosa passi in testa a voi ragazzi - e lentamente si era allontanato.

Ora tutto è chiaro per Tom... la ragazza sotto casa, la lettera, il tatuaggio sul collo, Bill sconvolto

- Di cosa ti dispiace? - domanda piano Bill, la voce bassissima
- C'è stato un incidente... - prende fiato - Mentre tornavo dalla pizzeria, mi sono fermato sotto ad un palazzo... c'erano la polizia e l'ambulanza. Una ragazza si è buttata dall'ultimo piano - la voce gli trema - Credo sia Lilith -
Vede Bill accasciarsi a terra, le mani sul volto
Si abbassa, circondandogli le spalle con le braccia
- Mi dispiace - sussurra  - Mi dispiace davvero tanto - ed è sincero mentre pronuncia queste parole
Posa la testa su quella del gemello, gli scendono due lacrime... che si uniscono a quelle di Bill.


°°°°°°°°°°°°°
Caro Bill,
Ho finalmente trovato il coraggio di scriverti questa lettera... ho finalmente trovato il coraggio di raccontarti la verità. Tutto quello che mi hai sentito dire quel pomeriggio in cucina è vero... o almeno, lo era inizialmente. Non sono figlia di un ricco imprenditore, non sono cresciuta nel lusso... non so neanche chi sia mio padre. Ci ha lasciato quando avevo forse due anni ed io e mia madre siamo state sballottate da una casa accoglienza ad un'altra. All'età di dieci anni sono stata data in affidamento ad una famiglia, ma compiuti i diciassette sono scappata. Ho cominciato a lavorare nei pub, la sera. La ragazza che lavorava con me mi ha ospitato per un pò di tempo, ma lo stipendio che prendevo non bastava a coprire l'affitto... e così ho cercato un altro modo per guadagnare altri soldi. Inizialmente erano i clienti del pub... dopo che staccavo mi chiedevano di "andare a bere qualcosa da loro"... non ero fiera di quello facevo, non lo sono mai stata... ma quando sei disperato, quando ti aggrappi così forte alla vita, sei pronto a scendere ad ogni compromesso. Per due anni ho lavorato in quel pub, poi hanno aperto quel nuovo locale e, sperando di riscattare in parte la mia vita, ho provato a fare domanda... e mi hanno presa. Lo stipendio era migliore, l'ambiente pulito, i clienti che lo frequentavano di un ceto sociale alto... è bastato poco per ricaderci. I figli di papà pensano di poter comprare tutto... ti sbattono davanti duecento euro e ti dici che se li metti da parte, se riesci ad aprirti un piccolo conto in banca, forse il sogno di poter frequentare delle lezioni e di poter prendere un diploma e ambire  a qualcosa di più grande non è così lontano... questo pensiero ti da la forza di continuare, di far finta che la tua sia la vita di una qualsiasi ragazza. E poi arriva Tom. Tom Kaulitz dei Tokio Hotel. Mi dico "non pensarci, è impossibile"... e invece mi sbaglio. Ma faccio male i miei conti e tirando troppo la corda mi ritrovo sola con te, nel privè di una discoteca. Avevo solo voglia di andare via, ma visto che ero lì  tanto valeva farsi pagare da bere. Attacco bottone giusto per non passare la serata a bere da sola... e tu sei un fiume in piena di parole e di confessioni intime. Due sere dopo torni al locale. Mi cerchi con lo sguardo, mi lanci qualche sorriso... ti vedo uscire fuori a fumare una sigaretta. Mi sono detta "provaci... male che và rimedierai solo delle buone mance". Chiedo ad una collega di coprire il mio turno e ti raggiungo... ci vuole poco per convincerti a venire con me. Sapevo che con te il gioco sarebbre stato diverso... se avessi voluto solo una scopata, tutto si sarebbe risolto quella sera in discoteca. Ho avuto pazienza, ti ho fatto credere di non essere interessata alla rockstar e a tutto quello che gira intorno ad una rockstar. E tu lo hai fatto, hai riposto fiducia in me... ed io ho cominciato a giocare. Tu eri così dolce e innamorato, pieno di attenzioni... ma io cercavo comunque di tenere le distanze, di pensare a te come ad un "lavoro". I primi due mesi è stato così poi, poco prima di partire per il tour, ho capito che forse, per una volta nella mia vita, sarei potuta essere felice. Quei tre mesi insieme a te, in giro per l'Europa, sono stati forse i più belli di tutta la mia inutile vita... non era più un gioco, non era più una finzione, non stavo più recitando. Io mi ero innamorata follemente di te e quando Tom ha minacciato di raccontarti tutto, io ho avuto paura. Paura che tu non potessi capire, paura che tu non potessi comprendere il cambiamento che mi avevi portato... e ho fatto la cosa peggiore... ho cercato di trascinarti all'inferno con me. Quando siamo tornati dal tour ho cercato inesorabilmente di renderti ancora più dipendente da me, quasi fossi una droga, e di allontanarti ancora di più da tuo fratello... come ho potuto farti questo? Ti amavo... e piano piano ti portavo alla distruzione, terrorizzata all'idea di perderti. Ma tutto ha un limite e sai, ringrazio che ci sia stato quello scontro con Tom quel pomeriggio... dove sarei potuta arrivare? Mi hai detto "sei tutti i miei sbagli"... e hai avuto ragione. In questo periodo senza te ho avuto modo di pensare, di riflettere ai sei mesi passati insieme. E' proprio vero che, pur di difendere la propria piccola isola felice, si è disposti a fare dei sacrifici... ma il mio errore è stato sacrificare te, nel modo peggiore. Ti chiedo scusa Bill... per le bugie, per le menzogne, per la cattiveria... per averti fatto credere di essere una persona che in realtà non esiste. Solo una cosa era vera e lo è ancora... il mio amore per te. E ti ringrazio... hai dato luce alla mia esistenza.
Io ora devo andare, lasciare che tutto questo scivoli via per sempre
Addio angelo nero,
Lilith  
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Ciao a tutte,
se siete arrivate fino a qua allora vuol dire che avete letto tutta questa song-fic deprimente! Mi sono fatta ispirare dal testo dei Subsonica, quella che penso sia una delle loro canzoni più belle. Non è facile riuscire ad interpretare i loro testi e forse proprio per questo li apprezzo tanto... hai la libertà di poter leggere tu quello che c'è dietro alle loro parole.
Ho avuto un pò di esitazione nel postarla, perchè penso di essere arrivata a scrivere di alcune situazioni sin troppo al limite... ma il giudizio finale lo lascio a voi.
Se vi potesse interessare, vi lascio il link della canzone

 http://it.youtube.com/watch?v=ZVlZFBFNQDo

Grazie!!
Ele

P.S. : se qualcuna di voi sta leggendo "E Dimmi Che Non Vuoi Morire"... non mi fucilate! Non l'ho abbandonata e presto tornerò con un nuovo capitolo, promesso 

    

  
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