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Autore: TheSkyOnALeaf    07/07/2014    2 recensioni
Future!Kurtbastian + Daddies!Kurtbastian a quattro mani
"Le strade di Sebastian e Kurt si sono incrociate la prima volta ai tempi del liceo e i due si tolleravano a malapena. Successivamente ognuno di loro ha percorso una strada diversa che ha condotto entrambi a diventare dei padri premurosi, ma anche a delle brutte delusioni. E se un giorno per puro caso le loro strade si incrociassero nuovamente grazie ai loro bambini, riuscirebbero a tollerarsi o si comporterebbero come i vecchi tempi?"
Scopritelo insime a noi..
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve gentili lettori eccoci di nuovo qui con una long a quattro mani scritta da TheSkyOnALeaf e Lillyanvi. Spero che vi piaccia e che siate clementi. Ok, prima che procediate con la lettura,volevo solo darvi un piccolo avviso e poi giuro che vi lascio in pace. Ecco volevo dirvi che i capitoli verranno scritti man mano che i nostri personaggi interagiscono. Saranno proprio i nostri Kurt e Sebastian a scrivere la loro storia. Bene ora vi auguro una buona lettura e noi CI VEDIAMO DI SOTTO!







1° Capitolo

-Sebastian




Erano passati poco più di due anni da quando Sebastian era rimasto solo con sua figlia Chloè e tutto sembrava aver preso un certo ritmo.
Due anni da quando il suo ex marito aveva deciso di mollare la famiglia per inseguire un sogno che da sempre aveva nel cassetto. Thad si era trasferito in Italia per diventare un famoso fotografo lasciando Sebastian da solo a crescere la loro bambina.
Il ragazzo aveva sofferto molto per quell’abbandono, ma con la presenza e soprattutto con l’amore di sua figlia, era riuscito pian piano a superare tutto. Non era stato affatto facile e, se non ci fosse stata la sua piccola Chloè, si sarebbe sicuramente perso.
Il Sebastian del passato, infatti, avrebbe cercato di affogare il dispiacere nell’alcool e, pur di non pensare, avrebbe approfittato anche della compagnia di ogni uomo disponibile, ma quella persona fortunatamente non esisteva più. Per la prima volta invece il bel ragazzo aveva dato e continuava a dare più importanza a qualcun altro che non fosse sé stesso.
Sebastian amava la sua nuova vita e amava sua figlia più di ogni altra cosa al mondo tanto che l’avrebbe difesa con le unghie e con i denti.
Proprio in quel momento, infatti, mentre la bambina gli stava raccontando di un bulletto del suo asilo che le faceva continuamente i dispetti, incominciò a sentire la rabbia percorrergli tutto il corpo.
Si domandò, nella propria mente, come fosse possibile che un bambino di tre anni infastidisse la sua dolce e adorata figlia e capì che avrebbe dovuto assolutamente parlare con il padre di quel piccolo bullo.
Perso nei suoi pensieri non si era accorto di non stare più ascoltando sua figlia, quando improvvisamente lei parlò.
"Papi mi accotti?" chiese la piccola stizzita vedendo che il padre non le stava prestando attenzione.
Aveva solamente tre anni, ma era sempre stata una bambina sveglia, aveva iniziato a camminare ad otto mesi e ad un anno e mezzo già riusciva a farsi capire chiedendo qualsiasi cosa al suo papi (come adorava chiamarlo), soprattutto quando voleva farsi comprare ciò che più desiderava.
"Certo amore che ti ascolto!" disse accarezzandole dolcemente i capelli biondi.
Non era vero, era così impegnato a prendersela con il padre di quel bulletto da non accorgersi di non stare più dando ascolto alla piccola che continuava a parlare.
Sebastian non era capace di mentire alla sua bambina e lei puntualmente notava ogni minimo particolare.
"Non ti dicono le bugie, papi!"
Sebastian aveva sempre insegnato a Chloè che le bugie, anche quelle più piccole, non si dovevano dire e per fortuna la bambina aveva imparato fin troppo bene la lezione tanto da riuscire a capire anche quelle degli altri.
"E va bene furbetta mi hai scoperto. Mi stavo solo preoccupando per te, perché i bulletti, anche se piccoli, proprio non mi piacciono e mi sono distratto un attimo" disse cercando di convincere sua figlia anche con lo sguardo. Almeno quella era una mezza verità.
La piccola annuì, non del tutto sicura della sua motivazione, ma si lasciò convincere definitivamente buttandosi tra le braccia del padre, il quale iniziò a coccolarla.
"Comunque è tardi e direi che per una certa scimmietta cerca abbracci sia ora di andare a dormire" aggiunse Sebastian alzandosi in piedi per portare Chloè nella sua stanza.


"Ma io non ho tonno!" rispose la piccola lasciandosi però sfuggire involontariamente uno sbadiglio.
"Ah no? E quello allora cos’era?" le chiese sorridendo per la splendida innocenza, tipica dei bambini, che rivedeva in sua figlia.
Prima che potesse rispondergli, le rimboccò le coperte depositandole il bacio della Buonanotte sulla guancia.
"Dormi angelo mio che domani è un altro giorno."
"Otte papi!"
"Sogni d’oro cucciola!" rispose e prima di lasciare la stanza le diede un rapido abbraccio.

Chloè adorava le attenzioni del suo dolce papi e non perdeva mai l’occasione di farsi coccolare, ma anche Sebastian amava terribilmente abbracciare la sua bambina e riempirla di attenzioni soprattutto nei momenti in cui si sentiva più solo.
Voleva sempre essere forte per lei, era quello che si era ripromesso quasi un anno prima quando, una sera, dopo aver chiamato Thad e puntualmente averci litigato, aveva buttato il cellulare contro il muro e, distendendosi sul letto, era scoppiato a piangere. La piccola Chloè aveva sentito tutto ed era entrata nella stanza quasi subito, avvicinando una sedia era salita sul letto fiondandosi sul suo papà per abbracciarlo e accarezzarlo gentilmente sul viso. Il bel francesino si era subito calmato ricambiando le carezze della bambina, baciandola dolcemente sulla fronte e, dopo essersi asciugato le lacrime, l’aveva stretta forte a sé.
Quella notte la piccola Chloè aveva dormito con il papà e, per la prima volta dopo anni, Sebastian aveva deciso di chiudere definitivamente il capitolo Thad ripromettendo di non farsi più vedere in uno stato così poco dignitoso dalla sua bambina e di dedicarsi finalmente solo più a loro due.

Era domenica mattina e come ogni domenica, Sebastian stava preparando la colazione per sé e per la sua bambina. Frittelle, pancake, un’enorme tazza di latte per lei e un caffè per lui. Sapeva perfettamente che Chloè si sarebbe svegliata da sola, sentendo il profumo dei pancake al cioccolato che amava tanto e così fu, infatti nemmeno pochi minuti dopo, Sebastian sentì i passi della piccola che scendeva le scale per poi correre in cucina.
"Ogno papi" urlò la bambina attaccandosi alla gamba di Sebastian, il quale la guardò affettuosamente dall’alto. Chloè, solo annusando l’aria, capì che il suo amato papi le aveva preparato la sua colazione preferita.
"Papi, hai perepalato i luncake?"
"Buongiorno principessa" disse abbassandosi al livello della bambina per darle un leggero bacio sulla guancia.
Continuava ad osservarla con occhi sognanti, perché adorava sentirla parlare anche se qualche volta doveva ammettere di essere scoppiato a ridere per la sua buffa pronuncia e puntualmente la bambina lo aveva fissato per un po’ non capendo il motivo per il quale il padre ridesse in quel modo.
"Si dice pancake, Chloè"
"Palancake" disse convinta, ma appena si voltò verso Sebastian per avere conferma, la piccola lo vide trattenere una risata capendo così di aver nuovamente sbagliato.
"Paaannnlacake" stavolta era convintissima di aver azzeccato la parole almeno finché non sentì il padre ridere davvero, decidendo quindi di lasciar perdere.
"Babbee è ugale"
"No amore, non è uguale. Devi imparare!"
Nonostante a Sebastian ogni tanto piacesse sentire sua figlia sbagliare le parole, da buon padre, aveva l’obbligo di insegnarle le parole esatte e qual era il miglior modo per farlo?
"Se dici bene PANCAKE e fai la brava più tardi papà ti porta al parco" un piccolo e semplice compromesso.
La bambina, felicissima di andare al parco, spostò la sedia, e, dopo essersi sistemata di fronte al padre, iniziò a ripetere la parola giocherellando con le piccole dita. L’aveva sbagliata un sacco di volte, ma voleva farcela per la ricompensa.
"PANCAKE" urlò finalmente Chloè dopo svariati minuti guardando il padre con occhi pieni di speranza e allo stesso tempo agitati per la paura di non poter andare al parco.
"BRAVISSIMA" Sebastian batté le mani orgoglioso della sua bambina. Ogni giorno era sempre più fiero di lei, della sua crescita e dei suoi progressi.
"Ora facciamo colazione così poi possiamo andare al parco"
Rendere felice Chloè era la cosa più importante per Sebastian: per lui, infatti, ogni risata della sua bambina era vitale come un respiro.
Finirono di mangiare in fretta e furia, pulendo insieme la cucina e correndo subito nelle rispettive camere per prepararsi. Dopo essersi vestiti, si lavarono entrambi i denti e la piccola, che finì per prima, corse impaziente davanti alla porta.
"Papi muoviti!" esclamò saltellando davanti all’uscio, quasi come un cagnolino, in attesa del suo papà.
Alcuni secondi dopo Sebastian prese per mano la sua bambina e uscirono di casa per dirigersi al parco.
Camminarono per quasi un chilometro, ma, per la gioia di Chloè, arrivarono finalmente al parco.
La piccola lasciò la mano del padre e corse verso lo scivolo, dove altri bambini della sua età stavano giocando felici
"Mi raccomando, stai attenta!" disse Sebastian ormai abituato a quelle classiche raccomandazioni genitoriali.
Sospirando si sedette su una panchina all’ombra situata proprio di fronte ai giochi dove avrebbe potuto tenere bene la sua bambina sotto controllo e aprì il libro che portava sempre con sé quando andavano al parco.
Non fece neanche in tempo a finire la prima pagina che vide sua figlia correre verso di lui in lacrime.

"Cosa è successo amore?" chiese tentando di mascherare la preoccupazione.
"Mi mi ha… mi ha dato una... una pinta e sono… duta a terra" Chloè continuò a singhiozzare tra le braccia del papà che intanto cercava di farla tranquillizzare e farla smettere di piangere. Decise poi di alzarsi e, prendendo per mano la sua bambina, si avvicinò agli scivoli per andare a controllare di persona cosa fosse successo. Per un attimo gli ritornò in mente la conversazione sui bulletti avuta con Chloè la sera prima, ma scacciò subito il pensiero per mantenere la calma.
"È… è tato lui!" La piccola stava indicando un bambino che aveva all’incirca la sua età.
Sebastian si fermò un attimo per osservarlo poi, come faceva sempre anche con sua figlia, si abbassò per parlare con lui.
"Perché hai spinto Chloè?" chiese gentilmente al bambino che in quel momento stava tremando di paura e non riusciva a parlare.
"Cosa stai facendo a mio figlio?" disse una voce all’apparenza femminile che si era avvicinata a loro.
Sebastian si alzò pronto a spiegare tutto alla signora, ma quando si voltò le parole gli morirono in gola. Di fronte a lui non c’era una signora bensì una persona inaspettata che non avrebbe mai voluto rincontrare.


"Hummel!?"







NOTE DELLE AUTRICI:

Eccociii! Allora vi è piaciuto? È questo è soltanto l'inizio dovranno succedere ancora tante cose e se continuerete a seguire la ff ne vedrete davvero delle belle. È gradita qualsiasi recensione, perché noi non mangiamo nessuno detto questo vi abbraccio tutti e ci aggiorniamo presto.
  
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