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Autore: ilcoraggiodisognare    07/07/2014    0 recensioni
Queste parole sono state ispirate da una delle canzoni che, in questo periodo, sta confortando il dolore che il cuore regge. E' un peso graffiante che scardina le corde più flebili dei nostri sentimenti. Il suono dei ricordi diventa un rumore insopportabile. Una chitarra strimpella una canzone dalle mille emozioni.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Photograph

La malinconia giungeva a battere sulla porta di casa, ogni giorno. L'irrimediabile fatalità di una vita spesa a crogiolarsi su cornicioni instabili di palazzi eretti da sentimenti così profondi. 

Instabile, riconobbe il proprio umore nella sua camminata. Lenta ed estenuante. 

Ad ogni passo, faceva spazio a fantasmi che, prima di allora, non gli avevano mai fatto timore. Violenti si insinuavano nel corpo esile dell'uomo. Strazianti si ricongiungevano ai suoi sentimenti.

Nei suoi occhi verde smeraldo era facile immergersi ed uscire più indegni di prima. Sensazioni ambigue sancivano il rapporto inesistente con altri individui. 

Tra le mura di quella casa, visioni non recenti si appropriavano della mente dell'uomo. 

Anni trascorsi tra la felicità di concedersi al proprio vero amore. Anni a chiedersi quando avrebbe potuto aver fine quell'inarrestabile sensazione e mai pensare seriamente ad una risposta. 

Trenta lunghi anni sottolineavano la risposta che avrebbero voluto avere i due ragazzi. Incoscienti di ciò che gli avrebbe riservato il futuro, usufruivano di ogni genere di istante per ricavarne momenti indimenticabili. 

Uno dei tanti pensieri che balenava tra i meandri della mente dell'uomo esprimeva il suo disapprovo all'agire in modo che emergano dei bei momenti che avrebbe potuto ripensare, dopo anni, come dei ricordi indelebili. 

Quella figura così imponente e visibilmente forte, si scioglieva in un bicchiere colmo di rimpianti e rimorsi. Galleggiava in preda alla paura di affogare e di convivere con quei momenti che non avrebbero potuto più avere un inizio. 

L'uomo si affidò alle lenzuola. L'odore di lavanda si fece spazio nelle narici ed il più forte sentimento di malinconia emerse tra le mura spoglie di quella stanza. 

Nonostante l'età, stringeva a sè il tessuto bianco ed immacolato. Le sue unghie affondavano nel cotone e ne ricavavano dei buchi. Vuoti che nessun tessuto avrebbe potuto fungere da toppa. 

Allungò un braccio immaginando che, accanto a sè, ci fosse tutto ciò che avrebbe voluto. L'assenza era soffocante. Si sentì in trappola dai suoi stessi pensieri. Una gabbia di cui hanno dimenticato di crearne delle chiavi per aprirla. 

Era la preda dei suoi sentimenti più feroci. Si muoveva, cercava di difendersi ma quel tessuto non era resistente. Non riusciva a sbrogliare quel reticolato di emozioni che si ergevano l'una sull'altra. Ed una dopo l'altra si facevano avanti, come su un campo di battaglia. 
L'uomo si muoveva e non si faceva sfuggire la presa dal lenzuolo. Avrebbe vinto la lotta soltanto quando si sarebbe reso conto del momento in cui l'interruttore dei propri sentimenti si sarebbe spento. 

Il corpo sinuoso si spinse oltre i confini del letto. Il rumore di quel cuore ridotto a milioni di ricordi fece eco tra le mura. 
Sul parquet si stagliavano piccoli pezzi di vetro. 

I capelli ricci arruffati, le occhiaie che contornavano quegli occhi così grandi ed espressivi erano protagonisti del riflesso ricavato dalla luce di quei frammenti. Guardò con espressione disgustata ciò che era diventato. Provava malinconia per la sua bellezza adolescenziale. 
Si meravigliò di ciò che, anche in quel momento, era capace di provare. In tutti gli anni della sua vita, si era sempre sentito soggetto ad ogni tipo di esperienza, di evento mai discusso. 

Raccolse uno dei frammenti più grandi e ne scorse degli occhi stanchi. Quegli occhi supplichevoli che gli chiedevano di ripensare a ciò che aveva intenzione di fare, di non capire a cosa originassero quei piccoli pezzi di vetro. 

La sua mano incerta avanzò sul ripiano del comodino e ne incrociò una cornice. La foto scivolò tra le sue mani. 

Il blu dei suoi occhi si perse nel colore delle lacrime dell'uomo. Gocce inarrestabili giungevano al viso del ragazzo. Con un dito tremante cercava di non rovinare ciò che gli era rimasto del suo vero amore. 

Due ragazzi stretti in un abbraccio lo guardavano con gli occhi vivi di felicità. Un uomo guardava due ragazzi con gli occhi di chi non riusciva a spiegarsi come potesse aver fine il loro amore. 

Teneva saldamente la foto concedendosi alle ragionevoli spiegazioni dell'amore come un accidente. Stringeva i denti notando ogni dettaglio di quel ragazzo che aveva fatto della sua vita l'esperienza più assurda che un uomo avrebbe immaginato. Toccando i lineamenti del ragazzo, ne ricordò le sue fossette provocate dalle battute che egli stesso faceva. Ne ricordò le labbra di cui non si stancava mai. 


Lui si faceva salvare da quel ragazzo dagli occhi di chi ha il mare calmo che rassicura. 

Tra le sue mani i suoi ricordi prendevano vita e l'espressione di quel ragazzo riusciva a far dimenticare ciò che era successo e ciò che non è potuto succedere. Le promesse mai mantenute si imbattevano in quell'imbarazzo nello sguardo rivolto verso l'alto di conseguenza a ciò che gli aveva detto poco fa lui stesso, soltanto qualche anno prima. 

Ciò che gli avrebbe ripetuto se fosse stato ancora accanto a lui e ciò che ripete tra le pareti della camera, testimoni del loro amore. Ciò che gli ha ripetuto, per l'ultima volta, guardandolo negli occhi, stavolta chiusi, per sempre. 

Una rosa rossa, ormai appassita da tempo, fu l'ultimo ricordo di quel legno marrone che trasportavano sulle spalle. La stessa con cui promise di essergli accanto per sempre. 

L'uomo, con l'indice, si asciugò l'ultima lacrima che rigava la sua guancia. Tra le mani si accorse di avere rigoli di sangue che scendevano tra le dita. 

In un secondo si accorse di quanto la sua vita fosse stata gettata in un baratro di cui un'uscita non ha. 

Il dolore era un'incessante sensazione che pian piano stava diventando effettiva azione. Il vetro penetrava nella carne dell'avambraccio. 


Nessuno avrebbe impedito a quell'uomo di ripetere quelle parole non davanti alla suo primo ed unico amore.
  
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