Mi sarebbe piaciuto leggere del momento della
dichiarazione di alcune coppie che la Rowling non ha approfondito, e in alcuni
casi solo accennato. Per questo, ho provato a immaginarlo e questo è quello che
ne è venuto fuori. Le coppie che ho scelto, rigorosamente cinque, sono George&Angelina, Lupin&Tonks,
Teddy&Victoire, Ron&Hermione
(si, so che abbiamo letto tutti del loro primo bacio, ma sarebbe bello sentire
Ron che le dice “Ti amo”… =)), James&Lily. Fatemi
sapere che ne pensate… Kisses, Sara
Five Ways To Say “I love you”
George&Angelina
Chiuse il negozio anche quella sera con la
stessa sensazione di tristezza mista a rimpianto che accompagnava sempre quel
semplice gesto. Le strade della città erano deserte, e fu piuttosto piacevole
passeggiare dopo una stancante giornata di lavoro. In prossimità di Halloween,
si erano raddoppiati i clienti, e soprattutto aveva ricevuto una marea di
ordinazioni dagli studenti di Hogwarts che
sicuramente aspettavano trepidanti quella ricorrenza.
Svoltò in una via secondaria, che era solito
percorrere quando ripensava a lui, ultimamente molto spesso. L’aria iniziava a
farsi sempre più pungente, così si strinse nel suo mantello e osservò il suolo
procedere sotto di sé. Non che stesse attraversando un periodo poi così brutto:
il peggio era passato, o almeno così sperava, perché era convinto che quei mesi
trascorsi in una specie di limbo di incredulità e cieco dolore non potessero
che essere la cosa più difficile che potesse capitargli. A parte, certo, ciò
che li aveva provocati.
All’inizio, nei primi tempi, tutti erano stati
profondamente turbati dalla cosa. In casa era regnato un profondo silenzio, che
rifletteva lo stato d’animo di tutti i suoi occupanti, che non ne volevano
sapere di lasciare andare colui che tante volte aveva animato con le sue risate
e i suoi scherzi quelle stanze. Poi, pian piano, erano tornati alle proprie
vite. Un po’ più tristi di prima, certo, ma comunque felici di aver sconfitto
la minaccia di Voldemort e di aver contribuito
attivamente al ripristino della pace nel loro mondo. Ma lui no.
Non era stato affatto come per gli altri: non
era riuscito ad accettarlo, nelle prime settimane, e poi semplicemente si era
rifiutato di crederlo. Ma la parte peggiore era stata il capire che era reale,
purtroppo, e che non poteva fare niente per cambiarlo. Non aveva nemmeno detto
addio al suo gemello, che era molto più di un fratello, così intimamente legato
a lui, che la sua perdita l’aveva scosso e cambiato nel profondo. Raramente era
riuscito a sorridere, per i due anni seguenti. Non era riuscito a riprendersi.
Voleva solo tornare indietro, ai giorni in cui ogni momento della sua vita era
condiviso con l’altra metà di se stesso. E poi era arrivata lei.
All’inizio, non avrebbe mai pensato che ciò che
l’aveva salvato potesse succedere. Lei, del resto, era sempre stata troppo
legata a suo fratello, perché lui ora potesse considerarla in quel modo. Ma
Angelina non era una persona che si da per vinta molto facilmente, e aveva
deciso di riportare George ad essere quello di un tempo. Inutile dubitare che
ce l’avrebbe fatta.
Lui l’aveva trattata male, respinta, odiata,
ignorata, senza sortire alcun effetto, se non un maggiore interessamento della
ragazza nei suoi confronti. Così lei aveva preso il coraggio a due mani, e
l’aveva trascinato fuori, fatto ridere, distratto, guarito e…
fatto innamorare.
Non si era reso conto, dapprima, che era
successo. Semplicemente un giorno, osservandola mentre rideva ad una sua
battuta, l’aveva vista sotto una luce diversa. La sua pelle non gli era mai
sembrata così invitante, i suoi occhi mai così dolci, e la sua risata così
cristallina. Però si era sentito costretto a reprimere i suoi sentimenti. Non
sapeva cosa provasse Angelina, ma ricordava che cosa sentiva Fred per la
ragazza e, anche se non ne avevano mai parlato esplicitamente, non poteva
tradirlo in quel modo. Non dopo quello che era successo.
Senza badare granchè
alla direzione che conosceva a memoria, si ritrovò a dirigersi nel posto
preferito dai suoi piedi quando avevano come in quel caso piena libertà di
scelta. Forse avevano interferito i suoi pensieri, perché stava andando
esattamente dove lui e suo fratello trascorrevano solitamente le loro serate
dopo le stancanti giornate lavorative, e dove erano nati la maggior parte dei
prodotti del negozio. Si trattava di un vecchio ponte ormai abbandonato e
piuttosto logoro, che avrebbe avuto decisamente bisogno di una messa in ordine.
Solo che questa volta non era vuoto.
La figura che si stagliava alla luce lunare
avrebbe potuto riconoscerla tra mille: i capelli raccolti in una treccia che le
ricadeva morbida su una spalla, il cappotto che indossava dopo le visite
frequenti nella Londra babbana stretto al corpo, a
proteggerla dal freddo e dai brividi che anche i ricordi sapevano provocare. Si
avvicinò piano a lei, senza che neanche se ne accorgesse, e, in silenzio, la
imitò, mettendosi comodo a guardare le stelle. Angelina si voltò e gli sorrise.
-E’ incredibile che tu sia qui. Stavo proprio
pensando a te e a…-
Una morsa di dolore allo stomaco gli impedì di
terminare la frase. Che stava facendo? Voleva davvero flirtare con la ragazza
di suo fratello?
-So che vieni qui spesso…
Anche… anche a fred piaceva
molto questo posto. Mi ci ha portata delle volte.-
La ragazza guardò a terra, in imbarazzo, probabilmente
conscia di non aver detto la cosa più appropriata in quel momento. Lui, però,
non ci badò. Il semplice fatto di averla vicina portava conforto al suo cuore
ormai più volte straziato, e sentì l’impulso irrefrenabile di stringerle la
mano.
Lei non si ritrasse, anzi ricambiò la stretta, e
lo guardò sorridendo.
-Che fine abbiamo fatto noi? La vecchia Angelina
avrebbe dovuto dirti qualcosa del tipo “Se non lasci immediatamente la mia mano
ti picchio con la mia Nimbus!”-
-Oh, questo è niente. Il vecchio George avrebbe
semplicemente sfruttato la situazione.-
Lei ritrasse la mano, ma lentamente.
-Che intendi con sfruttato la situazione?-
Lui inarcò un sopracciglio come a prenderla in
giro, e si fece più vicino. La bloccò contro il corrimano del ponte, a pochi
centimetri dal suo viso, ma ridendo.
-Intendo dire che c’è la luna piena, siamo su un
ponte di legno abbandonato, è sera, ci abbracciamo per il freddo…
Anche il piccolo Teddy capirebbe che è una situazione
estremamente… ah, romantica-
E subito tornò al posto di prima, lasciandola un
po’ sconcertata ma palesemente felice. Per un po’, restarono in silenzio e
ripresero a guardare il cielo. Poi Angelina parlò.
-Ho capito una cosa importante: mi mancano la
vecchia Angelina e il vecchio George. Credo che se ne siano andati via con lui.
–
George si rabbuiò al riferimento al fratello, ma
si avvicinò ancora per confortare la ragazza che stava piangendo
silenziosamente.
-Vuoi dire che ti manca picchiarmi con una scopa
da corsa? – Un lieve sorriso increspò le labbra di lei.-Oh no, non sono andati
via con lui. E’ che lui era molto bravo a farli emergere. Forse, se proviamo a
pensare per un po’ a come eravamo… Forse torneremo ad
esserlo. Credimi, ho sempre saputo rinunciare a delle cose per amore di Fred. –
e tu sei la prima, pensò tra se – ma non rinuncerò a me stesso. E neanche tu
dovresti farlo. Strano, come stasera sia tutto così chiaro.-
La abbracciò stretta, poteva sentire i suoi
capelli fargli il solletico sul collo, e la live sensazione di umido delle sue
lacrime. Un profumo esotico lo inebriò, mentre faticava a capacitarsi di aver
avuto tanta fortuna.
-Io non so se è quello che vuoi sentirti dire ma… potresti approfittare della situazione?-
Lui la guardò per un attimo sorridendo, e rifletté.
Suo fratello se ne era andato per sempre, era inutile cercare di negarlo. E
rinunciare alla vita, a quella splendida occasione di speranza che Angelina gli
stava offrendo, sarebbe stato oltremodo stupido. Non avrebbe riportato indietro
Fred, né, peraltro, avrebbe cambiato l’amore che provava nei suoi confronti.
Lei era ancora ferma a guardarlo, in attesa di una risposta.
Fu come liberarsi di un peso che gli stesse
opprimendo lo stomaco. Baciarla significò far rinascere se stesso, in un modo
che da troppo tempo ormai aveva represso. Sentì finalmente che tutto il dolore
che era entrato a far parte del suo corpo dalla morte di suo fratello si stava
cristallizzando in qualcosa di più puro, vagamente simile alla semplice
felicità.
-Ora non mi scaglierai un bolide addosso, vero?-
Lei rise e lo guardò, per poi accoccolarsi tra
le sue braccia.
-Lui avrebbe voluto così. Credo che siano anni
che sta aspettando questo momento, facendo il tifo… o
delle scommesse, magari.-
Già, proprio da suo fratello scommettere su
qualcosa di così serio. E da lui, anche. La strinse più forte.
-Ti amo, Angelina.-
Lei, prima in imbarazzo, rispose con un bacio
alla sua affermazione, e poi sussurrò –Anch’io-.
Sfiniti dal freddo e dalle emozioni forti, si
incamminarono verso l’appartamento di George, proprio sopra il negozio. Mano
nella mano, assaporarono pienamente la consapevolezza di quella parola che ora
li univa. Insieme.
-Sai, comunque Fred era molto più completo di te.- disse lei con aria di ironica sfida.
-Ah si? E in cosa, se mi è permesso saperlo?-
-Lui aveva tutte e due le orecchie…-
George fece finta di offendersi, e poi rispose a
tono:
-Conoscendoti e conoscendo la tua parlantina,
averne una sola potrebbe rivelarsi un vantaggio!-
E lasciarono quel vicolo buio, per entrare nella
strada illuminata.
-Specie quando ti arrabbi…-
Chissà se davvero suo fratello poteva sentirli?
Almeno, ne era sicuro, sarebbe stato felice per loro.