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Autore: _C_A_S_W_I_N_G_S    07/07/2014    1 recensioni
L'auto frenò di colpo,ma la ragazza non si mosse dalla sua posizione,si limitò a portare le mani sugli occhi. Piangeva.
"Mi sono persa. Nessuno mi vede"
Sarà la nebbia a giocare brutti scherzi?
La sua mano era incredibilmente fredda.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Louis tracannò un altro bicchierino  serrando gli occhi. Trovò piacevole la sensazione del calore dell’alcool che gli invase il petto.  Il bicchiere tintinnò quando lo poggiò sul banco. Con un sospiro poggiò un gomito sul banco e si resse la testa tra le mani.
In quegli ultimi tempi il lavoro aveva procurato parecchio stress alla band, e mentre gli altri preferivano stare a casa a guardare un film, lui preferiva sfogarsi uscendo e magari trovando qualche bella ragazza, chi lo sa.
La testa gli scoppiava a causa del volume della musica troppo alto e dopo aver pagato si alzò dal suo sgabello,con fare disgustato,  e accalcandosi tra la gente cercò una via di fuga.
Arrivato all’uscita,con un sospiro di sollievo spalancò il portone,ed una folata di aria gelida lo investì. Si sentì subito meglio e un piccolo sorriso gli si formò sulle labbra. Chiuse gli occhi inspirando l’aria gelida e si poggiò contro il muro.
Il telefono squillò e gli venne un colpo.
“Harry”
<< Ehi Haz >> disse sbloccando lo schermo e portando l’apparecchio tra la spalla e l’orecchio, poi si incamminò verso la sua macchina. Si accorse di averla lasciata aperta e si battè una mano sulla fronte.
<< Lou ma che fine hai fatto? >>
<< Sono andato a fare un giro, questa sera andrò a dormire nell’appartamento. Preferisco rimanere solo per un po’ >>
<< Ah… >>
<< Tranquillo Harry dai >>
<< Va bene. Io vado altrimenti mi perdo il film >>
<< Ciao Haz >> rispose ridendo.
Chiuse la portiera dell’auto e la mise in moto, un po’ brillo.
 
Era improvvisamente calata la nebbia sulla S.George Street, e non si riusciva a scorgere la strada. Louis socchiuse  gli occhi nel tentativo di veder qualcosa ma non ottenne grandi risultati. Sentiva le palpebre pesanti, ma cercò di non perdere il controllo.
Fino a quando non si materializzò una figura umana a pochi metri da lui.
“Levati di mezzo!” pensò arrabbiato.
La figura voltò appena il capo verso di lui, senza però muoversi da lì. Louis frenò bruscamente a pochi centimetri dalla ragazza, che si limitò a portarsi le mani sugli occhi.
Il moro scese istintivamente dall’auto urlando.
<< MA SEI FUORI?! STAVO PER AMMAZZARTI! CHE CAZZO CI FAI AL CENTRO DELLA STRADA?! >>
La ragazza però non rispondeva, di tanto in tanto sussultava. Il ragazzo si accorse che la ragazza piangeva. Gli venne un tuffo al cuore. Le aveva addirittura urlato contro. Le si avvicinò con sguardo compassionevole e le poggiò le mani sulle spalle.
<< Ehi, mi… mi dispiace  per averti detto quelle cose. Solo…dovresti stare attenta. Ma che ti è successo? >>
Le scostò le mani dal viso e la ragazza tirò su col naso, mostrandogli i suoi grandi occhi neri. Le sollevò il mento con due dita e le sorrise.
<< Mi sono persa. E ho provato a chiedere aiuto. Ma…ma nessuno mi ha calcolata. Nessuno mi vede >> rispose tra i singhiozzi.
<< Ehi tranquilla. Posso aiutarti io >> le rispose sorridendo e le scostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
<< Io sono Louis >>
<>
<< Mi dispiace per quello che è successo, se vuoi posso darti un passaggio a casa, basta che smetti di piangere. Le ragazze così belle non devono piangere >> ad Emily scappò un sorriso e si asciugò le lacrime con il dorso della mano.
<< Per farmi perdonare ti porto in un bel posto >> disse premuroso, aprendo la portiera dell’auto dalla parte del passeggero per far accomodare la ragazza, che sorrise accettando l’invito.
<< Oh… non devi tranquillo >>
<< Ma io non devo, voglio >> Emily rise e si strinse nella giacca di pelle nera.
 
<< Cosa prendi? >>
<< Davvero Louis non ce n’è bisogno >> farfugliò.
<< Emily. Dai. >> la ragazza sbuffò e si portò una mano sulla fronte esasperata.
<< Va bene prendo un Bloody  Mary. E non replicare >> lo indicò con un dito, e Louis soddisfatto incrociò le braccia con un sorriso.
Emily aspirò dalla cannuccia e guardò Louis di sottecchi. Louis era proprio un bel ragazzo. Ed era anche gentile. Forse troppo.
<< Tu? >>
<>
<< Non prendi nulla? >>
<< No, ho già bevuto >> rispose alzando le spalle. << Ah… >> la ragazza poggiò la mano sulla sua e Louis la trovò incredibilmente fredda.
 
<< Ti ringrazio Louis… però hai esagerato… >>
<< Ma no,volevo solo farmi perdonare per quello che è successo >> rispose mantenendo lo sguardo fisso sulla strada. La nebbia era quasi scomparsa e finalmente era riuscito a capire dove stesse andando.
Era comunque rimasto stupito.
Che Emily non conoscesse la band?
Strano.
<< Emily, dove abiti? >>
<< In Baker Street,la prima casa sulla sinistra >> sorrise sornione e si levò la giacca, poggiandola sul sedile.
<< Capito >> alzò il pollice in segno di approvazione. Non abitava lontano da casa sua. Bastava svoltare l’angolo e andare fino in fondo.
<< Non lontano da casa mia >> aggiunse sorridente.
Dopo pochi minuti di silenzio agghiacciante, Louis accostò accanto alla casa della ragazza.
<< Grazie mille Louis >> Emily gli schioccò un bacio sulla guancia e gli fece l’occhiolino. Louis arrossì e quando Emily si avvicinò al portone di casa, ripartì portandosi una mano sulla guancia, dove era rimasto il segno del rossetto della ragazza.
 
Il mattino seguente Louis uscì dalla sua camera sbadigliando e stiracchiò le braccia. Dopo una veloce colazione decise di uscire a fare un giro in centro, nella speranza di incontrare Emily. Infilò velocemente il cappotto ed un berretto per coprirsi dal freddo, e per evitare un malanno. Quando entrò in macchina si accorse che Emily la sera prima aveva dimenticato la giacca ed esultante pensò bene di portargliela a casa. Chissà, magari sarebbero usciti in centro, e avrebbe imparato a conoscere meglio quella ragazza così timida e misteriosa. Avrebbe certamente voluto assaporare almeno una volta le sue labbra carnose, ma sarebbe stato un passo troppo avventato.
Arrivò in pochi minuti sotto casa di Emily e scese velocemente dalla macchina con in mano il cappotto della ragazza. Suonò il campanello altamente euforico e si torturò le mani aspettando che qualcuno andasse ad aprire. Dopo poco arrivò una signora sulla cinquantina, dai capelli grigi raccolti in uno chignon, che si stringeva nel mantello rosso.
<< Salve, desidera? >> disse la vecchietta sistemandosi gli occhiali sulla punta del naso. Louis scrutò nell’ingresso della casa,dove al muro erano affisse foto di Emily.
<< Cerco Emily, è in casa? >>
La vecchietta sussultò. << Emily? >>
<< Sì, Emily, ieri ha dimenticato la giacca nella mia macchina e quando me ne son… >>
La signora lo interruppe aggrottando le sopracciglia.
<< Ma Emily, mia nipote è morta dieci anni fa in un incidente stradale sulla S.George Street>>  



OOOOOKAY.
Si tratta di una leggenda metropolitana. Una rivisitazione. Penso che la conosciate. Era per far qualcosa di diverso dalle solite os smielate che fanno salire il diabete.
   
 
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