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Autore: Khailea    07/07/2014    4 recensioni
Fiction su quando si sono incontrati rin e sesshomaru e il susseguirsi del loro viaggio insieme dal punto di vista della bambina
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho perso i miei genitori a causa dei banditi e da allora ho perso la parola. Mi odiano tutti al villaggio e non capisco perchè, sono sempre stata educata e una brava bambina. Ho solo sette anni ma devo sopravvivere a un duro mondo in cui tutti mi detestano e mi nutro a stento con furtarelli. Quando si accorgono che manca qualcosa mi picchiano anche se magari io non centro. E' facile prendersela con una bambina soprattutto se orfana. Non posso urlare il mio dolore e trovarmi degli amici. La mia casa fa schifo, il tetto tutto rotto e le pareti ammuffite, è stato il massimo che mi hanno voluto concedere gli adulti.
-Rin! Sei stata tu a rubare il pane vero! Lurida piccola ladruncola!-
Cerco in ogni modo di negare ma l'uomo incomincia a tirarmi dei pugni. Non posso far altro che rimanere a terra e aspettare.
-Che questo ti serva di lezione...non ti odiamo ma è ciò che ti meriti, lo facciamo per il tuo bene.-
-"Bugiardo, il tuo sguardo è carico d'odio e bisogno di sfogo, magari hai avuto problemi con tua moglie e ti sei inventato una scusa per venire qui".-
Esce lentamente dalla mia casa e mi lascia a terra a piangere.
-"Perchè mi trattate così? Non ho fatto niente di male"-
Si è fatta notte ormai e ho moltissimo freddo, però non mi importa, ho bisogno del mio posto segreto. Mi dirigo verso la foresta senza pensare ai pericoli che posso correre. I demoni e i lupi mi potrebbero attaccare perciò cerco di non fare rumore.
-"Eccomi sono tornata"-
Il mio posto segreto è un grande albero in mezzo alla foresta, rimanevo lì per ore con i miei genitori a fissare i giochi di luce creati dalle foglie che crescevano rigogliose. La mamma e papà si appoggiavano sul tronco e io mi sdraiavo sull'erba ascoltando i loro racconti. Ci ritorno molto spesso fingendo che siano ancora qui con me.
-"Mamma dai raccontami una storia, mi piacciono così tanto.."-
Nella mia mente mi immagino di parlare e di vederli. E' tutto così bello in quei momenti, eppure così triste allo stesso tempo. La luna è alta nel cielo e i giochi di luce e ombre sono magnifici, finisco di ascoltare la storia con gli occhi chiusi ma pieni di lacrime.
-"Adesso devo andare...vi voglio bene tornerò qui prestissimo".-
Me ne torno a casa e mi infilo sotto la mia coperta, ormai mi sono abituata e mi addormento velocemente nonostante la scomodità e il freddo. Sogno di essere ancora con la mia famiglia in un villaggio in cui tutti ci vogliono bene e ci sosteniamo a vicenda, il sole alto mi riscalda la pelle e rido con i miei amici.
"-Rin ti vogliamo bene!-
-Rimarrai la nostra amica per sempre.-
-Vieni con noi a giocare!- "
Mi sveglio quando dal buco sul soffitto penetrano i raggi del sole e torno alla realtà. Al villaggio sembrano tutti felici e i bambini si divertono tra loro ma uno si scontra per sbaglio con me.
-Aia MAMMA quella stupida di Rin mi ha fatto male!-
-Vergognati come osi far male al mio cucciolo!-
Ricevo una sberla sulla guancia mentre le persone si ammucchiano
-Vattene qui nessuno ti vuole!-
Gli altri ragazzini ridono di me e mi prendono in giro, scappo via verso la foresta per andare nel mio luogo felice.
-"Come vorrei incontrare qualcuno che mi voglia bene".-
Arrivata all'albero vedo qualcosa che non mi sarei mai immaginata. Un uomo dai lunghi capelli argentati vestito di bianco e rosso sulle spalle e uno strano mantello peloso sulle spalle, lo usa come un cuscino. Mi soffermo sul suo viso che con il tramonto risalta. Ma poi il mio sguardo cade sul braccio sinistro, non c'è. Faccio un passo in avanti ma questo si sveglia e mi ringhia contro mostrando denti affilati e occhi rossi con una mezza-luna viola sulla fronte. E' un demone e dovrei correre via, ma qualcosa mi spinge ad avvicinarmi. Non capisco perchè ma sento che in lui potrei trovare un amico. Da quella volta continuo a portargli da mangiare nonostante mi dica che non gradisce il cibo degli umani, però non mi fa niente di male e io non mi scoraggio. Gli sto prendendo dei pesci nel fiume ma vengo afferrata da degli uomini che mi picchiano.
-Se prenderai ancora i pesci dalla rete ti ammazzeremo!-
Non mi importa se mi picchiano, corro via zoppicando e la mattina dopo a quell'uomo gli porto del cibo.
-Ti ho già detto che non voglio nulla da te.-
Mi sono avvicinata sempre di più negli ultimi giorni, ma ancora non riesco a farci amicizia e mi intristisco.
-Come ti sei procurata quei graffi?-
Cosa? Mi ha chiesto come me li sono procurati? E' la prima volta dopo tanto che qualcuno si preoccupa per me.
-Se non vuoi dirlo non sei obbligata a farlo..-
Quanto vorrei risponderti, ma riesco solo a sorridere felice per aver trovato qualcuno.
-Perchè quest'espressione di gioia? Ti ho solo chiesto come te li sei fatti.-


   
 
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