Anime & Manga > Lamù
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Autore: Achille88    27/08/2008    0 recensioni
Sono passati ormai quattro anni da quando Lamù è arrivata sulla Terra sconvolgendo la vita di Ataru e di tutti gli abitanti di Tomobiki. Ora che si è finalmente diplomato, al giovane Moroboshi occorrerà conquistare definitivamente la fiducia della sua "forzata" consorte e per farlo dovrà cominciare chiedendo un favore al suo acerrimo rivale...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atarù Moroboshi, Lamù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LE PAROLE CHE NON TI HO MAI DETTO

"Perché abbiamo bisogno della mia navicella?", domandò Lamù stupita.

"Perché il luogo che voglio farti vedere si trova a centinaia di chilometri da qui e non possiamo certo andarci a piedi!", rispose Ataru.

La principessa degli Oni non riusciva ancora a carpire le intenzioni del ragazzo, ma decise di stare al suo gioco e con un comando vocale ordinò alla sua navicella di atterrare.

Dopo pochi minuti l'ufo dalla carrozzeria a strisce gialle e nere atterrò nel parco fra lo stupore delle persone presenti e dopo che i due giovani entrarono al suo interno, Lamù prese il comando della navicella.

"Dirigiti verso est e fermati quando te lo dirò io", le ordinò Ataru con parole decise.

La ragazza abbassò una leva e dopo pochi minuti l'astronave si alzò da terra e spiccò il volo lasciandosi dietro le luci della capitale giapponese.

Il viaggio proseguì tranquillo finché Lamù non notò sul monitor una strana costruzione in pietra che non aveva mai visto in vita sua.

"Tesoruccio, che cos'è quel serpentone di pietra?", domandò la bella aliena mentre indicava con il dito il monumento che appariva sullo schermo.

"Quella è la Grande Muraglia cinese", rispose Ataru senza troppi giri di parole. "Ora però dobbiamo atterrare; quel punto mi sembra perfetto!", commentò il giovane Moroboshi mentre indicava un piccolo spiazzo ai piedi di una delle torrette di osservazione che costituivano la muraglia.

Lamù eseguì un atterraggio perfetto e non appena l'astronave toccò terra, le porte si aprirono automaticamente e i due ragazzi si trovarono di fronte al maestoso monumento.

Lamù non riusciva a credere ai suoi occhi; benché costruito con un materiale così primitivo come la pietra, il monumento la impressionò non poco. "La Terra è davvero il pianeta più incredibile dell'universo!", affermò la giovane.

"Sapevo che ti sarebbe piaciuto!", disse Ataru soddisfatto. "Ma questo non è ancora nulla".

A quel punto il ragazzò la invitò a seguirla e senza farsi pregare, Lamù prese la mano di Ataru e dopo aver salito le scale, i due arrivarono in cima alla muraglia.

L'atmosfera era a dir poco suggestiva: dal momento che il monumento di notte era chiuso al pubblico, soltanto poche torce poste a distanza regolare l'una dall'altra illuminavano il sentiero con la tenue luce del fuoco e agli occhi della bella aliena la muraglia assumeva l'aspetto di un serpente infuocato che strisciava fra le buie colline circostanti.

Impressionata dallo spettacolo, Lamù strinse con maggiore forza il braccio di Ataru.

"Non devi preoccuparti di nulla", la rassicurò Ataru. "E poi ci sono io al tuo fianco!".

Rincuorata dalle parole del suo amato, Lamù si tranquillizzò e camminò al suo fianco guardandosi attorno; ad un certo punto i due giovani salirono in cima ad una delle torrette di osservazione e dall'alto della costruzione, Lamù alzò lo sguardo e contemplò la volta celeste illuminata dalla luce delle stelle e della luna.

"Chiudi gli occhi!", le disse Ataru all'improvviso.

"Perché dovrei farlo?", protestò Lamù. "Qui è tutto così bello...".

"Si tratta di una sorpresa", ammise il ragazzo.

"Mi chiedo che cosa abbia in mente...", si domandò la ragazza mentre abbassava le palpebre.

Dopo qualche istante, Ataru estrasse dalla tasca della giacca la custodia in pelle che il padre di Shutaro gli aveva regalato durante il viaggio di ritorno da Pechino. "Il momento è arrivato!", pensò il ragazzo mentre ricordava le parole pronunciate nell'occasione dall'uomo.

Il ragazzo aprì la custodia e tenendo l'oggetto che si trovava al suo interno ben saldo fra le dita, disse a Lamù di aprire gli occhi.

La ragazza obbedì e rimase senza parole mentre vedeva Ataru che teneva in mano una collana di rara bellezza.

Il gioiello consisteva in un disco d'oro sul quale erano incisi due dragoni di giada con due piccoli rubini al posto degli occhi sorretto da una sottile striscia di seta.

"Non potevo certo tornare dalla Cina senza un piccolo pensiero!", ammise Ataru con falsa modestia.

Senza alcun preavviso, Lamù gli cinse il corpo con le braccia mentre appoggiava la testa sul suo petto. "Tesoruccio, sei meraviglioso!", disse la giovane al settimo cielo per la felicità.

Nonostante quella dimostrazione di affetto, Ataru si staccò bruscamente da lei in preda ad uno strano sentimento di rimorso.

"C'è qualcosa che ti turba?", domandò preoccupata la principessa degli Oni.

"Lamù, devo dirti una cosa importante!", esordì Ataru.

"Dimmi tutto!", lo esortò la ragazza.

"Sai, questa muraglia venne costruita oltre duemila anni fa per proteggere l'impero cinese dalle tribù nomadi del nord", disse il ragazzo mentre osservava il paesaggio circostante in cerca delle parole giuste da dire.

"Non capisco...", lo interruppe la bella aliena perplessa.

"Il punto è che anch'io ho eretto una barriera intorno al mio cuore", disse infine Ataru.

"Cosa vuoi dire?", gli domandò Lamù.

"Per tutta la vita ero convinto di essere il bersaglio prediletto della sfortuna e dal momento in cui sei arrivata sulla Terra ho creduto che la sorte avesse voluto tirarmi un altro tiro mancino", continuò il ragazzo.

"Come puoi pensare una cosa del genere?", disse Lamù infastidita dalle parole di Ataru.

"Mi sembrava impossibile che una ragazza bella come te si fosse innamorata di uno stupido pervertito come me!", ammise Ataru mentre si toglieva dal cuore un peso grande come un macigno.

"Tu non sei affatto uno stupido", gli disse Lamù con parole dolci.

"Credevo che correndo dietro le altre ragazze e ignorandoti sarei riuscito a sfuggire ai colpi della sorte", affermò Ataru. "In realtà non ho fatto altro che fare del male a me stesso... e a te".

"Tesoruccio...", mormorò Lamù mentre gli teneva le mani.

"Molte ragazze hanno catturato il mio sguardo in questi anni...", continuò Ataru. "... ma solo tu hai rapito il mio cuore!", concluse il ragazzo mentre guardava negli occhi la donna che lui amava più di tutte.

"La verità è che io ti amo con tutto me stesso e ti chiedo di perdonarmi per tutto il male che ti ho causato per colpa della mia stupidità", disse Ataru dopo aver finalmente dichiarato i propri sentimenti dopo quattro anni di tira e molla.

Dopo aver ascoltato quelle parole, gli occhi di Lamù si bagnarono di lacrime di gioia e senza farsi più pregare, Ataru la abbracciò e la baciò come non aveva mai baciato nessun'altra nella sua vita, con tutta l'energia che gli sgorgava dal cuore mentre lei gli cingeva il collo con le braccia.

"Ho aspettato da tanto tempo questo momento!", pensò commossa Lamù mentre rimaneva attaccata ad Ataru sotto il cielo stellato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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