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Autore: Fallingforyou    07/07/2014    0 recensioni
Il termine serendipità è un neologismo che indica la fortuna di fare felici scoperte per puro caso e, anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un'altra.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Novembre 2012
 

«Vedo che la tua pagella nell’altra scuola era un po’… problematica», disse la preside, guardandolo da dietro le lenti spesse degli occhiali.

Zayn se ne stava stravaccato su una sedia di finta pelle di fronte alla scrivania, sulla quale troneggiava un targhetta a lettere cubitali che diceva: MRS POTTER. «Ho visto le tue pagelle precedenti e so che potresti fare di meglio. Fino a due anni fa eri uno studente modello, viaggiavi verso l’università, ma è come se a un certo punto i tuoi voti fossero precipitati in un baratro».

“E brava Potter. Direi che hai reso bene l’idea”, immaginò di risponderle, distogliendo subito lo sguardo dal suo volto. Appena Zayn entrò nel suo ufficio aveva pensato che fosse una donna di singolare bruttezza, dalla tinta sfatta con una ricrescita troppo evidente, un interesse per la propria bellezza pari a zero e una forte antipatia verso ogni suo studente, ma la signora che si era trovato ad aspettarlo era tutt'altro aspetto.

«Queste cose non capitano per caso. Hai voglia di dirmi che é successo, Zayn?» la gentilezza con cui gli aveva fatto la domanda gli dava quasi su i nervi. Zayn aveva perso da tempo l'interesse verso qualsiasi sentimento e persona. Sbuffò spazientito e dopo una pausa imbarazzante, la donna riprese a parlare. «I tuoi zii ti hanno iscritto qui perché sperano che tu possa rimetterti in carreggiata il prima possibile, qui abbiamo aiutato tanti ragazzini problematici, e i professori saranno ben disposti a darti una mano».

«Io non sono una ragazzino» esclamò con aria di sfida. Quella era la prima frase che aveva detto da quando aveva messo piede alla Central Sussex College.

«quanti anni hai, Zayn?»

«diciotto»

La donna annuì leggermente seria, ma senza perdere quell'aria da zia premurosa che lo aveva accolto una ventina di minuti prima davanti ai cancelli della scuola. «i nostri insegnanti hanno un'ottima preparazione e gli alunni sono tranquilli. Ti troverai bene qui, Zayn» disse alzandosi dalla poltroncina di finta pelle nera. «Caren, puoi chiamare Megan?» disse subito dopo al telefono, forse alla segretaria settantenne che stava alla scrivania fuori dall'ufficio. «bene Zayn, mentre io finisco di compilare qualche altro documento per ufficializzare il tuo strasferimento, la signorina Harris ti mostrerà la scuola».

Zayn la seguì fino alla porta «ci tiene davvero così tanto?»

«Zayn, nessuno é perso. Adesso siedi negli uffici della segretaria, Megan starà arrivando sicuramente».

Zayn si sedette con un respiro teatrale e si passò una mare fra i capelli, scompogliandoli ancora di più.

Li aveva accorciati ai lati della testa per quell’occasione e per fare contenta sua zia.

I corridoi della Central Sussex College erano di un grigio pallido e davano all’ambiante l’aspetto di un ospedale, se non fosse stato per la serie di armadietti beige su un lato del corridoio. Il pavimento era di limoneum, perfettamente pulito e si sentiva l’odore del disinfettante forse passato la mattina stessa. L’atmosfera di quella scuola era tutt’altro che allegra, forse perchè è una scuola si trovò a riflettere Zayn. Ascoltava svogliatamente la ragazza che più di una volta gli aveva ripetuto il suo nome, la seguiva distratto da tutto quello che lo circondava e si divertiva a guardarla intensamente negli occhi, senza un vero scopo, e sorrideva quando notava il leggero imbarazzo da parte di lei.


 
Maggio 2014
 

Megan guarda un’altra volta la sua immagine riflessa attraverso i vetri dell’autobus; Questa mattina ha legato i capelli in una treccia fatta in fretta e furia. Ha gli occhi ancora pesanti per il sonno e le occhiaie violacee sono la chiara dimostrazione delle ore che ha passato a studiare storia e non a dormire.

Cerca di ripassare mentalmente i concetti ma le è impossibile a causa di alcuni ragazzi che parlano con un tono di voce esageratamente alto e fastidioso.

Forse avrei dovuto prendere una doppia dose di caffè come mi avevano consigliato e fare tutta una tirata, pensa.

La sosta dell'autobus si trova a solo due metri dal cancello della scuola, la maggior parte degli studenti ha già occupato alcune aree del cortile e le panchine vicino alla porta d'ingresso. Con un'occhiata veloce cerca la cugina che, come tutte le mattine, è impegnata in interessanti discorsi con il ragazzo mentre si scambiano qualche bacetto.

Per poi fermare il suo sguardo sul ragazzo che ha reso le sue vacanze pasquali uno schifo.

«sorridi un po' lla vita é bella» Angelica l’abbraccia, oscurandole la visuale con i suoi capelli biondi.Si conoscono da una vita. Angelica si era trasferita nello stesso quartiere di Megan dall'età di sette anni e da compagne di giochi al parco sono diventate compagne di banco e migliori amiche. Oltre a essere la sua vicina di casa e migliore amica é anche la sorella del ragazzo di cui Megan è segretamente innamorata da circa due anni.

«ciao amica»

«com'é stata l'intensa nottata di studio?» e aggiunge un «guarda chi arriva!»

Il sorriso di Megan è più una smorfia di dispiacere mentre intravede Liam e Caiteline.

«disgustoso» commenta Angelica, Megan invece ignora il commento e raggiunge la cugina.

«quando finirete la scambio di saliva, avvisateci! Posso salutare mia cugina o sei troppo geloso?» Louis le lascia  una pacca sulla spalla «ci vediamo» la saluta e va in direzione di Liam.

«Allora, che intenzioni hai per il tuo compleanno? Ti ricordo che è il prossimo sabato!» la sollecita, Gwen.

«stavo pensando di andare qualche giorno a Brighton, nella casa dei nonni con te e Angelica»

«non puoi festeggiare i tuoi diciotto anni a Brighton»

«potremmo organizzare una festa- propone Angelica -solo gli amici più stretti»

«gli amici più stretti siete voi, e per questo meglio andare a Brighton»

«di che parlate?» Liam e Caitelin li hanno raggiunti.

«vogliamo organizzare una festa»

«nessuna festa!» ribatte Megan.

«per i diciotto anni di Meg- spiega velocemente al fratello ­-faremo la festa! Devi farla per i diciotto anni, é obligatoria»continua rivolgendosi all’amica.

«dove sta scritto che é obligatoria? ve l’ho già detto, non voglio fare nessuna festa!» sbraita e con aria incazzata e non avendo più voglia di discutere sulla questione si dirige verso l’entrata principale. Troppo distratta dai suoi pensieri sbatte contro qualcosa, o meglio, qualcuno.

«Oddio, scusa!» esclama prima di scappare verso le scale.

La mattinata passa in fretta. Finite le lezioni va verso parcheggi, insieme ad Angelica, dove é già arrivato Louis in macchina.

«mancate solo voi» urla Gwen con la testa fuori dal finestrino. Insime ad Angelica velocizza il passo per arrestarsi a solo un metro e mezzo di distanza dallo sportello del passeggero.

«ma non ci stiamo» esclama guardando l'incomodo che occupava un dei sedili posteriori, Caiteline.

Non si mette a riflettere oltre e «ragazzi, io rientro in autobus!»

«perché?»

«ehm, credo che in macchina si vada in 5 e non in 6. Non ci stiamo, prendo l’autobus. Non voglio che Louis rischi altri punti della sua patente» lascia un bacio sulla guancia di Angelica, saluta con la mano gli altri e attraversa di corsa il corridoio esterno che porta nel piazzale principale della scuola, senza dare alle amiche il tempo di ribattere.

Sente gli occhi pizzicare e mentre cerca il pacco di fazzoletti all'interno della borsa sbatte contro qualcuno finendo a terra insieme agli appunti di storia, i fazzoletti e il cellulare. «fanculo» sbraita. Sente una risata roca alle spalle, alza gli occhi e incrocia due occhi color nocciola. La prima cosa che riesce a dire è wow ma esce più un suono strozzato, dopo qualche secondo si rende conto di avere la bocca aperta, probabilmente il rimmel colato da prima e l'intero contenuto della sua borsa sparso per terra. Ricordava quel ragazzo, ci aveva parlato a lungo una volta. Ricordava che aveva del colore della terra e che aveva ciglia lunghissime e folte. Lo ricordava perchè ogni volta che gli parlava lui teneva lo sguardo fisso su i suoi occhi con un atteggiamento esageratamente sfacciato. Guardandolo meglio adesso il colore degli occhi andava su varie sfumature del verde.

Megan, un po’ maldestramente, si alza in piedi, ripulisce i jeans dalla sabbia passandoci sopra le mani e «scusa, non ti ho proprio visto»

«non ti preoccupare­- Zayn strizza l'occhio e sorride ­-sempre così sbadata? È già la seconda volta che mi vieni addosso!» ride.

Megan sente un esagerata quantità di calore sulle guance, «davvero? Scusami ancora ma oggi é proprio una giornata di merda, per me»

«non ti preoccupare è tutto okay» si inchina e le porge il cellulare «io sono Zayn»

Gli sorride a sua volta «so chi sei, ti sei trasferito l'anno scorso, mi pare.. Mi occupo del progetto nuovi studenti della Mrs Potter, le do una mano ogni tanto. Comunque, io sono Megan!» nella stesso momento in cui Megan gli stringe la mano si ricordo che ha un'autobus da prendere «scusa, ma devo andare altrimenti perdo l'..» ma non finisce la frase perché intravede dal cancello dell'entrata il colore rosso dell'ultimo autobus pomeridiano. «non ci credo, cosa ho fatto di male nella mia vita precedente per meritarmi questo?» sente nuovamente la risata di Zayn. Ha parlato a voce alta per la secanda volta davanti a un ragazzo carino, che non conosce e che potrebbe prenderla per pazza. Si morde la guangia sinistra intere e poi guarda le loro mani sono ancora strette.

«se vuoi ti do un passaggio?»

Entrambi lasciamo il contatto delle mani  «se per te non è di nessun disturbo ho assoluto bisogno di rientrare a casa» forse è stata un idiota nel dirgli di si, visti i precedenti che ha avuto con le moto ma altri 45 minuti sotto il sole di maggio non li avrebbe sopportati. Così senza esitare prendo il casco e lo segue verso la sua moto.

 
  
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