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Autore: Jade Okelani    04/01/2005    42 recensioni
La scuola di Stregoneria e di Magia di Hogwarts nasconde un profondo mistero fra le sue mura, una antica società che trabocca di potere. Ginny Weasley non vuole altro che entrare a farne parte, insieme a tutti i privilegi che questo comporta. Draco Malfoy ha il suo futuro nelle sue mani, a patto che lei aderisca a certe condizioni per il periodo di un mese. La fine dell'inverno porta con sè dispiacere, gioia e cambiamenti.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Our Winter

(Il nostro Inverno)
di Jade Okelani
tradotto da Erika in esclusiva per EFP

Nota dell'autrice, Jade Okelani - Bacioni a tutti quelli che sono arrivati fin qui. Tutto il mio affetto e i miei ringraziamenti alla mia sorellina virtuale Sarea, che è stata sia beta-reader che fonte d'ispirazione per l'intera fanfic. Sei la migliore.

~

Epilogo: L'ultimo regalo di Re Artù

~

"Non tutto è una bugia non tutto è verità, non tutto favola, non tutto noto ..."

E' questo ciò che la maggiore autorità su Re Artù e sulla sua vita scrisse della storia che i Babbani credevano una leggenda, perciò questo è quello che scrivo io adesso mentre cerco di narrare il racconto di una nuova leggenda, una di quelle che i Babbani racconteranno la notte o su cui faranno film sopra, ma a cui non crederanno veramente mai, perché è un racconto troppo fantastico, troppo impregnato di magia, di male e bene e di cose incredibili, per essere preso sul serio.

Dato che tutte le belle storie richiedono un punto di vista, le presterò il mio, perché è appropriato, considerando che io c'ero. Mi è stato chiesto dai colleghi di rivelare i dettagli più intimi della mia relazione con Draco Malfoy, di spiegare la mia amicizia con sua moglie e cosa è successo esattamente nei nove anni appena passati.

Voglio essere completamente franca: questo articolo è l'ultimo che scriverò su questa faccenda. Dopo che verrà pubblicato, andrò avanti con la mia vita. Non risponderò ad altre domande, né pubblicherò memorie in cui rivelerò i dettagli più succosi. Sono una giornalista e continuerò a fare come ho sempre fatto: a osservare, a sperimentare, a riportare quello che ho scoperto, a voi, lettori della Gazzetta del Profeta. Mi scuso in anticipo se vi sembrerò un po' confusa, ma questi avvenimenti sono così profondamente personali che non credo riuscirò a non far trapelare le emozioni, narrandovi i fatti.

Quello che segue non è tutto una bugia o tutto una verità, non tutto favola e non tutto quello che so, ma è tutto ciò che uscirà mai dalla mia bocca.

Questa, allora, è la storia della fine.

Anche se persino dire questo non è poi così accurato. La storia è finita giorni fa, abbiamo vinto, il male è stato sconfitto e l'eroe ha dato il bacio finale alla sua bella. E' più un capitolo di coda quasi. Più quello che è successo dopo la fine.

Non ero certo io la protagonista di questa favola, posso dirvi almeno questo. Quella parte è andata ad Hermione Potter. Ron Weasley è stato un buon co-protagonista, ed Harry Potter è stato l'eroe che tutti noi sappiamo che è. Ci sono stati altri attori, ovviamente. Fred e George Weasley, il duo leale che strappa sempre un sorriso; Neville Longbottom, il ragazzo intelligente che tutti sospettano non sia intelligente affatto; Kyle e Lysandra McGraw, la gentile coppia di Tassorossi che nessuno avrebbe mai immaginato stesse conducendo un'operazione di copertura da tanto tempo, nel retro della loro galleria d'arte.

Poi c'è Ezra Malfoy, con la sua solita eleganza e il sorriso che taglia ogni cosa, che si è presa il posto di suo padre nel consiglio dopo che lui l'aveva tenuto stretto per quattro anni, che si muoveva di casa in casa di grandi maghi con affilata efficienza, rassicurando le mogli degli altri maghi oscuri su quanto fosse leale la nuova generazione Malfoy, su quanto erano disposti a dare una mano in tutto. C'era il povero, dolce Dean Thomas, il primo a morire, e il bel coraggioso Seamus Finnigan, che ha vendicato la morte del suo amico.

Mille storie narrate, mille battaglie combattute, e solo una che davvero mi interessa:

Perché alla fine, c'è Draco Malfoy, l'enigmatico agente infiltrato che ha permesso alla battaglia di girare in nostro favore. C'è stata la morte di Lucius Malfoy, per mano del suo Signore, uno dei primi a cadere sotto il marchio di una magia nera che doveva far crollare il mondo intero. Grazie a Draco, siamo stati in grado di prevedere cosa avrebbe fatto. Grazie ad Ezra, nessuno ha mai sospettato che Draco fosse qualcosa di più di un semplice mago con un Marchio Oscuro sul braccio.

E grazie a Draco, Albus Silente ha avuto quel tanto di tempo che gli bastava per prepararsi.

Alla fine di ogni bella storia, qualcuno deve morire. E' una legge non scritta che qualcuno dovrebbe davvero scrivere da qualche parte un giorno (sarò felice di fare gli onori proprio adesso.) Un sacrificio volto a ingigantire il trionfo dell'eroe; a misurare la gioia per la vittoria con un dispiacere che sa di sconfitta. Non fidatevi di quello che dicono i grandi maghi oscuri, non tornate mai veramente dal mondo dei morti.

Io stessa sapevo che qualcuno sarebbe morto; che Dean non sarebbe stato l'unico del nostro cerchio ad andare. Visioni, sapete. Una volta l'ho detto ad Harry, e lui è diventato silenziosissimo e triste, e io gli ho promesso che ero certa non sarebbe stata Hermione. Aveva un disperato bisogno di credermi, e io gliel'ho promesso ancora, e da quel giorno, è come se qualcuno gli avesse tolto di dosso un enorme peso. Finalmente, poteva respirare, pianificare e vincere.

Mesi dopo quel giorno, quando le cose stavano cominciando ad avviarsi verso una svolta, Harry mi prese da parte e abbiamo avuto una conversazione che ricorderò fin quando vivrò.

"Non toccherà nemmeno a lui, Gin," mi disse, ed ero così distratta a quel tempo, che non capii subito.

"Draco," specificò, e quel nome catturò la mia attenzione, perché tutti sembravano fare sempre uno sforzo straordinario per pronunciare quel nome davanti a me. "Non sarà nemmeno lui, non più di quanto lo sarà Hermione."

"Come lo sai?" gli avevo bisbigliato frustrata. Tutto sapevano a quel punto delle visioni che avevo avuto durante il sesto anno ad Hogwarts. C'erano solo tre persone che non mi avevano mai chiesto del futuro: fra loro Harry e Albus Silente.

"Non lo so," mi aveva risposto Harry. "E' così e basta. Siamo così vicini alla meta, Gin ... non lo senti? L'universo non potrebbe fare questo a te, non ora, non quando siamo così vicini."

E da quel momento ha dovuto occuparsi di tutte altre faccende, e non ho più avuto occasione di parlare con lui finchè non era tutto finito. Gli ho chiesto come lo sapeva, come faceva ad essere certo che non sarebbe stato Draco a morire, e lui non mi ha mai dato una risposta precisa. Non ero davvero sicura di volerne una. Penso di essere felice ora al solo pensiero che molti di noi ce l'hanno fatta.

Nel pensare a tutti quelli che ci sono rimasti, non posso non ricordare quell'uomo che oggi non è più con noi. Ero un giorno di sole, uno dei più luminosi che Londra avesse mai visto, quello in cui lo seppellimmo. Il Ministero era diventato quasi pazzo a cercare un posto nascosto agli occhi dei Babbani. C'erano più maghi lì che in entrambe le ultime due edizioni della Coppa del mondo di Quidditch messe insieme, un mare di abiti scuri che andava avanti per quasi un miglio, in ogni direzione, che formavano come un anello intorno al cerchio concentrico che era il luogo della sepoltura, dove fiamme magiche bruciavano in eterno sopra nient'altro che pietra e marmo.

Il funerale di Ezra Malfoy fu qualcosa di molto più piccolo, e vi partecipammo solo io e Draco. Molti si sono posti domande sulla decisione di Draco di mandare a vivere la loro unica figlia, Danae, con il padrino Seamus Finnigan, immediatamente dopo la morte della madre. Se i miei lettori sono incapaci di provare pietà per Draco Malfoy, chiederei loro almeno di rispettare la privacy di Danae, dato il poco tempo passato dalla dipartita della madre.

Molti pensano che è stata la morte di Ezra a far andare Draco Malfoy contro i Mangia Morte. Pensate quello che volete, ma sappiate che la verità non è mai solo bianca o solo nera.

Oggi, Minerva McGranitt appariva più stanca e più vecchia di sempre, vestita con un completo nero corredato da un velo. Severus Piton era in piedi accanto a lei, e il suo viso era più stoico del solito, anche lui vestito di nero, anche se questo in sé non era poi una strana occorrenza.

A volte, quando sono triste per la sua assenza, penso a quello che ha fatto. Penso a tutti quelli che sono ancora vivi, e nel mio cuore so che lui non avrebbe voluto le cose andassero in modo diverso. Sono stati Remus Lupin e Sirius Black a fare l'elogio funebre. Le loro parole sono state le parole di tutti, il loro dolore il nostro dolore. Noi abbiamo vinto e lui ha perso e così abbiamo perso tutti e ancora non sappiamo decidere cosa provare esattamente. Voldemort (e mi rifiuto anche solo per un secondo in più di provare paura davanti al suo nome) è finalmente morto, finito all'inferno chissà dove, e voglia Merlino, questa volta ci rimarrà.

E tutti quanti eravamo come in attesa di sentirci sferrato un altro colpo, troppo impauriti e scioccati per piangere i morti o celebrare i vivi. Ma oggi ci sforziamo di guardare il mondo che ci è rimasto, di alzarci e di onorare il sacrificio finale del più grande mago dei nostri tempi.

Oggi, siamo tutti qui riuniti, per la prima volta in dieci anni, per dare il giusto riposo all'anima di Albus Silente.

Nella leggenda, Re Artù veniva ferito mortalmente in battaglia, e il suo corpo trasportato misteriosamente nell'isola di Avalon dove avrebbe riposato, fino a che non sarebbe per lui venuto il giorno di alzarsi ancora e riprendere il suo ruolo di re.

Durante la battaglia finale contro Voldemort, il corpo di Albus Silente è stato consumato da una luce così potente e accecante che, quelli che hanno sopportato di assistervi, hanno avuto problemi a vederci bene per giorni, in seguito. In privato, mi piace pensare che riposi da qualche parte, in attesa del giorno in cui rinascere.

Nel frattempo, noi che lo conoscevamo, siamo costretti a riunirci e piangerlo, perché per adesso, Albus Silente se n'è andato, e l'intero mondo magico piange di dolore.


-- Ginny Weasley, 1 Novembre 2008

~

E' cominciata in modo semplice, come tante cose cominciano. Un gufo da una vecchia amica (erano amiche dopo tutto, senza tenere conto del resto), ho sentito che sei in città, sono passati secoli, ti piacerebbe venire a vedere la piccolina?

Anche se non era più piccolina da molto. Danae aveva quasi cinque anni oramai a quel tempo e somigliava tutta a sua madre, anche se quando sorrideva ricordava appena suo padre.

Erano passati sei anni da quando si erano visti l'ultima volta tutti insieme, sei anni, prima che arrivasse il gufo di Ezra e Ginny non si trovasse in grado di rifiutare, incapace di farsi passare l'opportunità di vedere com'era la figlia di Draco Malfoy. E così, nella città dove si trovava il grosso maniero che Draco ed Ezra chiamavano casa, Ginny aveva fatto visita alla vecchia amica.

Ezra aveva preparato tè e biscotti mentre si scambiavano convenevoli. Draco non era nella stanza, dato che aveva portato Danae a fare una passeggiata nel cortile con le sue Ali Sguizzanti (un invenzione di Fred e George). Ginny parlava con grande affetto della sua passione per il giornalismo, ed Ezra le aveva confessato che lei e Draco avevano conservato in un album ogni articolo che avesse mai pubblicato.

"Ogni tanto la notte lo scopro a leggerli," aveva confessato, e Ginny ne era stata terrorizzata ed elettrizzata allo stesso tempo.

"Sono sicura che è solo--"

"Ancora innamorato di te?" aveva continuato Ezra con una risatina. "Sì, lo immagino anche io."

"Ezra," aveva bisbigliato Ginny, ma ogni ulteriore conversazione era stata interrotta dal suono di piccoli piedi che stavano correndo in direzione della biblioteca dove si trovavano.

Vedere Danae per la prima volta fece balzare il cuore di Ginny. La bimba teneva stretta la mano di Draco, e Ginny non si permise di guardarlo ancora per un attimo, e si concentrò invece sulla faccina davanti a lei, i capelli scuri e la bocca sbarazzina che aveva ereditato da sua madre, e tutto il resto suo padre, e come aveva fatto qualcuno a non notarlo prima?

Agli occhi di Ginny era dolorosamente ovvio, dagli occhi verdi scintillanti di Danae e dal carattere allegro e contagioso, che Draco Malfoy non era il suo padre biologico.

Non così ovvio per tutti gli altri, a quanto pare, aveva spiegato Ezra dopo che Danae era andata a fare un pisolino. La gente vedeva solo quello che voleva vedere, e i clan Malfoy ed Easton volevano solo che Ezra e Draco procreassero. Per tutto il tempo in cui Ezra parlò, Ginny non riuscì a distogliere lo sguardo da Draco. Il tempo aveva lasciato i suoi segni su di lui, ma questo non aveva fatto che accrescere il suo fascino, e la sua pelle pallida ora aveva un colorito più sano, per i giorni passati a giocare con la figlia, sotto il sole.

Ginny si scusò quel giorno e se ne andò, con la testa che le girava per le domande e le supposizioni. Draco sapeva che Danae non era sua? Doveva sicuramente saperlo. Ezra lo sapeva, di questo Ginny era certa, perchè chiunque conoscesse bene Seamus Finnigan poteva riconoscerlo nel viso di Sanae ogni volta che rideva.

Draco lo sapeva, apprese Ginny qualche settimana dopo, quando, ancora una volta in città per una storia, Ezra le mandò un altro gufo. Ancora una volta bevettero il tè, ed Ezra raccontò a Ginny altri segreti. Ginny sapeva naturalmente che Draco ed Ezra stavano dando una mano ad Harry ed Hermione con la legge sulla Tecnologia Babbana, anzi, erano due dei loro più accaniti sostenitori (affermando pubblicamente però che l'incorporazione e la comprensione della tecnologia babbana non avrebbe fatto altro che assicurare ulteriormente che i Babbani stessi non fossero mai in grado di introdursi nel mondo magico), che era stato per le insistenze di Ezra che Edmond Easton aveva accettato di dirigere quel nuovo dipartimento, in primo luogo.

Ezra aveva sempre tirato qualche corda (suo padre non aveva interesse nella Tecnologia Babbana, e aveva accettato di far partire quel progetto solo per la richiesta di Ezra; francamente, era stato contento che avesse cominciato a interessarsi a qualcosa), e due anni prima, Edmond le aveva lasciato ufficialmente la carica di direttore di quel nuovo dipartimento, permettendo ad Ezra di dirigere ogni cosa a suo piacimento, senza interferenze del Ministero. Quello che Ginny non sapeva, era che gli incontri che si protraevano fino a sera tardi, che si diceva fossero per discutere dei costi della sicurezza del progetto, in realtà erano solo una copertura per un elaborato scambio di informazioni.

Erano agenti sotto copertura, Ezra e Draco. Pochi maghi oscuri sospettavano di Draco ma nessuno di loro aveva idea che anche Ezra fosse una traditrice. Era parte del loro piano, Ezra la povera moglie, scavalcata da un marito che non aveva il dovuto rispetto per il Signore Oscuro, poiché in generale non aveva rispetto per niente che non fosse lui stesso. Spesso le altre mogli le raccontavano cose, giusto per tirarla su.

Di certo, nessuno sospettava che Ezra intrattenesse una torbida relazione con Seamus Finnigan che, insieme al suo amico Dean Thomas, si era accaparrato un posto di basso profilo nel Ministero così da poter sapere cose che, altrimenti, sarebbero andate perse nel loro viaggio verso le alte sfere.

Ginny prese tutte queste nuove informazioni piuttosto bene.

"Perché non mi ha contattato?!" quasi gridò. "Tu e Seamus potete stare insieme, allora perché ..."

"Perché anche tu e lui non potete?" finì Ezra con un sorriso. "Semplice: Seamus è uno stupido cretino che non sa cosa vada davvero bene per lui, e non voleva lasciarmi andare. Anche Draco è uno stupido cretino che non sa cosa vada bene per lui e voleva che tu fossi al sicuro. E poi ... non voleva che la gente pensasse tu fossi una ..."

"Ma non lo sa," mormorò Ginny, "che non mi importa di quello che pensa la gente, che mi basta stare con lui?"

"Forse lo saprebbe," rispose Ezra, precisando, "se gliel'avessi mai detto. Hai rotto ogni contatto, Gin. Ne ha dedotto che volessi che le cose andassero così-"

"Era così che voleva lui!" Ginny urlò quasi. "Non mi ha quasi nemmeno parlato dopo ... dopo ..."

"Sì, beh," disse Ezra, facendo un gesto con la mano, come per far capire a Ginny che aveva compreso a cosa si riferiva, "dopo il nostro matrimonio, si è chiuso un po' in se stesso. Danae è l'unica cosa che riesce a farlo ridere in questi giorni, anche se solo dio sa, che io pure provo a farlo ridere di tanto in tanto. Non ce la fa ad andare avanti senza di te, Gin," disse con un sospiro. "E ti ho messo a conoscenza del nostro piano, contro il volere suo e di tuo fratello Ron, perché non resisto un secondo di più a guardarlo vivere in questo modo." Ezra ridacchiò. "In più, abbiamo davvero, davvero, bisogno di qualcuno dentro la Gazzetta del Profeta."

Dopo quell'incontro, Ginny iniziò a fare visite di routine dalla signora Malfoy. Le settimane passarono, e Draco continuò a cercare di non farsi trovare, finché un giorno Ezra, che ne aveva avuto abbastanza di vedere Draco che evitava Ginny, e la stessa Ginny troppo timorosa di affrontarlo, li lasciò da soli nel salone, dichiarando che doveva portare fuori Danae per una 'lunga, lunga, lunga, lunga passeggiata lontano da casa'."

"Sottile, vero?" commentò Draco secco.

"Come una spina in faccia," si disse d'accordo Ginny, giocando nervosamente con le dita.

"Carino, vero," disse lui dopo un minuto di imbarazzato silenzio, "una moglie che non solo fa finta di non vedere, ma addirittura favorisce un incontro adultero fra suo marito e la sua migliore amica."

"E' di questo che si tratta?" chiese lei dopo un attimo.

"Non ne ho idea," rispose Draco. "Non ti ho mai voluto coinvolgere in questa storia, non volevo fossi-"

"Stronzate," sbottò Ginny. "Avevi paura. Hai una fifa blu dal giorno in cui ti ho detto che non potevo scappare con te, eri terrificato e persino un po' sollevato--"

"Sollevato?!" gridò lui. "Sei uscita di testa? Ero a pezzi quando tu hai-"

"A pezzi," ripeté lei, burbera. "E' per questo che mi hai ignorato, hai fatto finta che non esistessi?"

"Stavo facendo solo quello che era meglio per te!" insistette lui.

"Stavi facendo quello che era meglio per te," sibilò lei, "come sempre!"

"E' da molto che non puoi dire di conoscermi, mocciosa," disse con voce bassa e pericolosa, "e non dovresti presumere di sapere cosa significa 'sempre'."

"Hai ragione," disse lei secca, lisciandosi gli abiti mentre si alzava. "Devo andare, Signor Malfoy." Sulla porta della biblioteca, si girò verso di lui. "E non chiamarmi mai più così. L'uomo che mi chiamava in quel modo mi amava e avrebbe fatto di tutto perché stessimo insieme. Quando mi ha detto che era impossibile, io gli ho creduto, e per giorni non ho fatto che addormentarmi piangendo. Se ci fosse stato un modo perché potessimo rimanere insieme, lui l'avrebbe trovato."

Prima che si potesse girare e fare la drammatica uscita che aveva inteso, lui balzò verso di lei, le afferrò un braccio e la spinse in modo rude contro di sé.

"L'aveva trovato un modo," disse con voce fredda e arrabbiata. "Ma tu non ne sopportavi le conseguenze."

"Ma doveva esserci una via di mezzo! Mi chiedevi troppo!" gridò lei. "Lasciare tutto per un uomo che avrebbe persino potuto smettere di amarmi dopo un mese?"

"Ti ho amato per sette anni," disse lui con voce intensa, e una furia cieca gli brillava negli occhi. "Ti ho amata ancora prima di conoscerti! Mi riempivi la testa durante tutta l'estate del mio sesto anno e potevo solo fingere di continuare a considerarti nulla di più che la Noiosa Sorellina di Ron Weasley. Quando sei venuta da me con la tua piccola protesta - ah sono felice di sapere che per te la cosa abbia funzionato tanto bene - ero al settimo cielo e dieci piedi sotto terra allo stesso tempo. Non c'è mai stato niente come te in questo mondo, per me, e un minuto passato con te valeva più di tutta la vita che avevo condotto fino a quel momento. Perciò no, non pensavo fosse troppo da chiedere, e non credo che ... " Fu a quel punto che comprese che lei stava piangendo, e in modo non diverso da com'era una volta, sembrava ancora incapace di fare qualcosa davanti alle sue lacrime.

A quel punto cominciò a baciarla, baci che le tiravano le labbra e le asciugavano le lacrime, e lei bisbigliò che le dispiaceva e che lo amava e che poteva chiamarla come gli pareva, bastava che non la lasciasse andare mai più.

E non ci fu niente di illecito in quello che fecero, poiché entrambi sembrarono far finta che non ci fosse nessun motivo per il quale dovevano fingere. Per quel che ne sapevano, avrebbe potuto essere casa loro quella, e mentre si baciavano e si strappavano i vestiti di dosso, saltando decine di passaggi per giungere dritti alla pelle vulnerabile e ai cuori che vi palpitavano sotto. Un gioco di finzioni, disegnato per convincere tutti e due che si trattava solamente di una riunione benedetta di bocche e carne e lingue e denti.

La disperazione che trapelava dal loro accoppiamento tradiva quella finzione, ma non importava a nessuno dei due. Furono tutti e due duri e poco aggraziati, entrambi praticamente senza esperienza in certe questioni carnali. Erano stati solo l'uno con l'altra, dopotutto; avevano sempre desiderato solo l'un l'altra. Strano, come le sue amiche avessero passato la maggior parte dei sei anni passati a consigliarle di trovare un uomo e sposarlo, o, per lo meno, uno con cui andare a letto; strano come, mentre lo sentiva entrare dentro di lei ancora una volta, finalmente, il cuore le si spezzò per la dolce, dolce gioia che le derivava dall'averlo aspettato, e gli bisbigliò nell'orecchio con respiro affannoso quanto le era tremendamente mancato.

Stremati, distesi per terra sul suolo del salone di Draco ed Ezra Malfoy, ripresero fiato e fissarono il soffitto, con le mani strette fra loro, a chiedersi come avevano fatto a sopravvivere in quegli anni; a chiedersi come era possibile che quel sentimento, quel ricordo non fosse sparito, non fosse stato esaltato dalla loro mente come qualcosa di meraviglioso e migliore di quanto non fosse stato realmente, perché era davvero stato così bello.

E allora Ginny notò (dato che prima era troppo occupata a togliergli i pantaloni di dosso) la cicatrice sul suo addome; notò che era a malapena una cicatrice adesso, essendo sparita ora nel modo in cui invece i suoi ricordi non avevano mai fatto.

"E' iniziato dopo," spiegò lui quando lei glielo chiese.

"Dopo cosa?"

"Dopo che hai pianto per me," rispose lui riluttante.

Rimasero tranquilli per un attimo, e lei ricordò di quando lui le aveva raccontato come si era procurato la cicatrice, il dolore nella sua voce mentre narrava l'orrore perpetrato dal suo stesso padre. Lentamente, allungò una mano e sfiorò con le dita la pelle sopra la cicatrice, appena visibile.

"Buffa questa cosa degli incantesimi, vero?" mormorò, e lui l'aveva guardata come fosse un angelo o una dea o qualcosa di egualmente drammatico. Poi l'aveva stesa di nuovo contro il pavimento e avevano fatto finta ancora per un po'.

Le cose andarono avanti da quel punto. La preparazione non fu facile, ma alla fine la soluzione risultò abbastanza naturale. Presto, la stampa ebbe notizia della relazione fra Ginny Weasley e Seamus Finnigan. A quel punto l'amicizia fra Ezra e Ginny era nota ("Sai com'è," Ezra aveva detto a Rita Skeeter, "ti incontri con una vecchia amica dei tempi della scuola, ed è come se non foste mai state separate." ed era sembrato completamente naturale che le due coppie trascorressero le vacanze insieme, con Danae appresso.

"Avremmo dovuto pensarci anni fa," Ezra aveva mugugnato a Draco mentre facevano i bagagli.

"Non avrebbe funzionato anni fa," l'aveva corretta Draco.

Vedere Danae e Seamus insieme faceva quasi piangere Ginny. Danae lo chiamava Zio Seamus e questo sembrava renderlo egualmente triste e felice. Danae adorava Draco, ma il legame speciale che aveva con Seamus era innegabile.

Nessuno nel mondo magico prestava loro troppa attenzione. Una volta al mese si incontravano con Harry, Hermione e Ron per discutere degli sviluppi avvenuti nel frattempo. Voldemort si era svegliato anni prima, e si stava costruendo un seguito in Indonesia, prima di volersi spostare verso continenti più densamente popolati. I suoi sostenitori erano stati notati sia a Parigi che a Roma, alla ricerca di nuove reclute e a riscuotere vecchi debiti. Le cose erano in una volta sola incredibilmente pericolose e incredibilmente pacifiche.

"Avevi ragione, sai," le aveva detto Draco in una lunga notte piovosa, un anno dopo l'inizio del loro accordo. Stavano nella stessa stanza di hotel che erano soliti prendere, che dava su Diagon Alley, e ad appena qualche porta da dove alloggiavano Ezra, Seamus e Danae. Le tende erano chiuse, come sempre, per evitare che qualcuno li spiasse e pensasse di trovarsi davanti a quella che, agli occhi del mondo, era una relazione extraconiugale. Per quanto la moglie in questione sapesse - e appoggiasse completamente - quella relazione.

"Avevi ragione," ripeté lui e lei lo guardò confusa. "Non c'è niente come questo," continuò, fissando lei e attraverso di lei allo stesso tempo. "Tu ed io, qui come siamo adesso, è l'unico mondo reale. Ogni altra cosa è falsa. Vuota. Cosa abbiamo dovuto sopportare per arrivare qui. Sei maledetti anni per arrivare a questo."

"Hai pensato a questo per sei anni, eh?" mormorò lei piano, con un sorriso in faccia.

"A volte non faccio altro che pensare alle cose che mi avevi detto," confessò lui, non senza difficoltà. "Mi hai incastrato, mocciosa. Mi hai messo come delle corde intorno, dalle quali non voglio liberarmi."

"Che pensiero perverso," notò Ginny con una risatina.

"Forse dovremmo provare con delle corde vere," disse lui, con l'aria di chi ci pensava davvero, e passarono la seguente mezz'ora a rivoltare la stanza d'hotel alla ricerca dei giusti accessori.

Mancava solo un anno. Un anno dopo Harry ed Hermione iniziarono con ancor più fretta a reclutare spie, qualche settimana prima di Natale.

~

La morte di Dean Thomas diede il via a tutto quanto.

Uno dei leali seguaci di Voldemort al Ministero aveva scoperto che Dean li stava spiando. L'intero Ministero era praticamente sotto il controllo del Signore Oscuro. Nel mondo intero, c'erano solo due posti completamente sicuri:

Hogwarts, e la galleria d'arte dei McGraw.

Voldemort era in grado di monitorare tutti i posti in cui un mago si poteva materializzare, e questo gli dava un totale controllo su chi usciva ed entrava dal mondo Magico. Hogwarts e la galleria erano un paradiso, protetti da dozzine e dozzine di magie che li rendevano impossibili luoghi impossibili da rilevare. Silente aveva incanalato la maggior parte della sua energia vitale per rendere questi due posti sicuri, e dormì per la maggior parte di quegli anni oscuri, lasciando i compiti quotidiani, inerenti la guida della Ribellione, ad Harry.

Ginny fece buon uso dei suoi contatti nella Gazzetta del Profeta. Voldemort aveva preso anche il controllo dei media, ma Ginny era in grado di immettere messaggi in codice nei testi dei suoi articoli mondani. Voldemort tornò infine in Inghilterra e la Ribellione tirò fuori le armi pesanti. I maghi più abili con le magie che con le battaglie, come la McGranitt o Hermione, rimasero dietro e aiutarono Silente a combattere la battaglia facendo uso di incantesimi. Gli altri brandirono spade incantate e archi e frecce magici, e andarono avanti con bacchette e feroce determinazione.

La prima battaglia durò settimane. I cieli brulicavano di sangue e magia, e la terra tremava. I Babbani pensavano fosse la fine del mondo, mentre tremavano sotto la forza di devastanti 'terremoti' dopo 'terremoti'. Quei fenomeni, dicevano, erano causati dai movimenti interni della Terra. Fenomeni che non avrebbero mai potuto immaginare fossero in realtà causati dal Signore Oscuro che sbatteva irato il piede per terra, quando veniva a sapere di un'altra linea dei suoi che cadeva sotto la potenza dei Ribelli.

Per quanto ci provasse, Voldemort continuava a non capire da dove venissero. Naturalmente teneva d'occhio Hogwarts, ma non riusciva a capire come le forze ribelli uscissero da lì. La Galleria si rivelò ulteriormente utile, quando Silente decise infine di avventurarsi fuori dalle mura di Hogwarts.

Ginny non vi assistette personalmente. Draco e Ron erano stati gravemente feriti e necessitavano di cure mediche che andavano oltre la sua abilità. Fino a che avrebbe vissuto, Ginny non avrebbe mai dimenticato l'espressione sul viso di suo padre quando lei ed Hermione levitarono il corpo privo di conoscenza e sanguinante di suo figlio, assieme a quello di Draco Malfoy, in casa. La fece sorridere come nient'altro era riuscito a fare in quei tempi, per giorni. In seguito, quando Draco era ancora incosciente, Ron si svegliò e le lanciò una lunga occhiata pensosa.

"Sei davvero innamorata di quello stupido rospo, non è vero?" disse, come se non potesse ancora crederci.

"Sì," rispose lei semplicemente.

"Allora puoi recapitargli un mio messaggio?" chiese Ron. "Dì a quel bastardo che se ti fa versare anche una sola lacrima, andrò a cercarlo fino alla fine del mondo e lo ucciderò come il peggiore dei randagi. Usa proprio queste parole, Gin. Non addolcire la pillola solo perché sei innamorata di lui."

"Glielo farò sapere non appena uscirà dal coma," aveva risposto lei riluttante, con le lacrime agli occhi e la gola bloccata, col dolore che le bloccava il corpo laddove poteva arrivare.

Harry, Seamus ed Ezra furono gli unici testimoni di quello che accadde fra Silente e Voldemort. Harry e Seamus, persino anni dopo, non furono capaci di raccontare quello che avevano visto, tranne ripetere quanto fosse tutto così lucente, quanto fosse accecante oltre ogni immaginazione. Ezra, come fece sapere la Gazzetta del Profeta, molto prima che qualcuno confermasse la morte di Silente, fu trovata morta, deceduta per mano del Signore Oscuro.

La sua famiglia era a pezzi, sua madre si rifiutava di uscire di casa, suo padre dava la colpa a Draco e proibì ai Malfoy di mettere mai piede in casa sua. Anche Danae fu diseredata e dichiarata 'sporcizia Malfoy'.

La madre di Draco era morta anni prima, e con la morte di suo padre, svanì ogni motivo che aveva tenuto in piedi il suo matrimonio con Ezra. Lucius e la maggior parte dei Mangiamorte morirono nella battaglia finale - non il padre di Ezra e, come molti dei Mangia Morte che sopravvissero, evitò un processo con un vecchio trucco - spese una folle somma di denaro nell'assicurarsi che non fosse mai ottenuta una prova evidente del suo coinvolgimento. La morte di Ezra era l'unico modo per lei di liberarsi di lui, e voleva che anche Draco e Danae fossero liberi. Anche Draco se aveva sofferto molto per la morte di sua madre, la sua morte gli aveva tolto di dosso un pese incredibile, e quella di suo padre fece ancora di più. Ezra voleva rimuovere l'ultimo dei suoi pesi, perché anche se non avevano mai avuto un vero matrimonio, era l'amico più leale che avesse mai avuto.

Almeno, era quello che aveva detto nei diari che aveva tenuto. Furono scoperti qualche giorno dopo la sua morte. Spiegavano quello che le passava per la testa perfettamente e diedero forza alla teoria che voleva avesse volontariamente cercato la morte. La gente pensava che Draco fosse un mostro per aver mandato via la sua unica figlia, a vivere con un'artista strampalato in una comunità dell'Irlanda. Viveva col suo padrino, Seamus Finnigan, e la sua nuova moglie, una donna che tutti dicevano che assomigliava tremendamente ad Ezra Malfoy. Ma nessuno prestava troppo caso a quella somiglianza, e se qualcuno ci provava, si ricordava sempre che aveva qualcos'altro da fare, qualcosa che si erano dimenticato o un posto dove doveva assolutamente andare, e finiva così. La gente diceva che c'era una magia così intensa a circondare la loro piccola famiglia che potevi vederla se sbattevi in aria la bacchetta. 'L'ultimo regalo di Silente', diceva spesso Seamus.

Seamus Finnigan andò a vivere fra i Babbani, e fece crescere la figlia di Draco ed Ezra Malfoy fra loro. E Draco non disse mai una parola, non fece mai scenate. Li visitava durante le vacanze e ogni singolo anno per il compleanno di Danae. Erano felici.

La gente aveva la strana propensione a credere a quello che leggeva nei giornali. E così, negli articoli di Ginny, lei stava molto attenta a lasciar trapelare indizi di una sua possibile relazione con Draco. La gente credeva a quello che leggeva, e l'idea di mettersi con un uomo, così presto dopo la morte della moglie, era talmente scandalosa che impediva alla gente di comprendere che non era morta affatto.

~

Ore dopo aver finito il suo articolo, ore passate a pensare alla settimana appena trascorsa, all'ultimo mese, agli ultimi anni della sua vita, Ginny si ritrovò a essere esattamente dove voleva trovarsi, accucciata al fianco di Draco, coi battiti del suo cuore che fungevano da pacifica ninna nanna alle orecchie appoggiateci sopra.

Avevano passato ore a ritrovarsi e a fare l'amore, ad accertarsi che l'altro stesse bene, ed è per caso quella una nuova cicatrice, e fa male quando faccio così? E sì, sì fa male, ma per favore, per favore non fermarti. Erano stretti nel letto dello stesso hotel di Diagon Alley in cui si erano fermati innumerevoli volte prima, a parlare di niente in particolare, cercando di non farsi l'un l'altro domande troppe difficili, perché le domande come quelle avevano la tendenza a creare lunghi silenzi e a metterli a disagio quando avrebbe dovuto essere altrimenti, e d'altronde non avevano mai voluto sprecare il loro prezioso tempo insieme, a sentirsi a disagio.

Quattro anni prima, quando si erano ritrovati, Ginny aveva preso una decisione ferrea: non avrebbe mai lasciato che piccoli incidenti si immettessero nel loro percorso. Era da una mezza vita che lo aspettava, e ora che era suo e solo suo, e non vi era più un macigno enorme nella loro strada, non aveva intenzione di tentennare perché era insicura, o impaurita, o niente del genere.

La guancia di lui era appena ruvida contro il suo seno, e il pallido biondo dei suoi capelli li faceva apparire ancora più soffici mentre ci passava le dita attraverso. Così tante ombre oscuravano i suoi occhi grigio tempesta, ma al momento non li vedeva, nascosti com'erano alla sua vista, mentre lui si concedeva il primo vero riposo di un po' di anni a quella parte.

Lunghe battaglie, come quella da loro attraversata, alla fine lasciavano il loro segno sull'anima.

"Draco," mormorò gentile, svegliandolo dal suo torpore e attirando la sua attenzione.

"Sì, mocciosa?" le rispose affettuoso, inclinando appena la testa così che lei potesse vedere l'espressione divertita e profonda sul suo viso, e il cenno al suo ormai famoso ghigno.

"E' finita, allora?"

Aveva la mascella tesa, e lei voleva scioglierlo, confortarlo. Non glielo permise, non lo aveva mai permesso. Un carattere antipatico e la crudeltà affettata che sempre mostrava sempre, lo avevano isolato da tutti coloro che avrebbero potuto affezionarsi a lui, per i primi diciassette anni della sua vita. Dubitava ci fosse qualcuno oltre ad Ezra ed a lei che lo avesse mai davvero conosciuto, ed Ezra certamente non gli era mai penetrata dentro quanto Ginny. Non era una considerazione egoista; ma era così che stavano le cose, semplicemente. Ginny era una parte di lui, che si era portato dietro per tutti quegli anni, e lei stessa non era completa senza di lui, perché anche lui portava con sé una parte di lei.

A volte Ginny riusciva a capire quanto gli mancasse Danae. In così tanti modi era stato suo padre, e Ginny aveva promesso a se stessa che lui avrebbe sempre avuto modo di far parte della vita di Danae. Ezra stessa avrebbe fatto in modo che fosse così, se non altro. A Seamus forse non sarebbe piaciuto, ma alla fine avrebbe accettato con riluttanza, perché Ezra e Danae lo tenevano stretto nei loro piccoli pugni.

Negli ultimi tempi Draco faceva spesso una battuta: diceva di non vedere l'ora di sapere se i loro figli avrebbero avuto i capelli biondi o rossi.

Ginny non vedeva l'ora di dirgli che era incinta.

Aveva avuto abbastanza shock per un giorno solo, e in fondo pensava che la notizia potesse aspettare il momento in cui lui le avrebbe chiesto di sposarlo, e, se la piccola scatola proveniente da una gioielleria, che gli aveva trovato in tasca, mentre era alla ricerca di un fazzoletto, era di un qualche indizio, non avrebbe dovuto aspettare molto.

"E' finita, allora?" chiese di nuovo, soddisfatta di sapere che tutto quello che le stava più a cuore al mondo, era nel letto, lì con lei.

"Che altro dovrebbe esserci?" rispose lui, passandole le dita fra i capelli.

"I miei genitori non vorranno saperne di capire," dichiarò con un sospiro rassegnato.

"Si fottano," rispose lui, e prima che potesse rimproverarlo, la baciò. La baciò come se non avessero appena salvato il mondo e stesse davvero per finire domani; la baciò come se il sole stesse tramontando su di loro e non rimanesse loro altro momento che quello. La baciò come se l'amasse e non volesse mai più lasciarla andare via.

Ma, pensò, il punto di tutta la storia, fu che la baciò.

~
 

FINE

 

NdT (4 Gennaio 2005) - avete avuto questi ultimi capitoli in tempi record^^ Mi sembra ingiusto farvi aspettare oltre. Come vedete, quella precedente era la fine della storia, nel senso che era la fine del loro inverno insieme. Questo epilogo racconta tutto quello che è successo in 10 anni, quindi dev'essere anche per questo che l'autrice ha ritenuto di dividerlo, con questa denominazione, dal resto della fanfic.
Il lieto fine alla fine c'è e suppongo tanti di voi abbiano tirato un bel sospiro di sollievo.
Ci sono ancora 3 storie di contorno su questa fanfiction ... raccontano anche di quello che è successo ancora dopo e meritano davvero, quindi tradurrò anche quelle, anche se dovrete aspettare almeno un mese.

Sono certa che questa storia vi abbia in un qualche modo colpito, perciò fatele un favore ... recensitela.
Ci sono molte fanfiction in questo sito che, senza offesa, valgono meno di questa fanfic (quello che io stessa scrivo vale molto meno di questa fanfic, quindi non mi escludo dal mio giudizio), e se in un qualche modo il numero delle recensioni spinge i lettori a leggere, recensite, così che altri abbiano modo di godere di questa storia meravigliosa.

Ringrazio gli altri traduttori di questa fanfiction, Yumeko e Iseut, che vi hanno fatto leggere questa fanfiction, quando io non avevo proprio tempo di portarla avanti.

Bene, concludo dicendo che è stato un piacere per me tradurre per voi questa fanfiction. E che lo sarà ancora, perchè Jade Okelani (ma anche la sua amica del cuore, Sarea Okelani) scrivono fanfiction di Harry Potter che definire favolose è poco, e sarebbe quasi peccato non farvi leggere anche quelle.

Alla prossima!
Erika

  
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