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Autore: Lechatvert    07/07/2014    2 recensioni
Stingi i pugni e digrigni i denti, mentre il disco solare scende lentamente verso la superficie limpida dell’acqua. E, quando il mare si tinge di rosso, quando dinanzi a te non hai più l’immensità ma il sole della tua stessa casata, le sue grida ti giungono talmente strazianti da asciugare ogni lacrima.
Un fulmine di stelle ti sveglia e con la sera ti desti: esiti, ma poi ti alzi e cammini lentamente verso il parapetto del balcone. Fai un passo, il mondo non si muove.

Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Oberyn Martell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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polverenera








Oh, piccolo principe, ho capito poco a poco la tua vita malinconica.
Per molto tempo tu non avevi avuto per distrazione che la dolcezza dei tramonti.

Il Piccolo Principe (incipit cap. VI)





iedi dinanzi al mare con le mani in grembo.
Solo, minuscolo di fronte all’immensità del mondo, i raggi del sole ti rigano il volto come lacrime amare.
Non partirai”, ti ha detto Doran, giusto prima che tu gli sbattessi la porta in faccia per barricarti nelle tue stanze. “Dorne non combatterà un’altra guerra.
Come ha fatto a convincerti?
Guardi il sole di Dorne tramontare e ti maledici.
Perché Elia è laggiù, è dove i cavalieri combattono la guerra, dove le spade sibilano, dove la gente muore.
Nessun luogo è più sicuro della Fortezza Rossa.
Nella tua testa, il tono di Doran è duro, è distante. Nella tua testa, Doran non è un fratello ma un principe che difende la sua gente.
E lui che è tanto potente, lui che nonostante tutto ammiri e ami come il padre di cui non hai memoria, lui dimentica Elia e difende Dorne.
È talmente grande, Doran Martell.
Tu, tu sei piccolo quanto una nave in mezzo al mare che tanto ti perdi a rimirare. Un’insignificante imbarcazione sulle acque di un gioco che ti vuole annegare.
Perché non corri a prendere Elia?
Salva lei, salva i suoi figli.
Continui a ripetertelo, piccolo principe, ma i tuoi piedi non si muovono, la tua anima giace fissa davanti a un abisso d’acqua e pensieri.
Rimani immobile a guardare il mare, i tuoi occhi si tuffano nel tramonto e ci annegano in silenzio senza che tu muova un dito per salvarli.
Vuoi Elia e vuoi i suoi bambini; li vuoi stringere, vuoi baciare i loro capelli, sussurrare il loro nome.
Vuoi, vuoi, vuoi.

Quante cose vuoi, piccolo principe; la Vipera si prende quello che vuole.
Ma non sei una vipera, in questo momento, sei il piccolo principe che annega nel mare rosso dei suoi ricordi.
Solo, emaciato, lontano, implori te stesso di ribellarti e ancora qualcosa ti trattiene, ancora qualcosa ti stringe a sé dinanzi al mare su quella poltrona su cui hai amato, hai odiato, hai pianto.
Elia di Dorne vivrà”, ti ha detto Doran. “Nessuno farà breccia nella Fortezza.
Stingi i pugni e digrigni i denti, mentre il disco solare scende lentamente verso la superficie limpida dell’acqua. E, quando il mare si tinge di rosso, quando dinanzi a te non hai più l’immensità ma il sole della tua stessa casata, le sue grida ti giungono talmente strazianti da asciugare ogni lacrima.
Non sai dove e non sai perché, ma sai che Elia di Dorne non c’è più.
Non versi una lacrima, piccolo principe, e ti rannicchi sulla tua poltrona, le braccia molli in grembo, lo sguardo annegato nel mare.
Un fulmine di stelle ti sveglia e con la sera ti desti: esiti, ma poi ti alzi e cammini lentamente verso il parapetto del balcone. Fai un passo, il mondo non si muove.
Non c’è che un guizzo di dolore nei tuoi occhi vuoti.
Rimani immobile per un istante. Non gridi. Cadi dalla ringhiera come un albero cade sulla terra.
Assieme al pianto della tua anima, esplode la tempesta.







Note
Ho un amore duraturo e incondizionato per Antoine de Saint-Exupéry e non potevo che infilarlo anche in questo fandom. Scusate, scusate davvero, ma non ho saputo resitere.

Non ho davvero nulla da aggiungere, si tratta di qualche riga scritta di getto su un vecchio quaderno. Le righe finali vengono direttamente dal finale del libro di Saint-Exupéry. Sono state riadattate al contesto, ma più o meno il succo è quello.

Ringrazio chi ha letto e chi leggerà, chi si fermerà anche solo a leggere il titolo e chi invece si sentirà in dovere di insultarmi. Sono qui per voi, signori B|


Tante pastine e fragoline (?),

Lechatvert




   
 
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