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Autore: Halo    27/08/2008    2 recensioni
[Psycho]
I pensieri di Norman poco dopo la morte di Marion.Commantate se volete.
La storia e ispirata al film del '60, i personaggi appartengono agli eredi dei signori Hitchcock, Van Sant e Bloch. La canzone è stata scritta da Chester Bennington e cantata dai Linkin Park
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wake in a sweat again
Another day's been laid to waste
In my disgrace
Stuck in my head again
Feels like I'll never leave this place
There's no escape
I'm my own worst enemy

Si sveglia nel suo letto per l'ennesima volta, quella notte. Ogni volta che chiude gli occhi vede quell'orribile spettacolo a cui ha assistito. Rivede il corpo di quella poveraccia sdraiato fra la vasca e il pavimento del bagno. Ma questa volta non ha visto solo lei, ha immaginato. Ha sognato il modo brutale e cruento in cui è stata uccisa e il sogno era cosi vivido come...
come se il colpevole fossi stato io...
Si tolse questo pensiero dalla testa. non era pazzo, non lui. Era solo una vittima delle circostanze
una persona normale avrebbe denunciato La sua coscienza urlava nella sua testa
-Stai zitto! Tu non puoi capire!-
non può capire. Nessuno può capire. Denunciare? Chi denuncierebbe la propria madre? Sarebbe stato un figlio degenere, un traditore del suo sangue. Sarebbe stato anche lui in prigione e non poteva. Doveva curarla, doveva fare il bravo figlio.
sono un bravo figlio.. sono un bravo figlio ...
ripete queste parole
sono un bravo figlio
continua a ripetersi. Si asciuga la fronte appena raggiunto il bagno, si lava la faccia, si guarda allo specchio: è un bel ragazzo, dopotutto. I capelli neri corti e gli occhi grandi avevano conquistato molte ragazze in passato. Adesso non aveva il tempo per conquistare, non poteva.
Nel suo viso acqua e sapone stavano iniziando a vedersi i segni di una vita consumata dalla fatica, dal dispiacere. 28 anni e già si sentw distrutto dalla vita, col timore di non riuscire ad arrivare ai trenta. Chiude un secondo gli occhi, le lacrime iniziano a scendere nel suo viso
piango... per una sconosciuta...
Ridicolo. Non si piange per gente che non si conosce. Chi si mette a piangere al cinema o al telegiornale è un perdente, un povero cretino e lui non poteva essere così. Doveva essere forte, non debole. Ma quando chiudeva gli occhi il viso immobile e implorante di quella ragazza lo invadeva. E lui urlava.
-non riesci a dormire?- sente dietro di lui, che fa un mezzo sorriso. Lui era complice di una carnefice, un'assassina che non poteva denunciare perchè sarebbe come tradire chi ti aveva messo al mondo.
La sua migliore amica, ma ora la sua peggior nemica.

I've given up
I'm sick of feeling
Is there nothing you can say?
Take this all away
I'm suffocating
Tell me what the fuck is wrong with me!


-vieni in cucina, dai -
Si era arreso da tempo a questa dittatura, a questo sistema in cui era solo l'esecutore degli ordini di una vecchia malata, aveva il compito di risolvere i suoi guai ora, di prendersi le sue colpe
-non mi dire che ti dispiace per miss america!- diceva lei
Miss america... una vita umana miss america
Come poteva essere così insensibile, dopotutto anche lei è stata giovane un tempo. Eppure lui non se la ricorda giovane, non ha nessun ricordo di sua madre che non sia recente, incui lei non è anziana e scorbutica -Se ne sarebbe andata domani-
-Non cambia nulla!- gli porge un bicchere d'acqua -tieni, ti farà stare meglio- lui lo prende, si siede, la testa inizia a ronzare. Tutti i pensieri, tutte le angoscie che aveva nascosto gli piombano addosso come un macigno, assieme alla sua voce
-e smettila di lamentarti come un cane bastonato! sei patetico-
è tutto quello che mi sa dire?
Suo figlio sta soffrendo e tutto quello che sa dire lei è che è patetico? il suicidio è peccato, Norm... e poi tua madre ha bisogno di te...
ogni volta che prendeva la corda, il coltello o il pezzo di vetro, una voce nella sua testa diceva queste parole. E continuava a esistere, per quanto sia soffocante quest'esistenza doveva resistere, doveva lottare,
chiedersi chi fosse il più pazzo fra i due.
I don't know what to take
Thought I was focused but I'm scared
I'm not prepared
I hyperventilate
Looking for help somehow somewhere
And no one cares
I'm my own worst enemy


mentre la sua mente continua a viaggiare lui cerca di tornare in se, cerca di ricordarsi chi fosse e dove fosse, per quanto sia difficile tornare alla realtà in certi momenti. La sua voce lo sveglia
-Ti ho chiesto se ti senti bene!-
lui alza losguardo ed annuisce, una bugia. Ormai ne aveva dette tante.
Torna in camera sua e si sdraia, ancora tormentato dai suoi pensieri. Dalle sue colpe.
le mie colpe?
E se fosse stato davvero lui ad ucciderla? Da molto tempo era come se non ricordasse qualcosa d'importante, qualcosa che aveva nascosto nella sua mente e che non voleva ricordare. forse tutto quello che aveva vissuto negli ultimi 10 anni non era vero, si è inventato tutto, ed ha massacrato lui delle persone innocenti chissà per qual motivo
No!No! NO!IO- NON-SONO-PAZZO!!!!
Si mette le mani davanti alla faccia urlando nella sua testa queste parole. non era pazzo, e se lo fosse non lo avrebbe mai ammesso a se stesso, nè a nessun altro.
L'ansia lo aveva preso completamente, non riesce più a respirare, la paura lo sta possedendo completamente. Guarda il muro, i santini nella parete, chiedendo un'aiuto. non arriva. Nessuno poteva aiutarlo non possono aiutarmi. Nessuno può aiutarmi ...
Va di nuovo in bagno e rivede quello che aveva mangiato
*GOD !!!!!!!!*
PUT ME OUT OF MY MISERY
PUT ME OUT OF MY MISERY
PUT ME OUT OF MY
PUT ME OUT OF MY FUCKING
MISERY..............


sdraiato in bagno, ancora con pezzi di vomito in bocca, pensa che davvero stesse per finire. Le ossa sono diventate gelide, lo sente da dentro. Il respiro è affannoso, i muscoli pietrificati. Non può sdraiarsi,non può urlare, non può piangere.Per la prima volta sente com'era vuota la sua vita, per la prima volta capisce quello che era: un miserabile, un poveraccio, un ingenuo che lavorava in un luogo di merda dove non andava nessuno, ormai che avevano deviato l'autostrada. Un fallito. Sei un fallito, Norman... un miserabile fallito
Si mette le mani fra i capelli. Urla con tutto il fiato che aveva in gola
-DIO!-
La sua prima parola dopo quel blocco -TI PREGO FAMMI USCIRE DA QUESTA VITA MISERA!!-
si alza a sedere -FAI QUALCOSA PER LIBERARMI DA QUESTA FOLLIA!FAI QUALCOSA PER FARMI SAPERE COSA SONO!FAMMI SAPERE SE SONO PAZZO O MENO!-
Si rimette a piangere, ma continua a parlare anche se più calmo -
-Non ci capisco più niente... aiuto... aiutatemi...-
dormì sul pavimento del bagno tutta la notte. Un sonno agitato e pieno di incubi.
Quando si sveglia lei è in camera sua che dorme.Lui si rende conto che anche se fosse pazzo come lei no cambiava nulla.
Dopotutto... tutti a volte danno fuori di matto.
  
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