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Autore: TheMask    07/07/2014    3 recensioni
Beyond si strofinò le tempie e si alzò, voltandosi verso la porta. Ma si fermò con la mano sulla maniglia.
- Perché non posso partire con te? -
Elle si aspettava una domanda del genere. Non rispose.
- Perché non mi puoi addestrare tu, cosa te lo impedirebbe? -
- Il fatto che al momento non posso occuparmi di nessun altro. -
Il ragazzo sospirò. – Sarei una perdita di tempo. -
- Non sei ancora pronto. –precisò il detective.
Beyond si voltò di scatto a fronteggiarlo e lo fissò con le iridi che parevano prendere fuoco.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beyond Birthday, L
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera, manica di mariuoli! 
Ok, non allontanatevi così, non ho cattive intenzioni, lo giuro! No, ma questa pistola è di liquirizia, non si vede? *addenta la pistola*
Giuro, volevo solo presentare una storiella!
Venghino signori, venghino! E la piantino con quelle occhiatine malizione, NON parliamo dell'ennesima fanfiction di sesso sfrenato e disinibito fra L e BB, MASCALZONCELLI, TSK TSK!
Insomma, mi è venuto l'estro di scrivere sta roba (lo so, purtroppo la vita va così, tenterò di reprimerlo la prossima volta, fatevi forza) quindi, beh, spero che abbiate l'estro di  dirmi cosa ne pensate! :D 
A presto spero! Scusate il deliro, è il sonno arretrato! :-********

Mina



-Smettila. -
Teneva le mani ferme davanti a se, come volesse fermare lui stesso tutto quello che stava accadendo.
- Adesso smettila, davvero. Non provare a ripeterlo. – ribadì, sebbene l’altro non stesse facendo assolutamente nulla. – E alzati cazzo, guardami negli occhi almeno! -  esclamò sbattendo le mani sul tavolo.
Oltre ad esso, il capo chino e il volto indifferente, sedeva Elle.
- Non piace neanche a me come idea. -
- Ah, non ti piace come idea? – domandò sarcastico Beyond Birthday.
- Lo sapevi che sarebbe successo, prima o dopo. Non venirmi a dire che non te l’aspettavi. -
Il volto del ragazzo più giovane sembrava non poter contenere le sue emozioni e si limitava ad esprimerne una: la delusione.
- Che stronzo. – disse a denti stretti, quasi in un sussurro.
Elle alzò il capo, finalmente,  e lo fissò con un velo di ironia amara. – Perché faccio il mio lavoro? -
L’altro sbuffò, portandosi le mani alle tempie.
- Senti, mi dispiace. Almeno te l’ho detto io e non sei venuto a saperlo in altro modo, non credi? -
Beyond lo guardò come se fosse lui il futuro deviato mentale omicida, in quella stanza.
-  Davvero non capisci, eh? Se tu te ne vai… -
- Te la sai cavare benissimo da solo, BB. -
- Non mi chiamare BB… -  disse debolmente Beyond, pur riconoscendo la battaglia persa che si ostinava a portare avanti.
- Sono certo che ci rivedremo presto. Puoi migliorare ancora molto, ma sei sulla buona strada. Potremmo lavorare insieme se tu continuassi così. -
- E come pensi che riuscirò a continuare? Lo sai come mi considerano gli altri qui? Lo sai perfettamente, che cazzo di domande faccio.-
Elle sospirò concentrandosi su una ciambella posta sul piano del tavolo. La prese fra il pollice e l’indice, sollevandola proprio davanti ai suoi occhi.
- Nessuno può ragionevolmente credere nel tuo successo. Chi dovrebbe farlo? Non ci credi neanche tu. -
- Guarda che non si tratta di credere o non credere, sai benissimo anche tu che sono tutte stronzate. Si tratta del fatto che gli altri mi odiano. Non è questo che mi secca, ma, forse, il fatto che se tu non ci sei loro sono ben felici di poter cogliere l’occasione che gli porgi scorticandomi a calci. Che ne dici, ti sembra abbastanza ragionevole? -
Elle lo guardò attraverso la ciambella con lo sguardo più innocente del mondo.
- Smettila. – sibilò Beyond.
- Ti ripeti. Io credo che tu non abbia colto il senso di quello che ti ho detto. Lo farò di nuovo.-
Beyond incrociò le braccia, guardandolo con serietà.
- Io devo lasciare questo orfanotrofio perché un caso lo richiede. Questo significa che delle persone sono morte e stanno per morire da qualche parte là fuori. Ora, forse fare leva sull’empatia non è la scelta migliore che io potessi fare, ma spero che ti faccia capire che non sto scegliendo di farlo. Inoltre Watari ha deciso che farmi vivere in un posto diverso da questo, dopo tutti gli anni che ci ho passato, sia la scelta migliore per la mia carriera. Mi devo trasferire. Lo capisci questo? Se tu fossi nella mia stessa situazione ti esorterei a fare la scelta che ho fatto io. -
Nel silenzio che seguì, il detective addentò la ciambella.
- Io non posso capirlo. Non posso semplicemente… -
Beyond scosse la testa.
- Non lo accetti? Sei molto giovane, effettivamente. L’affetto che probabilmente provi per me ti spinge in questo momento a desiderare che io rimanga con te, non che io faccia le scelte più giuste per la mia vita. -
- Non è solo questo. – dichiarò Beyond appoggiandosi al tavolo.
- Vuoi una ciambella, per caso? -
Il ragazzo si trattenne dallo scaraventare il tavolo in faccia al detective, ben sapendo che non gli poteva incolpare l’anaffettività.
- No. Vorrei invece sapere cosa pensi che farai quando verrai a sapere che gli altri ragazzi mi hanno ucciso. -
- Non credo che ti uccideranno. – puntualizzò Ellle.
- L’hanno già fatto altre volte.  -
- Non era il tuo caso. Tenteranno piuttosto di umiliarti, ma ucciderti sarebbe troppo facile. Sei il loro avversario, non la loro preda. -
- E vuoi lasciarmi qui a subire? -
- Subirai? – si informò il detective addentando di nuovo il dolce.
Beyond lo guardò senza espressione tentando di non prenderlo  a calci.
- Non punteranno direttamente a te, non sono stupidi. Non a caso sono qui. Ti toglieranno tutto. Stai attento alle persone a cui sei affezionato. Tipica violenza psicologica. -
- Pensi che A sia in pericolo? -
- Dipende da te, credo. – suppose Elle.
- Cosa cazzo vuol dire che dipende da me?! Elle, non puoi non fare niente pur sapendo di cosa sono capaci!-
- Migliora. Guadagnati la mia attenzione e guadagnati un posto fuori da qui. Non sono io che devo affrontare le tue battaglie e ti ho già aiutato molto mi sembra. Credo che tu ce la possa fare tranquillamente, sei più che alla loro altezza. -
Il ragazzo davanti a lui capì che non poteva fare assolutamente niente per dissuaderlo. Si lasciò cadere sulla sedia che aveva ignorato e appoggiò la testa fra le mani.
- Dimmi una cosa. Perché ti vergognavi a dirmi che partirai? -
Elle gli lasciò un’occhiata penetrante.
- Non negarlo. Non mi hai guardato negli occhi neanche per un secondo fino a che non te l’ho chiesto. E non mi hai mai parlato con più freddezza. Volevi mandarmi via in fretta. Pensi che ti rimarrò sulla coscienza? -
- Sei molto acuto. Ma-
- Risparmiati le tue scuse. Lo so che le vite di chi stai andando a salvare valgono più della mia, te lo dico sinceramente. Sono numerose e non hanno speranze. Invece io posso cavarmela in qualche modo, forse. Devi andare. -
Elle annuì, finendo la ciambella.  – Appunto. -
- Io pensavo che tu mi considerassi un fratello. -
- Siamo cresciuti praticamente insieme. È normale che la nostra amicizia sia di questo tipo. Tuttavia io non posso lasciare che queste cose danneggino la mia carriera. Ne avevamo già parlato. Se uno dei due ha un’occasione è giusto che la sfrutti in ogni caso, per il suo bene. Ad ogni buon conto tenterò di tenerti d’occhio, per quanto possibile. Se sospettassi una situazione critica tenterei di tirartene fuori.-
Beyond si strofinò le tempie e si alzò, voltandosi verso la porta. Ma si fermò con la mano sulla maniglia.
- Perché non posso partire con te? -
Elle si aspettava una domanda del genere. Non rispose.
- Perché non mi puoi addestrare tu, cosa te lo impedirebbe? -
- Il fatto che al momento non posso occuparmi di nessun altro. -
Il ragazzo sospirò. – Sarei una perdita di tempo. -
- Non sei ancora pronto. –precisò il detective.
Beyond si voltò di scatto a fronteggiarlo e lo fissò con le iridi che parevano prendere fuoco.
- Non sono così peggio di te. -
- Devi migliorare, lo sai. -
- Posso anche superarti se lo voglio. -
- Allora fallo. – tagliò corto l’altro, concentrandosi a scartare una caramella alla fragola.
- Ti prometto che ci rivedremo, Elle Lawliet. – disse Beyond, calcando su ogni sillaba.
- Lo spero, Beyond Birthday. – lo provocò il detective alzando per l’ultima volta lo sguardo sui suoi occhi rosso sangue.


- Si riprenderà? – domandò l’incolore voce di Elle a Watari, in piedi davanti al letto di un ospedale.
- Ancora non è certo. Ha qualche possibilità, certo. -
Il detective osservava il lento e impercettibile respiro del corpo davanti a lui con intensità.
- La lascio solo. – si congedò Watari. -
Elle incrociò le braccia, inclinando la testa.
Il viso del ragazzo steso davanti ai suoi occhi era coperto dalle violente scottature del fuoco che aveva tentato di strappargli la vita di dosso senza successo, finora.
Aveva percorso quasi ogni parte di quel corpo, con l’intenzione ferma di scioglierlo in una morsa incandescente.  L’aveva plasmato e cambiato, riducendolo a poter sollevare a stento un lenzuolo con un respiro. Era quasi impossibile guardarlo senza provare dolore per lui. Sembrava che qualcuno avesse voluto scavargli dentro.
Elle avvicinò una mano a quello scherzo alla morte, ma non lo sfiorò neppure. Avrebbe potuto fargli male.
Abbassò lo sguardo.
- Mi dispiace. – sussurrò impercettibilmente.
 
Alla fine si erano rivisti.
  
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