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Autore: Lelichan    05/01/2005    11 recensioni
le disavventue di una povera quindicenne, alle prese con la dura realtà...ispirato dai libri su Georgia Nicholson
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto sclerando- Help me

Sto sclerando- Help me

 

Capitolo 1- Una famiglia squilibrata e un gatto assassino

 

Domenica 8 agosto

 

CAMERA MIA

 

ORE 14.00 Pranzo di  famiglia. O meglio, il pranzo era 2 ore fa, ora sono passati alla fase delle “chiacchiere assurde in compagnia di un bicchierino”. Cosa ci troveranno di così eccitante nell’ubriacarsi con lo spumante ricordando i vecchi tempi in cui anche loro erano giovani (300 anni fa), non lo capirò mai.

Se almeno non facessero tutto quel casino. Zio Frankie schiamazza così forte che è già la quarta volta che i vicini guardano verso la nostra casa. Sembrano piuttosto irritati.

Bhà, comunque non mi interessa come impiegano il loro tempo, la cosa che attualmente mi preoccupa in modo abbastanza serio è che ci sono tre marmocchi di cinque anni a zonzo per la mia camera. Senza contare il mio fratellino.

Giuro che se li becco a frugare  fra le mie cose li spello vivi, prima loro e poi quegli esseri che li hanno messi al mondo.

Ma io mi chiedo, perché non posso chiudermi a chiave nella mia stanza come tutte le quindicenni normali? Papà ha detto che è già un miracolo se mi ha permesso di avere una porta. Gesù! Dove andremo a finire!

L’altro giorno ho chiesto ai miei perché non posso avere la chiave della mia camera.

E mamma: - Potrebbe accaderti qualcosa e noi non riusciremmo ad entrare!

E io: -Cosa potrebbe accedermi? Che mi assalgano i cuscini?

-Non fare la spiritosa Elsie, e fila in camera tua!- ha urlato papà.

Merde.

 

ORE 15.30 Mio fratello maggiore Allan è entrato in camera mia. Non ha nemmeno bussato, che maleducato. Voglio dire, come osa entrare nella MIA camera, SENZA il MIO permesso?

Bhè, ora che ci penso, questa è anche camera sua....

Vabbè, lasciamo perdere.

Si è stravaccato sul suo letto lamentandosi: -I vecchi stanno facendo un casino abnorme giù da basso! Poi dicono di noi giovani...

-Sia chiaro...- ho detto- Se i vicini chiamano la polizia, io non abito qui, non sapete chi sono e non mi avete mai vista, capito?

Allan non ha risposto, mi sono girata e ho visto che si era addormentato.

Sacré bleu. Che fratello che mi ritrovo. È un bellissimo ragazzo, ha dei capelli e degli occhi stupendi, e quando sorride è in grado di far cadere ai suoi piedi qualsiasi individuo di sesso femminile, ma....è troppo pigro! Tutte le sue ex-ragazze lo hanno mollato perché non aveva mai voglia di uscire per andare al cinema o al centro commerciale.

Gli ho suggerito che forse dovrebbe cercare di cambiare, di migliorarsi...lui mi ha sorriso, mi ha arruffato i capelli e se ne è andato a letto. Vallo a capire!

Chi ha affermato per primo che le donne sono incomprensibili non ha mai provato a comprendere mio fratello. Quella si che sarebbe una vera sfida!

 

ORE 18.00 I miei parenti se ne sono andati tutti. Signore ti ringrazio. Se fossero rimasti ancora un po’ mi sarebbe venuto un attacco isterico. Come fai a sopportare un ammasso di ultra-quarantenni che non fa altro che ubriacarsi, piombare in camera tua, chiederti della tua vita amorosa (tra l’altro inesistente), fare stupidi commenti con l’aria di chi la sa lunga, e poi ubriacarsi di nuovo?

 

ORE 18.30 Allan si è svegliato. Miracle. Si è alzato dal suo letto e si è infilato nel mio.

-Cosa stai facendo?- gli ho chiesto.

-Cambio letto.

-Questo l’ho notato, ma perché, se è lecito chiedere?

-Il tuo materasso è più morbido...

Cos’è adesso? Un esperto di materassi?

-Hai intenzione di passare la notte lì?- gli ho chiesto.

-Si.

Merde.

 

ORE 18.45 È arrivata Jane. Forse questa giornata può finire in maniera normale, anche se non mi faccio troppe illusioni visto com’è cominciata.

Si ferma qui a cena! Grazie Signore!

Siamo salite in camera mia, per avere un po’ di privacy (come se fosse possibile!).

Appena entrata, Jane ha guardato storto mio fratello: -Pensi sia il caso di parlare in sua presenza?

-Sta dormendo.

-Ah bhè, allora...

Se mio fratello si addormenta neanche la terza guerra mondiale potrebbe disturbarlo. Non saranno certo le chiacchiere di due quindicenni a svegliarlo....almeno spero...

Jane si è accomodata sul letto di Allan, visto che il mio era occupato.

Abbiamo parlato della festa che Amanda la Sgualdrina organizza a casa sua. Per quanto ci faccia ribrezzo andare nella sua dimora, abbiamo convenuto che sarebbe stupido restare a casa mentre a quella festa ci saranno tutti i ragazzi della Fillmore. Ci andrà tutta la Banda, cioè io, Jane, Bex, Vera e Peg. Speriamo ci sia il Mitico Luke. È bello da far paura. Sicuramente nel remoto caso in cui si avvicinasse a me, comincerei a fare qualche danno, muovendomi senza controllo e facendo cadere qualsiasi cosa mi capiti a tiro. Sto male solo a pensarci.

 

ORE 19.10 Io e Jane abbiamo affogato i nostri dispiaceri in un’enorme pizza margherita e in una mega tazza di gelato al cioccolato. Non abbiamo uno straccio di ragazzo. Depressione totale.

 

ORE 19.30 Ci siamo interrogate sul perché tutti gli individui maschili fra i 15 e i 25 anni sbavano per Amanda la Sgualdrina.

-Ai ragazzi piacciono i tipi come lei- ha detto Jane.

-Cioè i tipi che ci stanno appena uno le fa un sorriso?

-Esattamente.

Doppia merde.

 

ORE 22.00 Ho l’impressione di essermi già stancata dei ragazzi. Prima ancora di cominciare.

 

 

Lunedì 9 agosto

 

ORE 11.00 Mamma è tornata dalla spesa. Ma non si vergogna ad andare in giro vestita  come una ragazzina? Mi ha fregato la mia vecchia maglietta con la scritta “I love Brad Pitt” e se l’è messa lei. Vergognoso. Devo ricordarmi di non uscire insieme a lei quando si concia in quel modo. Peccato che papà la trovi molto sexy. Certo, come no, con quel enorme davanzale con sopra la faccia di Brad Pitt. Che schifo!

 

ORE 11.30 Papà è rincasato dopo la sua scorazzata in motocicletta con zio Frankie. Sacré bleu, come possono permettere a due ultra-quarantenni, prossimi ai 50anni, di fare quelle cose? Prima o poi verrà un infarto a tutti e due!

O a quelli che li vedono per strada!

-Sei sicuro di voler continuare con i tuoi giretti in moto?- ho chiesto a papà.

-Perchè dovrei smettere?

-Bè, tu e lo zio ormai avete una certa età, non è salutare! Se ti venisse un infarto? Vuoi lasciare mamma vedova, e i tuoi tre  figli orfani?

Papà si è messo a ridere. Ma cosa c’è da ridere? Mi preoccupo per la sua salute! E per le mie relazioni sociali...cosa accadrebbe se qualche mio amico lo riconoscesse mentre fa il matto per la strada? Non voglio pensarci.

Papà mi ha scompigliato i capelli. Ecco da chi Allan ha preso questa brutta abitudine. Perché i miei capelli non possono essere lasciati in pace?

Il mio folle genitore alla fine se ne è andato in cucina dicendo che è ancora nel fiore degli anni. Anche mamma dice spesso la stessa cosa. Solo io mi rendo conto che il loro cosiddetti fiori stanno appassendo? Dovrei farglielo notare. Insomma, è ora che mettano la testa a posto e la smettano di comportarsi come se avessero ancora 30anni!

Sacré bleu!

 

ORE 17.00 Perchè nessuno mi telefona? Non si accorgono che esisto anch’io?

A quanto pare no. Tanto varrebbe essere morta. Mi infilerò nel letto per vedere se a furia di starci sdraiata la muffa mi ammazzerà.

 

ORE 17.15 Sammy è entrato in camera mia e si è messo a letto con me. È un bimbo adorabile quando non tenta di tagliarti i capelli colpendo accidentalmente le orecchie.

Si è accoccolato tra le mie braccia mugugnando frasi incomprensibili. Peccato si sia portato dietro il gatto. È un esemplare di norvegese. Quando papà l’aveva portato a casa aveva detto che avrebbe vinto un sacco di concorsi. Era ancora nel suo periodo animale. Papà intendo. Adesso la fissa gli è passata, ma il gatto l’abbiamo tenuto. Non credevamo che diventasse così grande però. L’abbiamo chiamato Gengis, diminutivo di Gengis Khan. Il nome è tutto un programma.

Comunque sia Sammy si è portato dietro il gatto. Avrà scambiato i miei piedi per dei topi, perché ha cominciato a morderli.

 

ORE 17.16 Al diavolo! Un po’ di dolore fisico mi farà bene!

 

ORE 17.17 O forse  no.

 

ORE 17.20 Mamma mi ha fasciato i piedi. Quel gatto è un killer di piedi. E pure sadico. Ha gradito particolarmente i miei alluci, forse sarà per il retro-gusto dei miei calzini.

Però potrebbero essere anche le ciabatte.

Farò un’indagine al riguardo.

 

ORE 19.00 Mi fanno male i piedi. In ogni caso ho eseguito la mia indagine. Ho fatto annusare a Gengis un paio dei miei calzini.

Se li è mangiati.

 

ORE 19.05 Credo proprio che siano i calzini a dare “quel non so che” ai miei piedi che attira tanto il gatto.

Sacré bleu!

 

-fine capitolo 1- to be continued 

 

 

 

 

  
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