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Autore: violet_w90    07/07/2014    0 recensioni
Percy e Aurey: Come si sono conosciuti? Com'è nato il loro amore? Storia di due giovani, che nel periodo più buio delle loro vite, trovano reciproco sostegno. Dal primo capitolo: Non sentendo alcuna risposta, Audrey risuonò sperando con tutta se stessa, che si trattasse del ragazzo moro e non di quello spocchioso dai capelli rossi, che non salutava mai.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Audrey, Percy Weasley | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La peggiore giornata di Audrey.

Audrey Miller non era mai stata una ragazza particolarmente coraggiosa, motivo che probabilmente aveva spinto il Capello Parlante, a non smistarla nei Grifondoro. Né aveva mai posseduto quell’attitudine allo studio, tipica di qualsiasi Corvonero, nonostante i suoi due eccezionali, sia in Pozioni che in Erbologia, sue due materie preferite. Audrey però aveva sempre avuto buon cuore, requisito che le aveva permesso di essere smistata nella casa dei Tassorosso, anziché in quella dei Serpeverde e che le aveva fatto scegliere, di intraprendere la carriera di guaritrice. Audrey fu la seconda persona, proveniente dalla famiglia purosangue Burke, a non essere finita nella casa dei Serpeverde. La prima fu sua madre, che non solo fu smistata nei Tassorosso, ma si innamorò e sposò un Nato Babbano diventando ufficialmente il disonore della famiglia. Non un solo membro dei Burke prese parte al suo funerale.

“Perché l’hai fatto?” Lucy era piombata nella stanza del personale del terzo piano del San Mungo, dove la ragazza dai capelli castani, stava raccogliendo le sue cose.
“Tu hai una famiglia. Un bambino di appena 2 anni e un marito, a cui hanno appena dimezzato lo stipendio. Io sono più giovane e non ho…” La sua voce tremò appena. Sua madre ormai era deceduta anzi tempo, mentre suo padre era in fuga e non aveva la minima idea di dove potesse essere. Ed anche se la cosa la faceva star male, era meglio che non lo sapesse, perché avrebbero potuto benissimo estorcerglielo. Cosa che tra l'altro già avevano provato a fare una volta con il Verisaserum. “Io non ho più nessuno.”
“Ma non sei stata tu a prestare soccorso a quel Nato Babbano. Sono stata io.”
“Questa volta. Ma quante volte l’ho fatto io e tu mi hai coperto?” Lucy, più grande di lei di 8 anni e con molti più anni di esperienza lavorativa, aveva subito preso Audrey in simpatia, facendola diventare la sua protetta.

“Grazie.” Lucy la strinse a sé e la bruna non riuscì a trattenere un gemito di dolore. L'amica si staccò da lei e solo allora si accorse del suo viso pallido.
“Che cosa ti hanno fatto?”
“Non è niente davvero.” Cercò di minimizzare lei.
“Che cosa ti hanno fatto quei bastardi?” Urlò ancora Lucy.
Come già detto in precedenza, l’unica cosa che Audrey possedesse, o che almeno lei riteneva di possedere, era un gran cuore e fu proprio quello, che la portò ad essere licenziata. Ovviamente non prima di essere stata punita, per non aver attuato il decreto imposto dal nuovo Ministro della Magia Pius O'Tusoe, che vietava di prestare qualsiasi tipo di cura ai Nati Babbani o a qualsiasi altra persona, che non potesse dimostrare di avere almeno un mago nella propria discendenza.

Quando Audrey quella sera tornò nel suo bilocale, nel quartiere londinese di Bloomsbury, era molto tardi. Lucy aveva insistito affinché lei si curasse, prima di abbandonare l'ospedale. Come ogni volta che rientrava a casa, la ragazza accese la radio e puntando la bacchetta contro di essa disse:
“Prewett.” Audrey restò in attesa, ma non successe niente. Puntando di nuovo la bacchetta verso la radio ci riprovò.
“Malocchio.” Disse questa volta, ma ancora niente.
“Andiamo qual è la password.” Ieri non era riuscita a sintonizzarsi e non sapeva quale fosse la parola del giorno. Di solito era sempre un nome di qualcuno dell’Ordine. “Silente.” Disse con la bacchetta sempre alla mano, ma ancora una volta nulla accadde. Audrey era già arrivata al decimo tentativo e per la seconda volta nell'arco della giornata delle lacrime di dolore solcavano il suo viso, quando sentì suonare alla porta. Ricomponendosi un po’, la ragazza andò ad aprire trovandosi di fronte la vecchietta del primo piano.

“Signora Bellamy. Cosa posso fare per lei?”
“Voi una volta mi avete detto di essere una specie di medico no?”
“Si, ma…” Non quel tipo di medico che intendete voi Babbani.
“C’è il ragazzo che abita all’ultimo piano che è ferito.”
“Signora Bellamy, io non credo di poter essere in grado di aiutarlo.”
“Vi prego…ho cercato di convincerlo ad andare all’ospedale, ma non ha voluto.” Audrey sospirò. Forse avrebbe potuto giusto andare a dare un’occhiata. Magari si trattava di quel ragazzo Babbano carino, moro con gli occhi verdi.

Fu così che, dopo essersi tolta il trucco, ormai sbavato dalla faccia ed essersi resa un po’ più presentabile, la ragazza suonò il campanello dell’appartamento di un certo Percy Weasley. Quel cognome le diceva qualcosa. C’era due gemelli ad Hogwarts con quel cognome, quando lei si trovava nel suo ultimo anno. Lì ricordava perché i due si erano ritrovati con delle lunghe barbe da vecchio, per aver cercato di ingannare la linea del tempo del calice di fuoco. Weasley comunque era un cognome abbastanza comune in Inghilterra. Era sicura, che anche la ragazza portata nella camera dei segreti, si chiamasse Weasley. Non sentendo alcuna risposta, Audrey risuonò sperando con tutta se stessa, che si trattasse del ragazzo moro e non di quello spocchioso dai capelli rossi, che non salutava mai.

“Arrivo, arrivo!” Sentì sbraitare al di là della porta. Finalmente il ragazzo aprì e…Dannazione!
“Ecco lo sapevo. Sei quello spocchioso!” Avrebbe dovuto aspettarselo.
“Come hai detto scusa?” Audrey si morse la lingua. A quanto pare oggi non era proprio giornata. Com’è che faceva quel vecchio proverbio Babbano, che le diceva sempre sua nonna paterna? Ah…sì non c’è due senza tre. Fu allora che la ragazza si ricordò di un certo Percy Weasley, prefetto di Grifondoro che, nel suo quarto anno, l’aveva beccata a preparare un filtro d’amore. Audrey lo osservò meglio, non aveva mai notato che dietro quegli occhiali di corno, ci fossero due occhi azzurri. Il ragazzo era più vecchio e malconcio di come lo ricordava, ma si non c’erano dubbi: era lui.

Note: Questo capitolo è più un capitolo intoduttivo alla storia, per questo motivo non è molto lungo. I possimi lo saranno di più. Della famiglia di Audrey non si sà molto, quindi non ho idea se lei davvero provenga da una delle famiglie purosangue. I Burke comunque sono una famiglia di purosangue. Ho cercato il nome. Per quanto riguarda gli occhi di Percy, dato che nei libri non viene detto come sono, ho cercato in vari siti. In alcuni c'è scritto marroni, in altri azzurri, in altri ancora che non si sà. Alla fine ho optato per azzurri. Se la storia vi piace oppure no: Ogni commento è ben accetto. 
 
  
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