Storie originali > Fantascienza
Ricorda la storia  |      
Autore: Volpica_    07/07/2014    1 recensioni
L'amore fra una ragazza ed un alieno.
P.S. Se non capite qualcosa della storia, contattatemi ;)
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Pronto?”
“Hey Abbey!”
“Marshall??”
“Sì! Sono io. Che ne dici di venire a casa mia per guardare una maratona di film horror? Ho invitato anche Hailey e Jeff.”
“Sicuro! Amo i film horror! A che ora posso venire?”
“Uhm, vieni verso un’oretta, ok?”
“Ok. A dopo Marsh!”
 
Abbey è una 17enne. Vive in un paesino alla periferia della Scozia. Tutti la chiamano “La Fata” perché sembra una creatura magica: Ha dei capelli verde acqua chiarissimo con le radici nere, ricci e lunghi, degli occhi chiarissimi con uno sguardo felino, un viso perfetto, un naso scolpito ed una bocca carnosa e bellissima. Amava la compagnia dei suoi amici. Non poteva stare un giorno senza sentire le loro voci o ascoltare le loro avventure. Ovvio che accettava, no?
 
Passata un’ora, Abbey si trovava già a casa di Marshall. C’erano già Hailey e Jeff. Marshall viveva in una casa di legno proprio affianco al bosco del paese. In quel bosco c’erano animali di tutti i tipi: Dai cinghiali alle coccinelle.
 
Jeff: “Allora? Fra quanto inizia la maratona?”
Marshall: “Fra una mezz’oretta. Intanto noi facciamo qualcosa.”
Hailey: “Iniziamo ad accendere la TV, no?”
Jeff: “Sì. Abbey, puoi accenderla tu?”
Abbey: “Certo.”
 
Abbey accese la televisione. Il canale era impostato sul 3. A quell’ora stava facendo il telegiornale. Tutti non fecero caso al tipo della TV. Ma poi una notizia li colpì.
“Attenzione: Notizia seria.  In tutta Scozia e Inghilterra, è scoppiata una nuova epidemia. Vicino ai boschi, ci sono dei nidi di alcune formiche. Non sono formiche normali. Sono formiche dal corpo e la testa rossa o verde. Se venite punti da una di loro, in 2 ore sarete morti per un’iniezione letale di veleno. STATE ATTENTI.”
 
Abbey: “Cavolo, Marsh, non credo tu sia al sicuro!”
Marshall: “Hai ragione, ma sono formiche d’altronde. Con un piede le faccio fuori!”
Jeff: “Questa cosa l’ho letta anche su internet. Sono immortali e se provi a schiacciarle si arrampicano al tuo piede e ZACK!”
Hailey: “Wow! Che fortuna!”
Abbey: “Ahahahah, vero!”
Marshall: “Oh dai. Non pensiamo a questo ora. Il mio stomaco sta iniziando a mandarmi bestemmie. Che dite, andiamo a prendere delle pizze?”
Jeff: “Certo! Anche il mio sta per picchiarmi! Hailey, Abbey, voi venite?”
Hailey: “Sì. Ho paura di restare qui!”
Abbey: “Oh, non essere stupida! Mica le formiche vengono proprio da noi? Per farvi vedere che è una stupidaggine, resterò qui. E se volete potete chiudermi anche dentro!”
Marshall: “Ok, l’hai voluto tu! So già che pizza vuoi. Noi andiamo, ciao Abbey!”
 
Marshall e gli altri uscirono di casa e chiusero a chiave la porta di uscita. Abbey era rimasta dentro, a guardare la televisione. Era un po’ scettica su quest’epidemia. Ad un certo punto, vide qualcosa di verde entrare dalla parte bassa della porta. Credeva che fosse una foglia, ma quando vide meglio, capì che era una formica. Una formica verde. Iniziò a spaventarsi, e sapendo di non poterla uccidere, iniziò ad indietreggiare. Aveva paura. Però, camminando, inciampò su una lampada. Cadde a terra, fratturandosi una caviglia. Raggiunse il muro strisciando, ma si accorse che la formica la stava seguendo. “Perché?” Pensò. Chiuse gli occhi, pregando. Ma poi, successe una cosa strana. Sentì un rumore, uno strillo e poi sentì un forte calore vicino al suo petto. Aprì gli occhi, e vide un ragazzo. Non un ragazzo normale: Aveva la pelle verde, una lunga cresta nera, degli occhi gialli e delle orecchie lunghe e a punta. Era a torso nudo, con dei segni rossi e gialli su di esso ed un pantalone arabo nero. I due si fissarono per un po’ e arrossirono entrambi.
 
“Ok, questo è imbarazzante…”
“Ch-chi sei??”
“Mi presento, sono Vode. Sono un alieno del pianeta Venere.”
“E p-perché sei addosso a me??”
“Beh, perché quando mi sono trasformato da formica ad alieno, mentre mi avvicinavo a te per osservarti, sono inciampato su quella stupida lampada!”
“Ah.. ok… Ma ora puoi toglierti?”
“Oh sì, scusa, è vero!”
“Quindi sei un alieno? E perché prima eri una formica?”
“Beh perché faccio parte di una razza aliena che per difendersi diventa una formica velenosa. Siamo tutti verdi e quando lo siamo mandiamo una minima dose di veleno. Invece quando diventiamo rossi mandiamo del veleno letale. Siamo qui sulla terra per vedere voi umani come ve la passate, ma non vogliamo farvi del male.”
“Ah… beh, è abbastanza insolito essere vicino ad un alieno. Sai che non ci sembri proprio un alieno? Insomma, io credevo che voi eravate molto più brutti, da quello che dicono gli scienziati..”
“Forse perché gli scienziati vedono continuamente i miei zii! Afferra la mia mano, ti aiuto ad alzarti!”
“Ahah, ok. Grazie.”
Vode diede la mano ad Abbey. Fece forza per tirarla su e così lei balzò vicino al suo viso, di nuovo. Ma poi si riuscì a fermare mettendo una mano vicino al busto di Vode. Vode accompagnò Abbey sul divano fluttuando. I due iniziarono a parlare. Ma poi, suonò il campanello. Erano gli amici di Abbey. Lei disse che erano i suoi amici e che se lo trovavano lì, gli avrebbero sicuramente fatto del male. Così aprì la finestra e lo fece ritrasformare in una formica per faro scappare, ma prima che potesse farlo uscire lui le disse che domani l’avrebbe incontrato di nuovo vicino a quel boschetto. Lei disse che l’avrebbe trovata lì e lo salutò. Lui scappò dalla finestra correndo. Aprì la porta ai suoi amici.
Marshall: “Hey! Cos’è quella faccia? Le hai viste le formiche?”
Abbey: “Certo che no! Te l’ho detto che era una bufala!”
Jeff: “Uffa, io mi ero preparato anche la macchina fotografica per fotografare la tua reazione alle formiche! Che cavolo!”
Hailey: “Beh, l’importante è che siamo venuti in tempo per la maratona e abbiamo portato delle pizze buone e profumose! Allora, sediamoci e iniziamo a tagliare le pizze!”
Abbey: “Non vedo l’ora! Guardate, sta iniziando il primo film!”
 
I ragazzi guardarono contenti i film mangiando le pizze. Ma Abbey, non pensava ai film, ma ben sì a Vode. Perché si era mostrato a lei? Perché era arrossito? Perché è stato così gentile con lei? Non trovava risposte. Ma sapeva che qualcosa la spingeva a pensare solo a lui. E quando lo pensava, il suo cuore batteva forte e non riusciva a fermarlo. Forse si era innamorata? Passò qualche ora e la maratona finì. Era mezzanotte e qualcosa. Abbey salutò i suoi amici e si diresse a casa. Appena entrò dalla porta la mamma era lì ad aspettarla. Aveva un sorriso sul suo volto, come sempre. Le chiese come fosse andata la serata ed Abbey, rispose solo con un “Bene” e poi se ne andò nella sua stanza. Si mise subito a dormire. Nei suoi sogni c’era solo Vode. Lo sognava sempre. Era stato un colpo di fulmine.
Passò un giorno. La ragazza, come promesso, andò nel boschetto. Non vide nessuno, eccetto una formica verde che si incamminava verso di lei. Abbey temeva che non era Vode, e per essere sicura…:
 
“Vode?”
La formica si trasformò.
 
“Esatto! Sono felice che tu sia venuta qui.”
“Anche io lo sono. Senti, ma perché ieri ti sei mostrato come alieno? Sbaglio o non vi dovevate far vedere?”
“Beh, ho capito che tu eri diversa e non potevi farmi del male. Insomma, sei una ragazza e poi eri anche ferita. Volevo aiutarti e osservarti meglio, per vedere un po’ come siete fatti voi umani, ma ero troppo piccolino, non potevo vederti bene. Però grazie a quella stupida lampada ho fatto la figura dello scemo! Scusami..”
“No, non c’è bisogno di scusarsi. Capita a tutti di cadere, no? Anzi, grazie ancora per avermi aiutata.”
“Prego!”
 
Vode ed Abbey parlarono per ore ed i due scoprirono di avere molto in comune. Abbey diede il suo numero di cellulare a Vode. Lui non aveva un cellulare, non sapeva nemmeno cos’era! Così Abbey gli disse che lui era una formica, con l’aiuto di altri, avrebbe  potuto anche rubarlo un cellulare! Lui sorrise e mostrò i suoi denti aguzzi e bianchissimi. Allora Abbey lo salutò e tornò a casa. Ogni giorno, Abbey e Vode parlavano al cellulare oppure si incontravano vicino al bosco. Passò un anno. I due si diedero appuntamento NEL boschetto. Stavolta Vode voleva dire qualcosa ad Abbey, ed anche lei voleva dirlo.
 
“Eccomi. Ma come mai siamo qui?”
“Beh.. Abbey, noi siamo amici da 1 anno. Ogni giorno tu mi hai fatto ridere e mi hai fatto scoprire cose che noi non sappiamo. E bene, oggi voglio dirti che… sembrerà impossibile ma… Io ti Amo. Dal primo giorno che ci siamo incontrati. Mi sono mostrato a te perché ho avuto un colpo di fulmine e sono arrossito proprio perché eri bellissima ed io non resistevo. So che forse tu dir…”
 
Vode non riuscì a finire la frase perché Abbey, l’aveva zittito con un dito ed uno “Shhh” Ammaliante. Dopo ciò, Abbey guardò le labbra di Vode, chiuse gli occhi e lo baciò. Lui stette al gioco e chiuse anche lui gli occhi. La strinse a lui e la buttò a terra. Abbey sapeva cosa voleva fare. Non ribattè.
 
Qualche giorno dopo, Abbey non si sentiva molto bene. Vomitava ogni 5 ore e la sua pancia a volte sembrava scoppiare. Chiamò Vode, per dirgli di questo, e quello che le disse era sconcertante:
 
“Vode.. sono Abbey. Da lunedì non mi sento tanto bene. Vomito ogni 5 ore e mi fa molto male la pancia.”
“Mh.. per caso hai anche macchie sui piedi e gli occhi pieni di sangue?”
“Sì! Perché??”
“….Sei incinta!”
“…W…W…Wow! E perché lo dici così?”
“Perché noi alieni, deponiamo uova. Tu sei un mammifero! Non puoi partorire!”
“Ma… Non c’è una soluzione??”
“Sì, c’è…”
“Cioè??”
“Devo morderti. Così anche tu diventerai un’aliena e potrai avere figli alieni…”
“Ah… E come faccio a dirlo a mia madre? Mi prenderà per pazza!”
“Non dirlo, semplice. Però noi alieni, fra una settimana ce ne andiamo su Venere. Dobbiamo farlo entro Giovedì!”
“Ok… facciamolo ora! Dove ci incontriamo?”
“Fra mezz’ora nel boschetto.”
 
Abbey cercò di spiegare tutto alla mamma, ma lei non ci credeva. Lei disse che doveva andare a farsi mordere e lei, annuì come se fosse uno scherzo. Abbey se ne sbattè della mamma ed uscì. Andata nel boschetto, trovò subito Vode che era seduto su un sasso.
 
“Eccomi. Puoi mordermi.”
“Sicura?”
“Tutto, per amore.”
 
Vode abbassò la testa. Si avvicinò ad Abbey. Le sussurrò “Ti amo.” Nell’orecchio. Le baciò il collo e subito dopo la morse con i suoi denti aguzzi. Abbey urlò. Dopo, la sua pelle iniziò a farsi verde, i denti le divennero aguzzi e le orecchie si allungarono. Gli occhi, i capelli, il viso e tutta la sua bellezza rimasero. Subito dopo collassò fra le braccia di Vode. Lui andò vicino al suo formicaio, chiamò tutti e disse: “Lei, è la mia ragazza. Era un’umana, ma da oggi in poi, anche lei è una di noi!”. Tutti applaudirono e gridarono “Benvenuta!!”. Abbey era sveglia e sentì ciò che dicevano. Poi udì: “Bacio! Bacio! Bacio!” Vode cercò di spiegare che lei era svenuta, ma non riuscì a finire il discorso che… Abbey lo baciò. Lui la mise a terra mentre la baciava. Poi lei si girò verso gli alieni, e disse:
 
“Ciao. Sono Abbey. La ragazza di questo bel fustone! Piacere di conoservi!”
 
Tutti gli alieni partirono, ed Abbey, prima di partire andò a salutare i suoi amici e la sua mamma. E poi partì.
 
 
 
Anche se si è diversi, il cuore batte.
 
 
Fine. 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Volpica_