Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |      
Autore: _maya_chan_    07/07/2014    1 recensioni
Finalmente sono arrivate le agognate vacanze estive! E con loro giungono delle inaspettate notizie. I membri più importanti delle più famose gilde di fiore hanno dato vita ad una sorprendente iniziativa: mandare i loro pargoletti in un campo estivo per tutti i tre mesi estivi. Lo scopo di questo soggiorno è quello di migliorare i turbolenti rapporti tra i ragazzi e di avvicinare le varie gilde... ma andrà tutto come previsto?
Quando due sorelle annoiate e affamate di romanticismo uniscono le forze per adempiere al compito che tempo prima le famose sorelle Strauss avevano svolto, potranno gli eredi dei nostri eroi dormire sogni tranquilli?
[Collaborazione tra Maya-chan e Crazy-chan]
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, OC, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prologo- Notizie sorprendenti


Visto dagli occhi di una persona al di fuori dagli eventi, quella era una giornata qualsiasi. Neanche troppo bella, avrebbe osservato, guardando i cupi nuvoloni che oscuravano il sole di quella comunque mite giornata di giugno. Sì, per la maggior parte della popolazione di Magnolia e dell'intera fiore quel giorno, sabato 7 giugno, era una giorno normalissimo. Invece non lo era di certo per tutti gli studenti delle scuole medie che attendevano impazienti il suono liberatorio della campanella che avrebbe segnato l'inizio della loro agognata libertà.
In una delle numerose scuole di Magnolia, stipata nell'atrio dell'edificio insieme ad altri centinaia di studenti, si trovava una ragazza che non esprimeva tutta la gioia infantile, come l'avrebbe definita lei stessa, dei compagni. Gli occhi neri e la bocca rosea e carnosa erano atteggiati in modo da donare al suo volto un'espressione estremamente annoiata e seccata. Si poteva definire una bella ragazza, aveva persino un corpo più formoso della media come mettevano in evidenza maglietta e jeans, ma nessuno le girava attorno. Non dopo un certo episodio avvenuto l'anno precedente, quando quella che ora era una tredicenne era appena entrata nella prima media. Nessuno voleva avere contatti con una tipa, che secondo delle voci, aveva mandato all'ospedale due ragazzi della sua età senza un'apparente motivo, con una facilità assurda. Certo, poi la colpa era stata data ad un ragazzo che non si era più fatto vedere, ma tutti continuavano ad evitarla. E lei stessa non sembrava interessarsi ai ragazzi di entrambi i sessi con cui andava a scuola.
Lilian Bastia, figlia di due famosi maghi della distruttiva gilda di Fairy Tail, si passò una mano tra i lisci e arruffati capelli castani, sospirando teatralmente. Nonostante all'apparenza sembrasse indifferente a quella giornata tanto speciale, anche lei non vedeva l'ora che quella maledetta campanella suonasse. Anche perché non ce la faceva più a condividere per sei giorni a settimana cinque ore della sua esistenza con ragazzi che non sapevano neanche da che parte si iniziava a leggere un libro. O che non conoscevano a memoria la procedura per preparare una millefoglie. A parte alcuni casi particolari, trovava infatti immensamente stupidi gli esemplari di sesso maschile della sue età e pochi di quelli più adulti ricevevano le sue attenzioni. Non che reputasse migliori quelle oche del suo stesso sesso.
Quando finalmente il suono cristallino della campanella si fece udire, fu la prima ad uscire dalla scuola, correndo come se fosse inseguita da un branco di felini arrabbiati. Ignorò i rimproveri che le urlò la professoressa, minacciandola di bocciarla l'anno seguente se avesse mantenuto questo atteggiamento, anche se alla castana non gliene poteva importare di meno delle sue parole. Sapeva benissimo che non sarebbe successo, perché lei era brava. Avrebbe voluto urlare alla sua insegnante gli insulti che le giravano in testa dal primo giorno in cui l'aveva incontrata, ma ripensandoci, forse non era il caso.
Una volta che fu a distanza di sicurezza dalla scuola e da tutte le persone che potevano conoscerla, esibì un'enorme sorriso, il quale le dava quell'aria vagamente ebete che due ragazzi avevano osato commentare l'anno prima. Motivo per cui aveva praticato su di loro le varie tecniche di combattimento che aveva appreso, scaricando poi la colpa su un ragazzo mai visto prima. Mentre camminava allegramente per le vie di Magnolia, pregustava già le imminenti vacanze. Bagni, libri, dolci, gente sopportabile, risse e possibilità illimitate di picchiare persone della sue età, cosa poteva chiedere di meglio? 
Fu tentata di urlare dietro ad un uomo, sui vent'anni, che dopo averla vista, con un'espressione da 'Tipica brava e stupida ragazza di cui tutti riuscirebbero ad approfittare' sul volto, come l'aveva definita lui stesso, aveva detto che sarebbe stato bello divertirsi con lei, lanciandosi poi in un'infinita serie di insulti nemmeno troppo velati. Ma decidendo che nemmeno quella sottospecie di ratto che si fingeva evoluto avrebbe potuto rovinarle la giornata, lo lasciò vivere qualche anno in più. E lei non c'entrava assolutamente nulla col fatto che questo povero ragazzo, proprio quando le passava accanto, cadde faccia sull'asfalto come se qualcuno gli avesse fatto lo sgambetto.
Seminando vittime lungo la sua strada, Lilian si diresse verso la fermata dell'autobus che l'avrebbe portata nella sua casa in periferia.
* * *
Mentre c'era gente che si stava ancora spezzando le ossa sui banchi di scuola c'erano quegli esseri eletti, alias chiunque avesse l'immensa fortuna di poter stare il sabato a casa, che si godevano già le vacanze estive.
Una di queste, una sedicenne che poteva addirittura sembrare normale mentre scendeva di corsa le scale che dal piano superiore portavano al soggiorno, aveva uno smagliante sorriso stampato sul volto. Aveva i capelli, bianchi e ricci, legati in una lunga coda. “Che bello! Un nuovo videogioco da...” iniziò l'albina, allegramente. Purtroppo finì, una volta che saltò gli ultimi due gradini con un balzo sgraziato, per inciampare nel tappeto che si trovava alla fine della scala, ritrovandosi con la faccia premuta sul freddo pavimento.
Si rialzò, dolorante, andando zoppicante verso il morbido divano situato di fronte all'enorme televisione, in cui si lasciò sprofondare. Con un sospiro, lasciò subito la sua posizione, dirigendosi verso la televisione. Dopo vari minuti in cui armeggiò con diversi cavi di dubbia utilità riuscì a far partire la console che le avrebbe consentito di giocare ad un videogame che aveva casualmente trovato impacchettato nella stanza dei genitori. Quando aveva realizzato che era il nuovo Dead or Alive, si era precipitata in soggiorno per provarlo.
Con un sorriso soddisfatto, si accingeva ad iniziare una partita, accorgendosi di aver dimenticato un importantissimo dettaglio. “Le patatine!” esclamò, correndo in cucina a prendere un pacchetto da cui iniziò ad ingozzarsi senza ritegno. Due minuti dopo era già completamente immersa nel videogioco.
“Maledetto!!Crepa! Ti vuoi decidere a crepare per una buona volta!” urlava, gli occhi infiammati mentre con una foga sempre maggiore pigiava i tasti del controller. “Tesoro! C'è qualcuno in casa?” chiese la madre, una bella donna dai capelli ricci e castani, entrando grondante nel soggiorno. Fino a quel momento si trovava in piscina, ma aveva udito gli urli della figlia e aveva pensato il peggio. “Guarda che sta solo giocando ai videogiochi...” le disse il marito dalla cucina, affacciandosi per un secondo. “Sì, ho visto...” rispose la donna, guardando esasperata la figlia, che sembrava non essersi accorta di nessuno di questi avvenimenti. 
“Cara, stai troppo attaccata ai videogiochi. Esci un po', no?” disse Cana Alberona alla figlia, cercando di distrarla. Nessuna risposta, solo altri urli rivolti verso l'avversario virtuale della giovane sedicenne. La castana contò fino a dieci, prima di cominciare ad urlare conto la figlia per ottenere le sue attenzioni. Invece, dopo essersi calmata per bene, risolse il problema alla radice: staccò la spina. Ricevendo un paio di patatine in faccia da parte della sua indignatissima primogenita. 
“Ora tu vai a fare la spesa, niente discussioni. Fuori di qui!” ordinò la donna, gettando dei soldi in mano alla figlia e buttandola letteralmente fuori di casa, senza lasciarle neppure il tempo di obbiettare. Guardando la cospicua somma di denaro che le era stata affidata, l'albina fece spallucce. Sapeva benissimo che non c'era bisogno di nulla in casa. Poco male, li avrebbe spesi tutti per sé.
 

“Lyon, carissimo, sei sicuro che sia una buona idea?” chiese la donna dai ricci capelli castani, accarezzando il piccolo volpino a chiazze bianche e marroni da poco unitosi alla loro famiglia. “Certo che sì Cana! Insomma, ormai è deciso!” rispose il marito dalla cucina, dove stava preparando il pranzo. Casualmente stava cucinando tutti i piatti preferiti delle figlie momentaneamente assenti in casa. Ovviamente non stava preparando piatti che le ragazze adoravano sperando di ammorbidirle prima di dovergli dare la notizia. Non c'entrava nulla con questo, figuriamoci.
Cana Albeona, seduta sul divano con il piccolo Lillo, bevve in un unico sorso il whisky che si era versata. Aveva deciso di dare un taglio all'alcool quando la sua relazione col marito era vacillata proprio a causa della sua sfrenata passione per le bevande alcoliche. Non che l'albino le avesse chiesto di smettere, figuriamoci, non l'avrebbe mai fatto. Semplicemente, dopo essere quasi andata a letto con Bacchus e dopo aver quasi rotto col marito, aveva rallentato il ritmo. Ancora di più quand'era rimasta incinta. Certo, questo non le impediva di scolarsi qualche bicchiere di superalcolici ogni tanto. 
“Guarda che potevo cucinare anch'io!” urlò la 'donna di casa', desiderosa di dare l'apparenza che quella fossa una famiglia normale. “Sì, così avveleni tutta la famiglia! Tesoro, ti amo, ma non ci tengo a morire e soprattutto non per aver assaggiato la tua cucina!” rispose il marito, ridendo. Probabilmente credeva che quella della castana fosse una battuta. Dovette ricredersi quando la sua amata gli versò l'intera bottiglia di whisky in testa.
Era inutile cercare di salvare le apparenze. La loro non sarebbe mai stata una famiglia normale. Anche il cucciolo, abbaiando come un ossesso per dare quel tocco in più alla discussione (infantile) che era appena scoppiata, non contribuiva certo a migliorare l'immagine che ogni giorno i vicini si facevano di quei pazzi.

* * *
Mezz'ora dopo la famiglia Bastia era riunita a tavola, tutti i membri pronti a gustare il pranzo cucinato dal capofamiglia. “Che bello, hai preparato tutti i miei piatti preferiti!” esclamò allegramente le sedicenne Angelica, gli occhi marroni che brillavano per la gioia, con un sorriso che arrivava da un orecchio all'altro. “Vogliono qualcosa. O forse devono dirci qualcosa di spiacevole.” commentò invece la sorella, addentando un boccone fin troppo abbondante, mentre i genitori assumevano un'espressione colpevole. “Lily, cosa te lo fa pensare?” chiese preoccupata la madre, parlando al posto del marito troppo occupato a strozzarsi col suo stesso cibo. “Hai bevuto del whisky. Cinque bicchierini, almeno. Si sente dal tuo alito. E di solito inizi a bere superalcolici in casa solo quando sei preoccupata o arrabbiata. O quando ci viene a trovare il nonno. E papà cucina così tanto solo quando vuole ammorbidire qualcuno. Quel qualcuno siamo io e mia sorella a giudicare dalla quantità di dolci...” spiegò la castana. Prima che potesse continuare la spiegazione, la sedicenne, che sembrava essere sulla sua stessa lunghezza d'onda, espresse le proprie riflessioni. “Sì, l'ho pensato anch'io! Insomma, mi avete praticamente buttato fuori di casa, con una scusa qualsiasi che non stava in piedi, quindi forse volevate parlare di qualcosa! E poi ci sono dei pacchetti in soggiorno. Per quale motivo dovreste regalarci qualcosa? Sì, in definitiva, avete di sicuro qualcosa da dirci.”. La più giovane tra i presenti annuiva, trovandosi d'accordo con la ragazza dai ricci capelli bianchi che era stata buttata fuori di casa quaranta minuti prima per fare la spesa, dato che non aveva scuola, nonostante in casa non mancasse nulla.
I genitori si guardarono. Non sapevano se dovevano essere orgogliosi o esasperati. “Ecco, tesori..” iniziò il mago dai capelli bianchi, schiarendosi la voce. “Vedete... c'è stata questa iniziativa congiunta di molte gilde per migliorare i rapporti tra i vari maghi...” disse Cana, girando attorno al punto focale del discorso. Le due ragazze avevano un brutto presentimento, come lasciavano intendere le loro espressioni di orrore e muto terrore. “Insomma... durante l'estate andrete in un campo estivo insieme ad altri ragazzi... dicono che sia un posto molto bello,sapete?” finì con un filo di voce il padre, mentre la madre si torturava le mani, imbarazzata.
Le due figlie, lasciate cadere con molta poca grazia le forchette con cui stavano divorando i loro dolci, li guardarono con le bocche spalancate. “Ah. Quindi avete deciso di liberarvi di me e Angelica, alla fine.” commentò Lilian, abbassando gli occhi lucidi, presto imitata dalla sorella che invece di proferire parola si limitava ad annuire, abbacchiata. “Cosa?! No, figuriamoci!!” urlarono in coro quelli che al momento si sentivano due pessimi genitori.
“Non prendetela male, ragazze... quando tornate vi compreremo tutto quello che volete!” propose la madre, in un disperato tentativo di risollevare l'umore delle figlie. Dopo un paio di secondi dedicati ad una silenziosa riflessione, la sedicenne parlò per entrambe. “D-davvero? Lo promettete?” chiese timidamente, senza alzare lo sguardo. Annuendo furiosamente, il padre rispose “Sì, lo promettiamo!”.
Due secondi dopo la situazione era cambiata completamente.Scoppiando a ridere con un sorriso enorme sul volto Angelica diede il cinque alla sorella, che aveva anche lei un sorrisetto sfrontato sulle labbra. “Vi abbiamo fregati di nuovo!” esclamarono le due ragazze, ridacchiando. I genitori le guardarono, sconvolti.
Quello che temevano era accaduto, alla fine. Le figlie avevano approfittato della situazione.

 

Angolo autrici:

 

Yooo!

Questa storia è nata da una collaborazione tra Maya-chan e Crazy-chan, due sclerotiche decisamente anormali!

Al momento sono solo io, Maya-chan, a parlarvi u.u

Dato che a me piacciono coppie strane, vi capiterà qualche figlio di una coppia improbabile xD Non ci potete fare nulla, mi dispiace per voi!

Spero che a qualcuno piaerà questa storia, e che sia degna di qualche recensione!
Bye!

Maya-chan 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: _maya_chan_