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Autore: BlackEyedSheeps    08/07/2014    4 recensioni
C’era una volta…
Nel regno di Marvel, un re che viveva in una torre. Una torre su cui troneggiava, a grandi lettere, il nome del suo eccentrico sovrano…

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Nick Fury la Spia delle Spie, dovrà affrontare il pomeriggio più difficile della sua vita.
Investito dell'infausto compito di tener testa alla nipotina Lizzie, verrà costretto alla temibile tortura... della favola della buonanotte.
Riuscirà il nostro Nick a portare a termine tale, pericolosa missione?
Giungerà in suo aiuto un fornito team di noti supereroi.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nick Fury, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Terza ed ultima parte! Rimandiamo in fondo per le note conclusive :)
 


- 3 -


Appollaiato sul davanzale della finestra della principessa Rogers, corvo Loki aspettava più o meno pazientemente che la connessione Treggì del suo AifonSSSSS (cinque esse) si attivasse, per permettergli di mettersi in contatto con i savi del regno di Iutub.

Digitò: “bacio tutorial” sulla schermata, facendo un po' di fatica con il wing-screen di ultima generazione, dopodiché cominciò a scorrere le varie opzioni.

“Bacio alla francese, mmmh.” Sollevò lo sguardo sul placido sonno della dormiente beltade. “Non ha l'aria di essere francese.” In realtà non sapeva nemmeno cosa fosse un francese.

Passò oltre.

“Bacio con le ciglia... non ho le ciglia. Bacio succhialabbra suona troppo NC17 e questa storia ha rating PG, non posso.”

Cominciò a canticchiare tra sé, senza accorgersi che – nel frattempo – una violenta tempesta aveva cominciato ad imperversare tutt'attorno.

“Bacio soffiato. Come il riso? Adesso ho voglia di Chinder Per-Reali, grandioso! Dannati umani con i loro stupidi passatempi! Cosa c'è che non va in una sana stretta di mano, ah?!”

Optò per il bacio sfuggente, studiando attentamente i movimenti della lingua che il savio maestro di Iutub in questione, Kakkoletta88, stava proponendo con l'aiuto del suo fidato assistente, un certo Mario Asdrubale dell'Impruneta.

Solo quando fu certo di saper padroneggiare sapientemente la tecnica, svolazzò verso il candido, virgineo letto della principessa Rogers.

“Se solo Maleficlint sapesse come sono stato bravo ad ingannarlo! Mwhahahahahahahaha! MWHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!”

Corvo Loki non ebbe il tempo di mettere alla prova i complicati svirgolii linguistici che aveva imparato fino a quel momento, perché suo fratello, Thor di Loréal, aveva appena fatto irruzione nella camera della torre.

“Fratello!”

“Thor! Che diavolo ci fai tu, qui?!”

“Sono venuto a sapere dei tuoi malefici piani e sono qui per fermarti!”

“Povero stolto! Solo perché hai dei capelli migliori dei miei non significa che tu sia meglio di me!”

“È vero.”

“Allora lo ammetti?”

“Sono meglio di te per tanti altri motivi! E poi tu puzzi e sei stato adottato!”

“Meglio per me! Non ci tengo ad essere il figlio di uno che mangia fegato e Chianti a colazione e di di... di...” il pensiero della povera loro madre Frigga gli sconquassò il petto.

“Adesso taci, fratello, sei ancora più brutto col moccio al naso.”

“Ti odiooooooooooooooo!” Corvo Loki non se lo lasciò ripetere due volte: zompettò violentemente in direzione di Thor, aggrappandosi con i suoi artiglietti ai capelli del prode fratello per scatenare tutta la sua adolescenziale furia repressa. “Questi dannati boccoli d'oro! Li ODIO! LI ODIO! Li amo!” Il dottor Freud ci sarebbe andato a nozze.

“Loki! Loki smettilaaaaaaaaaaa!”

Tirò tanto che i capelli vennero via: fu così che Loki scoprì che suo fratello portava una parrucca dai lunghi capelli biondi sopra i suoi veri lunghi capelli biondi.

“ORRORE!”

“È un problema comune!” Strillò Thor. “L'hai visto Arrow?”

 

Arrow non ce l'ha una parrucca.”

Lui no, ma Black Canary, sì.”

Oh...”

Tua madre ti permette di vedere Arrow?”

A volte... dice che quegli addominali... se li mangerebbe. Non so che vuol dire.”

Che tua madre è una... cannibale.”

 

Anche alla cacciatrice finirono per piacere un po' troppo gli addominali di Maleficlint e come la madre di Lizzie se ne nutrì abbastanza per potersi dire cannibale al pari di Hannibal Lecter, ma con un je ne sais quoi di meno inquietante di Mads Mikkelsen.

“Temo avremo bisogno di sacrificare un altro cervo”, uggiolò la cacciatrice stesa al suolo in abiti discinti e il fiato corto per le mille e più battaglie avvenute a ripetizione, una dopo l'altra sul pavimento, sulle pareti, sulla mensola del caminetto, su per la libreria, appesi al lampadario e sulle poltrone e le sedie e finanche nella vasca da bagno con i piedi di leone.

“Per propiziarci il favore degli dei?” indagò Maleficlint che nelle operazioni aveva persino perso un corno che era andato a infilarsi in uno dei quadri degli antenati... proprio sul naso del dipinto di Fred Flinstone.

“No, per portare al Re la prova che ti ho ucciso, imbecille.”

“Ma non mi hai ucciso. Hai solo scoperto che le mie palle non sono proprio così invisibili”, protestò sistemandosi i pantaloni e sedendole di fianco, rosso e appagato come dopo un pranzo di Natale.

“Appunto.”

“Continuo a non comprendere.”

“Tante sono le cose che non comprendi”, gli diede dei benevoli colpetti sulla guancia, “questa, permetti che me la sbrighi da sola. Non ho più bisogno del tuo cuore.”

“In realtà, Natasha di Rasha, già lo possiedi, il mio cuore...”

 

Aaaaaaaaw, adesso si sposano?”

No.”

Ma tutti quelli che si amano si sposano.”

Non tutti e comunque non i miei due migliori agenti!”

Ma non sono uno stregone e una cacciatrice?”

Ovvio. Io... parlavo d'altro.”

 

Natasha che non poteva sopportare cotanta dimostrazione d'affetto, lanciò un gancio destro in faccia a Maleficlint, stendendolo definitivamente in un sonno ristoratore.

 

Perché?”

Ricalibrazione cognitiva.”

 

Si rivestì in fretta e furia, mettendosi a riflettere su come portare a termine la missione: a trovare un cuore finto per re Stark e a pensare a un modo alternativo di sbrigare la faccenda Maleficlint, ignorando i finti giubili della madre che non aveva, che si rallegrava del fatto che Natasha si fosse finalmente, apparentemente appassionata a un uomo... che non fosse Leonardo di Caprio in Titanic.

Prima di abbandonare Maleficlint ai suoi sogni più perversi si prese del tempo per tastare un'ultima volta e con eterna mestizia i suoi maestosi bicipiti.

“Dimostrerò a re Stark che non sei cattivo come sembri... ma che ti disegnano solo... così.”

Se ne andò sotto lo sguardo benevolo di Betty che in tanti, onorati anni di servizio non aveva fatto altro che sperare in un lieto fine per il suo triste e solitario padrone.

 

Nel frattempo, nel regno di Marvel, la diatriba del bacio proseguiva feroce.

“La principessa Steve è mia!” gridava corvo Loki che si era visto costretto ad abbandonare la sua natura animale per combattere a pari altezza con il mastodontico fratello.

“No, è mia! Io sono un vero principe, non tu!”

 

Anche loro lottano... si amano come Maleficlint e Natasha?”

Non proprio, ma la cosa farebbe felice una buona fetta di fandom.”

Cos'è un fandom?”

Non lo so, ma è rilevante che faccia rima con vaffandomo, non trovi?”

 

“Dannato fratello!”

“Dannato cavallo!”

“Che cosa hai detto?”

“Che cosa hai fatto?”

 

Fu la voce stizzita di Phil che pose fine alla diatriba in corso.

“Finiiiiiiiiiiiiiiitela! Che cosa sta succedendo qui?! Come osate disturbare il sonno del guerriero di ghiaccio, voi, infausti, infedeli felloni!”

Loki e Thor, il primo con i denti conficcati del bicipite dell'altro e il secondo con la mano attorno al collo del primo, si voltarono verso il fautore di quell'irruzione inaspettata e non richiesta.

“Stiamo cercando di capire chi ha il diritto di svegliare la principessa Steve!”

“Nessuno dei due è degno di risvegliare la principessa Steve! Per farlo avrà bisogno del bacio del vero amore! E nessuno dei due prova un sentimento tanto profondo e puro per la principessa!”

“Io ho amore frofondo e furo fer il fotere... conta?” farfugliò Loki i denti ancora conficcati nel braccio di Thor.

“Il potere non è abbastanza! Il potere è solo potere!”

“Bella massima.” gorgogliò Thor, “Io amo la giustizia e... i miei capelli. Conta?”

“No, che non conta. È altruistico, l'amore di cui parlo!”

“E allora non ne veniamo a capo... nessuno ha conosciuto abbastanza a lungo principessa Steve per amarlo di amore puro.”

E poi entrambi allungarono lo sguardo proprio lì, dove fatina Phil svolazzava. La verità si palesò ai loro occhi con sconcertante chiarezza.

“Non io...” realizzò la fatina, faticando a contenere la gioia e il tripudio di emozioni che gli si erano scatenate nel petto. Tanto sudò e si eccitò... che svenne.

“Questo deve essere uno scherzo di pessimo gusto.” borbottò Loki.

“Taci, fratello.” Thor si scostò da lui massaggiandosi il braccio smangiucchiato.

“E adesso che si fa?”

“Io ci provo lo stesso...” giubilò Loki, zompettando verso la principessa addormentata.

Thor dovette fermarlo con tanto di placcaggio alla Hulk Hogan.

 

Maleficlint si svegliava proprio in quell'attimo, la testa che gli doleva e la solitudine e il vuoto delle pulizie magiche tutte intorno a sé.

Abbandonato da corvi, sporcizia... e cacciatrici.

“Sono solo. Sono di nuovo soloooooo!” ululò la sua disperazione al cielo, che per solidarietà decise di scrosciare pioggia ancora più forte. Poi, la consapevolezza che la sua solitudine sarebbe potuta diventare la sua forza, con la determinazione di chi non ha più niente da perdere, si rimise in piedi, andò a recuperare il suo corno perduto e si sistemò il mantello che produsse gloriosi lampi neri di malvagità.

“Me la pagherete. Me la pagherete tutti... così cara e così salata, che quando avrò finito con voi, con tutti voi, nemmeno le vostre madri saranno in grado di riconoscervi! La mia giustizia calerà sul regno di Marvel con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su tutti coloro che hanno provato ad ammorbare ed infine distruggere il mio orgoglio! E voi saprete che il mio nome è quello di Maleficlint quando farò calare la vendetta su di voi!” si esibì anche in una prolungata e mostruosa risata che, se corvo Loki avesse avuto la possibilità di sentirla, si sarebbe smontato a forza di applausi.

“BRUTO!” tuonò, prima di uscire dal suo castello.

Il drago verde uscì sobbalzando fra i fragili rami e, raccogliendo Maleficlint sulla spalla, se lo portò via.

“Al regno di Marvel!” ordino un po' strozzato dalla presa di Hulk che non era abituato a tenere in mano cose vive.

“Hulk spacca di brutto!” ruggì il mostro prima di sparire giù per i pendii scoscesi del monte Fatto.

 

Natasha che ancora stava rotolando verso valle, sperando di fare in fretta, si vide superare dal gigante verde e dalla risata perversa del suo amante abbandonato.

“Maleficlint?” rallentò il suo passo solo per darsi il tempo di comprendere la situazione.

“Fermati Maleficlint, non lo fare!” riprese a correre a più non posso prima di capire che, con la velocità a cui balzava Hulk, mai ce l'avrebbe fatta ad arrivare in tempo.

“Ho capito... mi tocca anche questa.” si levò dalle spalle la bisaccia e cominciò a frugarci dentro con frenesia, finché non trovò quello che le serviva: un paio di stivali.

 

Del gatto con gli stivali?”

No, gli stivali delle sette leghe...”

Sette leghe?”

 

Un branco di scarafaggi leghisti cominciò a protestare dall'interno degli stivali ma Natasha li fece rotolare fuori come un pugno di polvere.

“Come osate, bauscia di un'extracomunitaria!” protestò il primo scarafaggio allentandosi il fazzoletto verde che aveva al collo.

“Nel nome del Barbarotta, io vi comando, vile sudista, di lasciare quegli stivali!”

“Sono più simpatici i vostri cugini di Liverpool” commentò serafica Natasha e, allungando un piede, li schiacciò.

Si infilò infine quegli stivali maledetti e riprese il suo inseguimento.

“Maleficliiiiiiint” uggiolò e corse all'inseguimento di quello che comprese essere il suo unico, vero amore... se non fosse che l'amore era solo per i bambini o al massimo per i nani. Con ampi passi raggiunse l'inferocito drago verde che il potente Maleficlint stava cavalcando con estrema maestria (nausea e sballottamenti a parte).

“Natasha di Rasha!” Esclamò non appena si fu reso conto della sua presenza nonché della rapidità con cui la donna riusciva a tenere il loro passo: “Lo sai con cos'altro fa rima Natasha?”

“Ascia?”

“No. Oh, bè, voglio dire... sì che fa rima con Natasha, ma non era a quello che stavo pensando!”

“Fascia?”

“Neanche.”

“Ganascia... ?”

“Oh, per gli slippini di Merlino!”

“Maleficlint, scendi da Bruto! Chi va con Bruto impara ad abbrutirsi!”

“I tuoi giochetti di parole sono veramente scadenti, lasciatelo dire! E pensare che avrei voluto fare del bungabadong invisibile con te!”

“Di che diavolo vai cianciando?”

“Basta! Quando sarò re di Marvel, metterò Buffy obbligatorio per tutti! Non portate neppure un po' di rispetto al nostro padre fondatore, il grande e potente Joss Whedon!”

“Sbaglio o è il tizio che ha suggerito a re Stark di non invitarti alla festa per lo scongelamento della principessa Rogers?” Ribatté l'astuta Natasha. “E comunque non li hai mai letti i fumetti? Ciarlatano!”

“SACRILEGIO!” Maleficlint puntò il suo potente arco al cielo, scoccando una freccia magica che fece addensare grosse e pesanti nubi sul castello davanti al quale erano ormai sopraggiunti.

“Fermati!” Altri due, tre, quattro dardi che fecero crescere grossi tronchi pieni di spine ovunque andassero a conficcarsi. “Maleficlint!” Un ultimo grido prima che i rovi le impedissero di procedere oltre. “-ono 'tata 'on... messa!”

Il mondo di Maleficlint si cristallizzò nell'immobilità più totale: quelle parole avevano avuto il potere di entrargli nel cuore e sciogliere il ghiaccio che lo circondava. La vera prigione gelida non era quella che intrappolava ancora nelle sue grinfie il bellissimo e dormiente Steve Rogers, ma la gabbia che aveva impedito alla bontà di Maleficlint di risplendere della luce di mille soli.

“Natasha, mia amata! Mi dispiace di aver detto che il tuo nome fa rima con bagascia!”

“C-Che cosa?” La cacciatrice, che stava affogando tra i rametti puntuti, laddove neppure i suoi magici stivali secessionisti avrebbero potuto portarla, sbraitò qualcosa in una lingua che né Maleficlint né altra anima vivente conosceva.

“Hai detto che sei stata compromessa, no? Niente ha più importanza! Fuggiamo e andiamo ad aprire un bar sulla spiaggia a Tahiti!”

“A Tahiti proprio per niente! E comunque ho detto che sono stata con Proctor a messa.”

Maleficlint inorridì. “Chi è Proctor?!”

Natasha non ebbe il tempo di spiegarsi che la furia era ritornata ad accendere lo sguardo del famigerato stregone il quale, per tutta risposta, scagliò ulteriori frecce, circondando il castello di una fitta trama di possentissimi rovi che avrebbero ucciso chiunque avesse tentato di avvicinarvisi.

“Che tu sia felice col tuo proctologo, Natasha bagaaaaaa -” le sue parole si persero nel niente. Con un ultimo balzo, Hulk lo condusse sulla sommità della torre ovest dove la contesa per il primo vero bacio della principessa continuava ormai da ere...

 

… nessuno aveva il coraggio di praticare la respirazione bocca a bocca a Phil, che ancora giaceva svenuto sulla moquette. Uno schizzetto di liquido glitterato suggeriva che si era pisciato addosso dall'emozione: tutti i presenti fecero educatamente finta di niente.

Fatina Nick irruppe nella stanza, seguito a ruota dalla magnifica principessa Peggy, nonché direttrice del C.A.T.A.P.U.L.T.A, finalmente sopraggiunta per mettere fine a quell'inquietante serie di grossolani errori di incompetenza.

“Fermi tutti!” Ordinò l'autorevole Nick, gettando lo sguardo del suo unico occhio magico in giro per tutta la stanza.

“Grande fatina Nicholas J. Fury!” Tuonò il nobile Thor, prodigandosi in un mezzo inchino. “Sono più che onorato di fare la vostra conoscenza!”

“Dannato figlio d'Odino, ci siamo già conosciuti! Mi spieghi che hai in quella testaccia bacata? È proprio vero il detto chi non ha testa abbia bicipiti, quadricipiti, addominali e capelli fluenti!”

“Non credo di avertelo mai chiesto, Nick”, esordì re Stark, che – non essendosi accorto di nulla – si trovava a passare di lì per puro caso. “Per cosa sta la J?”

“Per Jasmine”, rispose seccamente la fatina, bloccando una qualsiasi appendice all'inquisizione reale con un'occhiata che avrebbe ucciso anche una montagna. “Torniamo a noi! Maria, aiuta Phil a risvegliarsi... fa' uso della tua ninna nanna se necessario.”

“Ninna nanna?” Obiettò Peggy, che di tutto quel caos non aveva capito proprio niente.

“Maria è così stonata che, una volta, ha persino rischiato di svegliare un morto.”

“È stato orribile”, decretò Maria, svolazzando sul corpicino privo di sensi del collega. Si schiarì la voce e a quello... seguirono i trentasette secondi più orribili della vita di ognuno dei nobili, creature magiche e divinità che ebbero la sfortuna di trovarsi in quella camera da letto sulla cima della torre più alta del castello di Marvel.

“Qualcuno la faccia smettere!”

“Per tutti i goblin, meglio sordo che... q-questo!”

“Aiutatemi ad infilarmi la parrucca nelle orecchie!”

“Non bastava fargli annusare un'ascella pezzata?”

“O le mutande di Stark...”

“Come osate, potrei accusarvi di tradimento e gettarvi in pasto ai porci!”

“Cos'è questa ossessione per i porci?!”

“Non ne ho idea. Sono esseri sensibili ed intelligenti! George Clooney dice che...”

“Tacete!”

 

“Non ci credo!” Maleficlint aveva appena fatto capolino dal davanzale della finestra che era riuscito a raggiungere grazie all'aiuto di Hulk. “Hanno organizzato un'altra festa e di nuovo non mi hanno invitato! UAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”

Il suo grido di dolore si perse nel niente e – finalmente – il canto di Maria, che aveva fatto sì che niente di tutto ciò che era stato pronunciato fuoriuscisse dalla torre, cessò. Phil si era ripreso e avrebbe pure tentato di svenire di nuovo se corvo Sam non fosse coraggiosamente intervenuto ad impedirglielo.

“Bel lavoro, Sam! Come hai fatto a resistere alla cristallina voce di Maria?”

“Tappi di cerume.”

“Che schifo.”

“Non lo sapete che i cotton fioc sono pericolosissimi?”

Scossero tutti il capo, uno dopo l'altro, lasciando il povero Sam da solo nella sua scientifica saggezza. “Pivelli, non lo guardate mai Medicina 33?”

“Adesso basta con le boiate non pertinenti!” Gridò Nick, tentando di richiamare l'attenzione su questioni più importanti. Svolazzò in direzione di Phil, aiutandolo ad avvicinarsi alla dormiente beltade che giaceva nel baldacchino ignara dell'infinita diatriba in corso proprio ai piedi del suo letto.

“Fatina Phil, non vorrei farti salire l'ansia da prestazione, ma è tutto nelle tue mani”, asserì seriosamente Nick.

“Nella tua bocca, per la precisione”, precisò Loki con tono mellifluo.

“E questo che diavolo ci fa qui?” Intervenne re Stark. “Sei il parrucchiere inviato dalla mutua?”

“Un'ottima idea”, Thor di Loréal dovette dire la sua, dato che di chiome fluenti se ne intendeva eccome.

“Vero? Secondo i sondaggi, più è alla moda il tuo taglio di capelli e più allegramente i sudditi pagano le tasse.”

“I miei dicono esattamente la stessa cos-”

Peggy, che aveva appena sollevato il pesante MewMew di Thor, prese entrambi gli inopportuni nobilastri a martellate finché non accettarono di rimanersene zitti.

“Bene”, riprese Nick, avendo finalmente riottenuto l'attenzione del pubblico. “Phil, dicevo... è tutto nelle tue labbrine glitterate.”

“Sei proprio sicuro che sia all'altezza del compito?”

“Certo che lo so. Non appena avrai risvegliato la principessa, ti manderò in vacanza a Tahiti.”

“Tahiti? Wow”, Phil si ringalluzzì tutto al pensiero di poterci portare anche Steve. “Dicono che sia un posto magico.”

“Così dicono, orbene”, lo condusse fino al cuscino dell'eroe nazionale, invitandolo a procedere. Phil, su zampette tremanti, avvicinò le labbra rosee e piene del guerriero ghiacciato, arrampicandosi sulle sue guance lisce e perfettamente sbarbate.

“Il bacio del vero amore”, sussurrò tra sé prima di sporgere, lentamente, la sua soave boccuccia verso...

 

Proprio in quell'istante, all'esterno della torre, Hulk aspettava solo un ordine del suo padrone per catapultare lo stesso Maleficlint all'interno della camera da letto della principessa.

“ADESSO!” Gridò lo stregone, tagliando la corda che teneva in tiro la coda del drago, dandosi così la propulsione giusta per essere scagliato – proprio come una delle sue frecce – nel bel mezzo di quella che credeva essere l'ennesima festa alla quale non era stato invitato.

“Feeeeeeeeeeeeermmmiiiiii.”

 

Perché parlano a rallentatore?”

È la scena clou, e le scene clou sono sempre al rallenty...”

Oooooh. Dai, dai, vai avanti, zio! Non sto più nella pelle!”

 

Maleficlint avrebbe sicuramente placcato il povero Phil, schiacciandolo come una comunissima zanzara se solo...

 

… la cacciatrice non fosse intervenuta! Entrò in corsa nella stanza, gettandosi oltre la soglia fino a spiccare un balzo felino che la fece sollevare a mezz'aria, tutta graffiata e spettinata com'era per colpa dei rovi che aveva dovuto attraversare per entrare a palazzo.

“Maleficlint noooooooooooooooooooo!”

Mentre le labbra di Phil sfioravano quelle della principessa Rogers, le braccia di Natasha di Rasha si strinsero attorno ai bicipiti lussuriosi dell'incompreso Maleficlint, deviando di fatto la sua traiettoria fino a schiantarlo contro la parete opposta.

Le tre fatine trattennero il fiato, Maleficlint mugugnò una qualche protesta, Natasha gemette per il dolore dello scontro, Thor si stava pettinando, Sam non si era accorto di niente perché i tappi di cerume e gli occhiali da sole gli impedivano di far uso degli unici due sensi di cui aveva bisogno in quell'istante, Loki stava cercando di decidere su quale altro regno avrebbe potuto mettere le mani, Stark stava pensando che un evento del genere avrebbe fatto salire alle stelle le vendite della sua autobiografia ufficiale e Peggy... Peggy fu la prima su cui si posarono gli occhi del redivivo e prode guerriero Steve Rogers.

“Urrà! Urrà! Phil è riuscito a spezzare la maledizione!” Annunciò un'estatica Maria Hill, sollevando braccia ed ali in un gesto trionfante.

“Alla fine il vero amore trionfa sempre!” Decretò Thor, unendosi al coro festante.

“Come nella migliore delle tradizioni!”

“Il nostro eroe è tornato!”

“Così la prossima volta impari a darmi della bagascia”, soffiò Natasha vendicandosi immantinente su Maleficlint con un ben assestato calcio negli zebedei, che ululò sì dal dolore, ma non si mosse dallo stritolante abbraccio nel quale si erano inavvertitamente avvolti (senza contare che fu chiaro a tutti i presenti che le sue palle erano tutt'altro che invisibili).

 

E tutti vissero felici e contenti.”

Ma zio Nick, no!”

Come no? Non finiscono così le storie?”

Sì, ma non è finita!”

Certo che è finita. La sto raccontando io la storia, lo saprò.”

Manca l'epilogo. E la morale. Lo sanno tutti. C'è anche nella storia dei tre porcellini!”

Chi, Puffa?”

Adesso sbagli anche le consonanti?”

No, no... e va bene, ed epilogo sia.”

Il matrimonio della principessa!”

Pure?”

Per forza, tutte le favole finiscono con un matrimonio.”
“Ammazza che fantasia sti Grimm. E allora... andiamo a nozze!”

 

Re Stark non si era per niente risparmiato per il matrimonio della principessa Steve.

Partecipazioni come se piovesse, avevano raccolto un numero così mastodontico di invitati provenienti da tutti i sette regni da richiedere un impiego extra di creature magiche, raccattate da tutti i porti di Marvel, cancellando di fatto, per un'intera giornata, il problema della disoccupazione.

Tutti erano felici, nessuno si lamentava, i ritardi delle carrozze non erano che poca cosa se rapportati ai miliardari introiti di cui beneficiò la città tutta, dai ristoranti agli alberghi, dalle osterie ai bordelli! Una baraonda di colori e giuoia sonante, allietata da musici, mangiafuoco e teatranti che portavano allegria per pochi spiccioli.

La cerimonia fu celebrata nella sala dei ricevimenti di Stark e (stavolta!) erano stati invitati tutti, ma proprio tutti, Maleficlint compreso, alle gioiose nozze della principessa Rogers e...

 

... fatina Coulson?”

Putroppo no. Fatina Phil era fidanzato con una violoncellista...”

Però è innamorato di principessa Rogers.”

Le vie dell'amore sono infinite.”

 

… e Peggy Carter, indomita eccellenza e membro di spicco del C.A.T.A.P.U.L.T.A.

A seguito di una moltitudine di pomeriggi passati assieme a chiacchierare e chiacchierare dei bei tempi andati, Peggy aveva rivelato a principessa Rogers di essere stata lei stessa congelata in un blocco di ghiaccio per lunghissimi secoli, prima di essere scongelata grazie al prototipo di Phon modello Fondue di Howard Stark, padre di re Tony e di aver cercato per anni, invano, il suo corpo fra i ghiacci, avendo percepito il suo frigido destino così simile al suo...

La principessa Rogers le aveva fatto capire di non poter cedere a peccati di lussuria se non a qualche abile palpatina e petting più o meno spinto, e soprattutto non prima di essere convolato a giuste nozze: dopo, settimane, mesi di inutili ciarle, Peggy lo aveva costretto a sposarla, minacciandolo con un rompighiaccio.

 

Il gran giorno era stato così tanto atteso che, quando fu il momento del fatidico sì, principessa Steve aveva rischiato di svenire dall'emozione più per l'imminente perdita delle verginità che per il vero e proprio cappio al collo.

“... e se c'è qualcuno che pensa che questo matrimonio non debba essere celebrato... taccia ora... o parli per sempre.”

Peggy, inarcò un sopracciglio, le mani ancora fra quelle di Steve.

“Ma non era parli ora... o taccia per sempre?”

Happy, il postiglione della carrozza di re Stark, che per quel giorno fungeva da funzionario dei matrimoni, accreditato all'Università degli Studi di Internet, si strinse nelle spalle: “Re Stark è stato specifico a riguardo. Parli per sempre... c'è scritto così.”

“Oh, bè...”

La formula, al solito, aveva prodotto il silenzio più totale, sacrale: nessuno osò emettere verso, onde evitare di dover chiacchierare per sempre.

Quando l'attimo di sospeso stupore fu passato, Happy si concesse un sorriso rilassato: “Allora io vi dichiaro moglio e marit-”

“STOOOOOOOOOOOOOOOP!” vibrò una voce dal fondo della sala, in un fragore di porte sbattute e ansimi brutali.

Principessa Steve e principessa Peggy si voltarono all'unisono con l'intera sala in un fruscio di vesti e cappellini più o meno vistosi.

Il Soldato D'Inverno, Bucky, l'amico d'infanzia, fautore della nuova catalessi dell'ex guerriero ghiacciato, si stagliava sudato, mezzo nudo e capellone al centro del corridoio.

“Questo matrimonio, non s'ha da fare!” gridò ansimante d'ira.

“Manzoni torna su quel ramo del lago di Como!”

“Preferivo Leopardi!”

“Don Rodrigo culo!”

“Anvedi sta monaca di mmmmmmmonza!” ciarlavano concitati tutti gli invitati, così spronati ad inveire contro il brutale obbligo allo studio e allo svisceramento di romanzi nei testi scolastici.

“Bucky, amico mio...” soffiò principessa Steve che, solo per un attimo, aveva lasciato andare le mani di Peggy Carter.

“Perché? Steve, dimmi perché? Io ti credevo morto! Io, che ti ho punto, proprio con questo mignolo qui...” e nel dirlo aveva sollevato il dito, mostrando il mignolo puntuto, fautore di mille e più sventure, causando scompensi a destra e a manca, “Sono passate settimane, settimane terribili, in cui mi sono inflitto le peggiori punizioni corporali per riscattare l'orrido gesto... del mio braccio meccanico!”

“Oh Bucky, amico mio, io non ne avevo idea, io dormivo!”

“No! Tu mi hai mentito! E mi ha mentito, tutto il regno! È tutto un complotto.” e poi voltandosi verso la telecamera di Medieval TV, “un complotto che risale ai tempi dei Maya, da quando al gioco del calcio era affiancata la brutale pratica dello sgozzamento coatto dei perdenti. Perdenti, come il nome della società segreta dei Perdents delle colline brumose che avevano scoperto gli alieni, ancora prima che Steven Spielberg ne reclamasse la paternità assoluta.

Complotti, complotti che arrivano dalle grotte più oscure del monte Bossari... coincidenza? Io non credo.”

“Ma di che sta parlando questo?” domandò Re Stark che stava già pensando al banchetto, affatto preoccupato dalla diatriba in corso.

“Maleficlint, non puoi praticare un incantesimo per farlo smettere? Sta rovinando la festa a tutti.”

Maleficlint che non aveva smesso un solo istante di limonare con la sua amata cacciatrice, si scostò con uno schiocco dalla compagna per rivolgere attenzione alla scena.

“No, ho smesso. Adesso sono nello spionaggio organizzato.”

“Loki? Corvo Loki, puoi occuparti tu di questa faccenda?”

Loki, che non era per niente sicuro di azzeccarci qualcosa in quelle celebrazioni del tutto... umane, si ridestò dal suo torpore di noia, facendo schioccare la lingua biforcuta.

“Non è un target che stimola la mia cupidigia...”

“E allora chi? Fermate quell'Adam Mnemgo dei poveri, perdio! E che la principessa Steve abbia la sua sana scopata!”

 

Scopata?”

Sì, insomma, lo sanno tutti che a Steve piace spazzare pavimenti... cantando... con gli uccellini.”

Oh, sì!”

 

Fu il prode Thor ad intervenire: scusandosi con la soave fanciulla con la quale aveva intrapreso un'interessantissima conversazione sul movimento degli astri di cui, per altro, non aveva capito assolutamente niente (aveva tentato inutilmente di vertere su argomenti a lui più congeniali: come lo shampoo, l'henné o lo extensions), si erse in tutta la sua poderosa altezza e, facendo ruotare il suo fidato MewMew, smartellò il pericoloso Adam Mnemeno della Bassa Stagione fuori dalle doppie porte della sala ricevimenti, opportunamente spalancate dal fidato Jarvis.

Grida festanti accompagnarono il provvidenziale intervento del re del tuono, al quale seguì – FINALMENTE – il bacio che sancì il matrimonio tra principessa Steve e principessa Peggy una volta per tutte.

“Urrà! Urrà!”

“Perché è un braaavo ragazzooo perché è un bravo ragazzooo...!”

“Viva gli sposi!”

“Auguri e figli Hulk!”

“Mandarini per tutti!”

Gli auguri si sprecavano, le congratulazioni pure... fu così che dalla cerimonia si passò al banchetto e dal banchetto all'aperitivo e dall'aperitivo all'apericena cui seguì una pizzata e infine una capatina in creperia, con un'ultima puntatina ad un pub dove si erano tutti fatti fare una sana tisana allo shawarma per facilitare la digestione.

Negli anni che seguirono, le tre fatine strinsero una solida e resistente alleanza con il C.A.T.A.P.U.L.T.A. della principessa Peggy. A Phil vennero concesse due settimane di vacanze pagate a Tahiti, che si rivelò essere un centro benessere nella zona paludosa e termale del regno di Marvel: un vero toccasana per le giunture scricchiolanti della sua amata violoncellista nana.

Bucky venne assunto in pianta stabile agli studi di Medieval TV, rete per cui condusse una serie infinita di programmi tutti uguali, specializzati nella denuncia di pericolosi complotti atti a soggiogare le inermi popolazioni dei sette regni.

Hulk e Betty, liberatisi finalmente dai folli piani di potere di un deviato Maleficlint, fecero fagotto e, dopo aver salutato tutti i loro più cari amici, intrapresero un lungo viaggio alla volta di sconosciute terre orientali dove Bruto avrebbe cercato una soluzione ai suoi pericolosi attacchi di rabbia; il tutto gustandosi i succulenti manicaretti della compagna.

Re Stark e la sua consorte, la regina Pepper, tornarono alla loro vita matrimoniale più idillica che no, ma solo dopo che la moglie gli ebbe fatto promettere di cancellare l'annuale, degradante concorso di Miss Corsetto Bagnato e di eliminare i corsetti in toto, salvo per quelle donne che avessero voluto continuare a portarlo.

Thor, accompagnato da Lady Foster, la giovane fanciulla conosciuta al matrimonio, partì alla volta del regno di Iutub, dove i grandi saggi dei video tutorial gli avrebbero insegnato a padroneggiare a pieno l'arte dell'acconciare i capelli. Il fratellastro Loki, che aveva deciso di seguirli, riuscì a dileguarsi nel bel mezzo del viaggio, stuccato dalle continue effusioni tra i due. Visitare i regni circostanti gli parve una buona idea: a cominciare da quello del monte F-F-Fatto, dove sperava di instaurare una dittatura medio-tirannica a base di indovinelli e sfiancanti sessioni a QuizDuello.

Principessa Steve e principessa Peggy goderono della loro ritrovata felicità, approfittando a pieno della luna di miele nella villa di Malibù di Stark, che grazie al cielo – almeno per quella settimana – non rischiò di essere distrutta da un qualche bombardamento non meglio giustificato.

Fatto ritorno nel regno di Marvel, Steve cominciò a lavorare per il C.A.T.A.P.U.L.T.A. in veste di alto ufficiale, affiancato dal suo fidato compagno corvo Sam, che poté finalmente far sfoggio di tutto ciò che aveva imparato durante i duri anni di convivenza con il potente Maleficlint, al quale – tutto sommato – voleva ancora molto bene.

Nonostante avessero accettato anch'essi il lavoro fisso offerto da Peggy e fatina Nick, l'ex-cupo stregone e la sua amata cacciatrice optarono infine per un lungo anno sabbatico ufficialmente trascorso all'insegna dell'esplorazione degli angoli più reconditi dei sette regni, ufficiosamente a contare anche le crepe del soffitto della loro camera da letto. Il castello sull'albero crollò dopo pochi giorni e i due furono costretti a trasferirsi in uno scomodo monolocale nel centro cittadino dove gli affitti erano alle stelle e i loro sensi pure.

Fu così che, con alti e bassi, vissero per sempre felici, contenti e con una buona possibilità di ricevere una pensione semi-decente prima dei novantatré anni (principessa Steve esclusa, perché ormai fuori target).

 

*

 

“E la morale, zio? Ti sei dimenticato la morale!” Squittì la bambina, tormentandogli un braccio con entrambe le manine.

“Dipende da come la interpreti.”

“Intra... preti? Cosa c'entrano i preti?”

“Interpreti,” ripeté, poggiandole una mano sul capo. (Se non altro il whisky aveva fatto il suo effetto.) “Per esempio: bere troppo rischia di farti sparare un sacco di stronzate.”

“Stronzate.”

“Sì, ma non lo ridire, va bene?”

“Stronzate.”

“Okay, bambolina, se lo devi ridire almeno non dire a tua madre che te l'ho insegnata io, intesi?”

“Stronzate.”

“Sai cosa? Dille pure che sono stato io, tanto da qualcuno prima o poi le dovrai pur imparare...”

“E poi?”

“Poi che le giornate di pioggia rischiano di farti diventare matto.”

“E basta?”

“Che alle volte la gente si incaglia in quelli che sembrano dei problemi insormontabili, ma che tuttavia, ad una mente più lucida e razionale, si rivelano essere dei semplici malintesi.”

“Questa non l'ho capita, zio.”

“La capirai... un giorno,” decretò misticamente, anche se si era già dimenticato di che razza di assurda lezione di vita le avesse appena propinato a tradimento.

“Un'altra magari?”

“Se qualcuno non ti invita ad una festa, ignorali. Non sanno che si perdono.” Parve ripensarci, ma esitò un paio di istanti prima di riprendere a parlare. “Ma fagliela pagare se se ne presentasse l'occasione.”

“Come sei saggio, zio.”

“Lo so. E adesso... go the fuck to sleep.”

“Ma sono solo le sei del pomeriggio!”

“Ti sembro avere l'aria di uno a cui importa? Da qualche parte, nel mondo, è l'ora di andare a letto! Marsch!”

La bambina scattò sull'attenti, portandosi una mano alla fronte in un goffo e buffo saluto militare.

“Signorsìzione.”

Mentre osservava la lenta marcia di Lizzie fuori dal salotto e in direzione della sua camera da letto, Nick Fury pensò che, dopotutto, non faceva poi così schifo come baby-sitter...

… in effetti, era pure peggio.





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E vissero per sempre felici e contenti :P i nostri neuroni un po' meno ù_ù ringraziamo quelli, i nostri deliri notturni e soprattutto chi ci ha letto, chi si è preso la briga di commentare e farci sapere che ne pensava :3 come al solito noi siamo più che felici di sentire i vostri pareri!
Oltre a questo... bè, speriamo non ci prenda un altro attacco di stupidite tanto presto XD
Grazie ancora a tutti!
E & S.
  
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