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Autore: Elisa_Pintusiana_Snape    08/07/2014    1 recensioni
Alan invita la collega Emma Watson a passare del tempo con lui nella sua casa a Londra. Emma troverà qualcosa che la riporterà alla vita di Alan.
Dal testo:
Con quale permesso e con quale faccia tosta sto mettendo naso nella vita di una persona la quale non mi ha autorizzato?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente Emma si svegliò ritrovandosi avvolta dalle coperte delicate del suo letto senza ricordarsi di essere tornata in camera la sera precedente poi pensò ad Alan e sorrise spontaneamente pensando a lui che la solleva e la porta in camera come si fa con le bambine… Come si fa con le principesse. Si sentì una cosa preziosa, anche se solo per un attimo. Osservò l’ orologio che si trovava sul comodino: 10.35 “Caspita ma è tardissimo!” disse Emma alzandosi di corsa dal letto e cominciando a rovistare tra i suoi vestiti. Indossò un paio di jeans e una t-shirt rosa, si truccò un po’ e mentre si stava pettinando i capelli sentì bussare “Emma” disse la voce dall’ altra parte “Dimmi Alan” “Volevo sapere se eri sveglia” “Finisco di truccarmi e sono da te” “Va bene” disse Alan e se ne andò al piano di sotto Emma finì di ritoccare la matita sugli occhi e scese le scale con lo stesso entusiasmo di un bambino la mattina di Natale. In cucina ad aspettarla c’ era Alan che stava posando sul tavolo un piatto pieno di toast. La tavola era imbandita per una vera colazione: c’ erano toast, marmellate, succhi di frutta, latte, brioches e bignè.. “Accidenti Alan” disse Emma sedendosi e prendendo una brioche ripiena di crema “Hai fatto le cose in grande.. Ci potresti sfamare un esercito” “Bè in effetti è vero” disse lui prendendo un sorso di succo alla pesca “Ma non mi capita quasi mai di avere ospiti a casa, anzi spesso nemmeno io sono a casa” “Come ti capisco” rispose Emma sorridendo. Un sorriso un po’ amaro, ma addolcito subito dal sapore della brioche. La colazione andò avanti e pareva lo spot pubblicitario del Mulino Bianco da tutte le risate che si facevano quei due e da come era preparata la tavola. “Il programma di oggi?” chiese Emma aiutando Alan a sparecchiare “Sorpresa” rispose lui ridendo. Dopo aver sistemato la cucina Alan trascinò Emma in macchina “Dove stiamo andando esattamente?” chiese Emma mentre Alan metteva in moto l’ auto. “In un posto molto bello” “Che posto?” “Ti fidi di me?” Queste parole parevano così fiabesche alle orecchie di Emma che rispose senza nemmeno rendersene conto un sonoro “sì”. “Allora non preoccuparti, sono certo che lo amerai” Dopo venti minuti di viaggio arrivarono su una graziosa collinetta. Non era molto grande, ma paragonata alla città, dove ogni metro c’è un palazzo, pareva sconfinata. Il verde di quell’ erba era bellissimo, luminoso e invitava a sdraiarsi. Alan scese e aprì la portiera ad Emma che era rimasta a contemplare il panorama senza nemmeno scendere “Prego signorina” disse lui con eleganza e con ironia “Oh scusa stavo guardando in giro” disse Emma avvampando “Lo so, fa sempre questo effetto” “E’ un posto assolutamente meraviglioso” “Lo so bene” disse Alan ispirando una boccata d’ aria fresca “Qui l’ aria è pura, fresca…” “Sì” constatò Emma. Si sedettero poco più lontano seduti sotto ad un albero secolare dalla corteccia forte e ruvida. Uno di quegli alberi che quando li vedi incutono quasi rispetto perché sei consapevole che fa parte della storia di quel posto, che lui ha “visto” tante, tantissime cose. “Grazie” disse Emma chiudendo gli occhi ed appoggiandosi alla spalla di Alan “E di cosa?” disse lui sorridendo e scostando un ciuffo ribelle di capelli dal viso di Emma. Era molto carina, aveva la carnagione chiara bianca come la neve e i suoi capelli avevano un buon profumo. Li prese fra le sue dita e cominciò a giocherellarci “Ti diverti?” chiese lei alzando i suoi occhi color nocciola verso Alan “Mmm un po’ sì dai” disse lui ridendo. “Allora ti diverti malissimo” disse lei Emma notò un’ incisione sopra la corteccia dell’ albero: erano due lettere dentro a un cuore “R+A” “R+A?” chiese Emma alzandosi e toccando delicatamente quell’ incisione, poi guardò Alan che sorrise, un sorriso molto strano, ma Emma inizialmente non vi fece caso. “Secondo te questi due stanno ancora insieme?” chiese Emma con gli occhi sognanti “Bè.. Ecco.. Io.. Non saprei… Potrebbe risalire a tanti anni fa” “Mmm.. Sì è vero. Magari erano due ragazzini innamorati che si sono sposati, che dici?” “Non tutto ha il lieto fine” disse Alan duro distogliendo lo sguardo da quella incisione “No è vero, ma mi piace immaginarlo. Potrebbero essere le inziali di Robert ad Ann, oppure… Bo.. Di Rudy e Adam..” continuò Emma sfiorando con le dita morbide la dura corteccia. “Oppure di Rima e Alan” sibilò Alan piano, con un tono freddo.. Come una gelata di vento. Emma si sedette di nuovo accanto a lui e gli chiese spiegazioni con gli occhi, due occhi che Alan tentava di non guardare. “Lei amava questo posto. Ci mettevamo sempre qua sotto e lei, una volta, presa da un attimo di originalità ha inciso queste cose con un coltellino che mi portavo sempre dietro” “Oh.. Io non sapevo.. Scusa” disse Emma abbassando lo sguardo, ma Alan le prese il mento delicatamente e le fece alzare lo sguardo “Non è colpa tua, non preoccuparti.. Per lo meno hai avuto le risposte che cercavi” disse lui abbozzando un sorriso che Emma sapeva quanto gli costava “Quello è vero” “Risale a dieci anni fa” “Accidenti” disse Emma. “Adesso però cambiamo argomento..” Cominciarono a chiacchierare parlando di tutto quello che gli veniva in mente e passarono le ore così. “Sai che ore sono Emma?” disse Alan ridendo “No…” “Quasi le cinque” “Oddio abbiamo chiacchierato per quattro ore?!” “A quanto pare” Si alzarono e si diressero alla macchina.
  
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