Aiichirou prende piccoli respiri nei dettagli.

Sono solo scorci di una felicità che comunque non lo abbandona mai, la soddisfazione di essere arrivato a quel punto che quasi annulla il bisogno del rapporto che vorrebbe davvero con Rin.

Un respiro è un complimento non più borbottato, quando il suo tempo migliora al punto di poter competere insieme a Rin, lui, che non era riuscito neppure a qualificarsi nella specialità a cui puntava.

Un respiro è il modo costante in cui il compagno di stanza segue i suoi allenamenti, come mantiene la parola data e comincia veramente ad allenarsi insieme a lui. Come fanno a turno, fino alla sera tardi, poco prima del coprifuoco, a prendere uno il tempo dell'altro, cronometro alla mano.

Aiichirou riconosce gli errori di Rin, nonostante l'inabilità a sentire davvero i propri, osa farglieli notare e quello è un altro piccolo respiro, uno che fa quando il compagno di squadra lo guarda dapprima un po' stupito, per poi correggere l'errore la volta successiva.

Respirare davvero è rendersi conto che non è troppo sbagliato starsene notti intere a fissare il soffitto, il peluche di una mucca stretto al petto, ad immaginare in modo anche troppo vivido come potrebbe essere il loro rapporto, quello che sogna per davvero.

Non è sbagliato immaginare di tenerlo per mano, dirgli tutto quello che ha accumulato in un intero anno insieme, portarlo in un posto che possa togliergli il fiato ed illuminargli gli occhi di una felicità sempre meno lontana.

Respirare è anche sentire la mano di Rin sulla testa quando finalmente porta un voto decente in inglese, quando riesce a capire cosa sbagliava. Quando timidamente si siede accanto all'altro ragazzo mentre quello guarda un film sul portatile e resta attento nonostante capisca solo la metà di quello che succede. Quando quella diventa un'abitudine del venerdì sera. Quando si sveglia la prima volta con la testa appoggiata alla spalla di Rin e lui non l'ha mandato via. Quando succede tre volte e per nessuna viene cacciato in malo modo.

Respirare è anche farsi prendere in giro per il modo in cui pronuncia certe parole, per la quantità di mucche che sparge regolarmente per la stanza, perché gli capita comunque ancora di chiamarlo Senpai, ammirarlo, nonostante siano ormai amici.

Respirare è poterlo prendere in giro perché le riviste di gravure non smettono mai di spuntare tra i propri appunti e Rin non smette di imbarazzarsi per questo, perché ogni mese c'è qualche nuovo libro sul nuoto e non è possibile che ne esistano tanti e secondo lui è lo stesso senpai a scriverli e farseli mandare.

Respirare è sentire di essere amico di Rin. Non al livello dei ragazzi di Iwatobi, ma forse più vicino a quello che Rin è ora, rispetto al ragazzino che loro hanno conosciuto.

Respirare è anche sentirsi raccontare dei momenti che passa con loro, dapprima per dettagli ridotti ai minimi termini, per poi arrivare a discorsi casuali che Aiichirou sa quanto possano essere importanti. Rin gli racconta quanto siano stupidi a ricordarsi di un suo sogno infantile, ma lo fa con un sorriso che ormai non nasconde più e lui può sentirsi felice per riflesso.

“Tu cos'hai fatto oggi, Ai?”

Respirare è anche sentire il cuore avere un sussulto, i polmoni chiudersi ed un sorriso nascere con tutta la spontaneità del mondo, quando si accorge di essere importante. Scoppiare a ridere perché non ha niente di interessante da dirgli, sono stati separati solo un'ora, ma a Rin importa davvero.

E Aiichirou respira di nuovo.