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Autore: Midnight_whisper    08/07/2014    1 recensioni
C'è una linea di confine tra ciò che che crediamo di desiderare e ciò che vogliamo davvero. E solo quando il desiderio si avvera ecco che ci troviamo nudi, smascherati. Forse era meglio quella finta gabbia, dove, almeno nella nostra mente, potevamo sentirci al sicuro.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’aria profuma di fresco, di erba bagnata, appena tagliata quasi; inizia a palpitare in tutti i miei sensi quel vago senso di libertà e di gioia. Credevo di non aspettare altro. Eccoci arrivati. Le giornate sembrano più lunghe in questa nuova estate che è appena iniziata. Il verde del prato sembra maculato per le ombre degli alberi e delle nuvole, un lieve vento lo fa ondeggiare e ricorda un gigantesco, silenzioso e pacifico specchio d’acqua dolce. Alzo la mano per coprirmi il volto dal sole. Qualche insetto vola silenzioso per l’aria, fra i flebili schiamazzi e le deboli risate della gente lontana. Una bella giornata. Potrebbe andare meglio di così?
Eppure, sai, preferisco la nebbia. Me ne rendo conto adesso. Preferisco il sole spento degli inverni in città. Preferisco la burrasca del gabbiano del mare del nord. Preferisco l’acqua torbida per la terra dei sentieri non battuti. Preferisco il buio spaventoso delle case troppo grandi. Preferisco le lacrime della luna delle notti piovose. Preferisco le ombre indefinite degli occhi appannati e appena svegli, il caos della rivoluzione per le strade, la fretta dei frenetici treni cinesi, la rabbia di un urlo che brucia tutto il proprio fiato, il disordine della stanza di un adolescente con la musica nelle orecchie. Preferisco il male, il buio, la tensione, l’incomprensione, l’instabilità. A questa calma.
Forse ho sbagliato. E me ne accorgo adesso, d’improvviso. Come ti accorgi di botto che là, nel cielo della notte, splende la luna, coltivatrice dei nostri sogni, delle nostre speranze e dei nostri segreti desideri. Come ti accorgi di aver sbagliato chiave in un momento, solo quando la infili nella serratura e questa la sputa fuori. La rifiuta. Una scoperta improvvisa. Alla quale non posso più rimediare. Sono finalmente libero. Ma libero da che cosa? Libero da una falsa convinzione, da una gabbia di gomma della quale ho potuto finora lamentarmi. Non è questa la libertà che mi interessa. Non è questo ciò che desideravo. Davvero è solo questo quello che ho ottenuto, dopo tanto impegno? Non mi importa nulla di questa calma, di questa tranquillità, di questo, di tutto questo.
In questa tranquillità, in questa perfezione di anime e natura lo sento più forte, il dolore della mia mente. E preferisco la nebbia, per illudermi che dentro di me in realtà sia tutto chiaro a confronto. E preferisco illudermi di avere qualcos’altro a cui pensare, da fare, in cui impegnarmi.
No. È una bella giornata e non c’è che un pensiero fisso nella mia mente. Sospiro. Non c’è dubbio. Preferisco l’inverno, preferisco la nebbia.
  
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