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Autore: Io_me stessa    08/07/2014    2 recensioni
Frammenti della vita di Arya Stark e Jon Snow, a Grande Inverno, prima del guerra.
[Storia partecipante al contest "A Brother is a Friend Given by Nature" indetto da dio-niso sul forum di EFP]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arya Stark, Jon Snow, Robb Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei nata in un mite mattino estivo, poco dopo l'alba. Lo ricordo come fosse ieri, anche se allora non avevo più di cinque anni. Sotto i primi, pallidi raggi di sole, Robb ed io giocavamo in cortile, sporcandoci di fango e facendo la lotta. Ma il giovane erede di Grande Inverno era talmente distratto da farsi atterrare quasi sempre. Fremeva dalla voglia di vedere il suo nuovo fratello. "O sorella" li rammentavo io, cercando di riportarlo coi piedi per terra. "No, no" rideva lui "sarà un maschio, questa volta, me lo sento". Invece, dopo appena un'ora di travaglio, una delle levatrici scese nel cortile con la notizia di un'altra femmina: Arya. La delusione attraverso il volto di Robb, ma passò velocemente; a quei tempi era un bambino allegro, incapace di rimanere triste a lungo, dalla risata spontanea e frequente. Un minuto dopo, già dichiarava di non aver desiderato altro che una seconda sorella. Assieme a Sansa, corse su per le scale per venire a vederti. Io non provai neanche a seguirlo: ero giovane, ma già perfettamente consapevole che Catelyn non mi avrebbe mai permesso di rovinare il suo nuovo, bellissimo quadretto familiare. Il primogenito, la figlia maggiore, la nuova nata...e il bastardo. "No, meglio intrufolarmi di nascosto e venire a trovarti più tardi, mentre Lady Stark riposerà" decisi.

Tutta rossa, piagnucolante, calva. Una bambina come tante. Mi avvicinai alla tua culla con calma, evitando movimenti bruschi. Mi accovacciai al tua fianco. In un attimo, i tuoi sommessi vagiti si calmarono. E mi sorrisi. Avevi gli occhi scuri degli Stark, i miei occhi. Rimasi a fissarti per qualche minuto. Per un istante, capii cosa provava Robb. "La mia sorellina" pensavo, con un sorriso da un orecchio all'altro "la mia nuova sorellina". Ma tornai presto alla realtà. Non eri mia sorella, era la mia sorellastra: tu eri una Stark, io uno Snow. Un giorno tu avresti sposato un lord e vissuto nel suo castello, mentre io..."Lo sanno gli dei cosa farò io" conclusi tristemente, uscendo dalla stanza.

I giorni passavano e diventavano mesi; i mesi passavano e diventavano anni e tu mi assomigliavi sempre di più. Incredibile quanto poco tua madre ti avesse passato: avevi i tratti i tuo padre, i capelli di tuo padre, gli occhi di tuo padre. Assomigliavi più a me che a tutti i tuoi fratelli messi insieme. Persino il carattere era quello degli Stark: la tendenza alla fuga, alla ribellione, ma anche uno straordinario, coraggioso, orgoglio. Ho sempre pensato che il tuo essere nata femmina fosse uno strano scherzo del destino. Se fossi stata uomo, quale grande lord saresti diventata!

Ricordo che un giorno, quando avevi circa otto anni, corresti da me in lacrime, confessando che Jeyne Poole ti aveva chiamata Faccia di Cavallo. Passammo il resto del pomeriggio a riderci su e prendere in giro Sansa e la sua migliore amica. Trovammo degli orrendi difetti sul viso di entrambe, talmente tanti che alla fine le due apparivano veramente brutte. Chiacchiere da invidiosi, niente di più; sapevamo benissimo tutti e due che Sansa era bellissima e Jeyne comunque carina, ma che importava? Deriderle ti faceva stare meglio, e faceva stare meglio anche me. Eravamo due emarginati, due diversi: che altro potevamo fare?

Quella notte Jeyne Poole non dormì bene. La ragazzina aveva una cotta per Robb, lo sapeva chiunque, a Grande Inverno. Bastò che lui bussasse alla sua porta e le chiedesse di andare e fare una passeggiata e lei lo avrebbe seguito in fondo a un pozzo. Io li raggiunsi in un vicolo. Inchiodai la bambina al muro. Robb si dileguò. Le puntai un coltello alla gola. Un coltello smussato, ma chi lo avrebbe visto, al buio? "Chiama ancora Arya Faccia di Cavallo e ti assicuro che le conseguenze non ti piaceranno". Non le diedi tempo per un risposta. Scomparii fra le tenebre, lasciando Jeyne terrorizzata. Non ho più sentito quel nomignolo.


Era sottile, acuminata e flessibile. Semplicemente perfetta. Un piccolo, temibile ago. Mikken, l'armaiolo, mi chiese per chi fosse quella lama, e io gli sorrisi enigmatico. Era un uomo di poche parole: si strinse nelle spalle e lasciò perdere. Chissà quanta gente ti domanderà perché una donna porti una spada! Tu rispondigli che è il regalo di un fratello per sua sorella. Perchè è tutto quello che conta.

  
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