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Autore: Blue Poison    08/07/2014    4 recensioni
Dal settimo capitolo:
Così cominciò a cantare: chiuse gli occhi e si appoggiò con la mente al ricordo musicale della base prodotta dal violino, quasi imitandone i movimenti con le mani; le parole erano dolci e il ritmo rilassante e lento.
Si lasciò trasportare dalla musica, ancora una volta, e Will, accanto a lui, fece lo stesso, seppur mantenendo gli occhi ben aperti.
(Raccolta di one-shots collocate prima degli eventi de L'Angelo)
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Carstairs, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Demons

A long night (part 1)

 
Jem correva, rapido come un fulmine, per le strade di Londra, un’ombra scura alla luce dei lampioni.
Si spostava da una chiazza d’oscurità all’altra, incurante di qualsiasi cosa che non fosse il demone Zorvia.
Ma come era finito a correre dietro a uno di quei ripugnanti esseri, dal momento che non aveva ancora l’età per cacciare?
La risposta era semplice: William Herondale.
Approfittando del fatto che il ragazzo era sembrato, per la prima volta da quando era arrivato all’Istituto, interessato a qualcuno, Charlotte lo aveva incoraggiato a uscire con Jem, per mostrargli un po’ la città.
Will si era mostrato seccato e annoiato, ma la donna sperava che la sua fosse una recita e che il nuovo arrivato avrebbe potuto smussare il suo carattere dai comportamenti taglienti.
Così, i due Cacciatori erano usciti per una semplice passeggiata al chiaro di luna e lo sarebbe anche stata, se non si fossero imbattuti in Zorvia, vicino al Blackfriars Bridge, intento a studiare Londra dall’alto di un lampione, come un grosso rapace alla ricerca di una preda.
-Questa è la nostra occasione!- aveva detto Will, tutto eccitato, già con una lama angelica in mano –Per dimostrare che siamo pronti per cacciare!-
Fu spontaneo, per Jem, chiedersi che cosa gli facesse credere di avere una possibilità di vincere, poiché avevano ancora molto da imparare e perfezionare in quanto ai combattimenti.
-Non sono sicuro che dovremmo- aveva mormorato e, siccome la sua mente gli aveva ricordato improvvisamente che non aveva preso abbastanza Yin Fen per sostenere una battaglia, aveva cercato di persuaderlo –E poi è tardi, Charlotte e Henry saranno in pensiero-
-Hai paura, James?- lo aveva stuzzicato Will che, senza aspettare una risposta, si era concentrato per lanciare un coltello contro Zorvia.
Il demone aveva strillato come un pipistrello, quindi si era voltato nella direzione di Will e Jem, facendo cadere l’arma che si era soltanto superficialmente infilata nella sua pelle; i due avevano trattenuto il respiro, rilasciato solo alla vista di Zorvia che balzava giù rapido dal lampione e fuggiva.
Will gli era corso dietro e Jem, forse per la fretta del momento o per l’incapacità di pensare chiaramente, l’aveva seguito.
Così era iniziata la loro corsa, che durava ormai da ben due ore.
-Sta salendo lassù!- gridò la voce di Will, da qualche parte alla destra di Jem, che istintivamente alzò gli occhi.
Zorvia si stava arrampicando fra i tetti aguzzi delle palazzine londinesi con i suoi tentacoli spinosi che s’attorcigliavano saldamente a grondaie, davanzali, finestre e colonnine, e sollevavano goffamente il corpo squamoso e flaccido; i due riuscirono a tenere il passo e a rincorrerlo, anche grazie alla runa di velocità che si erano tatuati in fretta e furia.
Tuttavia, essa non era per niente d’aiuto a Jem per le sue energie, così come la runa di resistenza che invece gli aveva disegnato Charlotte prima di uscire dall’Istituto: la sola azione di correre l’aveva totalmente consumata e il suo corpo iniziava a reclamare riposo.
Ma non voleva mostrarsi debole di fronte a Will.
-Lo stiamo perdendo!- gridò quest’ultimo, mentre saltavano uno spazio piuttosto largo fra un palazzo e l’altro.
Il ragazzo accanto a lui spiccava salti agili ed eleganti come una molla e non pareva per nulla stanco; Jem, d’altro canto, sentiva il peso del suo corpo aumentare ogni volta che toccava nuovamente terra.
-Non lo prenderemo mai, William- soffiò d’un tratto, ma ancora rifiutandosi di fermarsi.
-Senti un po’, sottospecie di polpo!- Will lo ignorò completamente e prese a urlare contro il demone che, a quella provocazione, comunque, non diede peso –Perché non smetti di scappare come un vile codardo? Fermati un attimo, in modo che io possa prendere le tue misure per l’acquario che acquisterò una volta che ti avremo ridotto in un pezzo da collezione-
Parole al vento: o Zorvia non capiva il linguaggio dei Nephilim, oppure non dava corda alle frecciatine, al che Will storse il naso.
Ad un certo punto, però, senza che ci fosse bisogno di dire o fare altro, il demone si bloccò sul tetto di una grossa fabbrica e si voltò verso di loro, ringhiando.
Jem si mise in guardia e lo stesso fece Will, aggiungendo un sorrisetto soddisfatto sulla sua faccia.
Essere riusciti a condurre il demone in un luogo così spazioso per combattere era vantaggioso, ma non se l’oggetto del combattimento abbandonava il campo prima ancora di sferrare il primo colpo: Zorvia sembrava sul punto di balzare via un’ennesima volta, ma Will tentò di trattenerlo a modo suo.
Sebbene fossero trascorse un breve periodo di tempo da quando Jem era giunto lì, aveva imparato qualcosa su di lui: per esempio, che era uno sciocco imprudente.
-Stavo scherzando, prima…lo so che non posso tenerti chiuso in un acquario, ma nessuno mi vieta di riempire d’acqua una Pyxis, sai?-
Nonostante tutto, Jem non riuscì a trattenere un sorriso: forse cominciava a capire il suo modo di pensare.
Provocare così un demone era pericoloso, ma d’altronde, lo era anche dargli la caccia, quindi invogliare Zorvia a saltar loro addosso, o essere loro stessi a fare la prima mossa non faceva molta differenza.
Zorvia emise un rumore come di acqua rovesciata; gli occhi vermigli lampeggiarono e una cresta che prima Jem non aveva notato si aprì a ventaglio come una coda di pavone intorno alla testa informe.
I tentacoli ondeggiarono, pronti a scattare, e il muso da topo si contrasse.
-Sporco Nephilim- la sua voce era come il fischio di una locomotiva, acuto e penetrante, con un tono roco e cupo –Potrei tranciarti la lingua e inchiodarti sul fondo di un oceano, causandoti un’eterna sensazione di soffocamento-
-Ho ricevuto minacce peggiori- continuò inflessibile Will, con un sorrisetto che non lasciava presagire nulla di buono –E come vedi sono ancora qui-
Zorvia emise un suono soffocato, ma distintamente maligno: Jem attivò il suo bastone-spada e Will, se possibile, rafforzò ulteriormente la presa sulla sua spada angelica.
Improvvisamente, una sfera di polvere circondò completamente il demone in una cortina nero pece; una violenta folata di vento strappò dal vortice alcuni granelli, che s’infransero su di loro come minuscola grandine e costringendoli a ripararsi il viso.
Una volta che la polvere si fu dissipata, Jem abbassò il braccio e vide che, nel punto in cui un attimo prima c’era Zorvia, ora vi erano almeno venti copie identiche del demone, tutte con le creste spiegate e i denti in vista.
Se ci si doveva sforzare di trovare il lato positivo in quella situazione, ci si poteva confortare al pensiero che Zorvia era lì: mischiato alle sue personali figure illusorie, ma era lì.
Jem cercò con gli occhi lo sguardo di Will, che gli sorrise in modo determinato e vagamente competitivo, prima di gettarsi nella mischia.
Lui si mosse per fare lo stesso, ma una delle copie di Zorvia –o Zorvia stesso?- gli venne incontro e gli parò la strada, isolandolo dal resto del combattimento; ringhiò come un leone pronto a balzare e i suoi occhi catturarono quelli di Jem, che non poté sottrarsi a quel contatto visivo.
Il ragazzo batté più volte le palpebre per tornare in sé, ma intorno a lui tutto era cambiato: si trovava nuovamente all’Istituto di Shanghai, circondato da fiamme incandescenti e fumo vaporoso.
L’aria era opprimente e Jem si sentì soffocare; tossì violentemente mentre le sue forze iniziarono a venirgli meno.
I caratteri, i draghi e le rune degli arazzi appesi alle pareti gli caddero addosso in un turbinio di colori, che si mischiarono per tingere la sua vista e i suoi pensieri di un nero pece.
L’unica connessione con la realtà che Jem riconobbe, prima di svenire, fu la voce di Will chiamare ansiosamente il suo nome.
 
 
 
Angolo Autrice:
Buongiorno a tutti! Come ve la passate? Io non sono molto felice che sia arrivato luglio, no…però, il lato positivo è che oggi esce “Città del Fuoco celeste”! Ultimi pronostici prima di tuffarsi nella lettura dolorosa? Io temo per Magnus: ho un brutto presentimento che lo riguarda ç_ç
Ad ogni modo, per quanto riguarda questa one-shot: ecco qua Will, finalmente. La seconda parte sarà più incentrata sull’effettivo inizio del legame fra lui e Jem, perciò ci sarà più interazione fra i due :33
Ringrazio tutti coloro che leggono, che hanno inserito la raccolta fra le seguite/ricordate e coloro che recensiscono!
In bocca al lupo per chi già può cominciare a leggere CoHF: non morite, mi raccomando (da che pulpito, sarò la prima a morire di crepacuore)!
 
Blue Poison

 
  
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